- Ma che noia, non si sa mai come passare il pomeriggio, niente di interessante da fare, ci si vede al solito posto, si chiacchera di nulla e ci si annoia in compagnia. Dai, Bruno, che facciamo stasera?
- Andiamo al cinema?
- No, danno sempre quei cazzo di film scemi con Edwige Fenech e Barbara Bouchet.
- Tu sei un vecchio di ottant’anni, io e Filippo andiamo a vedere Giovannona Coscialunga. Chi vuole venire con noi?
- Ma chi ti ha dato la libertà di scegliere per me? Guardatela da solo la Giovannona, io resto con Massimo. Almeno non spendo denaro!
-Dai, ragazzi, smettiamola. Siamo alle solite. Facciamo discussioni inutili. Siamo un gruppo, cerchiamo di fare le cose insieme. Vi ricordate l’anno scorso quando Diego ebbe l’idea di fare un coro?
- Già, è stato bello, eravamo partiti con entusiasmo, ma poi ci siamo accorti che a parte Diego e Gianni eravamo delle campane stonate.
Questi erano i discorsi tipo del gruppo di amici che si ritrovavano quasi ogni sera nella solita panchina di fronte al bar Moderno. Ma quella sera qualcosa stava accadendo.
- Ragazzi – disse Sergio – è un po’ che ci penso e credo che potrebbe essere interessante. Il teatro dialettale. Ho trovato dei copioni di commedie leggere che potremmo provare a fare.
- Ma chi ha mai recitato?
- Ehi, vi posso elencare innumerevoli casi in cui vi ho visti recitare, e siete anche piuttosto bravi. Ad esempio, tu Filippo, ti ricordi quando, mentendo spudoratamente, hai convinto la prof che avevi avuto necessità di badare ai tuoi fratellini perché i tuoi genitori erano all’estero per lavoro, e tu sei il più piccolo dei fratelli. Oppure tu Sergio, quando, per scrollarti di dosso Milena, l’hai convinta che, a causa di una malattia genetica, non potevi avere erezioni.
- Io ho il posto dove provare – disse Massimo – il garage di casa mia è vuoto. Basta aprire il tavolino da pic-nic che è già lì con le sue seggioline.
- Allora tu prepara il garage, io porto i copioni, e ci vediamo tutti lì domani alle 18.
La proposta fu accettata di tutti e si lasciarono con i volti sorridenti e speranzosi. L’indomani erano tutti sotto casa di Massimo, eccitati e contenti. Sergio aveva portato i copioni e li stava già distribuendo agli amici. Massimo arrivò puntualissimo e tutti insieme scesero in garage; poi, aperta la porta basculante, entrarono e sedettero attorno al tavolo.
L’entrata del garage con la porta semiaperta sembrava un volto sorridente e compiaciuto.
Incominciarono a dividersi le parti e a leggere insieme il copione per imparare gli attacchi e i tempi. La gestualità e le entrate in scene sarebbero venute in un secondo tempo.
- Ragazzi, abbiamo coperto tutte le parti maschili, ma abbiamo bisogno almeno di tre donne.
- Non ti preoccupare, lo proporremo in classe. Qualcuno accetterà sicuramente.
Le sere di prove impegnarono i ragazzi, mentre l’entrata del garage continuava a sorridere loro.
Quattro ragazze si erano unite alla compagnia e tutto procedeva nel migliore dei modi.
Passarono due mesi ed erano quasi pronti al debutto. Il parroco del quartiere aveva messo a disposizione il teatrino parrocchiale per la domenica seguente.
Il sabato erano tutti in garage, emozionati ma sicuri del fatto loro.
Prova generale perfetta.
L’entrata del garage sorrideva come al solito.
Domenica in scena: un successo.
Il parroco, entusiasta: - Ragazzi, visto l’impegno e le capacità che avete dimostrato, voglio che continuiate, e quindi da domani potete provare nel salone e nel teatro parrocchiale. Contenti?
Grida di entusiasmo risposero alla sua domanda.
Il giorno dopo andarono in garage per liberarlo dalle loro cose, misero a posto il tavolo da pic-nic, le sedie, presero i copioni e le scenografie e uscirono.
L’entrata del garage non sorrideva più.
L’ultimo a uscire fu Massimo, che chiuse la porta basculante.
