Laurent Mazarin

Racconto spezzato in due con salto temporale annesso che sa un po' di salto mortale, in un racconto breve. Oltretutto le due parti hanno tempi e modi diversi, quindi nemmeno questo aiuta. Più facile da leggere e frivola la prima, quasi un antefatto, una preparazione alla seconda, che invece risulta più pesante da leggere, forse eccessivamente lunga, e che termina in un nulla di fatto.
La Storia in sé è molto interessante e si nota una grande preparazione alle spalle. La realizzazione, la storia, al netto degli errori verbali segnalati e del salto mortale dal quale comunque atterri in piedi, resta piacevole da leggere.
Di nuovo una cantina alcolica. Ottimo.
Fioraio e Isola presenti, genere storico azzeccato, senza particolari note da segnalare. Si vede che è una storia nata attorno ai paletti, che prima non esisteva. Un esercizio ben condotto nella trama e nelle intenzioni, con qualche difetto di produzione, ma si legge volentieri fino alla fine.
Riporto volentieri, perché spesso mi lascio andare a riflessioni di questo tipo, un passaggio intero:
"I ricordi, scorrendo, sembra facciano fermare il nastro della vita. Almeno per un momento. E quando ci si accorge che è impossibile fermare il tempo, ci si rende conto di avere fretta. I fantasmi sono lì a guardarti e non si muovono, ti aspettano."
Mi è piaciuto molto. Però lo avrei affidato a un personaggio o a una narrazione in prima persona. Così sembra che il narratore faccia un passo fuori dalla storia, la guardi da una certa distanza, rifletta sul momento e poi ci torni dentro. Più che il nostro della vita, qui fermi il nastro della narrazione. Ma è una sosta che mi ha colpito.

La trama più originale letta finora. La lettura scorre veloce e interessante, soprattutto nella prima parte. I tanti errori segnalati non mi hanno distratto più di tanto dal racconto. Personaggi ben delineati, finale a cui ero arrivato prima di leggerlo, ma ci sta tutto. A parer mio un buon lavoro, candidato ad essere ottimo, con qualche revisione..
Grazie!

Eccomi finalmente. Un breve commento a fine step per il mio racconto.

Parto da una certezza: in generale, il racconto non è piaciuto. Nessun mal di pancia sennò non starei qui. Un'altra certezza? Alcuni errori che mi hanno fatto un po' vergognare. Mi guardo allo specchio e non mi perdonerò mai. Se volessi invece giustificarmi con voi, direi che l'Autore era così soddisfatto della sua produzione da non aver troppo badato alla forma. 

E la sostanza? Idem, poiché altrimenti starei al posto di  @Petunia. Anzi di  @ceo. A tal proposito, complimenti! 

Non esiste lo champagne Laurent Mazarin. Non c'è nessuna prova, almeno io non ne ho trovate, che il cardinale Mazzarino avesse dei vigneti. Pare certo invece che a inventare lo champagne fu il monaco Dom Pérignon, esperto contabile ed enologo, che per errore scoprì la "presa di spuma", affinando via via la tecnica di vinificazione fino a creare il metodo che oggi tutti beviamo conosciamo.

Decisamente meglio la prima parte, la mia comfort zone, poco d'azione la seconda. Ora, va bene tutto, ma quando avete visto Jacques andare a Parigi? Io ho soltanto detto che aveva scoperto lo champagne anni prima al suo arrivo a Parigi. Non ho detto che ci era rimasto, né che ci abitava, né che facesse il pendolare con Hendaye (cosa impossibile tra l'altro). 

Sapete una cosa? Ho sbagliato io. Se qualcuno ha avuto qualche dubbio, significa che non mi sono spiegato bene. 

E comunque: Alta Langa Brut Metodo Classico tutta la vita, altro che champagne!!!

Grazie a miei votanti  @SCM e  @CharAznable. Grazie a tutti gli altri e allo staff.