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1La nuova casa Empty La nuova casa Gio Mar 09, 2023 11:27 am

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Non ero da solo ad ammirare la splendida opera che spiccava in mezzo al prato. Uccellini, insetti, un paio di mucche cinguettavano, frinivano e muggivano d’apprezzamento per la mia sublime realizzazione. I fiorellini si aprivano per ammirarla. Le rondini erano arrivate da lontano per vederla. Anche il sole mostrava tutta la sua stima spargendo raggi, caldi ma non troppo, sullo splendido frutto di due anni di mio lavoro intenso e ininterrotto.
Ero estasiato, stanco e appagato. La sciatica mi faceva male e l’artrite mi incurvava le dita. Ma ero soddisfatto.
Due anni. Alla mia età, voglio dire! Ci avevo messo solo due anni e alla fine eccola qui. La splendida casa, proprio come Gianni me l’aveva chiesta. Bizzarra e geometricamente esatta secondo le sue precise indicazioni.
Ah l’amore, cosa ci fa fare. A qualsiasi età. Non vedevo l’ora di entrarci insieme a lui. Pregustavo quanto avrebbe apprezzato il mio lavoro e quanto avrebbe amato quella casa. La nostra casa.

Camminavo tutto tronfio con lo sguardo fisso sul nuovo edificio, girandogli intorno e ammirandolo da ogni lato, quando infine lui arrivò.
Solo et pensoso i più deserti campi vo percorrendo a passi tardi et lenti” La sua amata voce mi colse da dietro, profonda e intima come la Grotta dell’amore di Taormina, dove ci eravamo conosciuti quaranta anni prima e dove per la prima volta avevamo fatto l’amore (e anche l’ultima). “Ti ho beccato a passeggiare invece che a lavorare”. Quell’accento, quella voce roca. Ogni volta mi faceva rabbrividire.
Mi girai. Gianni mi guardava appoggiato al suo bastone, con il ciuffo di capelli bianchi sugli occhi e la solita sigaretta in bocca.
I miei passi sono tardi e lenti solo perché ho superato una certa età”, gli risposi con gli occhi a cuore. “Come tu del resto. Anzi, i tuoi sono pure più lenti perché sei sciancato”. Continuai pieno d’amore. “E non fumare, che viene la voce da Janis Joplin”. Poi mi fermai un attimo a pensare. “Ma scusa, non era mesurando”?
Spostò il peso da una gamba all’altra mentre il suo occhio di vetro, quello destro, prese ad ammirare direttamente il sole, in cerca forse di una bellezza che qui non trovava. Il sinistro, quello buono, mi fissava interrogativo. “Mesurando cosa?”
Adoravo quelle sue domande sibilline, che aprivano ogni volta interrogativi esistenziali e intense riflessioni.
I deserti campi” risposi.
Qui non ci sono deserti”.
Non dissi nulla. Per un attimo mi immaginai i suoi studenti del liceo, anni prima, estasiati per tanta profondità zen quando rispondeva così durante le sue lezioni di italiano.
Si raddrizzò con due dita l’occhio di vetro e lo puntò, insieme all’altro, verso la casa nuova.
E questa sarebbe l’opera? Due anni ci hai messo per fare ‘sta roba? Sta a mala pena in piedi,” mi disse.
Le sue modalità di esprimere apprezzamento per me e per le mie realizzazioni non erano mai dirette; trovava forme sempre nuove e originali per far capire quanto una cosa gli piacesse.
Sono un calzolaio, mica un muratore,” gli dissi. “E pure in pensione. E poi me lo hai chiesto tu di costruirla così.”
Sì, ma ti avevo chiesto di costruirla bene, non di fare un mucchio di assi tenute insieme con lo sputo. Spesso il male di vivere ho incontrato, lo sai. Era il rivo strozzato che gorgoglia, era l’incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato, era una casa fatta di merda.”
In Montale non c’era la merda.”
Qui sì”. Mi rispose dolcemente con la sua vocina roca carica d’amore.
Il nostro rapporto era un contrappunto di passione e discussioni romantiche.
Ci fermammo ad ammirare insieme l’opera. Gli presi la mano. Lui me la allontanò. Le mie ossa continuavano a dolere ma la mia anima traboccava gioia perché riconoscevo l’apprezzamento del mio amato Gianni.
La costruzione era geometricamente bizzarra, tanto quanto il mio Gianni che così l’aveva voluta: quattro stanze cubiche, tutte uguali, allineate al pian terreno. La penultima stanza (o la terza, contando dal fondo) era senza finestre, completamente circondata da altre stanze: sopra aveva un secondo piano con un altro locale cubico uguale agli altri, sotto una cantina di forma, ça va sans dire, cubica, e di fianco altre due stanze, indovinate? cubiche. In tutto l’opera era formata da otto cubi tutti uguali tra loro di 7 metri di lato. Era come un’enorme croce tridimensionale con due braccia perpendicolari a incrociarsi nella terza stanza. Era lunga in totale 28 metri; in corrispondenza della stanza senza finestre era alta 14 metri, larga 21 metri e andava 7 metri sottoterra. Insomma, un bella casona. E l’avevo fatta tutta io! Col legno, qualche mattone, tanto sudore e un sacco d’amore.
Entriamo?” gli chiesi. “Mi baci?” osai.
Ci vedevamo raramente, ogni qualche anno. Lui non voleva lasciare la sua famiglia, io non ardivo chiedergli di vederci più spesso.
Ti trovo nei felici approdi, della notte consorte, ora dissepolta quasi tepore d’una nuova gioia; però, grazie, ma viviam per piacere senza baci né strusciatine,” mi disse ispirato.
Quasimodo?” chiesi.
Quasi.”
Capii al volo il suo messaggio: mi voleva, era felice con me.
Vuol dire: non ci provare,” specificò.
I suoi giri di parole erano incantevoli. Mi voleva, era chiaro, ma voleva aspettare. Avremmo rifatto l’amore nella casa che gli avevo costruito.
L’entrata era in fondo al lato lungo. Aprimmo la porta che cigolò infelice per essere stata mossa. Tutta la casa scricchiolò e traballò per lo sforzo di non crollare.
Prima di entrare disse: “Sai perché ti ho chiesto una casa di questa strana forma?” Senza attendere la mia risposta continuò: “C’è un racconto di fantascienza che amo molto. Ho provato anche a farlo leggere ai miei studenti, quei caproni, per cercare di fargli apprezzare un po’ di letteratura, ma quelli niente. Il racconto si chiama La casa nuova, di tale Robert A. Heinlein. È la storia di un edificio con questa forma, che è lo sviluppo tridimensionale di un ipercubo quadridimensionale, un tesseratto. Per via di un terremoto quella casa collassa nelle quattro dimensioni e i protagonisti si trovano in un ambiente assurdo. Ecco, io volevo una casa come quella. E tu invece mi hai costruito ‘sta roba. Sei più capra dei miei studenti.”
