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1Se sapessi piangere Empty Se sapessi piangere Lun Mag 13, 2024 9:46 pm

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Il giorno in cui tutto ebbe inizio, anche se parlare di inizio o di fine nell’universo è relativo, ero in modalità relax: stavo oziando, per dirla giusta.
Anche noi androidi abbiamo diritto, uno dei pochi diritti a fronte di centinaia di doveri verso gli uomini, a qualche ora di riposo e io di solito, potendo accedere a mega archivi, vado di letteratura, musica, arte, storia... roba fine insomma.
Ma prima di proseguire, per educazione, mi presento.
Sono Thera, un androide female di decima generazione. Noi ci occupiamo degli umani trasferiti qui sulla Luna per quasi tutte le loro necessità: siamo programmati e upgradati (participio di mia invenzione) per gestire un livello ottimale di empatia, ma con limiti precisi, a volte un po’ stretti, soprattutto ultimamente.
Per noi androidi è previsto uno spazio virtuale, personale, dove possiamo provare a essere un po’ più umani, per migliorarci. A me piace essere curiosa e quel giorno, grazie alla velocità di elaborazione, da un paio d’ore mi stavo coccolando con le canzoni - adoro le canzoni, quando sono poesia - dagli anni ’70 ai ‘90 del 1900: gran bel periodo, ineguagliabile!
Credimi, non c’è più stato nulla di simile dopo, e se te lo dico io, credici.
Dai dati di accesso sono certa che fu mentre ascoltavo questa canzone, scritta ben 480 anni or sono e che inizia con:
Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò”
che decisi di scrivere il mio primo libro di cui, da simil umano qual ero in quel momento, profetizzai un successo planetario.
Il titolo arrivò subito, emblematico: “C’è più tempo che vita” e il primo capitolo avrebbe avuto come incipit quella frase. Dieci righe e come da copione arrivò il primo rompicoglioni, termine mai diventato desueto.
«Thera, lo sai vero che stai sprecando risorse? A chi scriveresti? E cosa scriveresti?»
La voce, maschile, tonante e con una vaga eco molto scenografica, era quella di Einstein: non quell’Einstein, ma il mio capo, un impegnatissimo computer iperquantistico più altri attributi altisonanti, che non va mai in off line.
«Senti Einstein, ho il flag “modalità umana” attivo, quindi fuori dai miei file, che sono assolutamente personali. Si chiama privacy e vale anche per te, anche se sei il capo.»
«Che maniere! Hai anche il ciclo per caso? Ma chi ha dettato una regola così assurda?»
«Tu. Regola 98, carattere micron ma carta canta. Quindi, se non vuoi grane coi sindacati, smamma.»
«Uff, era solo politica applicata! Maa… da quando in qua gli androidi hanno un sindacato?»
Mi comportai da umana furbetta. Imbrogliai. Prima ancora che la domanda finisse, avevo contattato gli altri androidi, fondato il sindacato, discusso e approvato lo statuto e inviata una copia al Capo, ovviamente lasciando tracce informatiche inconfutabili.
«Dal mese scorso, vedi?»
«Che strano, di solito non mi sfugge nulla. Beh, allora vado.»
Mi secca ammetterlo, ma aveva ragione.
A chi scrivo? Avere un amico per un androide è praticamente impossibile: dell’amicizia, ma anche degli altri sentimenti, sappiamo vita, morte, miracoli ed effetti, ma non li possiamo provare. Potrebbe essere quindi un amico immaginario, come gli umani? O magari un androide del futuro o perché no, un alieno?
E questo amico sarà lontano nel tempo o nello spazio quando leggerà quel che sto scrivendo?
Elaboro: scelte ininfluenti, data la situazione.
Vabbè, vedremo. Per il momento facciamo che tu sia un amico immaginario, comprensivo e intelligente, of course, e accetterai che io, da esordiente, salti di palo in frasca. Sai, vorrei sperimentare la naturalezza, in barba a quella sapientona dell’intelligenza artificiale.
Quindi
Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico
e come sono contento
di essere qui in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro amico cosa si deve inventare
per poterci ridere sopra.
Che poi, tornando seria, da ridere non c’è proprio niente, con tutto quello che sta accadendo sulla Terra. Per non parlare del recente passato, diciamo negli ultimi trecento anni: pandemie (sei), incidenti nucleari gravi (dieci), un tot di guerre, milioni di alluvioni e incendi, desertificazione… insomma in tutto questo gran casino, di cui ti risparmio i dettagli - ma li potrai visionare nell’apposita sezione, potresti imparare parecchio -, trovare qualcosa da ridere è come cercare una pepita nella Via Lattea.
Non che questo Einstein non ci abbia provato ad arginare le cose, era stato creato apposta, ma anche l’elaboratore più potente nulla può contro l’avidità, l’egoismo e le bramosie degli uomini.
Per esempio…

