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1Canzonette Empty Canzonette Lun Mag 13, 2024 9:33 pm

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Mi è passata la voglia di vivere.
Finalmente, l’ho detto.
Questa confidenza, però, tenetela per voi. Non voglio che arrivi alle orecchie dei miei cari. Loro non vorrebbero che ne parlassi con degli sconosciuti, ma con uno bravo, professionalmente parlando. Si illuderebbero che sia una forma iniziale e lieve di depressione. Qualche pillola, due chiacchera con quello bravo di cui sopra, e tutto passa e tutto torna normale.
Ma tutto è già passato e la normalità non ha mai avuto fascino per me. Ho sempre cercato l’eccezionale, lo straordinario, il mai visto prima. Senza mai trovarlo. E ora che le probabilità di infrangere uno qualsiasi dei muri della normalità tende inesorabilmente a zero, cosa ci rimango a fare qui in mezzo a voi?
Non è depressione, è male di vivere.
E non banalizzate tutto con la retorica delle cose belle che la vita riserva. Non sperate di sorprendermi facendo finta di essere angeli vestiti da passanti. Non scambiatemi per un sangiorgi qualunque che canta la poesia di un corregionale. Ma non allarmatevi più di tanto. Non frequento ponti deserti guardando l’acqua scura. E non intendo farlo.
Ho solamente perso l’entusiasmo per la vita. Continuerò a vivere come un annoiato travet continua ad andare in ufficio. Lui aspettando la pensione, io la promozione definitiva.
Per quanto mi riguarda, in pensione ci sono già ed è un peccato perché il lavoro mi piaceva. Insegnavo chimica al liceo scientifico. A qualcuno la materia può apparire noiosa, a me sembrava eccitante. E il rapporto con gli studenti mi faceva sentire vivo e utile.
Alessandro Chiavacci me lo ricordo bene. Molto intelligente, appassionatissimo della materia, ma con un carattere particolare, forse perché aveva perso il suo papà giovanissimo. Chiuso, introverso, tendenzialmente misogino, faceva allora parte di un gruppo cattolico fondamentalista. Forse adesso lo capisco meglio, era infelice e non sapeva perché. Come me adesso.
Per un po’ siamo rimasti in contatto dopo la maturità. Si iscrisse a chimica laureandosi con il massimo dei voti. Lessi poi che aveva fondato una start-up che scoprì una molecola nuova, rivoluzionaria nel settore del tessile. Si è riempito di soldi, ma tanti, vendendo la start-up a una multinazionale. Era diventato famoso, almeno sulle riviste di business o su quelle specializzate di chimica.
La sua telefonata mi stupii; ma visto la totale noia piatta sulla quale la mia vita navigava, apprezzai molto il suo strano e inatteso invito a pranzo. Dopo la vendita della sua azienda aveva comprato un intero palazzo in una zona centrale della nostra città. Abitava da solo perché poco prima dei suoi successi imprenditoriali anche sua mamma era morta.
Professore, non sa che piacere mi ha fatto accettando il mio invito. La trovo benissimo. Il tempo non è passato per lei”
Chiavacci, non dire minchiate e non fare finta di essere Minoli.”
Giovanni Minoli era un suo compagno di classe che faceva dell’adulazione dei professori una professione. Non a caso ha fatto una brillante carriera.
L’unico vantaggio nell’essere rotondetto è che le rughe si vedono meno. Ma non chiamarmi più professore; io ti dovrei chiamare dottore. Dai diamoci entrambi del tu”.
Non si dispiaccia, ma questo non è possibile. Lei non è un professore, lei è il professore e per me lo sarà sempre. Tutto questo è in fondo anche merito suo. Pensi se mi fosse piaciuta la Villani e il suo latino, come me lo compravo questo palazzo?”
Cominciammo a chiacchierare, seduti su uno scomodissimo divano di design. Aprì una bottiglia di spumante italiano di gran marca. Apprezzai il fatto che non si fosse corrotto con lo champagne. Mi sembrò in parte migliorato: maggiore capacità comunicativa e un comportamento molto più spigliato. Ma aveva messo su un cipiglio arrogante che quindici anni fa non aveva. Probabilmente, un sottoprodotto del successo. Il suo sguardo aveva un retrogusto triste che il sorriso di cortesia non riusciva a nascondere.
Chiesi – non è quello che deve fare un insegnante con un ex alunno? – notizie degli altri, oltre a Minoli, compagni di classe, almeno di quelli di cui mi ricordavo. Mi sorpresero le parole sprezzanti che usò.