Non risposi.
Lui mi guardò con tanto amore. “Non hai capito nulla della storia dell’ipercubo?” Mi chiese.
Io continuavo a guardarlo.
È per questo che ti voglio bene.”
Il mio cuore esplose d’amore.
Lui appoggiò il bastone dentro casa ed entrò. Gli partì un peto, forse per lo sforzo, forse di ammirazione per il mio lavoro. “Ed elli avea del cul fatto trombetta,”: disse orgogliosamente per impreziosire la sua emissione corporea.
Entrammo nel corridoio che percorreva tutti i quattro cubi allineati. Si aggiustò l’occhio finto per indirizzarlo insieme all’altro verso il fondo del corridoio, in cui si intravedeva una porta. L’ambiente era scandito da porte laterali che davano sulle stanze, da cui filtrava la luce del giorno.
L'avvenire era un corridoio tutto nero, che aveva in fondo la sua porta ben chiusa.“ disse.
Baudelaire?” chiesi io tenero, con l’intento di compiacerlo.
Non fare come quel politico che qualche giorno fa ha scambiato Baudelaire con Flaubert,
s'il te plaît,” disse. Mi ha dato addirittura del politico, pensai. Quanto mi onorava la sua stima!
Eravamo dentro la casa. Io mi girai e chiusi la porta alle mie spalle con una certa irruenza, impaziente di stare nell’intimità con lui. Il mio gesto energico fu però fatale per la precarietà dell’instabile edificio. Una serie di crepe si diffusero dallo stipite e percorsero inesorabili, con sinistri scricchiolii, tutto il corridoio, metro dopo metro, come dita maligne che artigliavano l’edificio. Un rumore spaventoso ci avvolse e una vertigine improvvisa ci colse mentre intorno a noi la casa crollava su se stessa. Più che crollare, l’edificio si accartocciò, si contorse e si attorcigliò in un groviglio di sensazioni confuse.
Io e Gianni ci appoggiammo l’uno sull’altro (sommo giubilo quel contatto fisico!) per non cadere e le nostre bocche per un attimo si sfiorarono.
Poi tutto ritornò in silenzio e barcollando, mio malgrado, ci separammo.
Nell’aria aleggiava ancora l’odore del peto di Gianni misto a calcinacci e legno. Quando la polvere si diradò, tutto intorno a noi era mutato. Gianni si aggiustò l’occhio che intanto aveva iniziato a guardare insistentemente il pavimento.
Era come stare dentro un prisma olografico, o in un caleidoscopio, o nello sguardo di un ubriaco. Il soffitto e le pareti si confondevano. Il corridoio correva ancora dritto, ma era come se si incurvasse su se stesso.
I nostri sensi erano in subbuglio e la testa girava. Gianni mi prese la mano: quel contatto mi diede stabilità e smosse anche un’altra parte del mio corpo. Mi sorpresi per quella reazione fisica che, vista l’età, non era più così frequente. Il potere di Gianni! Mi faceva emozionare anche nei momenti più improbabili.
Ancora senza osare parlare facemmo qualche passo, mano nella mano.
Cosa succede?” chiesi piano. Lui non rispose ma mi fece entrare in una delle stanze. Dalla finestra si vedeva il cielo, dove in realtà doveva trovarsi il prato. Per un attimo ebbi la nausea, come su un ottovolante. Tornammo nel corridoio. Sempre per mano, ci avventurammo in un’altra stanza. Dalla finestra si vedeva assurdamente l’interno dell’edificio, invece che l’esterno.
Deve essere successo l’impossibile,” disse Gianni guardandomi con l’occhio buono.
Siamo stati realisti, abbiamo chiesto l’impossibile,” risposi io, giusto per fare un po’ il figo e impressionarlo.
Lui mi guardò male e poi proseguì: “Lo sviluppo del cubo tridimensionale si è chiuso nel tesseratto come nel racconto di Heinlein. La tua botta alla porta ha fatto collassare la casa che già era traballante. Tesoro, siamo finiti in un impossibile ipercubo a quattro dimensioni!”
Io lo guardavo esterrefatto. Mi aveva chiamato tesoro! Una cosa impossibile! Mai sentita prima. Ero al settimo cielo. Tesoro, aveva detto!
Che cosa impossibile…”, insistette lui, mentre io annuivo.
Dai, cerchiamo di uscire di qui,” disse poi. “E subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un super lupo di mare.”
Superstite,” corressi io, con la voce che mi tremava per l’emozione dell’evento impossibile appena accaduto. Tesoro aveva detto!
Speriamo,” annuì lui.
Nella poesia… non super, ma superstite” insistetti, ma lui mi ignorò.
Andammo dritti per il corridoio, cercandone l’uscita. Ma dopo una camminata di circa 28 metri, un po’ claudicantI per gli acciacchi vari che ci tormentavano, varcammo la porta d’entrata e ci ritrovammo… nello stesso punto di prima.
L’ipercubo si è chiuso, i volumi opposti ora combaciano e noi se camminiamo nel corridoio continueremo a girare senza uscita. Dobbiamo trovare quale finestra delle stanze dà sull’esterno.” Immaginai che questo fosse il tono che usava con i suoi studenti più talentuosi, e ne fui lusingato.
Entrammo in ogni stanza e guardammo fuori da ogni finestra. Da alcune vedevamo noi stessi da dietro guardare fuori da altre finestre, da altre vedevamo tutto nero, oppure il cielo.
Un certo panico ci stava prendendo, devo ammetterlo.
Finalmente da una finestra si intravide un prato e un sole brillante. Ci avvicinammo. Davanti a noi si estendeva una grande distesa d’erba in fondo alla quale una foresta vergine si alzava come un muro vegetale, verde e nero. Di lato, in mezzo alla piana, un’enorme costruzione piramidale attirava la vista e infrangeva le nostre illusioni di normalità. Non eravamo dove avevo costruito la casa, evidentemente.
Chichén Itzá” disse Gianni. “Gran bel posto. È da anni che volevo visitarlo”
E sei qui con me!” dissi, cercando di trovare qualcosa di buono in tutte quelle turbolenze emotive multidimensionali.
Si vede che l’ipercubo congiunge punti che nello spazio a tre dimensioni sono molto lontani tra loro. Affascinante!”