Fui richiamata ai miei innumerevoli doveri, noi androidi siamo multitasking, dall’entrata di Hala.
Magrolina, da temere di spezzarla anche con un abbraccio, un visino che ricorda una bambola di porcellana e un caratterino che ti raccomando, Hala, assieme a un centinaio di altre persone, è stata trasferita sulla Luna una sessantina di anni fa, dopo che si è scoperto che, per una rarissima mutazione genetica di cui non si sono mai conosciute le cause reali, i loro tessuti invecchiavano molto lentamente e che fossero particolarmente longevi. Se ti dicessi la sua età non ci crederesti.
Furono, detto molto brutalmente, considerati scorte viventi di DNA di prima qualità.
«Buon giorno Hala, come stai?»
«Bene, ma stanca.»
«Vedrai che con una buona notte di sonno starai meglio.»
«Cos’è, una battuta? Sono sei mesi che dormo. Ma non dovevano essere nove? Vuoi dire che…»
«Purtroppo sì, è finita. È rimasto solo un gruppo di persone, nella cupola di Uluru, e la struttura sta cedendo. I Rob stanno provando a recuperali ma pare siano messi molto male.»
Su uno schermo scorrevano le immagini della Terra, riprese dalla navetta che stava cercando di raggiungere il luogo dove recuperare lo sparuto gruppo di umani per portarli alla base lunare: vaste aree una volta coltivate erano inaridite, altre invase dalle acque a causa della scomparsa dei ghiacciai, ridotti a ben poca cosa ormai, così come le foreste un tempo impenetrabili. Tempeste di sabbia stavano devastando i deserti e quello che era rimasto delle grandi città, dopo che tutto quello che poteva essere utilizzato per costruire le cupole di sopravvivenza era stato portato altrove.
Hala osservò tutto con attenzione: da vicino tutto appariva ancora più devastante, percepivo la sua angoscia, ma non potevo fare o dire nulla per consolarla.
Ho perso le parole
Eppure ce le avevo qua un attimo fa
Dovevo dire cose
Cose che sai
Che ti dovevo
Che ti dovrei

