Durante quella corsa sfrenata si accorse che un’onda invisibile stava scendendo con lei cambiando colore al mondo: prati e foglie viravano dal verde al blu con sfumature azzurre mentre le sterpaglie secche sbiadivano verso il bianco.
Forse aveva esagerato a chiedere una sedia gialla come l’invidia del Re e questo aveva fatto precipitare la situazione.
Arrivò a casa quando l’entità ebbe appena terminato di materializzarsi e il materasso in lattice bi-resistente frenò la sua corsa evitando appena in tempo uno scontro frontale potenzialmente mortale.
- Chi sei? Chi ti manda?- domandò fissando l’intruso negli occhi.
- Sono Pi’er e sono qui per tesorino. Dammelo senza fare storie e nessuno si farà male.
- Ah! Sei un messo di Metronimus, vero? Scordatelo. Mi serve per riportare l’armonia nell’universo: il respiro non è più in sincronia e il tuo Re sta solo peggiorando la situazione.
Stephania sapeva benissimo chi l’avesse mandato e perché. Stava solo cercando di tirarla alla lunga con le chiacchiere per dar loro il tempo di reagire.
Con tutti gli occhi che vedeva lì attorno, era mai possibile che non capissero che aveva bisogno di aiuto? Doveva per forza telefonargli?
Improvvisamente ecco che, con suo sollievo, dal terreno uscirono decine di mani che afferrarono i piedi di Pi’er e risalirono lungo il corpo bloccandogli i movimenti.
All’uomo sfuggì uno squittìo involontario quando i genitali furono stretti in una morsa, ma poi la mano si aprì in segno di scusa e si spostò sulla cintura.
Fu allora che, prima di essere completamente bloccato, sul torace dell’intruso si aprirono una serie di bocche e il canto delle sirene rapì Stephania trascinandola in una danza irresistibile. Mentre lei ballava come solo i trichechi sanno fare, Pi’er, riuscì a sguinzagliare una dozzina d’occhi nella casa alla ricerca di tesorino.
Stephania, tra un volteggio e l’altro, osservava preoccupata l’evolversi degli eventi: doveva portare via tesorino prima che qualche occhio curioso sbirciasse nel posto sbagliato e per farlo doveva liberarsi da quella situazione.
Al dodicesimo pliè tentò il tutto per tutto: si abbandonò come morta, il suo corpo continuò a muoversi rimbalzando senza controllo, diventò una palla e rotolò giù per il pendìo uscendo dal raggio d’azione del canto.
Appena fu al sicuro eliminò le orecchie e risalì rimbalzando verso casa preparandosi a uno scontro frontale.
Pi’er, distratto dagli occhi che continuavano a fornirgli rapporti negativi, non si accorse della pallonata in arrivo che lo prese dritto in mezzo alla schiena e lo schiantò a terra.
-Tenetelo lì.- Urlò Stephania alle mani, mentre correva verso la casa con le sue sembianze originali, orecchie comprese.
Schiacciò tutti gli occhi che le capitarono sotto tiro e si diresse verso il forno.
Là dentro, al sicuro, tesorino stava ancora riposando inconsapevole di tutto.
Lo afferrò e lo mise in una grossa sporta a cui spuntarono le ruote da sterrato.
Fu in quel momento che il telefono si mise a squillare insistentemente e Stephania tentennò, indecisa tra il rispondere e la fuga. Controllò che Pi’er fosse ancora fuori gioco e alla fine prese la cornetta.
-Pronto. Si è la mia voce. No, Non ho la maschera. Poteva mandarle prima, le mani. Lo sapete che sono arrivata appena in tempo?... No, siamo ancora fuori sincronia e il mignolo mi fa un male della miseria. Sì, certo, piano ‘B’. direi che a quest’ora non c’è altro che possiamo fare. Lasciate perdere la sedia nuova. Direi che non serve più. -
Uscì dal retro della casa, guardò il mondo con occhi e colori nuovi e scosse il capo.
La fine del mondo era vicina. Sperò di essere in tempo per salvare qualcosa.
Ultima modifica di Stefy il 2023-11-06, 15:47 - modificato 1 volta. (Motivazione : Non creare confusione nell'ordine di lettura (potevo pensarci prima....))