Gianni, tesoro. Ma oltre che Italiano, insegnavi anche matematica o fisica?” chiesi sempre più ammirato e innamorato.
Lui mi ignorò e fece un’altra trombettata dantesca.
Andiamo,” disse. “Vediamo se una delle finestre rimaste dà verso il nostro prato”.
Aspetta!” lo trattenni. “Guarda.”
In fondo, sotto la piramide, si vedevano numerose tende, bandiere e automobili che non avevamo notato prima. Le auto erano modelli vecchissimi, probabilmente anni quaranta, e le bandiere erano rosse con una croce uncinata in mezzo.
C’era un bel movimento di persone in divise da seconda guerra mondiale che ogni tanto alzavano il braccio destro teso per salutarsi.
Fornicata mater illorum”, esclamò Gianni. “Un accampamento neonazi! Eos stercorem pro cerebro habent.”
Anche il latino sapeva! Che fascino…
Una persona si stava allontanando dall’accampamento nazi. Non era in divisa: indossava un abito cachi, un cappello e un cravattino. Sembrava un po’ Indiana Jones e un po’ Charlie Chaplin. Si stava avvicinando velocemente alla nostra finestra.
Non pareva fosse seguito, ma il passo veloce e lo sguardo circospetto suggerivano che stesse in qualche modo scappando.
Andiamo via” dissi, cercando di trascinare Gianni verso un’altra stanza, tirandogli la mano.
Aspetta, ormai ci ha visto.”
Indiana Chaplin arrivò davanti alla nostra finestra e bussò vigorosamente. Chissà come appariva il nostro accogliente ipercubo visto da fuori.
Aprimmo, e una infuocata aria tropicale ci avvolse, con tutti gli odori esotici della foresta che provvidenzialmente cacciarono via le puzze dantesche di Gianni.
L’uomo si buttò dentro e si nascose sotto il livello dello stipite. Ansimava e si guardava intorno ansioso.
Chi sei?” gli chiesi.
Lui rispose concitato qualcosa in inglese che lì per lì non capimmo. Sia io che Gianni un po’ di inglese lo masticavamo, ma il tizio aveva un forte accento americano e non ci aspettavamo certo di dover conversare in quella lingua. Come se non ne avessimo già abbastanza a cui pensare, ora ci toccava pure il fuggiasco americano.
Lui incominciò a respirare meno affannosamente e noi incominciammo a capire qualcosa di più dei suoi discorsi.
Nascondetemi,” diceva. “I nazi non mi cercheranno, ma devo stare nascosto per un’oretta, poi i miei mi verranno a prendere. Se i crucchi mi trovano in giro, rischio di essere fermato e non potrò rispettare l’appuntamento per il ritorno”.
Cosa ci fanno dei neo-nazisti a Chichén Itzá, e perché siete tutti vestiti come Gli eroi di Hogan? Cos’è, il set di un film?” gli chiese Gianni.
Ma che film, e cosa sono i neo-nazisiti? Quelli sono i nazisti puri, quelli del Baffetto e del Terzo Reich.”.
E cosa fanno qui?” chiesi.
Stanno cercando non so quale lancia di Longino e non so quali altri tesori esoterici. Io sono qui in missione per cercare di capirne di più, ma pare tutto un po’ folle e così me ne torno a casa in California.”
Mi viene un dubbio, ma in che anno siamo? Che giorno è oggi?” chiese Gianni.
Certo che siete strani anche voi due vecchietti. Siamo nel 1939, è il 31 Agosto.”
Gianni si girò per guardarmi con due occhi sgranati a cui risposi io con i miei migliori occhioni a cuore. Se non stava attento, a spalancare gli occhi così tanto il cuore mi sarebbe esploso e l’occhio di vetro gli sarebbe caduto.
Oltre che lo spazio, il tesseratto distorce anche il tempo!” mi disse.
Eh già…” risposi, ancora distratto dal suo incredibile sguardo ammaliatore.
Ma voi chi siete? Questo posto è veramente strano. Da fuori sembra una catapecchia ma dentro pare enorme. E voi siete vestiti in maniera quantomeno bizzarra.”
Avevamo da attendere un’ora prima che i suoi lo venissero a prendere. Così gli raccontammo le stranezze della nostra casa ipercubica e delle nostre ansie quadridimensionali. Notai che aveva anche una scarpa mezza rotta, così tirai fuori i ferri del mestiere (non mi muovevo mai senza ago e filo da calzolaio, oltre a un tubetto di colla Artiglio: se uno è stato calzolaio, lo è per sempre) e nel frattempo gliela aggiustai.
Cercammo anche di metterlo in guardia sulla guerra in arrivo, su Pearl Harbour, la Shoa, le bombe atomiche, il cambiamento climatico, il covid, i social, i reality ma lui sembrava prendere ogni nostro discorso come bizzarrie di due vecchietti stonati.
Passò così il tempo e per fortuna nessun nazista venne a cercarlo.
Vado. Signori, è stato un piacere,” disse infine. “Spero che troverete presto la strada di casa in mezzo alle vostre fantasie da abuso di peyote. Comunque questa cosa della casa ipercubica mi è piaciuta un sacco, mi sa che ci scriverò sopra un raccontino di fantascienza.” E così dicendo saltò fuori dalla finestra.
Gianni lo bloccò per un attimo, con la bocca spalancata.
Ma come ti chiami?” Chiese, e si vedeva che aveva un presentimento inquietante che gli ronzava in testa.
Heinlein. Robert A. Heinlein,” disse. Poi corse via.
Gianni si girò verso di me, e questa volta gli occhi gli si spalancarono così tanto che l’occhio di vetro gli cadde veramente.
Raccolse in fretta la protesi e se la rinfilò nell’orbita mentre diceva: “Il racconto La casa nuova è stato scritto nel giugno 1940, tra meno di un anno! Heinlein non se l’è inventato, glielo abbiamo suggerito noi…”
Richiusi con un colpo la finestra per tener fuori tutte quelle stranezze. Il colpo fu particolarmente forte e un’altra serie di crepe e di rumori inquietanti avvilupparono ancora l’edificio. La nausea ci riprese e i sensi si confusero un’altra volta.
Quando tutto fu finito guardammo di nuovo fuori. Il prato c’era ancora, ma invece della piramide di pietra vedemmo le mie due rassicuranti mucche.
Tornammo nel corridoio e ci avvicinammo verso l’uscita. Aprimmo la porta e un raggio di sole caldo ma non troppo ci colpì.
Respirammo l’aria tiepida pieni di sollievo.
Eravamo quasi fuori quando Gianni mi prese la mano.
Sì, ti voglio baciare,” mi disse. “Io voglio andare a casa, la casa dov'è?” continuò. ”La casa dove posso stare, con pace con te. Doveva vincerlo Lorenzo il Nobel, mica quell’hippy di Dylan”.
E rientrammo nella nostra nuova casa.

