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il racconto che vi posto era per una call intitolata "L'uomo disgraziato nella casa dei matti" max 2000 battute
il racconto che vi posto era per una call intitolata "L'uomo disgraziato nella casa dei matti" max 2000 battute
È la mia ora in questo posto dimenticato da dio, dove ombre d’uomini ondeggiano come metronomi impazziti.
“Ue’ bella gioia, mi dai un bacio?” biascica Anna. Non la si riesce nemmeno a guardare, un’accozzaglia di vestiti sgargianti che la coprono tutta. Coprono poco, visto la scollatura e la quasi inesistenza della gonna. Avrà sessanta, forse settant’anni, non c’è età nella casa dei matti. Non è un bel vedere con il rossetto sbavato e una striscia di celeste sopra gli occhi. Sorride sempre, anche quando ti racconta la sua vita di merda.
Preparo il tè, come ogni pomeriggio, questa è la mia ora in questo posto senza tempo.
Anna mi osserva: “Il caffè della macchinetta fa schifo. Anche il tuo tè fa schifo”. Non mi interessa quello che dice, faccio quello che mi hanno detto di fare. Lei si alza la gonna e mi mostra il culo: “Va là, ciurlin”. Ride e se ne va.
Ritorna con un tizio per mano, lo trascina energica e me lo piazza davanti. “Mi sono sposata. L’anello me lo sono comprata io. A lui piace. Vero che ti piace?” Lui la guarda, gli occhi spenti e un ghigno storto da cui scivola un filo di bava che finisce sulla camicia a righe. Osservo la macchia bagnata allargarsi.
“I miei non sono contenti. Cazzo me ne frega, mi hanno rinchiusa qua, ma mica sono matta io”. Dicono tutti così, penso guardandola. Non le rispondo, non serve, lei parla, non ascolta, come tutti qui.
Io rimango ipnotizzato dalla macchia, uguale a quella sul vestito di Luciana. La sua era rossa però, come la passione che provavo per lei. Ma Luciana, come Anna, non mi ascoltava mai.
Allora l’ho obbligata nell’unico modo che conoscevo e così mi ha ascoltato.
Anna mi guarda “Se sei geloso domani divorzio. Ma l’anello me lo tengo lo stesso”.
“Voglio un orologio con i numeri grandi per contare il tempo” le rispondo.
“Te lo regalo rosso come l’amore” ride lei.
“Quando è domani?” Chiedo all'infermiere guardandogli il polso.
“Bevi e dormi, domani è domani”.
Domani è fra poco, penso, e io avrò un orologio nuovo.