Se la ricorda la Mingardi, professore?”
Certo che la ricordavo: una bellissima ragazza, molto religiosa, tutta casa e chiesa si sarebbe detto ai miei tempi. Se mi ricordo bene, frequentava lo stesso gruppo religioso di Chiavacci.
Al mio cenno di assenso, chiosò con uno sguardo cattivo: “Adesso la trova su OnlyFans.”
Non so benissimo cosa OnlyFans sia, ma temo abbia a che fare con la pornografia.
Non ne seppi molto di più perché in quel momento entrò una signora non più giovanissima, ma ancora avvenente e con lo sguardo vivace e intelligente.
Dottor Chiavacci, il pranzo è pronto”
Grazie Nunzia, questo è il mio ex-professore di chimica, te ne ho parlato. Lascia stare i formalismi”
Poi rivolto a me: “Nunzia era la cameriera dei miei genitori, mi ha fatto anche da tata. Ora lavora con me. È una di famiglia.”
Il pranzo fu squisito. Cucina tradizionale di ottimo livello. L’amarone della Valpolicella si sposava soavemente con il ragù di cinghiale e con le costolette di agnello. Una cosa era certa, il successo non l’aveva fatto diventare vegetariano.
Durante il pranzo parlammo tanto. Mi chiese della mia vita, delle mie figlie, di mia moglie, morta l’anno scorso, di come era l’esistenza da vedovo e pensionato. Mi raccontò delle trattative con i rappresentanti della multinazionale cui aveva venduto la sua azienda e il suo brevetto. Li disprezzava. Tutte le volte che cercai di portare il discorso su di lui e sulla sua vita personale, fu sfuggente e restio. L’unica cosa personale che mi confidò, fu il desiderio di fare il giro del mondo su un aereo privato. Se lo sarebbe potuto permettere, mi disse.
Mentre indossavo il cappotto per andare via, fui sorpreso da una duplice sensazione, vaga, imprecisa ma forte. Chiavacci era solo, infelice e arrabbiato col mondo. Quando si dice che i soldi e il successo non fanno la felicita, lui sembrava il caso da manuale. Non disprezzava solo i manager della multinazionale: odiava tutto il genere umano. La seconda sensazione era anche più indefinita e non riuscivo a metterla a fuoco: inquietudine? compassione? paura?
Vi devo confessare che mentre nel salutarci avevamo manifestato entrambi il classico e spesso ipocrita, augurio di rivederci quanto prima, io speravo proprio di non incontrarlo più. Già avevo i problemi miei, caricarmi anche quelli di Chiavacci, mi sembrava troppo. Semplicemente, la sua inquietudine destabilizzava ulteriormente la mia.
Fuori pioveva e mi avviai a passo svelto verso casa. Contavo di mettermi seduto tranquillo in poltrona a smaltire sonnecchiando l’amarone.
Professore”, mi sentii chiamare. Mi volsi ed era Nunzia.
Professore, mi permette una parola?”
Certo Nunzia, mi dica”.
Come ha trovato Alessandro?”
La domanda mi spiazzò. Non era la domanda di una dipendente, era la più la domanda di una mamma ansiosa. Ed era anche una di quelle domande difficili. Sapresti in teoria cosa rispondere, ma non sai se abbia senso essere completamente sinceri. L’esperienza mi consigliò di rispondere con un’altra domanda.
Perché Nunzia, c’è qualcosa che non va?”.
Si, professore”.
Entrammo in una sala da tè, di quelle eleganti e fighette del centro.
Sono molto preoccupata, per lui e per tutti” mi disse, appena il cameriere si dileguò con le nostre ordinazioni.
Mi raccontò una storia che definire incredibile è poco.
Il primo problema che mi posi fu se crederle. Sembrava una storia scritta da un soggettista ubriaco di un fumettone di serie B. Ma lo risolsi subito: Nunzia mi sembrava sincera e non vedevo ragioni per inventarsi una storia così estrema. Inoltre la storia era certamente incredibile, ma dopo due ore con Chiavacci non mi sembrava del tutto implausibile.
Il secondo problema era parecchio più complicato da risolvere: cosa dovessi (e potessi) fare. Ci dovevo pensare con attenzione.
Poteva un anziano professore di una città di provincia salvare il mondo? E poi lo voleva fare? Non avessi due figlie, avrei fatto finta di niente: mi era stato appena consegnato un biglietto per assistere al più potente spettacolo possibile: la fine del mondo. L’ultima promozione era nell’aria e io l’avrei attesa divertendomi e sapendo cose che nessuno al momento sapeva.
Vaffanculo a tutti, o come suolsi dire oggigiorno, vaffanculo a tutte e a tutti. Il miglior modo per lasciare in compagnia questo mondo!
