La ragazza perfetta

Bella scena, pare di vederla. Mi è piaciuto molto questo “non dialogo” con l’oste, mi sono piaciuti i pensieri inespressi e il riferimento a quel tipo di dettagli che restano impressi nella memoria. 
Un bel cento, complimenti.

Il valore aggiunto di questo cento sta in quella bellissima frase per me la strada che porta alle persone è tutta storta  che racchiude tutto il senso del tuo racconto.
Mi è piaciuto molto anche come hai descritto la ragazza con una sola frase, la vedo ed è davvero molto attraente.

Bella scena, anche se descritta in così poche battute. Si vede il lampione, la falena e la ragazza, il tutto tracciato con il minimo dei particolari per il massimo della resa visiva. E anche per il narratore basta una frase: "per me la strada che porta alle persone è tutta storta". Complimenti davvero.
M.

Bello, bello, bello, piaciuto molto. 
La scelta di non mettere nel dialogo la descrizione della ragazza sottolinea l’incapacità del protagonista a comunicare, anche con l’oste. Scelta di forma che ha anche un contenuto! Complimenti veramente.

Beh di queste serate padovane ne ho viste tante, tra piazza delle Erbe o Piazza della Frutta. Alla Gineria, o altre viuzze che si diramano da piazza delle Erbe verso corso Milano. Il ghetto ebraico poi è il covo degli universitari causa di molti notti insonni per la questura  e gli indigeni locali che non ne possono più. Certo le serate appiccicose ormai vedono quasi esclusivamente tavoli metallici e spritz, qualcuno debitamente annacquato a frode... Ma l'atmosfera c'è tutta e in alcuni angoli del centro storico vedo ciò che hai raccontato.
Di solito passo sotto l'arco a piazza dei signori e mi infratto di fronte all'accademia. Lì lo spritz va tra fumo, cosce, zanzare e chiacchiere.
Complimenti all'atmosfera romantica e nostalgica che hai saputo creare!

Un  dialogo che racconta un rimpianto, un bicchiere di vino che consola ma non troppo. Un racconto un po' ripiegato e non del tutto accattivante nella forma, che colpisce poco, ma nel complesso  gradevole.

Ogni lasciata è persa, e il rimpianto ti rimane, anche se cerchi di affogarlo in un bicchiere di rosso.
Ci sono persone che a prima vista, a pelle, ti sembrano in sintonia con te, sono perfette: bisogna provare a rompere il muro iniziale, anche se per molti non è facile.
Un ottimo 100x100.

Mi ha confuso un po' quel passaggio da dialogo tra oste e cliente con quell'improvvisa descrizione della ragazza. Mi è sembrato anche se funzionale un po' stonato. Bella la chiusura.

Un bellissimo racconto, perché di racconto si tratta più che un brano striminzito di 100 parole. Il più bello che ho letto finora. Il centro è l'ammissione della propria difficoltà di comunicazione e di socializzazione.
Ad essere pignoli, stona un po' l'abbozzo di apertura e di confidenza nei confronti dell'oste che mi è parso in contrasto con il carattere del personaggio. Tuttavia, questa timida apertura si interrompe quasi subito ed è presto interiorizzata.
Ottimo lavoro da prime posizioni, per me.

Un racconto sulla solitudine, sulla difficoltà a relazionarsi con gli altri, una reticenza così grande che ti fa perdere anche la possibilità di conoscere la ragazza perfetta per te. Che poi magari non lo è, ma ormai, chi può dirlo? Bella l'atmosfera estiva, sotto i portici, a Padova, io almeno l'ho vista là, questa scena, con due studenti universitari come protagonisti. Strano è invece il fatto che l'oste non ricordi la ragazza, ma forse la perfezione non è la stessa cosa per tutti e non ne è stato semplicemente colpito. Boh. A rileggerci!

Cosce, zanzare e chiacchiere. 
Copio il commento di Giancarlo, per ammirazione.
Autore, te ne intendi di queste serate padovane.Beato te.
A me tocca la TV e il cane.
Non ho nemmeno le zanzare.
Piaciuto.

Vedi? In fondo, basta bere.
Eppure un amico gli avrebbe detto: "Basta bere!", e il significato sarebbe cambiato totalmente.
Che 100 struggente. Mi hai lasciato interdetto, Autore.

Si piangono le labbra assenti
Di tutte le belle passanti
Che non siamo riusciti a trattenere


Ho veramente poco da dire su questo cento.
Il ruolo dell’oste, di confessore, come nel più classico dei film o dei libri.
Ho subito pensato al brano di De Andrè/Bressans.
E quest’associazione mi ha fatto perdere un po’ di originalità.
Sicuramente un racconto scritto magistralmente ma che, per me, non ha lo stesso trasporto del brano che ho citato e, ahimè, nella mia mente bacata non riesco a scindere l’uno dall’altro.

Ultimo racconto che commento.
Un racconto che ha nella descrizione della ragazza (il sandalo appeso al piede è una chicca) e, soprattutto, nel “ma per me la strada che porta alle persone è tutta storta e non so mai cosa fare” gli elementi portanti del racconto stesso. Portano i personaggi e la storia su un vassoio d’argento. Un’occasione mancata, la delusione per non aver osato, l’ennesimo momento in cui un bicchiere di vino consola.
Per l'osteria beh, conosco pochissimo Padova, quindi mi fido di chi ne conosce la numerosità, anche se a una prima lettura, e senza aver ancora dato una scorsa ai commenti che mi precedono, mi pareva un po' debole affidare alla figura dell'oste il paletto. L'oste poteva essere benissimo un cameriere.