2La nuova casa Empty Re: La nuova casa Ven Mar 10, 2023 9:45 am

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Molto bello.
C'è sfoggio di cultura e di umorismo, e questo rende la lettura molto piacevole. Il tono confidenziale rende tutto molto leggero e le cose incredibili, credibili.
Manca una virgola all'inizio e questo fa sembrare le mucche cinguettanti, a meno che non sia una trovata umoristica pure quella.
Scritto da un'anima pura, questo è certo.
Una vecchia canzone di Sergio Endrigo: La casa. Ecco cosa mi ha ricordato il tuo racconto. Quella canzone ha la stessa dolcezza e delicatezza.

3La nuova casa Empty Re: La nuova casa Sab Mar 11, 2023 3:26 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Mi ha un po' scombussolato la prima parte del tuo racconto non riuscendo a capire dove andassi a parare e non conoscendo assolutamente niente di quel Robert Heinlein al quale ti sei ispirato per la casa ipercubica. Non mi è piaciuta la parte flautolentistica, che personalmente non mi fa ridere, e non ho trovato nemmeno comico tutto il resto. Mi è sembrato un buon racconto demenziale e nulla più. Un paio di refusi.

4La nuova casa Empty Re: La nuova casa Dom Mar 12, 2023 7:54 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Sono in difficoltà a commentare un racconto di questo tipo. Non ero assolutamente preparata a leggere qualcosa di simile, ma questo non vuol dire niente. Ho riletto più volte e sono convinta che tu, autor, sia stato molto bravo nel creare questo crossover di genere al limite dell’assurdo. C’è davvero molto in queste righe non banali, ci sono studio e cultura. Il fatto è che è tutto molto spiazzante… La comicità è una bestia difficile da domare, se il lettore non possiede (come nel mio caso) la conoscenza piena di tutto ciò che descrivi, non è in grado di capire la “caricatura” e dunque di apprezzare pienamente il lavoro fatto.
Rimane solo l’occhio di vetro, qualche peto e un amore che sta solo nella testa del povero ciabattino improvvisatosi muratore.
Quindi penso si aver capito poco del tutto e il difetto è mio senz’altro, ma  non mi resta che dirti brav per l’invenzione.

