«Perché l’hai fatto? Io dovevo ucciderlo! Sei cattiva, cattiva!»
La voce era sottile, quella di una bambina lagnosa che piagnucola per un giocattolo negato. Bettina riuscì a guardarsi un poco dattorno: non c’era nessun altro nella stanza.
«Oh, povera Marta! Che volevi fare? Sacrificare la tua libertà uccidendo Vittorio per dimostrare a Bettina il tuo amore? Povera illusa! Lei non ti ama, non ti sopporta. E lo sai.»
Era sempre Marta a parlare, ma ora la voce era adulta, dal tono ironico, quasi canzonatorio.
«Non è vero. Lei mi ama e io…»
«No, tu eri esaltata dall’idea di esserle utile, indispensabile. La soffocavi con tutte quelle smancerie, quegli stupidi oroscopi. Mi dovresti ringraziare invece: sull’arma ci sono le mie impronte e il cellulare che hai usato per contattare Vittorio è mio.»
Bettina era spaventata: la immaginò sparare a Vittorio mentre lei era svenuta, uscire e poi ritornare in soggiorno, ma qualcosa doveva essersi rotto nella mente di Marta.
Marta era pazza e lei non ne aveva avuto sentore. Come con Vittorio: si era fidata e li aveva lasciati entrare nella sua vita.
Si accorse con sollievo di potersi muovere, ma cosa avrebbe potuto fare?
«Non dovevi farmi anche questo! Sei perfida. Io…»
La vocina ora era carica di odio, affannata. Bettina vide Marta puntare la pistola verso la finestra.
«E quindi cosa fai, uccidi anche me? E poi? Bettina non vorrà di certo avere ancora a fare con te. Hai registrato tutto, finirai in manicomio, ma stavolta per sempre. E Bettina troverà qualcuno che la ami davvero.»
La voce era tagliente.
Bettina, che riusciva ora a muoversi un poco, sia pure con la voce ancora incerta si rivolse a Marta:
«Sai cosa diceva il tuo oroscopo stamattina Marta? Che avresti provato l’ebrezza del volo!»
E con una forza che non sapeva da dove venisse, si lanciò su Marta, che finì contro la finestra, rimasta socchiusa. Sentì il tonfo in strada e poi delle urla. In lontananza, una sirena.
I suoni della libertà.
Ultima modifica di Susanna il Dom Ott 15, 2023 4:58 pm - modificato 1 volta.