Una nuova opportunità

Fino agli occhi dei presenti tutti per lei era un cento perfetto, poi si sgonfia improvvisamente.
L'idea è quella giusta c'è qualcosa nel come l'hai espressa che non mi ha conquistato.
In compenso "recuperò la carcassa ciondolante di suo marito" è una delle più belle espressioni di tutto questo contest.
Lei me la immagino come una Sofia Loren romana di tanti film, un po' trasandata ma ancora molto, molto piacente: esagero?

Non sono ottimista: la protagonista di questo 100 non si darà un'altra possibilità. Continuerà a recuperare la carcassa del marito ancora e ancora. Almeno questo è quello che arriva a me. Il 100 è ben scritto ed è molto verosimile, sia nella vicenda in sé che nel contorno, rappresentato dagli "uomini" che vedono la donna come una facile conquista vista "l'assenza" del marito.

Grazie

Situazione verosimile, purtroppo. Un cento disturbante, perché nonostante la speranza che la donna riesca ad affrancarsi dal rapporto tossico col marito, si percepisce tutta la pesantezza di una scelta difficile da operare nonostante tutto.
Una gran tristezza anche le “lusinghe” degli avventori, pronti a sfruttare la debolezza della moglie infelice ma non ancora sfiorita.
Ben scritto, ma, come ti ho detto, molto disturbante nel contenuto.

Un 100 a due velocità. Una prima parte ben scritta e un bel personaggio femminile che, forse per quella strana "sindrome da crocerossina" che a volte affligge le donne, non esita ad andare a recuperare il marito ubriaco all'osteria. Poi c'è uno scarto: la donna sembra percepire gli sguardi dei maschi che si posano su di lei e "la carcassa ciondolante di suo marito" diventa improvvisamente un peso. Come anche la storia stessa. Non mi ha convinto.
M

Cerco di spiegare cosa non mi ha convinto.
Che passi le serate a raccattare il marito in qualche osteria sembra di normale amministrazione. Gli occhi addosso dovrebbero quindi esserlo ogni sera, e la nuova opportunità pure.
Perché solo oggi?

Questo bel cento mi ha messo addosso una gran malinconia. È vero, magari Franca vede per un attimo uno spiraglio, ma quale? Stare con un altro uomo che alla meglio è un alter ego del marito? Perché non mette in conto di stare sola, di cambiare davvero? Perché il suo "darsi un'altra possibilità" dipende e passa comunque da un altro uomo? Ripeto, ho una grande tristezza nel cuore. Dal punto di vista formale qualche a capo non avrebbe guastato. Grazie e a rileggerci!

Forse non è così inverosimile che Franca si accorga che può avere un'altra possibilità quando vede gli sguardi (presumibilmente) bavosi degli avventori dell'osteria, basta che non la cerchi lì dentro... e comunque era ora che decidesse di cambiare vita.
La storia secondo me regge, uno spaccato di vita che mi è piaciuto.

Lo spero anch'io che Franca trovi una nuova opportunità fuori da quel contesto. Che quegli sguardi le siano serviti solo come consapevolezza di riscatto. La scrittura è buona e la trama regge.
Concordo anch'io con Aki che qualche "a capo" avrebbe alleggerito un po' il muro di parole.
Comunque un buon 100.
Complimenti.
Grazie.

Ecco... caro autore mi rimandi a antiche tradizioni e vecchie ballate popolari salentine. I mariti andavano a giocare e bere in osteria improvvisate nelle cantine dove nessuna moglie li potesse scovare ma...
Ma spesso. tornando a casa ubriachi, si chiedevano come mai il fabbro avesse spostato la toppa dove infilare la chiave. Episodio vero fu quando il nonno andò a recuperare l'amico fraterno totalmente ubriaco col carretto e fece tardissimo a rincasare a casa e fu così che beccarono parole ambedue.
Queste osterie erano la causa di grandi bernoccoli in testa e di mattarelli usati impropriamente. Il tuo racconto ha ben descritto l'atmosfera e il sentire delle donne che rimanevano a casa col marituzzo che si tracannava litri di vino giocando a padrone e sotto.

Ciao, Autore. Un racconto che non mi arriva coerente con la narrazione, in quanto il repentino cambio di punto di vista non è giustificato da nessuna scena descritta e, quindi, per quanto questo sia un 100, non si può che percepirlo come innaturale.
Di conseguenza, non avendo neanche il tempo di empatizzare con nessuno dei due personaggi, non resta che il pregiudizio personale che si aveva già prima di iniziare la lettura. Il lettore critico non può "stare" con nessuno dei tuoi due personaggi: lei può sembrare una donna libertina, lui può trovarsi in queste condizioni proprio a causa della moglie...
Insomma: non c'è modo di scegliere da che parte stare, nel tuo testo. E quindi non posso che concludere dicendo che il tuo racconto non mi convince.

Un'ottima descrizione in poche parole dell'animo femminile, con un accento particolare sul senso di responsabilità, sulla famiglia, ma anche con quel giusto tocco di civetteria che in fondo è solo rispetto per se stessi e fiducia nelle proprie qualità. Un buon lavoro.