5La nuova casa Empty Re: La nuova casa Dom Mar 12, 2023 8:00 am

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

essendo appassionato di fantascienza, di Heinlein ho letto parecchio, ma "La casa nuova" non lo ricordo proprio.
a parte ciò, devo dire che il racconto è piuttosto dolce quando parla di loro due e del rapporto che li lega, mentre cambia durante le descrizioni o l'intrusione di Heinein.
non lo trovo molto comico, forse un poco ironico, questo sì.
ci sono alcune belle descrizioni e ho notato pochissimi refusi.
diciamo che la stesura è buona, tutto sommato.
nel complesso lo valuto sufficiente.


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6La nuova casa Empty Re: La nuova casa Dom Mar 12, 2023 10:44 am

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Lettura più che gradevole e soprattutto molto originale, sia nel soggetto che nello stile.
Le mie perplessità riguardano i paletti dello step.
Il calzolaio è presente ma senza particolare funzione, in quanto tale, nel racconto.
Quanto al luogo, Chichén Itzà cade un po’ dall’alto e lascia l’impressione di un inserimento artificioso.
Il tempo mi pare rispettato nella parte che riguarda i nazisti.
Quanto al genere, pur tenendo conto, come ho già detto, di quanto sia difficile scrivere “comico”, il racconto lo farei rientrare fra i racconti umoristici, anche se sarebbe limitativo ridurlo in questi termini, visto che c’è molto altro. Sconfina infatti nell’assurdo, nel metafisico e nel fantascientifico.
Apprezzabili le citazioni letterarie e poetiche. Un po’ meno le flatulenze, anche se rientra un po’ nello stile del racconto, con il suo esprimere una cosa e l’esatto contrario.
Al di fuori della gara avrei dato una valutazione certamente più favorevole.

7La nuova casa Empty Re: La nuova casa Dom Mar 12, 2023 9:31 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Non so se è "colpa" della terribile combinazione di paletti o "merito" del peyote ma hai tirato fuori un racconto al limite dell'assurdo nel quale, però, non passa inosservata la tua cultura e lo studio che c'è dietro a ogni singola parola.
Te lo dico sinceramente, pur apprezzando la capacità di scrittura e l'incredibile fantasia, il tuo racconto non è riuscito a conquistarmi, lasciandomi speso indifferente, faticando a strapparmi sorrisi e creandomi difficoltà con lo sviluppo del cubo tridimensionale.
Sarà che, a parte il grandissimo Asimov, non ho mai amato il genere fantascientifico!
Anche riguardo ai paletti non sono convintissimo, soprattutto in merito al "dove" (Chichèn Itzà) e al "quando" (31 agosto 19399 che vengono soltanto "nominati"; anche riguardo al genere "comico" non sono del tutto convinto.
Dove mi hai convinto pienamente è sulla scrittura, precisa, scorrevole, nonostante l'argomento ostico, direi quasi ricercata pur nella sua semplicità: si vede che sai scrivere molto bene, complimenti!
Ti segnalo solo qualche imprecisione:
Uccellini, insetti, un paio di mucche cinguettavano, frinivano e muggivano d’apprezzamento 
Manca la virgola dopo "mucche" (a meno che non siano loro a cinguettare...).
 Ma dopo una camminata di circa 28 metri, un po’ claudicantI per gli acciacchi vari che ci tormentavano
Ti è scappata una maiuscola alla fine di "claudicanti".
Cercammo anche di metterlo in guardia sulla guerra in arrivo, su Pearl Harbour, la Shoa,
Shoah.
La casa dove posso stare, con pace con te.
"Con" invece che "in".


______________________________________________________
La nuova casa Badge-3

8La nuova casa Empty Re: La nuova casa Mar Mar 14, 2023 11:29 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

In primis ci tengo a dire che 'sto tesseratto marchia il racconto secondo me. E mi fermo qui.

Secondo, posso senz'altro dire di aver imparato qualcosa.

La scrittura mi è piaciuta, tuttavia non riesco a decifrare uno stile in senso stretto, bensì un tipo di narrazione che s'adatta a una trama ricca di elementi e che relegano, secondo me ovviamente, l'espressione dell'Autore un po' in secondo piano. O meglio, non è attraverso la scrittura in senso lato che l'Autore ha voluto esprimersi, bensì con una storia che si sviluppa su un terreno non solo letterario che conosce bene, che conosce meglio. Non so se mi sono spiegato. 

Non mi sono sentito spaesato leggendo il racconto, anzi. Ho ammirato tanta conoscenza e deplorato la mia ignoranza. Per cui il risultato finale è qualcosa di essenzialmente positivo.

L'aspetto meno originale di questo racconto è a mio avviso "il ritorno" al racconto di Heinein, che ho percepito come telefonato. Non so come ma l'avrei celato di più, con la stessa abilità con la quale l'Autore ha reso il tesseratto "quasi" un oggetto comune. 

Un racconto che rileggerei e che rileggerò.

