Una strana occupazione

Al mattino si alzava presto, si radeva con accuratezza, si vestiva di tutto punto e andava giù.
Non usciva dal portone, si fermava nell’atrio e, di tanto in tanto, sbirciava la strada con fare circospetto.
Alle dieci in punto tornava in casa, si metteva comodo e, con la soddisfazione di chi sa di avere scampato un pericolo, si rilassava leggendo.
Pensava: “Anche oggi mi è andata bene, ma domani chissà. Comunque, se lo vedo anche solo in lontananza, scappo via e mi barrico in casa. Il lavoro non mi avrà mai, ma quanta fatica per evitarlo!!!”

Simpatico anche se, forse, un po' troppo prevedibile, si intuisce presto dove vuoi andare a parare.
Che bello, però,  potendolo fare, evitare di lavorare e rilassarsi leggendo!

Qui a Torino si dice scapa travaj che mi rivo. Proverbi a parte il 100 è irriverente quanto basta, anche se talvolta la realtà è proprio quella descritta: ci sono un sacco di persone che scansano il lavoro, addirittura senza farsi troppi problemi come il simpatico protagonista di questo mini.

Segnalo soltanto "si radeva con accuratezza", non perché è scorretto, ma a me suona male. Avrei detto "si radeva con cura".

Grazie

Ciao Penna. Molto simpatico questo 100. Curioso come hai personificato il lavoro, lo si percepisce come un individuo pericoloso, da evitare. Il vero impiego del protagonista, che si sbarba, si veste, si "attrezza" per il compito, è proprio quello di scansare l'attività lavorativa. Ed essendo nello "stile", si è scelto un lavoro molto part time. Sì, simpatico.

Lavoro saltami addosso anzi per favore fatti più in là che me devo godere lo status di non labor facendo. 
E nonostante l'esposizione pur breve sto lavoro non né vuole sapere di saltare addosso e ben venga che noi ci godiamo questo racconto ironico e molto simpatico.

Racconto umoristico, il manuale del perfetto 'divanista'.
Uno che getta via la sua vita così è complicato descriverlo, ma tu ci riesci bene autore e mi viene da pensare che qualcuno così lo hai conosciuto veramente. Sorrido.

Allegro e divertente. Di largo respiro.
Ne abbiamo bisogno tutti. 
Riflettiamo anche sul fatto di non mettere il lavoro al centro della nostra vita come non vi fosse altro "all'infuori di me!"
Lavorare stanca. ( Pavese)

Particolare e inusuale l'approccio che l'autore ha voluto usare per il suo racconto, che scorre via veloce e si legge con piacere. 
Credo che sia una questione puramente personale, ma a me non ha divertito. 
Resta una piacevole lettura. 

P.S: Avrei evitato i tre punti esclamativi finali.

Mi hai fatto venire in mente certe vignette umoristiche. Una parodia, qualcosa di ironico,. La fatica per scansare il lavoro…Perché no?
Scritto bene si fa leggere con piacere.

Ciao autore, la prima cosa che mi vi viene da dirti riguarda i tre punti esclamativi a fine testo, mi hanno fatto perdere tutto l'entusiasmo che avevo accumulato durante la lettura. Non avermene, ma a parte che sono un errore, sono superflui. Per il resto mi hai divertito, uno sketch riuscito. A rileggerci!

Racconto simpatico: arrivata alla fine non riuscivo a capire dove volesse andare a parare e quindi ho goduto dell'effetto sorpresa.
Sile pulito, semplice e chiaro, che rende piacevole la lettura. Ti consiglio di togliere i punti esclamativi in eccesso .

Eh, caro mio, se il lavoro t’acchiappa bene, sai (anzi non sai) quanti anni prima di mollarti!
Racconto simpatico, il titolo spoilera un po’ da solo fin da subito, ma va bene così.
Unica nota: i tre punti esclamativi. È una tentazione per dare maggior peso al tono, ma anche uno basta.

scritto molto bene, se si escludono i tre punti esclamativi finali.
ironico e divertente, anche se propone un tema abusato, si fa apprezzare.

Il lavoro stanca, ma il lavoro uccide anche, aliena, ti toglie dagli affetti, dalle passioni, dai sogni, ti impedisce la gran parte dei progetti di vita, o ti obbliga a selezionare accuratamente quali perseguire. A lavoro passiamo, quando va bene, 1/3 della nostra vita, un altro 1/3 lo passiamo dormendo (o cercando di dormire) e che ci resta?
Sì, mi sento di solidarizzare con questo anonimo protagonista, nonostante in effetti questa vignetta umoristica non abbia poi molto senso: più ti avvicini a quel che temi, più aumenta il rischio di essere scoperti. Meglio starsene in casa a leggere che stare a spiare dal portone. Perché fino alle 10, poi?

