Le storie travagliate, quelle dove va tutto male sono le mie preferite, perchè la vita è matrigna e ci vuole distruggere. Male.
Questo racconto, pur soddisfacendo molti punti, rimane un pò vago su una questione per me fondamentale: i perchè ovvero il cambiamento, il click definitivo.
Su questo personaggio la vita si accanisce: tutto va nel verso sbagliato, le poche cose positive vengono distrutte senza pietà e tutto si accanisce su di lui. Tanto, troppo...
In realtà i presupposti sono giusti: le vite felici (se esistono...), non sono interessanti sia da raccontare che da leggere, quindi vada per tutto il disagio possibile e immaginabile.
Ma, mi chiedo, a cosa porta tutto ciò?
Se la storia non è ben bilanciata si rischia una lista di sfighe che colpiscono e intristiscono il lettore, certo, ma poi? Ma la sostanza?
Roberto e la sua vita triste sono ben esposti e rimangono impressi, però nella crudeltà del testo avverto una mancanza, un qualcosa a cui aggrapparmi per comprendere meglio la sua follia, uno spiraglio che m'introduca nella sua dimensione alienata.
Ecco, forse in questo bel ritratto a tinte forti mi è mancata l'ebrezza di un tour nella mente stanca e impazzita di Roberto. Per capirlo meglio e apprezzarlo ancora di più.