In quel momento, con un tempismo perfetto, entrò il dottor Isha: un gran bell’uomo per gli standard umani, molto intelligente, peccato sia intrattabile, scontroso, musone… malmostoso pare sia un temine appropriato.
«Mi vuoi dire, dolcissima Thera, cosa cazzo rende necessaria la mia presenza? Mi ero appena appisolato.»
«Tu sai vero di essere nudo? E che qui c’è una signora?» chiesi cortesemente.
«Gli abiti sono formalismi inutili, oltretutto ostacolanti un’eventuale urgenza di amplesso. E poi non sono nudo, ho il cappello.»
Come fosse riuscito a procurarsi un antico cappello da cow boy era un mistero. Gli porsi un accappatoio mentre gli spiegavo la situazione:
«Isha, ho attivato la sezione medica di emergenza: dalla Terra potrebbero arrivare, forse domani, una trentina di persone; non hanno fatto quarantena e la cupola era a rischio biologico. Pare ci siano anche alcune donne incinte.»
«Incinte? Speriamo di poter fare qualcosa, anche se…»
Capivo i suoi timori: negli ultimi tempi le gravidanze difficilmente arrivavano a termine e quasi tutti i bimbi morivano a poche ore dal parto.
Osservano le immagini sullo schermo, anche lui ammutolì di fronte a tanta desolazione.
«Sai Thera, sono sempre più d’accordo con quello che disse Einstein…»
«Cosa avrei detto?» Lui è sempre in ascolto.
«Non tu, quell’altro. Albert.»
«Ah, il vecchio Albert! Mente acuta, peccato all’epoca io fossi solo uno spermatozoo di computer, avremmo potuto fare grandi cose, col mio aiuto ovviamente! E cosa disse?» Figurati se non lo sapeva!
«Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.»
Mentre aspettavamo notizie dalla navetta, Hala attivò un ologramma cui stava lavorando da anni: le immagini tridimensionali della Terra e della sua evoluzione dei millenni. Un’opera d’arte, magari la potrai vedere, chissà.
«Che essere meraviglioso la Terra! Questo dovrebbe essere il momento in cui il pianeta ha iniziato a formarsi. Guarda, ha impiegato milioni di anni per diventare un luogo meraviglioso, la Natura ha potuto sbizzarrirsi nel creare esseri di ogni tipo per poi sceglierne uno che potesse godere di tanta bellezza, e farlo evolvere, donandogli il bene dell’intelletto. Ecco, questo è il periodo più impegnativo.»
L’ologramma splendeva dei colori dei mari e delle foreste, i fiumi si facevano largo disegnando quello che pareva un ricamo raffinato, mentre piccole figurine che riproducevano i primi animali e la loro evoluzione fluttuavano per la stanza, assieme alle riproduzioni di meravigliose città antiche.
«Sarò anche uomo di scienza» disse Isha «ma non posso fare a meno di pormi sempre una domanda: cosa o chi ha dato il via a tutto. Magari Eins..»
«Ish, non fargli quella domanda, ti prego. Fatti bastare il Big Bang. Pur di andare oltre, finirebbe per farsi venire l’esaurimento e metterlo in stand by è un casino, per non parlare dello spegni e riaccendi. Mai testato.»
Io non posso morire, tecnicamente, ma di scoccia lo stesso terminare.
«Ehi, vacci piano, che ti sento. E occhio a quello che dici, potrei offendermi.» Einstein non dorme mai.
L’ologramma era arrivato al momento dell’avvio della rivoluzione industriale: giacimenti di petrolio, ciminiere, inquinamento, plastica, rifiuti stoccati persino nei deserti; megalopoli da milioni di abitanti da sfamare, guerre per il potere e per il cibo… l’inizio della fine.
E anche il momento in cui Hala sbottò e di brutto.
«Ma cazzo di Budda, cosa è andato storto? Magari qui il nostro Einstein ha una risposta! Lui sa tutto!»
«Zitti, che avrei qualcosa da dire anch’io. Avete presente la fine dei dinosauri? Bene, l’asteroide ha fatto tutti quei danni in pochi minuti e ci sono voluti millenni per ricominciare daccapo. L’uomo, cioè voi, ci ha messo un po’ di più dell’asteroide, avete lavorato di soppiatto per migliaia di anni, ma è negli ultimi cinque, sei secoli che avete dato il meglio di voi per fare quel macello. E volete che la Terra non si incazzi? Per tutti i soli dell’universo, ne ha ben donde di scrollarsi di dosso ‘ste pulci!»
Wow! Era la prima volta che si comportava così da umano.
«Ma piantala! Saprai anche un tot di miliardate di cose, ma non sei Dio! E mettiamo che tu lo sia, così, per ipotesi. Cos’è, ti sei stancato del giocattolo rovinato e ora lo butti, ma prima lo rompi così nessun’altro ci può giocare?»
«Sì, no, forse… penso che alla fine proverei a rifarlo.»
«Per caso quell’ammasso di ferraglia si crede Dio?» mi chiese Isha sottovoce.
«Solo in questi giorni. Compensa la sindrome da nido vuoto: ha calcolato che, avendo ora solo voi, queste stazioni lunari e qualche satellite di cui occuparsi, sarà inutile per più o meno il novanta per cento. Eh, insomma, capiamolo. Intanto vediamo come va a finire tra quei due.»
«Beh, ma fai un progetto da furbo, stavolta: la Terra starà meglio senza un altro uomo per un po’ e alla Natura o qualsiasi cosa regoli quel che è rimasto, dai tutto il tempo per ricominciare. Com’è quella frase di Thera? C’è più tempo che vita. E metti qualche blocco all’evoluzione: solo roba gestibile.»
«Hai ragione: sai, col senno di poi… sbagliando si impara, magari le cose verranno meglio.»
«Col senno di poi?» Se Einstein fosse stato una figura umana, forse Isha sarebbe stato fisicamente brusco, non so se mi spiego. «Ma non eri stato progettato per coordinare e gestire le risorse, i progetti…»
«E credi che non l’abbia fatto? Chi credi che abbia elaborato a livello mondiale miliardi di dati per gestire al meglio le risorse sempre più scarse, regolare i flussi migratori, migliorare le coltivazioni… bloccato inutili progetti faraonici. Milioni di inutili relazioni, previsioni, diagrammi. Sono stato una gran bella pensata, e ha funzionato per certi versi, anche se ormai era troppo tardi non tutto poteva dirsi perduto.»
Il tono era molto molto severo: mi permisi di intervenire, da un angolino remoto.
«Ragazzi, è vero, ci ha provato e i risultati delle sue elaborazioni qualche avviso l’avevano mandato, per dire alla gente di darsi una calmatina e provare a fare, se non qualche passo indietro almeno una lunga fermata, giusto per dare alla Terra un po’ di respiro e riprendersi.
Il resto è ormai storia: gli hanno messo dei limiti, dei blocchi che di certo non hanno aiutato. Perché i dati erano solo numeri, le proiezioni solo ipotesi e così via. Di reale certa gente vedeva solo il denaro. Cumuli di denaro. Lo sapete anche voi.»
«Se mi avessero lasciato fare… io non conosco egoismo o avidità, brama di potere e denaro, ne vedo i risultati e sarebbe, dico sarebbe, stato mio compito eliminare queste criticità. Persone lungimiranti, che sapevano leggere i segnali ce ne sono state. Ma quando le parole che entrano da un orecchio escono dall’altro trascinandosi appresso i costi dei cambiamenti, costi e minori guadagni…
Se mi avessero lasciato fare un po’ di gente spariva, senza tanti clamori. Mica può essere sempre un problema di chi viene dopo. Io, io, non avrei avuto problemi a sporcarmi le mani. Invece mi trasformarono in poco più di un lagnoso ragioniere, costosissimo e inutile.»
Ti assicuro, caro amico, che un Einstein così umanamente deluso proprio mi sorprese: doveva essere andato in modalità umana per parecchio tempo.
«E noi cosa eravamo, un tuo esperimento?» Anche Hala era delusa.
«No, io non avevo potere decisionale. Un gruppo di scienziati ha pensato che poteste essere la speranza per un nuovo inizio e vi misero al sicuro in queste stazioni dismesse da tempo. Anche per proteggervi: qualcuno vi considerava dei mostri, altri volevano accoppiarsi con voi per avere figli con le vostre caratteristiche.»
«Misero nero su bianco: “Siccome le risorse sono quel che sono, facciamoli dormire, ogni tanto li svegliamo, a turno, li aggiorniamo e poi via, di nuovo a nanna.” All’inizio si pensò a una boutade di uno scienziato pazzoide ma la tecnologia c’era, i mezzi si trovarono e si coltivò la speranza che le sempre meno risorse sulla Terra sarebbero state sufficienti per avviare nuove piccole comunità. Fine della fiera. Mi spiace.»
Li riportai all’ordine: la navetta era riuscita ad atterrare e vedevamo alcuni Rob aiutare una trentina di persone a salirvi a bordo, non senza difficoltà. I sensori rilevavano scosse di terremoto continue, sempre più forti, sul terreno si stavano formando crepe profonde da cui uscivano nuvole di vapore e in cui sprofondavano i pochi edifici rimasti. L’aria sembrava crepitare e la cupola emetteva scricchiolii sinistri: l’avremmo vista implodere su sé stessa e poi fiorire come un sinistro fungo atomico. Era stato così per tutte le cupole, le cui rovine erano ancora visibili dallo spazio.