A che ora è la fine del Mondo, che rete è?
Io lo sapevo con precisione.
Ma due figlie il destino me le aveva regalate e le amavo più della mia vita. Mia moglie prima di andarsene me le aveva affidate. Volevo vederle vivere, non dico felici – in questo mondo la felicità appare sempre più un lusso per pochi - ma tranquille senza lottare e soccombere contro un nemico terribile.
La scelta più facile era rivolgersi alle autorità. Mi avrebbero creduto? Temo di no. Avrebbero avuto la stessa reazione che state avendo voi.
Guarda le palle che racconta questo vecchio!”
E’ quello che avrei pensato anche io. Due protagonisti quando mai inverosimili: un mediocre professore attempato che accusa un imprenditore famoso.
Anche perché Nunzia era stata perentoria e chiara: lei dalla polizia non ci sarebbe andata e se l’avessi tirata in ballo avrebbe negato tutto.
Tornai il giorno dopo da Chiavacci. Prima di bussare mi vennero mille dubbi.
Vecchio professore, cosa vai cercando in quel portone?
Apparve sinceramente contento di vedermi e pranzammo di nuovo insieme. Mentre il giorno prima avevo tentato di smorzare i suoi toni rancorosi e apocalittici, questa volta seppur cautamente lo assecondai. Anche per me il mondo era corrotto irrimediabilmente e il genere umano destinato all’estinzione per via delle sue stesse scelte dissennate. Cominciò una frequentazione costante fra due persone sole e solitarie, per scelta lui, per le vicende della vita, io.
Nei libri di testo sui serial killer si sostiene la tesi che almeno alcuni facciano il tifo per chi dà loro la caccia. Vorrebbero porre fine alle loro azioni ma non sono capaci di farlo; inconsciamente sperano che la polizia lo faccia. Magari anche Chiavacci apparteneva a questo gruppo.
Non mi aiutarono, tuttavia, manuali o bignami di psicologia, quanto quello che lo zio Angelo mi aveva insegnato. Con il fratello di mio padre andavo spesso a pesca.
Quando senti il pesce abboccare, tu dagli lenza.”
Lui si sentirà tranquillo, abbasserà le difese e ingoierà l’esca e l’amo. E in quel momento è tuo e puoi tirarlo in barca.”
Benché si assomigliassero molto fisicamente, mio padre e suo fratello erano agli antipodi in quanto a modo di vivere. Il primo aveva adottato l’etica del lavoro, mio zio l’etica della vita.
Si lavora per vivere, non si vive per lavorare. La felicità te la danno solo le cose che non puoi comprare:”
Dove staranno adesso, avranno raggiunto un compromesso: in quel posto non si lavora e non si pesca.
Destinazione paradiso, paradiso città.
Una ventina di giorni e tante ore di colloquio dopo, ero riuscito a tirare il mio tonno in barca. Era stata dura, una battaglia continua a dare lenza e a raccoglierla: una danza estenuante fra pescatore e preda. Zio Angelo sarebbe stato orgoglioso di me.
Mi spiegò il suo piano: erano riusciti, grazie a sofisticate tecniche di ingegneria genetica, a creare un batterio con due particolarità. Una quasi perfetta resistenza agli antibiotici esistenti e una elevatissima capacità di contagio, attraverso il respiro, da una persona all’altra. L’incubazione era relativamente rapida, meno di una settimana, mentre le probabilità di sopravvivenza, data la forte aggressività del batterio, molto basse. Siccome il batterio era una loro creazione, avevano individuato in contemporanea anche un antibiotico in grado di fermarlo. La sua idea era di diffondere capillarmente il batterio durante il suo viaggio in giro intorno al mondo. Aspettare che si diffondesse. Alcune decine di milioni di morti dopo, quando il mondo era nel mezzo di una straordinaria pandemia, il grande Chiavacci e la sua impresa avrebbe annunciato la scoperta del batterio e l’avrebbero reso pubblicamente disponibile senza chiedere alcuna royalty per la loro produzione. Sognava di diventare il salvatore della patria o meglio del mondo intero.
Un sogno, direste voi, un po’ infantile; condivido. Ma il personaggio aveva di queste contraddizioni: una mente geniale nella psiche di un ragazzino complessato in cerca di una rivincita nei confronti del mondo.
Aveva comportamentalizzato la sua azienda in modo così ferreo – adducendo motivi di sicurezza – che nessuna sapeva bene quel che gli altri dipartimenti facevano e nessuno in azienda era al corrente delle vere finalità della ricerca e della produzione.
