Ciao Aut-
Un racconto "ai confini della realtà", mi viene da pensare; una trama degna della serie televisiva di altri tempi. Poco scientificamente plausibile che un bambino di 11 anni possa avere le competenze tecniche e scientifiche per realizzare lo scorciatoiatore; se anche avesse l'intuizione scientifica, sarebbe poco plausibile che avesse anche le competenze tecniche; se anche avesse le competenze tecniche, dubito che possa farcela con i chip della PlayStation e dell'iPod. Insomma mi chiedi molto come lettore, ma sono memore della mitica serie televisiva e ti ho concesso la mia sospensione del giudizio.
Una parte macchinosa è quella in cui Giacomo ripara lo scorciatoiatore aggiungendo anche una funzionalità. Qui secondo me era da gestire in modo diverso: bisognerebbe palesare subito che l'intenzione non è quella di riparare l'attrezzo ma è quella di migliorarlo. In questo modo mi sarei sentito più coinvolto in tutta l'operazione.
Gestita secondo me molto bene la psicologia del bambino, che ha come obiettivo quello di non sentirsi più sbagliato e quindi entrare nelle grazie del padre. Molto bene anche la gestione del personaggio padre, che come molti adulti (anche non violenti) non prende in considerazione ciò che ha fatto il bambino, in più è violento.
I paletti ci sono tutti tranne il 300. Nell'economia del racconto ci stanno bene, ma il risultato è che i personaggi (Bud Spencer e l'arbitro) e i luoghi (Uluru e Kryžių Kalnas) sono quasi delle semplici comparse.
Grazie e alla prossima.
Un racconto "ai confini della realtà", mi viene da pensare; una trama degna della serie televisiva di altri tempi. Poco scientificamente plausibile che un bambino di 11 anni possa avere le competenze tecniche e scientifiche per realizzare lo scorciatoiatore; se anche avesse l'intuizione scientifica, sarebbe poco plausibile che avesse anche le competenze tecniche; se anche avesse le competenze tecniche, dubito che possa farcela con i chip della PlayStation e dell'iPod. Insomma mi chiedi molto come lettore, ma sono memore della mitica serie televisiva e ti ho concesso la mia sospensione del giudizio.
Una parte macchinosa è quella in cui Giacomo ripara lo scorciatoiatore aggiungendo anche una funzionalità. Qui secondo me era da gestire in modo diverso: bisognerebbe palesare subito che l'intenzione non è quella di riparare l'attrezzo ma è quella di migliorarlo. In questo modo mi sarei sentito più coinvolto in tutta l'operazione.
Gestita secondo me molto bene la psicologia del bambino, che ha come obiettivo quello di non sentirsi più sbagliato e quindi entrare nelle grazie del padre. Molto bene anche la gestione del personaggio padre, che come molti adulti (anche non violenti) non prende in considerazione ciò che ha fatto il bambino, in più è violento.
I paletti ci sono tutti tranne il 300. Nell'economia del racconto ci stanno bene, ma il risultato è che i personaggi (Bud Spencer e l'arbitro) e i luoghi (Uluru e Kryžių Kalnas) sono quasi delle semplici comparse.
Grazie e alla prossima.