Grazie

9La nuova casa Empty Re: La nuova casa Mer Mar 15, 2023 11:20 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Che dire, un racconto simpatico dove praticamente tutti i paletti sono stati utilizzati: il professore con i suoi richiami letterari (complimenti per la preparazione, che non può essere solo ricerca pro racconto), il ciabattino perdutamente innamorato con la colla Artiglio in tasca (un po' debole come personaggio, ma buona spalla per il professore); Chichén Itzá e un viaggio nel tempo al 1939, con allegati neonazi al seguito e richiami al periodo paletto, dove però la data  - per noi che leggiamo pro step - è solo una data. Alla fine mi sono detta - memore dei bei step andati - che non sono l’unica a cercare di utilizzarli tutti!
Quanto al genere, un po’ thriller che sfocia nel fantascientistico e un po’ di comicità per un ciabattino che vuol vivere la sua storia d’amore cercando di reggere il ritmo dei richiami letterari dell’amico, anelando un po’ di attenzione. Non male come insieme: ho letto e riletto con piacere questa storia se vogliamo anche un po' assurda ma sicuramente molto originale, imparando anche qualcosa, con un bel tesseratto che per un momento mi ha ricordato - per assonanza - lo Stregatto di Alice nel Paese delle meraviglie.
Il ciabattino mi ha fatto tenerezza, col suo desiderio di rivivere un bel momento, cercando di compiacere l’amico seguendolo nei voli letterari, quasi “elemosinando” (non è il termine corretto ma passamelo, cara Penna) un po’ di attenzione.
La scrittura è buona, sicura, nessuna esagerazione o cali di ritmo, adatta al tenore della storia, dove anche i richiami al periodo della guerra passano quasi con leggerezza.

Piccole note:
una bella casona - claudicantI - la Shoa, - Shoah
Il ciabattino asserisce che i due masticano solo un poco l’inglese e di essere alle prese con un americano, dall’accento particolare, però poi hanno padronanza sufficiente per spiegare concetti di fisica. Mi è saltato all’occhio (che se n’è stato al suo posto…)

Non conosco l'autore che hai citato, ma me lo segno per future letture (diciamo tra un paio d'anni visto i libri che stazionano in corridoio in attesa di entrare in sala lettura).


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

10La nuova casa Empty Re: La nuova casa Ven Mar 17, 2023 3:33 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

A parte l'idea di utilizzare il tesseract di Heinlein per poter inserire abbastanza agilmente lo sfasamento spazio-temporale e spostare così l'azione nel tempo e nel luogo paletto-dipendenti, non ho trovato granché di interessante o di comico in questo racconto.
La storia si dipana fra gli sguardi melensi e le battute mielose del narratore e l'immancabile peto, che sembra ormai diventato un must di questo DR. Né mi sembra contribuiscono ad alzare il livello l'occhio di vetro o le citazioni letterarie del professore.
Poco plausibile che un ex calzolaio possa essere in grado di costruire, tutto da solo, una casa con le caratteristiche snocciolate nel testo; poco logico che due persone che masticano appena un po' di inglese riescano a instaurare una complessa conversazione con un americano su distorsioni di spazio e tempo degna di un fisico teorico. Va bene la sospensione dell'incredulità, ma non fino a questo punto.
Scusami autore, ma questo lavoro non mi è piaciuto.
M.


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"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

11La nuova casa Empty Re: La nuova casa Lun Mar 20, 2023 10:44 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto complesso da commentare. In linea di massima mi è piaciuto, soprattutto l'idea di fondo ma poi qualcosa è andato storto.
Quello che descrivi potrebbe essere comico e far sorridere ma il linguaggio che hai usato è quasi drammatico. I due vecchietti mi fanno tenerezza non sorridere. l'attenzione è puntata sul loro "affetto mancato" più che la situazione che è molto assurda e comica.
Per rafforzare questo concetto per tutto il racconto ho aspettato un cambio di rotta Thriller, quindi un thriller comico e invece no, tutto è rimasto così.
Sicuramente il tempo è stato tiranno con questo racconto perché sono certo che se l'autore ci rimettesse mano e rendesse le situazioni ancor più caricate all'eccesso sicuramente il racconto sarebbe molto più comico.

12La nuova casa Empty Re: La nuova casa Mer Mar 22, 2023 12:23 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Parto con una premessa cruciale, cioè che la passione sconfinata che questo protagonista ha verso Gianni sembra la mia verso Alexis. Complimenti, non era facile puntare a questi livelli.

Detto questo, mi è un po' sfuggito il punto del racconto, vale a dire il suo perché.
Hai saputo creare un racconto comico basato su una situazione assurda, e come tale più che adatta a sbizzarrirsi con situazioni folli, piuttosto che tragicomiche o persino brillanti dal punto di vista degli scambi di dialogo.
Invece il focus rimane quasi del tutto sulla vicenda in sé, relegando il fattore comicità a qualche espressione e le puzzette. L'atmosfera dei due amanti che in realtà non si vedono mai è forse persino troppo realistica in relazione all'assurdità della trama, tanto da rimanere sospesa in un limbo che non è da storia comica né grottesca.
Non so, non ho compreso questa scelta letteraria. Viste le premesse e il campo d'azione, c'era libertà assoluta di comicizzare tutto con molto più spessore.

Non ho potuto cogliere appieno tutte le citazioni e i riferimenti, forse anche questo ha influito sulla mia personale comprensione del testo.

Apprezzato invece il colpo di scena di Heinlein che compare alla fine, chiudendo il cerchio e spiegando di fatto le origini del suo racconto stesso.

Troppo calati dall'alto i paletti della data e della piramide, come il calzolaio che edifica la casa (è un racconto assurdo quindi ci sta, ma forse il tema stesso dell'assurdo non è sviluppato così a fondo come poteva).