Il suo piano presentava una fallacia scientifica di un certo peso. Una volta rilasciato in natura e passato da soggetto a soggetto, esisteva il rischio fortissimo che il batterio si modificasse geneticamente. Se le varianti fossero state tante e molto diverse dal ceppo originario, vi sarebbe stato il rischio concreto che l’antibiotico già sviluppato si rivelasse inefficace. In quel caso il mostro creato a tavolino sarebbe divenuto ingovernabile. Un classico, almeno nella letteratura, dal Frankenstein di Mary Shelley in poi.
Se avevo individuato io la falla teorica del suo folle progetto, l’aveva capita sicuramente anche lui, molto più bravo di me. Probabilmente era il suo piano B, e tanto peggio per tutti. O magari era il suo piano A e il racconto sulla produzione dell’antibiotico era solo una pezza per convincere il vecchio professore.
Ora conoscevo molte più cose e andare alla polizia sarebbe stato più semplice. Ma mi ero affezionato a Chiavacci e io quando voglio bene divento fin troppo indulgente. Non volevo darlo in pasto alla stampa. Avrebbero intinto il biscotto nella storia del grande e geniale imprenditore che si rivelava un pazzo criminale. Tanti invidiosi imprenditori mediocri avrebbero stappato bottiglie di costoso champagne alla notizia! Non lo potevo permettere.
Affronterò la vita a muso duro, un guerriero senza patria e senza spada, con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
Fosse così semplice.
Fortunatamente la salute di Chiavacci peggiorò repentinamente. Probabilmente l’avvicinarsi della data prevista per l’inizio delle operazioni aveva aumentato lo stress, facendo franare l’ultima diga di buon senso che la sua psiche potesse usare. Un giorno mi confidò, seriamente preoccupato, che sentiva delle voci, sempre più invadenti e frequenti. La cosa lo aveva spaventato e parecchio. Le voci non solo lo impaurivano ma lo umiliavano facendolo sentire un burattino telecomandato.
Decisi di giocare il tutto per tutto. Gli consigliai di consultare un medico, con la scusa che, visto che la data dell’entrata in azione si avvicinava, lui doveva essere perfettamente lucido. E qui entrò in campo il dottor Panzera, uno psichiatra di ottima esperienza e molto capace. Il fatto che fosse anche mio cognato non guastava. Lo avevo informato parzialmente della situazione.
Dopo una settimana di trattamento intensivo, Panzera lo convinse a farsi ricoverare in una clinica svizzera – dove se no! Qui i ricconi vanno a trattare, nella massima discrezione, le loro dipendenze e i loro problemi psichiatrici.
Il mondo era salvo.
Sorridi ancora amore che il peggio è passato.
Cinque mesi dopo
Dalla Svizzera dove pare che stia molto meglio o comunque molto più tranquillo, Chiavacci ha firmato una delega piena a mio favore per gestire i suoi affari. Io formalmente non ho cambiato molto, ho solo completamente smantellato la parte oscura della sua compagnia. Ora non si producono più dosi ingenti di batteri strani, ma si studiano nuovi antibiotici che vincano l’antibiotico-resistenza dei vecchi batteri. E abbiamo anche aperto una nuova linea di ricerca sui vaccini mRNA, sia mai nel futuro possano diventare utili.
Hey hey I saved the world today, everybody’s happy now, the bad things gone away.
La mia vita è cambiata profondamente ma è anche rimasta la stessa di prima. Non ho speso né spenderò un soldo della ricchezza di Chiavacci. Ogni tanto vado a mangiare a casa sua perché la cucina di Nunzia è squisita. Qualche volta rimango anche dopo cena. Ma questi sono affari miei.
In ultimo, l’avrete notato anche voi, mi è tornata la voglia di vivere.
E se continuate a chiedervi se è tutto vero, la cosa a me interessa il giusto. E se ci pensaste con attenzione, non dovrebbe essere così importante neanche per voi. Diciamocelo una volta per tutte: la verità è sopravvalutata.
Io ho salvato il mondo e ne sono orgoglioso. Non ho avuto titoli sui giornali e non me ne frega molto. Non cerco dei grazie, dei bravo o, peggio mi sento, delle pacche sulle spalle.
E se alla fine faceste la spia e un giornalista mi volesse intervistare chiedendomi come e perché abbia salvato il mondo e se proprio valesse la pena farlo, io potrei dire a lui quel che dico a voi:
sono solo canzonette.