Piaciuto: una storia con capo e coda descritta perfettamente pur con così poche parole.
Storia struggente e realistica. Mi è piaciuta la frase "La strada che porta alle persone è storta e non so mai cosa fare"; la trovo molto vera.
Bere per dimenticare è la soluzione ma solo parziale, perchè i ricordi nuotano benissimo.

Uno dei cento migliori, si riesce a percepire lo stato d'animo del protagonista in poche battute.
i pensieri sono chiarificatori, scritti in maniera essenziale ed efficace.
Bella l'immagine del sandalo che pende dal piede.
Ottimo lavoro.

Bello. È tutto così vivido così tangibile e reale che sembra di essere lì con loro. Voglio essere pignolo perché poi alla fine il posto in top è solo per quattro racconti. Non ho respirato l'aria dell'osteria. Ma è veramente un microscopico dettaglio che non toglie nulla alla bellezza del racconto.

Sei sicuro sicuro che era la ragazza perfetta? Vedi che l'apparenza inganna, Se c'è di mezzo il vino poi...
Ho apprezzato questo testo per l'immagine che ha immortalato. L'ho dovuta vedere per forza e questo mi ha rallegrato, anch'io ho pensato fosse la ragazza perfetta. Lo rileggerò dopo qualche bicchiere di vino.

Grazie

Il bello di questo 100 è che mi ha portata a capire non solo il contesto in termini di tempo/spazio, ma anche l’interiorità dei personaggi senza che venga esplicitato nulla.
La penna dell’autore è un pennello su una tela.
È estate? la ragazza è seduta sotto a un lampione quindi si trova all’esterno, è vestita leggera.
Ha appena piovuto probabilmente: la serata è appiccicosa, come lo è l’afa estiva, e le strade esalano profumi, magari di frutti/fiori.
Della ragazza viene detto che non è esteticamente bella, ma non c’è titolo migliore per definirla: è perfetta.
Trasuda di personalità, non si cura di essere giudicata.
È libera, come la falena che le vola accanto e che non scaccia.
Si percepisce anche il blocco che il protagonista ha nell’approcciarsi alle persone: sa “cosa” ma non “come”.
Timidezza? “I timidi notano tutto, ma sono molto bravi a non farsene accorgere” come viene detto nel film “Le conseguenze dell’amore” di Sorrentino.
Complimenti autore.

Bello. In poche parole descrivi un mondo e lasci al lettore l'onere e l'onore di riempirlo. Sì, perchè credo che ognuno di noi si sia fatto un film diverso sull tua ragazza. E questo lo trovo un punto di forza del tuo Cento, che ci porta moto più di quanto hai scritto.
Complimenti
Grazie

Andiamo, voce narrante, che vuol dire che non sapevi cosa fare? Avevi la soluzione letteralmente in mano: un bicchiere (o due) e poi cosa fare viene da sé, e sembra anche più divertente (o meno triste se ti va male).
Così dicono, almeno, io sono astemio.

Mi è piaciuto molto questo 100, autore, dannatamente vero e dannatamente sentito, anche nelle frasi che hai speso con cura e ottima scelta di termini. Sembra di essere lì.
L'unica cosa un pelo stonata, forse, è che il personaggio coinvolga l'oste nella sua amarezza: una cosa che chi non ci sa fare con le persone difficilmente fa.
Ma potrebbe essere un effetto del vino, e allora vedi? Avevo ragione io: la soluzione per parlare alla ragazza ce l'avevi già in mano anche quella volta lì.

Per sdrammatizzare ti racconto che a me è capitato, una singola volta, al momento, di aver trovato la ragazza perfetta. Bellissima, tra l'altro, con un viso particolare.
Mi sono seduto al suo tavolino, abbiamo parlato qualche minuto. L'ho fatta ridere. Mi ha persino sfiorato una mano.
Sai quella sensazione che provi quando sei a casa? L'unico posto al mondo che è tuo davvero ed è parte di te? Ecco, quella.
Stando con lei, al tavolino, io ho provato questo.
Poi il tempo è scaduto e sono dovuto andare via, come Cenerentola ma al contrario. Le ho lasciato il mio contatto, ma non si è mai più fatta sentire. Non aveva, evidentemente, provato la stessa cosa.
La mia ragazza perfetta è svanita così.
Si chiamava Michela e non le ho mai dedicato neanche uno scritto, niente. Per mancanza di coraggio, non per vendetta.
Ma ora che ho tirato fuori la questione, beh, non è detto che non colmi questa mancanza.
Prima o poi.

The Raven ha scritto:Si piangono le labbra assenti
Di tutte le belle passanti
Che non siamo riusciti a trattenere

Pier, non so perché, ma ho voglia di contribuire anch'io con questa citazione:


E ti piace ricordarne il sorriso
Che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
In un vuoto di felicità


Questo brano mi mette in difficoltà. Mi piace molto, mi piace la descrizione della ragazza, mi piace la falena, mi piace la frase sulla strada.
Non mi piace molto la frase finale ma non è questo il problema.
Forse il problema è dovuto a un mio preconcetto. 
Per me l'osteria, e ripeto, sicuramente mi sbaglierò, è un locale fatiscente, al chiuso, impregnato di fumo e puzzo di vino, frequentato solo da uomini di mezza età o vecchi.
Questo locale sotto i portici me lo immagino più come un bar, una enoteca, un locale frequentato anche da giovani.
Non me la immagino una donna in una osteria, con un libro in mano.
Forse la donna non è all'osteria, ma in un locale attiguo, ma in modo sbagliato questo è il film che mi sono fatto.
E sinceramente non so che fare, perché il brano mi piace davvero.

Il brano è davvero bello e ben scritto con immagini cariche di suggestioni e accattivanti.
Non c'è l'osteria, ma un oste che diventa il confidente di un uomo che affogherà nell'alcol la sua incapacità di cogliere le occasioni della vita.