- Mi sono bagnato le mani.
L’entrata del garage sembrava piangere.
- Andiamo al cinema?
- No, danno sempre quei cazzo di film scemi con Edwige Fenech e Barbara Bouchet.
- Tu sei un vecchio di ottant’anni, io e Filippo andiamo a vedere Giovannona Coscialunga. Chi vuole venire con noi?
- Ma chi ti ha dato la libertà di scegliere per me? Guardatela da solo la Giovannona, io resto con Massimo. Almeno non spendo denaro!
-Dai, ragazzi, smettiamola. Siamo alle solite. Facciamo discussioni inutili. Siamo un gruppo, cerchiamo di fare le cose insieme. Vi ricordate l’anno scorso quando Diego ebbe l’idea di fare un coro?
- Già, è stato bello, eravamo partiti con entusiasmo, ma poi ci siamo accorti che a parte Diego e Gianni eravamo delle campane stonate.
Questi erano i discorsi tipo del gruppo di amici che si ritrovavano quasi ogni sera nella solita panchina di fronte al bar Moderno. Ma quella sera qualcosa stava accadendo.
- Ragazzi – disse Sergio – è un po’ che ci penso e credo che potrebbe essere interessante. Il teatro dialettale. Ho trovato dei copioni di commedie leggere che potremmo provare a fare.
- Ma chi ha mai recitato?
- Ehi, vi posso elencare innumerevoli casi in cui vi ho visti recitare, e siete anche piuttosto bravi. Ad esempio, tu Filippo, ti ricordi quando, mentendo spudoratamente, hai convinto la prof che avevi avuto necessità di badare ai tuoi fratellini perché i tuoi genitori erano all’estero per lavoro, e tu sei il più piccolo dei fratelli. Oppure tu Sergio, quando, per scrollarti di dosso Milena, l’hai convinta che, a causa di una malattia genetica, non potevi avere erezioni.
- Io ho il posto dove provare – disse Massimo – il garage di casa mia è vuoto. Basta aprire il tavolino da pic-nic che è già lì con le sue seggioline.
- Allora tu prepara il garage, io porto i copioni, e ci vediamo tutti lì domani alle 18.
La proposta fu accettata di tutti e si lasciarono con i volti sorridenti e speranzosi. L’indomani erano tutti sotto casa di Massimo, eccitati e contenti. Sergio aveva portato i copioni e li stava già distribuendo agli amici. Massimo arrivò puntualissimo e tutti insieme scesero in garage; poi, aperta la porta basculante, entrarono e sedettero attorno al tavolo.
L’entrata del garage con la porta semiaperta sembrava un volto sorridente e compiaciuto.
Incominciarono a dividersi le parti e a leggere insieme il copione per imparare gli attacchi e i tempi. La gestualità e le entrate in scene sarebbero venute in un secondo tempo.
- Ragazzi, abbiamo coperto tutte le parti maschili, ma abbiamo bisogno almeno di tre donne.
- Non ti preoccupare, lo proporremo in classe. Qualcuno accetterà sicuramente.
Le sere di prove impegnarono i ragazzi, mentre l’entrata del garage continuava a sorridere loro.
Quattro ragazze si erano unite alla compagnia e tutto procedeva nel migliore dei modi.
Passarono due mesi ed erano quasi pronti al debutto. Il parroco del quartiere aveva messo a disposizione il teatrino parrocchiale per la domenica seguente.
Il sabato erano tutti in garage, emozionati ma sicuri del fatto loro.
Prova generale perfetta.
L’entrata del garage sorrideva come al solito.
Domenica in scena: un successo.
Il parroco, entusiasta: - Ragazzi, visto l’impegno e le capacità che avete dimostrato, voglio che continuiate, e quindi da domani potete provare nel salone e nel teatro parrocchiale. Contenti?
Grida di entusiasmo risposero alla sua domanda.
Il giorno dopo andarono in garage per liberarlo dalle loro cose, misero a posto il tavolo da pic-nic, le sedie, presero i copioni e le scenografie e uscirono.
L’entrata del garage non sorrideva più.
L’ultimo a uscire fu Massimo, che chiuse la porta basculante.
- Mi sono bagnato le mani.
L’entrata del garage sembrava piangere.