Gabriele mi inquieta, non so perché.
Anche questo settembre ha appeso in sala insegnanti il calendario con il conto alla rovescia: quanti giorni mancano alla fine della scuola.
Ha partecipato sorridente a ogni collegio docenti.
Al ritrovo prima delle vacanze di Natale eravamo pochi, ma lui c’era, e aveva portato piadina e affettati.
Il fatto è che Gabriele dallo scorso anno è in pensione.
Allora lo guardo e mi sento inquieta. Come se fosse la goccia del racconto di Buzzati, che sale le scale invece di scenderle.
Penso a lui.
Poi penso a me.
In un futuro che adesso sembra troppo lontano.
Adesso.