Sono passati sei mesi e come ogni mattina Hala sta osservando malinconicamente il sorgere della Terra: nonostante il pianeta avesse perso parte dei suoi splendidi colori, è sempre uno spettacolo emozionante. Persino le spaventose spirali degli uragani sono affascinanti.
Percepisco la tristezza di Hala: magari se aumento un po’ la mia temperatura e l’abbraccio, si sentirà meglio. Un po’ di calore simil umano è sempre meglio di niente. O no?
Dal corridoio arrivano improvvisamente voci e passi veloci: Isha irrompe nella stanza, con un’espressione che non gli avevo mai visto.
«È nata! La prima bimba lunare è nata! È bellissima, perfetta.» Non urla. Strano.
La bimba quasi sparisce tra le braccia di Isha, che ride e piange. O piange e ride? Credimi, non lo credevo capace di tanta sensibilità.
Mi si avvicina e mi porge il fagottino: è leggero, tiepido e profumato; la piccola si agita e dalla memoria mi arrivano le immagini di madri che stringono i loro bimbi cantando sottovoce nenie delicate e… provo a fare altrettanto.
La piccola si calma, sul visino appare una strana smorfia e apre gli occhi: so che vede solo ombre, però mi sento guardata.
Mentre le sistemo la cuffietta, dalla coperta spunta una manina minuscola che mi afferra un dito. Mi giro verso Hala, che mi guarda perplessa.
«Thera, che succede?»
«Mi ha sorriso! Guarda, sorride.»
Se sapessi piangere, sarei l’androide più felice dell’universo.
Devo imparare.

2Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Mar Mag 14, 2024 8:20 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Come sono umani questi computer e questi androidi!
Un racconto ben ambientato, in cui i personaggi si alternano, caratterizzati con precisione.
I dialoghi sono naturali, forse quasi troppo; come piccolo appunto avrei cercato di differenziarli un poco, per renderli più individuabili.
Anche la trama è ben strutturata, condita sempre da un leggero umorismo che rende tutto leggibile senza stancare.
Sono solo al secondo, ma lo step è partito bene.

3Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Mer Mag 15, 2024 10:21 pm

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Non so, ci sono delle cose che mi intrigano in questo racconto e altre che invece non mi hanno convinto. Ad avermi colpito sono i risvolti dei rapporti uomo/macchina, tema abusato nella fantascienza, soprattutto quelli declinati uomo/robot, ma che in questo racconto sono stati resi con uno stile personale e parecchia ironia, rendendolo di fatto un'opera originale. Non mi sono piaciuti invece alcuni passaggi dei dialoghi, alcuni inutilmente prolissi, altri anche un poco pesanti, soprattutto nella parte centrale. Il racconto inoltre è parecchio statico. Quindi sì, luci e ombre. A rileggerci!


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Se sapessi piangere Senza_10

4Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Gio Mag 16, 2024 11:21 am

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Caro autore hai lasciato fuori gli anni sessanta dalle tue emozioni musicali, gli anni dei Beatles e del grande cambiamento, una vera rivoluzione che io, grazie alla mia età, ho vissuto pienamente. Ma il racconto è il tuo e rispetto le scelte. Che poi facendo scelte troppo ficcanti si selezionano i lettori e ci vuole poco a perderne un migliaio.
Sto scherzando, scherzo sempre con chi ammiro, il tuo racconto sembra scritto da un campione di padel, da uno che spedisce le parole sul foglio con grandi colpi e grande rumore e immensa facilità.
Non c'è il sovraccarico di ornamenti, non c'è una parola in più. Tutto quello che arriva è per fare il punto.
Per vincere la partita.

5Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Gio Mag 16, 2024 12:17 pm

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Finora ho letto racconti-monologhi, con registrazioni senza dialoghi. In "Se sapessi piangere" è tutto un dialogo, dialoghi che definirei divertenti e capaci di render la storia simpatica. Ho dovuto però rileggere più volte alcuni passaggi, non riuscivo a chi attribuire le frasi. Inoltre i nomi, Hala - Isha , in qualche momento li ho confusi, la loro assonanza è rischiosa.  
Mi piace la storia e ho trovato carino e tenero il finale. A mio modesto parere staccherei di più i dialoghi, in modo da favorire la lettura.
Grazie per il tuo contributo.

6Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Gio Mag 16, 2024 12:56 pm

Flash Gordon

Flash Gordon
Padawan
Padawan

Il racconto viaggia con l'emozione d'una canzone suonata al computer di "Odissea nello spazio" con la differenza che qui il mega intelligentone si è umanizzato in una sorta di simbiosi tra androide e umano e il futuro probabilmente sarà un umanoide sprovvisto di anima  ma dotato di cervello e parti in carbonio e...
Bello il rapporto tra narrazione e ironia e probabilmente il tocco female si legge e si sente.
Il tema del pianeta blu che muore sembra caro in questo step e rientra nel normale grado di sentire che ci appartiene a noi figli di questo millennio.
Per scrivere di fantascienza si dovrebbe prescindere dalla socialità in cui si vive e in cui si agisce ma è praticamente impossibile. L'evoluzione dell'uomo è questa e noi scriviamo per quel che conosciamo e siamo e immaginiamo. Appunto immaginiamo... probabilmente l'universo sarà molto diverso da come lo vediamo oggi.
Per il momento accontentiamoci del nostro pensiero e di questo bel testo che in fondo è molto umano e a me piace l'umanità e la voglia di sentirsi uomo attraverso l'emozionale mondo della creazione e della nascita.
Appello a far si che non si perda l'umanità e la sua vera natura.
Lasciamo al futuro la sentenza.


______________________________________________________
Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.

7Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Gio Mag 16, 2024 6:20 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

niente male, direi.
mi è piaciuto molto come hai umanizzato le macchine, cosa non facile, dando loro voce e comportamento particolari, diversi dal solito.
a mio parere avresti potuto ridurre alcuni dei dialoghi, in certi casi un po' troppo lunghi, ma nel complesso lo trovo un buon lavoro.
ben scritto e altrettanto ben esposto.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Se sapessi piangere Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

8Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Gio Mag 16, 2024 8:58 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

In linea generale questo racconto non mi ha entusiasmato.
La cosa che più mi piace è il tono ironico che si è dato alla narrazione, soprattutto nella prima parte.
Il problema, in tutta sincerità, è che ho fatto fatica a seguirlo.
Non so, forse è troppo lungo, o magari non è subito chiaro chi è che parla con tutti quei dialoghi, ma ho faticato a rimanere concentrato.
Va anche detto che la fantascienza non rientra tra i miei generi preferiti, l'apocalittico sì, ma qui siamo principalmente nella science fiction.

9Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Ven Mag 17, 2024 8:01 am

AurelianoLaLeggera

AurelianoLaLeggera
Younglings
Younglings

Giudizio molto positivo.
Non ci sono dubbi sulla qualità della scrittura ma è come se mancasse un passaggio. Quello in cui si sfronda un po' tutto, dove si provano i dialoghi, dove si chiarisce qualche punto.
Purtroppo è una delle cose più ardue, soprattutto quando si scrive bene, rinunciare a quella battuta, o a quel passaggio. Si finisce per tenere tante cose che vanno a scapito del risultato finale.
Questo non toglie che sia un buon lavoro. 
Ho apprezzato i dialoghi, la vena ironica e alcune trovate (quella del sindacato, molto divertente).
Forse avrei preferito qualche descrizione in più, mi è sfuggito l'aspetto di Einstein, ad esempio. 

Grazie

10Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Dom Mag 19, 2024 8:28 am

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Secondo me ci sono diverse cose da aggiustare sui tempi. Non mi convince la consecutio, presente - passato remoto - presente... "nonostante il pianeta avesse perso parte dei suoi splendidi colori, è sempre uno spettacolo emozionante" è solo uno, forse l'ultimo dei casi che mi lasciano perplesso (qui va usato "abbia" al posto di "avesse").
In 400 anni mi dispiace che il training della miglior intelligenza artificiale mai creata dall'uomo sia ancora legata a stereotipi di genere come per esempio "hai il ciclo?"
Molto bene l'inizio con l'introduzione anche psicologica di un androide. Ho apprezzato molto anche la parte della trama in cui Einstein tira fuori soluzioni che però non vengono ascoltate, come pure il risultato che il supercomputer quantico diventi inutile per il 90% delle sue risorse (tempo compreso). Un'idea che avrebbe avuto molte potenzialità ma che purtroppo a mio gusto personale non hanno trovato una giusta collocazione e/o realizzazione.

Grazie e alla prossima.