2Canzonette Empty Re: Canzonette Mar Mag 14, 2024 1:42 pm

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Attirato dal titolo mi sono trovato di fronte una buona scelta per incominciare al meglio la lettura dei racconti di questo secondo step. Racconto lungo ma scorrevole e di piacevole lettura. Qualche cliché ma l'idea non è male con una spruzzatina di ironia che va sempre bene. Quello che mi è mancato è forse l'assenza di un vero e proprio climax, un punto di tensione in cui il mondo è stato davvero sull'orlo della fine, il dito sul bottone fermato all'ultimo secondo. Ma non importa. Mi è piaciuto molto il condimento di riferimenti musicali, una colonna sonora che accompagna piacevolemente la lettura.
Davvero un ottimo lavoro. Grazie.


______________________________________________________

I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

3Canzonette Empty Re: Canzonette Mar Mag 14, 2024 2:35 pm

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Canzonette è un racconto scritto bene, che coinvolge e si legge con attenzione fino alla fine. Sotto questo aspetto bravo autore, complimenti.
Però manca la tensione, l'intensità del tutto o niente, del dentro o fuori, del vivo o morto. La presenza di dialoghi nella parte cruciale avrebbero reso più avvincente la storia. A mio modo di vedere un Chiavacci meno accondiscendente nell'accettare il ricovero con la minaccia di fare saltare tutto l'edificio avrebbe giovato alla causa.
Ma sono punti di vista. Il mio.
Grazie per il tuo contributo.

4Canzonette Empty Re: Canzonette Mar Mag 14, 2024 2:44 pm

Albemasia

Albemasia
Padawan
Padawan

E' proprio vero che alcune persone (in questo caso alcune "penne") danno il meglio di sé quando sono messe alla prova con compiti non proprio facili.
E così dai paletti di questo step è nato questo racconto che a me è piaciuto davvero molto, sia per come è stato gestito l'arco narrativo che, a differenza di altre storie, qui risulta ben chiaro, sia per lo stile piacevole e il finale apprezzato.
Anche il vincolo del narratore che si rivolge al lettore secondo me è stato ben sviluppato, oltretutto in maniera non ostentata, nè invadente. Quindi bravo/brava!

Solo un paio di refusi da segnalare qua e là:
- "due chiacchiera" invece di "due chiacchiere"
- "la sua telefonata mi stupii" invece che "mi stupì"
- "compassione? paura?" con la lettera iniziale minuscola dopo il puunto.
- a un certo punto un termine tecnico "comportamentalizzato" mi ha lasciato il sospetto che volesse in realtà essere "compartimentalizzato", però non so.

Ma, a parte questi dettagli, secondo me è un racconto davvero apprezzabile.

5Canzonette Empty Re: Canzonette Mar Mag 14, 2024 3:12 pm

ceo


Viandante
Viandante

La narrazione è scorrevole e la scrittura è solida (c’è solo qualche “refusetto”) e dotata di immagini azzeccate. L’inizio coinvolge fin da subito, con quella dichiarazione forte che costituisce l’incipit, poi scema un po’ in quanto non si arriva al grado di tensione che tutta la prima parte del racconto lascia presagire. Mi spiego meglio: mi è piaciuta l’introduzione, col professore derelitto e la una vecchia conoscenza vagamente inquietante che rompe la monotonia delle sue giornate, nonché del suo spirito, ma non si arriva a una vera “crisi” del personaggio. Mi aspettavo che si arrivasse a un punto critico in cui si decideva tutto in pochi secondi. Le citazioni da varie canzoni hanno un effetto “divisivo”: fanno un po’ cadere l’attenzione del lettore e al contempo caratterizzano il personaggio, col il suo modo di esprimersi.  Ad ogni modo ho gradito la lettura e l’insieme del lavoro.

