Irene sta seduta sopra una panchina a Villa Borghese. È inizio inverno e il suo primo giorno di pensione come bidella. Chiude gli occhi, mentre un sole timido le accarezza una guancia. Il silenzio l’avvolge, dopo quarant’anni trascorsi tra il chiasso degli alunni del liceo artistico di via Ripetta. Era entrata giovanissima e, tra quelle mura, aveva ascoltato e imparato il resto. Ora potrà ammirare dal vivo le bellezze che vedeva sui libri dei ragazzi.
Così pensa, quando qualcuno la scuote chiedendole: «Signora, si sente bene?»
Irene, aprendo gli occhi ancora azzurri, risponde: «Sto bene, grazie. Mai stata meglio».
Così pensa, quando qualcuno la scuote chiedendole: «Signora, si sente bene?»
Irene, aprendo gli occhi ancora azzurri, risponde: «Sto bene, grazie. Mai stata meglio».