Bologna, 14 gennaio

Mica male, molto originale l'interpretazione del tema. Oltretutto è ben scritto e mascherato con estrema abilità fino all'ultimo. Si anche io all'ironia prediligo messaggi più profondi, però quando è così "smart" c'è poco da eccepire.

Se il tuo intento era quello di essere dissacrante, ci sei riuscito.
Leggevo e pensavo all'ennesima storia di partigiani nascosti e furtivi al freddo dell'appennino.
Invece il freddo era quello di una casa alla mattina.
E io ti posso capire, autore: da buon siculo, per me è freddo al di sotto dei 20°. E ogni mattina il tragitto dal letto al bagno è un calvario
Un cento gradevole, anche per l'uso originale della resistenza.

Questo 100 mi è piaciuto. Mi piacciono le storie minime che se ben raccontate -come in questo caso- sanno tenere l'attenzione del lettore. I piedi quasi nudi, una specie di ossimoro, una ottima invenzione letteraria. Splendida la resistenza elettrica: esiste anche quella come argomento possibile per il racconto.

Il racconto è di una semplicità disarmante e noi ci stiamo lavorando sopra per complicarlo.
Al poverino, impaurito, non scapperà più la pipi'.

Credo, ma è una mia idea, che se il racconto fosse stato scritto al presente avrebbe guadagnato qualcosa, sarebbe stato più concreto, vero, mi ci sarei rivista, insomma. Forse l'imperfetto lo allontana un po'. Da cosa? Non lo so, forse dall'efficacia (non so nemmeno se esiste questa cosa...).
Questo 100 è un piccolo gioiellino, mi piacciono molto i mini che si risolvono nelle ultime righe, anche se indugia un po' troppo all'inizio sulla volontà di depistare il lettore.
Le urla sono esagerate, bastano le imprecazioni a denti stretti successive.
E comunque mi hai fatto venire freddo, sappilo!

Eccomi, ciao a tutti, sono l'autore. Credo che sia necessario spendere qualche parola a fine concorso. Il mio racconto non aveva molte pretese, però ho cercato di costruirlo bene, scegliendo con cura ogni parola in modo tale che risultasse volutamente ambigua. Lo scopo era di raccontare una scena interna ma far credere per tutto il racconto che fosse esterna. È assolutamente autobiografico, come aveva intuito Arianna; il protagonista sono io, ogni mattina, nel percorso dal letto al bagno, per questo ho usato l'imperfetto: dafne aveva ragione, è una scena abituale; a casa vado sempre scalzo, in inverno uso dei calzini fini fini, quindi quel "quasi" è venuto fuori da sé, spontaneamente (stefy ci hai visto giusto); chi giace tiepido? Non so se mi riferissi a viv o alla coniglia, in realtà... poi ringrazio Achi per il suggerimento: im effetti forse con le urla trattenute mi sono fatto prendere un po' la mano; l'unico commento che mi lascia perplesso è il secondo di tommy: non credo che il racconto fosse di ina semplicità disarmante, soprattutto per il lavoro di costruzione che ci ho fatto. Se poi il risultato è, agli occhi di qualche lettore, di una semplicità disarmante, vorrà dire che non sono stato bravo a dare le info che volevo...
Infine, grazie a chi mi ha votato. È stato un cento stupendo!

Dimenticavo... il titolo? Assolutamente inventato, non c'è nessun riferimento, nessun messaggio nascosto. Niente proprio. L'ho messo solo per confondere, scusatemi!

Io ho pensato alla coniglia di sicuro In realtà ho pensato a qualche altro pelosetto, perché non avevo proprio immaginato che il racconto fosse tuo.

Il racconto è arrivato in "semifinale" tra le mie preferenze, nel senso che mi sono detto: devo votarne uno tra "Equivoco d'amore" e "Bologna, 14 gennaio". Comunque complimenti doppi, per il racconto e perché ho scoperto un lato del Raven autore che non conoscevo.

L'inizio mi ha portato in un ambiente che sapeva di povertà, di piccole mancanze per chi ha tutto, di tutto per chi ha poco o niente. E mi dicevo: caspita, come si possono dire tante cose in poche parole. E aspettavo un finale crudele.
E poi invece mi ritrovo in un bagno tiepido! Bravissimo! Questi sono i finali che mi piacciono: quelli che spiazzano. Eh, c'è solo che da imparare da una Penna come te.