Insomma, condivido l'idea di fondo, ma la realizzazione del 100 la trovo troppo macchiettistica e poco coinvolgente, si poteva osare qualcosa di più, rendendo la situazione più grottesca ancora, oppure tentare una strada più realistica.
Parere mio.

Un piccolo sketch comico, con tanto di battuta finale ad effetto. Simpatico e leggero. Abbastanza reale pur nella sua iperbolica esagerazione.
Si legge bene e con un sorriso sulle labbra.

Surreale e divertente il soggetto del racconto. Se posso permettermi un appunto, credo che i verbi all'imperfetto appesantiscano un po' il fluire del racconto. Avrei preferito che il racconto si svolgesse al passato remoto, per utilizzare l'imperfetto solo in una chiosa (quasi) finale del tipo: "Ripeteva questa routine ogni giorno".

Un racconto simpatico che fa sorridere.
Scansare il lavoro è un lavoro piuttosto duro, a volte.
Un paio di cose non mi hanno convinto: chi vuole evitare il lavoro, generalmente non si alza molto presto e, penso io, non si mette a leggere libri... troppa fatica.

Ciao Autor
Simpatica questa scenetta, questo mimetizzarsi e fuggire per non essere riconosciuti dal lavoro. 
Ma quanto durerà? Beato lui se ci riesce!

Un racconto dal tono surreale, costruito sul paradosso e quindi da accettare così com'è, senza ricercare razionalità o attinenza con la realtà.
Un 100 simpatico e arguto.

Alla fine diventa un lavoro anche... evitare il lavoro.
Un cento con un'idea brillante ma che non riesce ad affondare la lama fino in fondo: la storiella poteva essere arricchita sottolineando bene una sorta di morale, ma così rimane a metà di tante cose. 
Le frasi si enfatizzano con i concetti, non con i punti esclamativi.

Ciao Autore.
La nota positiva di questo racconto è che hai trovato il modo per trattare il must del contest in maniera opposta a come lo aspettavamo, e quindi sicuramente è originale.
Invece, dato il momento storico che stiamo vivendo, non riesco ad apprezzarne l'umorismo. 
Mi spiego: spesso l'intento è lo stesso, ma l'ironia, che è sinonimo di intelligenza (soprattutto l'autoironia, ma questo è un altro discorso), può sfociare nel sarcasmo, che invece, a prescindere dallo scopo, conduce all'effetto di schernire e umiliare l'ascoltatore.
Indubbiamente non c'è nessun intento in questo tuo scritto, ma la mia personale sensibilità mi allontana tantissimo e non me lo fa apprezzare. 
Sui tre punti esclamativi si sono già pronunciati in molti prima di me. Non servono. Ma di sicuro mi pare eccessivo dirti che disturbino o che rovinino il tuo lavoro, che resta ben scritto e con un'idea originale di fondo.

Ciao, Penna.

97 parole.
Allora, tre punti esclamativi: anche no. Nemmeno due. Uno solo è sufficiente, ammetto solamente la coppia "!?" perché la usava anche Salgari. Solo per quello.
Mi piace molto la scena del protagonista che si prepara di tutto punto per un appuntamento con il nulla. La prima metà del racconto è molto visiva e divertente da leggere. Quanto al finale mi permette di comprenderne anche la psicologia. Tutto questo è indipendente dal fatto che io sia d'accordo o meno con il messaggio veicolato, alla fine si tratta semplicemente di una macchietta e pure surreale.

Grazie e alla prossima.

Racconto leggero e divertente che comunque lancia un messaggio.
Vale la pena affannarsi tanto per evitare qualcosa che conosci solo per sentito dire?

Il racconto cattura perfettamente l'atmosfera di paranoia e il desiderio di evitare qualcosa di sconosciuto. La routine quotidiana del protagonista, con la sua ritualità e il suo sguardo circospetto, suggerisce un'ansia costante. La lettura offre una finestra su una psicologia intricata, dove la paura dell'ignoto domina il quotidiano. La riflessione finale sulla fatica di evitare qualcosa che non conosciamo aggiunge un tocco di ironia. Una narrazione intrigante sulla natura umana e le sue complessità.