Ecchecavolo! Che si decida! Non era certamente la prima volta che andava a recuperare la carcassa del marito all'osteria e allora... tra tutti quegli sguardi magari uno ci sarà stato che... no, no scusa ritiro tutto! Se no dopo avrebbe dovuto ritirare due carcasse poi tre poi... tutta l'osteria. Meglio la tua soluzione con il forse.

Due personaggi, tutt'e due dipinti bene e patetici.
L'uomo sembra un sacco di patate.
La donna insegue accenni di ammirazione.
Tutta la scena è volgare, nel peggiore significato del termine.

Ho subito empatizzato con Franca, la presenti bene, autore.
Forse perché la metto subito in contrasto con la bettola che descrivi o con il ritratto poco lusinghiero del marito (ottima la scelta di non dargli un nome).
Mi piace anche il senso di rivalsa che attraversa i pensieri della nostra eroina.
Insomma, mi è piaciuto questo cento!

Il racconto sembra presentare due storie distinte e slegate.
Lei che va a recuperare il marito ubriacone (ma perchè lo fa se sta pensando di darsi un'altra possibilità?) e apprezza gli sguardi di altri ubriaconi.
Ho capito l'intenzione del racconto ma non credo sia arrivato con la forza che ci si sarebbe aspettati.

Questa vocazione tipicamente femminile dello stare dietro agli uomini senza speranza è per me uno dei grandi misteri della vita, ma la buona notizia è che già da tempo l'ho presa per quel che è: una roba da accettare così come arriva, senza farsi domande. Ma da non dare mai per scontata.

Questo anonimo marito deve essere davvero qualcuno di speciale, nella sua pochezza, per beneficiare della crocerossinità di sua moglie.
E ci sta.

Inizialmente ero anche io dubbioso sul fatto che Franca s'accorga per la prima volta delle occhiate degli avventori, pur avendo fatto opera pietosa per chissà quante altre occasioni.
Ma poi ho ricordato che non sempre capiamo le cose al volo, e che possono volerci centinaia di nasate contro il muro per accorgersi che il muro c'è.
O almeno, per me è stato così, a volte.
Sì, credo che Franca abbia davvero aperto gli occhi, stavolta, e il seme del cambiamento abbia iniziato a metter radici. Nessuna crocerossina è per sempre.

La protagonista riesce a vedere ancora la sua bellezza nonostante tutte le difficoltà, in questo dimostra forza oltre che nel mandare avanti una famiglia da sola.
Diciamo che come messaggio finale avrei preferito che non avesse necessità di altri uomini per sentire di avere ancora valore, ma che il valore lo trovasse dentro di sè.

È un 100 onesto, scritto bene, che vuole ipotizzare una sorta di rivincita per la protagonista, una riscossa.
La chiusura però e, soprattutto quel "sorrise", stonano con l'intento dell'autore. 
L'ambiente è rappresentato come un ricettacolo di sconfitti, trovare apprezzamenti in quel luogo non dovrebbe rappresentare per Franca una iniezione di autostima.

Ciao.
Una donna che vive una vita squallida e si rianima solo perché quattro balordi la guardano
non mi sembra un buon punto di partenza per cambiare vita.
alla fine, però, sono solo punti di vista diversi.

L'inizio mi aveva convinto, anche se "sporca saliva" non mi piace per nulla. Fino al cambio era tutto molto reale e d'effetto poi è come se l'attenzione si spostasse su altro e tutto cambiasse all'improvviso. C'è come un'inversione di ruoli che destabilizza e fa riflettere.

Una storia che descrive tutto lo squallore che a volte può vivere una donna qualunque che si ritrova a raccattare il marito 
ubriaco, un tempo c'era l'amore, ma adesso questa poveretta deve star proprio male se riesce a ritrovare un po' di autostima in un ambiente del genere. Comunque il tuo cento è graffiante e si fa leggere con piacere.

A me questa Franca non piace, o almeno non piace più dalla metà del racconto in poi.
All'inizio è la moglie che raccatta per l'ennesima volta il consorte ubriaco e nel gesto si percepisce tutta la fatica di una vita fatta di scelte sbagliate.
Ma dopo? Sembra che abbia una specie d'illuminazione, ma dovuta a cosa? Agli sguardi avvinazzati degli altri avventori che la fanno sentire bella?
Uomini simili al marito che le possono offrire la stessa vita che sta facendo.
Una donna che si ostina a fare le scelte sbagliate: un personaggio che non mi attrae e non mi convince del tutto.
Avrei preferito che se ne fosse andata via, anche senza meta: che avesse trovato davvero fiducia in se stessa e avesse abbandonato quella vita, non quel marito.

Ho la sensazione che il racconto sia stato scritto da un uomo. Poi magari mi sbaglio, eh. Ma non so, mi sembra strano che un’autrice possa scrivere che una donna si senta bella e desiderata sotto lo sguardo lascivo di ubriaconi. Caso mai si sente lussuriosa, trasgressiva, viziosa. Poi però la mente e il corpo sono contorti, dunque ci può stare la situazione che hai raccontato.
Comunque mi è piacito. In un racconto così breve assistere all’evoluzione di un personaggio è sembra bello e segno di bravura.