Basta settimana enigmistica.
Il tragitto è breve. Anche se la macchina è lussuosa, l’aria condizionata riesce a stento a vincere l’asfissiante caldo novembrino che preme sui finestrini.
Sofia guarda l’autista, anziano anche lui e così arcaico con il suo cappello e i guanti. Forse gli organizzatori hanno pensato che un autista e una macchina con il motore a scoppio le avrebbero fatto piacere, a lei “vecchia”. Un auto con il motore a scoppio, tanto inquinante, proprio a lei…
Le solite canzoni trasmesse dalla radio, sempre uguali, sono interrotte da un notiziario. “Dopo l’estate più calda del secolo, anche questo autunno 2033 si preannuncia come il più torrido. Gli esperti dicono che il cambiamento climatico…” L’autista spegne la radio.
“Basta esperti”, dice lui, guardando Sofia dallo specchietto e cercando complicità con un occhiolino. “Questa storia del cambiamento climatico ci ha stufato, vero signora? Se fa caldo mica è colpa nostra. Chi se ne frega, dico io.”
Sofia allontana lo sguardo con un’espressione disgustata, che spera lui abbia colto.
Infila la mano nella borsetta di vernice nera e impugna l’oggetto metallico che vi trova dentro. È fresco, pesante e solido. Rassicurante e pericoloso. Aveva programmato di tirarlo fuori durante il ricevimento, davanti alla stampa e alle altre vecchiette sue pari, per riprendere ciò che aveva iniziato dieci anni prima. Invece la tentazione di usarlo contro di lui si fa sempre più forte. Possibile che questo negazionista non ricordi cosa lei avesse fatto nel 2023, con quelli della Resistenza Climatica, scandalizzando e sensibilizzando mezzo mondo?
Crede che da vecchi non ci si debba preoccupare per il futuro? Che non si debba fare comunque la propria parte per il pianeta?
Il flusso di pensieri è interrotto. L’auto si arresta di fronte a un tappeto rosso. I flash l’abbagliano e qualcuno le apre la portiera. Sofia si dimentica dell’autista e lascia l’oggetto. Avrebbe avuto modo di riprenderlo a breve.
Scende. Nonostante un vento che sembra un phon e a dispetto dei dolori all’anca, torna a sorridere. Basta Settimana enigmistica, per un po’.
Il tragitto è breve. Anche se la macchina è lussuosa, l’aria condizionata riesce a stento a vincere l’asfissiante caldo novembrino che preme sui finestrini.
Sofia guarda l’autista, anziano anche lui e così arcaico con il suo cappello e i guanti. Forse gli organizzatori hanno pensato che un autista e una macchina con il motore a scoppio le avrebbero fatto piacere, a lei “vecchia”. Un auto con il motore a scoppio, tanto inquinante, proprio a lei…
Le solite canzoni trasmesse dalla radio, sempre uguali, sono interrotte da un notiziario. “Dopo l’estate più calda del secolo, anche questo autunno 2033 si preannuncia come il più torrido. Gli esperti dicono che il cambiamento climatico…” L’autista spegne la radio.
“Basta esperti”, dice lui, guardando Sofia dallo specchietto e cercando complicità con un occhiolino. “Questa storia del cambiamento climatico ci ha stufato, vero signora? Se fa caldo mica è colpa nostra. Chi se ne frega, dico io.”
Sofia allontana lo sguardo con un’espressione disgustata, che spera lui abbia colto.
Infila la mano nella borsetta di vernice nera e impugna l’oggetto metallico che vi trova dentro. È fresco, pesante e solido. Rassicurante e pericoloso. Aveva programmato di tirarlo fuori durante il ricevimento, davanti alla stampa e alle altre vecchiette sue pari, per riprendere ciò che aveva iniziato dieci anni prima. Invece la tentazione di usarlo contro di lui si fa sempre più forte. Possibile che questo negazionista non ricordi cosa lei avesse fatto nel 2023, con quelli della Resistenza Climatica, scandalizzando e sensibilizzando mezzo mondo?
Crede che da vecchi non ci si debba preoccupare per il futuro? Che non si debba fare comunque la propria parte per il pianeta?
Il flusso di pensieri è interrotto. L’auto si arresta di fronte a un tappeto rosso. I flash l’abbagliano e qualcuno le apre la portiera. Sofia si dimentica dell’autista e lascia l’oggetto. Avrebbe avuto modo di riprenderlo a breve.
Scende. Nonostante un vento che sembra un phon e a dispetto dei dolori all’anca, torna a sorridere. Basta Settimana enigmistica, per un po’.