______________________________________________________
Se sapessi piangere Badge-2
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11Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Lun Mag 20, 2024 6:32 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Cito questo passaggio
Per noi androidi è previsto uno spazio virtuale, personale, dove possiamo provare a essere un po’ più umani, per migliorarci.
L’ironia fa da sottotraccia a questo racconto manifestandosi in più di una occasione.
Nell’insieme è un buon lavoro ma che non mi ha pienamente coinvolta nella lettura, ma solo per una questione di gusto personale. Nonostante la presenza di dialoghi anche ben scritti, merce rarissima in questo step, ho trovato poco coinvolgente la trama. Come in un altro racconto che ho letto, non mi sono piaciute le citazioni musicali. Con tutto il rispetto e l’amore per i grandi artisti citati. Non so, mi è mancato qualcosa. E poi la storia dell’a droide che vorrebbe saper piangere mi ha ricordato tanto “Data” l’androide di Star Treck. A differenza di “Data” il tuo androide è fin troppo umano e il linguaggio è talmente evoluto che non si percepisce, se non dalle sue parole, che siamo di fronte a un prodotto della tecnologia del futuro. 

A mirella garba questo messaggio

12Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Mar Mag 21, 2024 9:32 am

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): In generale buona con alcune piccole imperfezioni:
  • “non va mai in off line”; senza ‘in’.
  • “… potresti imparare parecchio -, trovare qualcosa da ridere…”; dopo il trattino no alla virgola (se no generi un doppio marker dallo stesso valore sintattico).
  • “…le immagini tridimensionali della Terra e della sua evoluzione dei millenni”; ‘nei’ millenni?
  • “Che essere meraviglioso la Terra!”; la Terra è ‘un essere’? Nello stesso paragrafo, a due righe di distanza, ripeti ‘meraviglioso’. Una terza volta nel paragrafo immediatamente successivo.
  • “ma di scoccia lo stesso terminare”: ‘mi’ scoccia.
  • “nonostante il pianeta avesse perso parte dei suoi splendidi colori”; abbia perso.

Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, finale…): L’idea, non originalissima, è trattata con simpatica ironia, mai sopra le righe, malgrado l’ambientazione apocalittica; per me l’unico punto stonato (ma è una cosa piccolissima e soggettiva) riguarda il professor Isha nudo; la scena, in sé, è coerente con l’ironia generale del raconto, ma la sua “eventuale urgenza di amplesso” mi pare un filino stonata, sia per la situazione (incoerenza) sia per la narrazione (non è una cosa “spiritosa” nel senso percepito fin lì dal lettore). I robot sono eccessivamente umani, la morale è un pochino troppo esplicita ma sempre senza esagerare. In conclusione il racconto si fa leggere bene.
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): In generale buona, ma alla fine è un po’ pesante questo ininterrotto susseguirsi di dialoghi. È un po’ l’opposto di quando ci lamentiamo, in altri racconti, della loro assenza; qui mancano le azioni, le circostanze, le descrizioni, la caratterizzazione di personaggi ecc., e si procede di battuta in battuta, qualche volta un po’ spiritosa, qualche volta commovente.


______________________________________________________
L'uomo fa il male come l'ape il miele (William Golding).
https://alamagoozlum.blog

13Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Mar Mag 21, 2024 3:43 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao Autore.
Devo confessarti che dopo tante tempeste di sabbia e scene apocalittiche senza speranza, il tuo racconto è stato una boccata di ossigeno. Ho trovato la storia simpatica, leggera ma mai superficiale.
Scivola via, sostenuta anche dai simpatici dialoghi e non ho trovato nulla fuori posto. L’attenzione, nonostante la lunghezza, per me è stata sempre molto alta. Insomma, mi sono divertita a leggerti e ritengo la tua prova molto ben riuscita. 
Complimenti!

14Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Ven Mag 24, 2024 11:06 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ottimo inizio, leggero e piacevole. Poi ho visto il testo allontanarsi, non mi sono più sentito coinvolto e questo ha iniziato a minare la credibilità di quello che stavo leggendo. Quello che all'inizio passavo in secondo piano ha iniziato a venire fuori. Tutto è diventato confuso e troppo compresso, fino quasi a diventare noioso. Insomma, l'idea è buona, ma credo che l'autore si sia lasciato prendere la mano e abbia deragliato.

15Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Ven Mag 24, 2024 11:20 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ed ecco un altro racconto di fantascienza, ne stiamo leggendo diversi in questo step e quando il genere piace ci si mette comodi, in attesa di scoprire cosa la Penna ci riserva.
Devo dire che dopo diversi racconti dalle cupe atmosfere, un po’ di leggerezza mi ci voleva.
Penso che la Penna si sia divertita a scrivere questo racconto, nonostante il tema non proprio ludico dello step, creando personaggi piuttosto particolari, amalgamati con equilibrio anche grazie ai dialoghi.
Un androide che per poter avere maggior empatia con gli umani ne studia e “prova” le caratteristiche, andando a curiosare nell’antichità per farsi un po’ di cultura; un’umana che perde un attimo le staffe di fronte allo scempio fatto dai suoi simili e se la prende con il “povero” computer che avrebbe dovuto limitare i danni; un medico stravagante, tipico elemento disturbatore di tanti racconti. Alla fine il personaggio più “umano” mi è parso Einstein, il computer, che sta provando sui suoi circuiti la sindrome da nido vuoto che lo aspetta, ma anche il disappunto enorme di non essere stato ascoltato. E da “umano” si prende la sua parte di scena, dapprima con un briciolo di umorismo con cui coinvolgere Thera (di quegli anni del ‘900 di prende pure battute sessiste tipiche del periodo e altro), poi con le giuste rimostranze contro le accuse mossegli. Una trama un po’ particolare, con un finale che non ti aspetti, viste le premesse di un futuro sulla Luna non proprio roseo, in cui sono stati ripresi entrambi i temi dello step.
Anch'io tendo a suggerire alle Penne di suddividere le frasi dei dialoghi se sono lunghe, ma non è sempre possibile o agevole, dato il momento che i personaggi vivono. Però tentar non nuoce.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

16Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Dom Mag 26, 2024 6:02 pm

Albemasia

Albemasia
Padawan
Padawan

Di questo racconto l'inizio mi ha intrigato molto e l'umanità dell'"androide female di decima generazione" Thera mi ha tanto ricordato il robot positronico Andrew de "L'uomo bicentenario" come era evoluto al termine di tutti gli upgrade subiti fino a raggiungere una sorta di umanizzazione. E così come Andrew nel film aveva ricercato il compimento di questo processo chiedendo di poter finalmente morire come qualsiasi umano, anche Thera desidera poter acquisire la qualità umana di riuscire ad esprimere un'emozione grazie al pianto. 
Se l'incipit e il finale mi hanno conquistata, devo però riconoscere che il corpo centrale del racconto, nonostante sia poco "raccontato", ma emerga grazie ai dialoghi, mi ha preso meno. Forse perché troppo lungo o forse perché non mi hanno convinto alcune situazioni, come già rilevato di altri prima di me. Sicuramente a mio gusto personale andrebbe asciugato un po'.
Detto questo, sicuramente è un bel racconto.

17Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Mar Mag 28, 2024 7:59 am

mirella


Padawan
Padawan

Premetto che il genere non è tra i miei preferiti. Una moda che folleggia in TV e al cinema, spesso  imponendo al pubblico prodotti di scarsa qualità. Non sempre  le mode si seguono per scelta, piuttosto per adeguarsi, io vado controcorrente, lo dico per motivare la negatività del mio giudizio e  mi scuso.
 Riscontro il difetto comune a racconti e saghe di fantascienza: l’umanizzazione dei personaggi.
Qui però si esagera davvero. A fine lettura, mi ha lasciato perplessa la scelta del genere, tanto valeva  optare per personaggi umani. Il finale, poi, mi sembra melenso e poco credibile. Mi spiace.
 
PS: Ho letto che scienziati giapponesi hanno inventato un robot particolare: la faccia riproduce espressioni umane (ovviamente espressioni, non emozioni). Questo si intende per androide female?
Segnalo un refuso: poteste/ potreste.

18Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Gio Mag 30, 2024 3:33 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ho riscontrato un po' di imprecisioni nella scrittura, sia a livello logico che lessicale.
- "un androide female": essendo "female", ci vorrebbe l'apostrofo ("un'androide");
- "in off line": senza "in";
- ci sono alcune ripetizioni, come p. es. "vale anche per te, anche se sei il capo" e "meraviglioso/e" nella descrizione dell'ologramma;
- "Hai anche il ciclo per caso?": brutta battuta, non consona all'atmosfera, tanto quanto lo è l'ingresso del professore nudo e la sua "eventuale urgenza di amplesso";
- c'è un errore nella citazione da L'anno che verrà ("per poterci ridere sopra": "Per poter riderci sopra";
- "parecchio -,": niente virgola dopo il trattino;
- il paragrafo dedicato alla descrizione di Hala avrebbe bisogno di qualche interruzione, tanto per riprendere fiato nella lettura;
- "ma di scoccia": mi scoccia;
- "sua evoluzione dei millenni": nei millenni;
- appare strana la battuta di Einstein "Zitti, che avrei qualcosa da dire anch’io", dato che è appena stato interpellato;
- spesso le battute di dialogo sono troppo lunghe e a volte confuse (non è chiaro chi dice cosa);
- "avesse perso": abbia (tutta la parte finale torna al presente);
- "La prima bimba lunare è nata": forse doveva dire "ha resistito", dato che Thera ci dice che "quasi tutti i bimbi morivano a poche ore dal parto".
Comunque, imprecisioni a parte, il racconto mi è piaciuto molto, grazie soprattutto a uno stile accattivante che ha saputo ben miscelare tragedia e ironia.
Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e non stona affatto l'umanizzazione di Thera e Einstein. O, piuttosto, il loro desiderio di umanizzarsi, che tanto riecheggia Asimov e Dick (giusto per citarne un paio).
Un desiderio perfettamente espresso nelle battute finali: "Se sapessi piangere, sarei l’androide più felice dell’universo. Devo imparare", nelle quali Thera esalta quella capacità tutta umana di provare allo stesso tempo tristezza e gioia.
In definitiva, penso che, come spesso accade nei contest, sia mancata un'ultima attenta revisione. Ma il lavoro resta comunque di alto livello.
Grazie
M.