In definitiva, si legge volentieri, anche perché è scritto bene, ma non coinvolge più di tanto causa comicità labile e un impianto che non si sbilancia adeguatamente su un genere piuttosto che l'altro.

13La nuova casa Empty Re: La nuova casa Gio Mar 23, 2023 5:02 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Questo racconto mi è piaciuto molto. 
Non so quanto i paletti siano inseriti in modo forzato, ma la storia è davvero bella, fantastiche alcune descrizioni, piene di fascino e mistero. 
Sottile e profonda l’intesa tra i due amici-amanti. 
Probabilmente per una storia così intima non avresti inserito i famigerati paletti se non per rispettare il tema del concorso. 
Allora ritorna sul racconto con animo più sgombro e credo che la nuova casa avrà tutta la potenza di un bellissima storia d’amore. 
Sono indecisa sul genere da attribuire al racconto. 
Ma a questo punto poco importa.
complimenti

14La nuova casa Empty Re: La nuova casa Ven Mar 24, 2023 6:55 pm

Arianna 2016

Arianna 2016
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ho quasi l’impressione di avere letto quel racconto di Heinlein, nella mia giovinezza, ma non ricordo. Invece mi sembra di avere riconosciuto l’occhio mobile dell’auror Malocchio Moody, della saga di Harry Potter. Forse c’è anche qualcosa del Tardis di Doctor Who (“Da fuori sembra una catapecchia ma dentro pare enorme”, “Oltre che lo spazio, il tesseratto distorce anche il tempo”). In una puntata di Quantum Leap il protagonista suggerisce la trama di un romanzo horror a uno Stephen King ragazzino. Poi forse c’è anche un po’ di Indiana Jones. Direi che l’autore è proprio un appassionato di fantasy e fantascienza.
Interessante questo intreccio di citazioni tratte dalla cultura pop e dalla letteratura.
Simpatici i due vecchietti e il loro amore “litigarello”.
C’è qualche refuso da sistemare.

15La nuova casa Empty Re: La nuova casa Sab Mar 25, 2023 6:54 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto troppo difficile per me.
Non ho le basi culturali per apprezzarlo, ma nemmeno posso dire che non mi sia piaciuto.
Originale, molto, almeno per che sono completamente a diugiuno di case cubiche.
In alcuni racconti di altri step, le citazioni sono state massacrate: qui ti hanno graziato tutti, penso perché introdotte proprio come citazioni.
Non sarai nella mia cinquina, ma sicuramente in quella di altri ferrati in materia.

16La nuova casa Empty Re: La nuova casa Lun Mar 27, 2023 4:31 pm

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Surreale. Ecco, se dovessi trovare un termine per definire il tuo racconto utilizzerei proprio questo. Surreale.
E ho bisogno di qualche istante per metabolizzare quanto letto. Non posso dire che non mi sia piaciuto, e non posso dire di averlo capito totalmente. Però è strano forte.
Troppe cose compaiono dal nulla senza un vero perché come a voler costruire una figura geometrica ai vertici della quale si trovano i paletti. E nella surrealità del racconto trovano anche una collocazione logica.
Quello che funziona meno è la parte comica (perchè credo sia questo il genere scelto). Ci sono diversi tentativi ma poco convincenti.
Non saprei che altro dirti. Oltre che confermare che è davvero molto strano.
Complimenti.
Grazie.


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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

17La nuova casa Empty Re: La nuova casa Lun Mar 27, 2023 7:42 pm

Marcog

Marcog
Padawan
Padawan

Il racconto mi è piaciuto, c'è tenerezza, poesia (a parte i peti...), ma resta molto strano, intrigante, ma strano. Bello come racconto a sé stante, ma complicato da giudicare nel contesto dei paletti assegnati. Si intuisce una invidiabile proprietà di argomenti e di linguaggio e tutto il lavoro che ci sta dietro la stesura. Ti rileggerò volentieri in altri scritti, complimenti e grazie!

18La nuova casa Empty Re: La nuova casa Lun Mar 27, 2023 9:36 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

La nuova casa è un omaggio a La casa nuova. C'è anche Heinlein. Ci sono citazioni e strizzatine d'occhio, ma un umorismo più alla Vizietto, che forse un po' stride con quelli che erano gli intenti del racconto di fantascienza da cui attinge l'idea di base.
Se dovessi scommettere credo sia uno dei racconti arrivati per primi. Non è certo un'idea partorita di fretta o all'ultimo, ma di fretta è scritto il racconto. Questo non vuol dire che sia frettoloso o mal scritto. Tutt'altro. Ma in tanti passaggi sembra buttato giù di getto, con audacia e perizia, ma senza preoccuparsi più di tanto di coerenza o efficacia.
Si possono dire tante cose di questo racconto, ma non credo di poter dire che sia la storia di un corridoio. Ci sono stanze generiche e una casa, un ipercubo, un tesseratto. Ci sono schegge di realtà e finestre sul passato. Paradossi temporali. Racconta il tentativo di emulare un racconto e il tentativo di emulazione è la ragione d'essere del racconto stesso. Un terremoto letterario che lascia il lettore un po' interdetto. Ma il corridoio no.  Quello non c'è. La storia parla d'altro.
Non lo trovo divertente, ma l'umorismo è davvero una cosa soggettiva. Il genere è comunque azzeccato e il racconto ha indubbiamente una facilità e una velocità invidiabili.


