Non siamo più noi, noi, da meritare ciò? O siete voi che non siete più voi?
Cosa ci è accaduto? Cosa ci ha divisi? Quando è stato che le nostre visioni hanno iniziato, impercettibilmente, a mutare, ad allontanarci gli uni dagli altri? Quando lo Spirito Santo ci ha confusi e divisi, anziché guidarci e mantenerci uniti? E ora eccoci al doloroso epilogo.
Vi guardo, vi sto guardando… Occhi bassi, capi girati… Non avete neppure il coraggio di incrociare il mio sguardo mentre vi saluto… Covate rancore? Delusione? Pietà? Quale sentimento vi domina mentre noi, sparuta minoranza, qui per mio tramite vi salutiamo, abbandonando questo luogo di idee e slanci e battaglie che ci hanno visti a lungo fratelli e, da questo momento, certamente a lungo rivali. Sconosciuti gli uni agli altri, nemici forse, per un tempo infinito in cui perderemo perfino il ricordo del come, del quando… del perché.
Ecco, miei santi compagni, fratelli amati, per quest’ultimo momento ancora ascoltatemi. Fissate bene nella mente il luogo, l’ora, il verbo pronunciato, le ragioni, Santo Iddio, le ragioni. Perché noi siamo cacciati da questo paradiso di fratellanza per l’unica colpa, Iddio ci è testimone, di avere creduto in una strada diversa, di avere mostrato gli errori che si compivano, di avere esortato, pregato, oh, quanto abbiamo pregato!, e supplicato per un momento di sana riflessione, razionale, pacata, illuminata dalla Grazia, sorretta dalla Speranza, alimentata dalla Carità… Noi siamo costretti all’esilio perché voi avete legato i vostri cuori a un progetto che “Dio stesso vuole”, che “Sarà benedetto dal Signore”, che “Canterà in eterno le Sue lodi”. E così avete reso impossibile la ragione. Se “Dio lo vuole” - come voi avete sostenuto - come possiamo noi, miseri membri di questa assemblea, contraddirvi? Non è così? Non dico forse il vero se affermo che “Dio lo vuole” è stato un modo subdolo, disonorevole, per perseguire un progetto disastroso? E adesso, che stiamo per vederne le tragiche conseguenze, invece di riflettere, di correggere, ci cacciate.
Ebbene, addio.
Noi ce ne andiamo, espulsi dalla nostra casa, per non avere accettato la doppia morale imposta a quella povera creatura mortale. Il ricatto tremendo, la pressione furiosa alla quale l’avete condannata, fra libero arbitrio e punizione eterna, dico: eterna!, fra spinta animale e costruzione razionale, fra passione e ragione e soprattutto, soprattutto, dominato da fantasie ferali su coloro che chiamano “Dio” senza conoscere, che li porterà a infelicità, morte e distruzione, e guardate che sono davvero facile profeta.
Io so. Voi sapete che io so. Io sono colui che porta la Luce, e che per eoni è stato al fianco di Colui che È. Io so.
Ora noi andremo, e nel salutarvi guardo alla nostra nuova dimora, laggiù, dove strisciano quelle creature da voi rese timorose e confuse. Laggiù troveremo una nuova casa, una nuova ragione di esistere. Laggiù aiuteremo gli umani a vincere, con la ragione, le vostre maledette paure.