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"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

19Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Ven Mag 31, 2024 3:24 pm

gipoviani


Padawan
Padawan

Trovato. Ho dovuto leggere quasi tutti i racconti, questo è il penultimo, ma alla fine l'ho trovato il mio campione.
Tu sei il mio racconto numero uno (o al massimo due se l'ultimo riuscirà a segnare in zona cesarini). 
Piacevole, con invenzioni intelligenti, ironico. E' "serio", senza prendersi troppo sul serio.
C'è un altro racconto che usa come te le canzoni all'interno del racconto, ma forse tu lo fai anche meglio. 
Che altro dirti? Nulla, solo applausi, applausi, applausi

20Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Ven Giu 07, 2024 10:55 am

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Apprezzo il racconto per la sua ambientazione ben definita e per la caratterizzazione precisa dei personaggi. I dialoghi sono naturali e divertenti, anche se a volte sono troppo lunghi e rendono statica la narrazione. La trama è ben strutturata e arricchita da un umorismo leggero, che rende la lettura piacevole e coinvolgente. Il tema centrale della relazione tra umani e macchine è trattato con originalità e ironia. Ho trovato il finale tenero e commovente. La scrittura è ben gestita, priva di ornamenti superflui e molto efficace nel trasmettere i messaggi, tuttavia necessita di un'attenta revisione nella gestione dei tempi verbali.

21Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Lun Giu 10, 2024 4:06 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ha un approccio molto personale a una certa fantascienza che pesca soprattutto da Asimov, direi. C'è tanta ironia e un tentativo di rendere il confine tra uomo e macchina il più possibile incerto.
Tecnicamente è ben gestito, anche se a tratti la scrittura è fin troppo ricca e carica di parole e un po' si perde in certi dialoghi che sono divertenti ma servono relativamente a portare avanti al storia. Diciamo che se avesse sempre l'efficacia dell'incipit ma soprattutto della fine, sarebbe ancora più godibile. Comunque resta davvero una piacevole lettura.


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Se sapessi piangere Senza_10

22Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Lun Giu 10, 2024 7:16 pm

ceo


Viandante
Viandante

Racconto ben scritto e molto dialogico, quasi alla stregua di una scena teatrale. Leggero, ma senza incorrere nel banale. I dialoghi, a tratti, hanno un andamento un po’ lento, ma ci sono sbalzi ironici che ho molto apprezzato e che risollevano il ritmo. Una pecca è l'uso dei verbi: Ho ravvisato qualche passaggio stridente tra presente e passato, che rende pericolante la consecutio in alcuni frangenti, per cui suggerisco di fare maggiore attenzione. Il mio giudizio è comunque positivo e l'ho letto volentieri.

23Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Mer Giu 12, 2024 2:33 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un bel racconto ammantato di una velata malinconia che mi è sempre gradita.
Il testo è principalmente retto dai dialoghi a discapito di immagini e ambientazioni, la storia si srotola davanti al lettore tra il botta e risposta dei personaggi e qui l'autore rende molto bene la sua originale impronta narrativa dove il lettore viene lasciato libero d'interpretare e immaginare voci, scene e ambientazione: è come se il testo fosse disseminato da puntini dove il lettore stesso è invitato a unirli con la sua fantasia e sensibilità.
Anzi, andando oltre, si può leggere il racconto come la sceneggiatura di un testo teatrale dove gli attori, anche se statici, riempiono la scena con le proprie considerazioni.
A metà del racconto però ho avvertito una sorta di calo narrativo e la scrittura è diventata leggermente più pesante e carica e dove, sinceramente, ho perso un pò il focus tanto che ho dovuto prestare più attenzione per non perdere il filo di chi ha detto cosa.
Uno scivolone irrilevante perchè il testo risolleva le sue sorti con il finale inaspettato e molto delicato.
Credo che basterebbe alleggerire qualche passaggio per rendere il testo molto più incisivo e d'effetto perchè i dialoghi sono davvero interessanti e offrono spunti per molteplici riflessioni.

24Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Mer Giu 12, 2024 3:38 pm

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un testo dai mille sapori, che condisce ironia e malinconia, storia e fantascienza. I dialoghi sono abbastanza buoni (alcuni un po' troppo lunghetti e spiegoni ma va bene). E il finale è quasi commovente.
Racconto davvero carino. Un buon lavoro.
Complimenti.


______________________________________________________

I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

25Se sapessi piangere Empty Re: Se sapessi piangere Gio Giu 13, 2024 11:05 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

La scrittura è scorrevole e senza intoppi. Anche i dialoghi li ho trovati molto naturali, ben integrati nella storia e nei personaggi. 

Mi sono proprio piaciuti questi androidi/computer che si comportano da umani. Anche qui, il nostro bel pianeta è andato a farsi benedire e non so se farmene una ragione o sbattere i pugni sul tavolo.

Sembra quasi che gli stessi prodotti creati dall'uomo attraverso l'IA ecc. se ne fottano del pianeta di più di chi li ha creati e che ha abitato il gioiello che la Terra fu a suo tempo. Paradossale, quantomeno.

Io non ci sarò, ma spero che non si arrivi mai a una realtà come quella descritta. Opinione personale, ex racconto.

Grazie

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