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La nuova casa Senza_10

19La nuova casa Empty Re: La nuova casa Mar Mar 28, 2023 8:33 am

Nellone


Younglings
Younglings

Esattamente come intendo un comico: senza troppo senso, un lessico semplice e una trama facilmente comprensibile e liscia come un tavolo da biliardo; giusto una tavola, insomma, sulla quale sono apparecchiate le vicende divertenti che si succedono. Non serve dover dar sfoggio di capacità di scrittura superlative, empatia straordinaria o una cultura lessicale da Accademia della Crusca: bisogna far ridere. E questo racconto fa ridere, punto! Pazienza se qualche paletto c’è un po’ di più e qualcun altro un po’ di meno; pazienza se alla fine si è caduti nella fantascienza! La parte comica è da manuale e questo basta, per me, a metterlo nelle prime posizioni della mia classifica.

20La nuova casa Empty Re: La nuova casa Mar Mar 28, 2023 10:21 am

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao autore, anche il tuo racconto va letto come se fosse un ipercubo, vero? Perché mi affaccio alla finestra e vedo un amore che mai potrà essere, bloccato non solo dall'età ma da dalla vita stessa (non voleva lasciare la sua famiglia), poi cambio stanza ed ecco il più classico dei paradossi temporali (ma se Heinlein non aveva scritto il racconto cosa ha letto Gianni? È nato prima l'uovo o la gallina?), cambio stanza pensando "ma non era una storia d'amore?" e mi ritrovo in mezzo a una scena pseudo demenziale con occhi di vetro che cadono e peti e altre amenità (boh), guardo fuori dalla finestra e vedo cosa avrebbe potuto essere questo racconto se avessi gestito meglio proprio questa parte, quella comica, cioè un nuovo "non ci resta che piangere". Perché no? Hai due protagonisti con le loro dinamiche e viaggi nel tempo e nello spazio. Capisco che arrivare a Frittole fosse difficile, ma anche buttarla in peti non mi è sembrata una grande idea. A rileggerci!


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La nuova casa Senza_10

21La nuova casa Empty Re: La nuova casa Mer Mar 29, 2023 12:06 am

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Dietro questo racconto ho percepito tanto lavoro, tanto impegno: l'idea è arrivata, te ne sei innamorato, e hai cercato di piegarla nei limiti del contest.
E devo dire che l'idea è davvero valida.
Credo che sia la storia più complessa di questo step, in quanto hai stipato nel limite di parole imposto, davvero tante cose. Confido che il ciabattino mi fa un po' tristezza (e questo per un racconto comico non va molto bene...): la dedizione e l'amore che prova verso Gianni, impassibile e distaccato, mi hanno fatto provare tanta tenerezza per lui.
La casa cubica, il tesseratto e il viaggio nello spazio-tempo hanno spostato il genere verso la fantascienza: miscuglio di generi interessante, se non fosse che quest'ultimo prende molto più spazio del primo.
La citazioni sono insieme gradevoli, per chi le coglie e penalizzanti per gli altri, anche se in generale forse sono un po' troppe nel testo, che è già abbondante di situazioni di suo (forse un po' azzardata la considerazione finale su Jovanotti...).
Un racconto che non passa di certo indifferente, ma che forse non è riuscito ad avere un equilibrio ottimale tra le varie parti messe in campo.
Ti segnalo questa cosa: dici che i due si frequentano da quarant'anni ma hanno fatto sesso una volta sola, anche se si vedono sporadicamente. Ecco, se sottolinei questa cosa (messa tra parentesi tra l'altro) dopo me la dovresti spiegare, altrimenti che senso ha arricchire il testo con questo particolare piccante che cattura subito l'attenzione? (quando si nomina il sesso di solito si accende la curiosità del lettore). E invece? Niente, non conosciamo il perchè di questa cosa...
L'incontro con l'autore crea un paradosso temporale e io, in queste cose, mi perdo un po'.

22La nuova casa Empty Re: La nuova casa Ven Mar 31, 2023 6:27 am

SuperGric

SuperGric
Padawan
Padawan

La parte comica, o quantomeno brillante, è veramente l’elemento debole del racconto. C’è, non c’è, compare e scompare e non permea lo scritto come dovrebbe.
Il professore è ben caratterizzato con le sue citazioni di poesie anche se un po’ storpiate.
La narrazione in prima persona è un altro elemento caratterizzante, e qui l’aut è riuscito a mostrarci, o almeno ci ha provato, sia il punto di vista dell’io narrante, sia la realtà diversa che non corrisponde a come la percepisce il narratore, cosa non facile.
Nel complesse scritto bene, una bella storia, ma senza una connotazione precisa che la renda memorabile.

23La nuova casa Empty Re: La nuova casa Ven Mar 31, 2023 10:56 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Mi sono segnato Shoa perché manca l' "h" finale. Anche "frutto di due anni di mio lavoro" mi suona ostico e non credo che sia corretto.
La cosa che mi dispiace di più è che non ho capito il genere del racconto. Forse una commistione dei due generi proposti?
Anche il corridoio mi sembra debole.
Chichén Itzá e il 31 agosto 1939 servono solo per introdurre il personaggio di Heinlein, ma mentre il primo paletto sembra piantato a caso, il secondo a mio gusto ha più senso.
Bene i due personaggi principali, un incontro improbabile tra un anziano calzolaio e un insegnante di letteratura italiana in pensione, soprattutto perché è ben presentata l'infatuazione tossica del narratore che, in prima persona, si illude per ogni gesto di Gianni.
Bene anche il paradosso temporale, idea non originale ma applicata in un contesto (quello della scrittura) che mi è piaciuto, forse perché è familiare.

Grazie e alla prossima.


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