6Canzonette Empty Re: Canzonette Mar Mag 14, 2024 4:00 pm

AurelianoLaLeggera

AurelianoLaLeggera
Younglings
Younglings

Mi è piaciuto moltissimo. Ben scritto, attenzione sempre alta, bella l'idea delle citazioni (tutte di mio gusto, tra l'altro) che rimandano sempre al titolo e alla leggerezza di tutto il racconto.
Poco importa se è tutto vero o no, alla fine sono solo canzonette.
Bel racconto davvero.

Grazie

7Canzonette Empty Re: Canzonette Gio Mag 16, 2024 12:33 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Perché scomodare Giovanni Minoli? Minoli è del 1945, si è diplomato (immagino) nel 1964 e vent'anni dopo di sicuro non c'era OnlyFans. Quindi si tratta di un omonimo, ma perché allora non usare un altro nome?
La struttura della narrazione non mi è piaciuta. Parte al presente come un monologo, poi c'è una parte raccontata al passato che cambia completamente registro narrativo, poi c'è un salto di cinque mesi con un riassunto raccontato in uno pseudo-presente e che non prosegue il monologo iniziale. Tutto questo mi ha infastidito.
Nota positiva: la colonna sonora più o meno nascosta tra le righe. Aggiungo che mi è piaciuta anche la trama, ma purtroppo questo non controbilancia a sufficienza quelli che secondo me sono gli aspetti negativi del racconto. Mi dispiace.

Grazie e alla prossima.


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8Canzonette Empty Re: Canzonette Ven Mag 17, 2024 4:17 pm

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Questo racconto ha il pregio non indifferente di farsi leggere. In questo faccio complimenti sinceri all’autore. 
È una buona idea con uno svolgimento ballerino. Ad esempio non mi sono piaciute le citazioni canore, intermezzi che mi hanno disturbato durante la lettura anche per il solo fatto di mettermi mentalmente a canticchiare i pezzi. C’è poi una sorta di salto tra il colloquio del professore con Nunzia e gli eventi successivi dai quali si comprende che ci siano stati ben altri incontri col Chiavacci.
Mi sono segnata un po’ di refusi che sono facilmente sistemabili ma che mi hanno interrotto la lettura 

due chiacchera (due chiacchere)
La sua telefonata mi stupii; (stupì)
Il tempo non è passato per lei” (manca il punto alla fine della frase)
non fanno la felicita, (felicità)
compassione? paura? (Maiuscola dopo il punto esclamativo)
“Si, professore”. (Sì, professore)
E’ quello che avrei pensato (È)

Comunque più pregi che difetti. Brav 

9Canzonette Empty Re: Canzonette Ven Mag 17, 2024 4:28 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

ciao, autore.
Lettura piacevole. La trama è onesta e portata con coerenza fino in fondo. La scrittura asciutta ben si presta a tratteggiare luoghi e persone con grande naturalezza. 
Unica nota: forse rimane un po' piatta la narrazione ma, d’altra parte, chi parla è un anziano professore, all’inizio depresso e che man mano riprende a vivere con nuovo interesse.  
Primo che commento e devo dire che mi ritengo soddisfatta.

10Canzonette Empty Re: Canzonette Ven Mag 17, 2024 5:12 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

scritto molto bene, se escludiamo dei piccoli refusi, scorrevole e di gradevole lettura.
ottima idea, anche se non nuova, peraltro sviluppata in modo egregio.
l'unica cosa che manca o che io non ho recepito, è quella tensione che un racconto simile dovrebbe dare al lettore, visto il tema di cui parla.
invece scivola senza momenti particolari.
in ogni caso è un ottimo lavoro.


______________________________________________________
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Canzonette Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

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11Canzonette Empty Re: Canzonette Ven Mag 17, 2024 6:35 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Questo racconto è un bel racconto.
L'ho letto un bel po' di volte per essere convinto della sua piacevolezza, poi la cucina di Nunzia ha conquistato anche  me, e mi sarei fermato pur'io volentieri a tenere compagnia a una cuoca così serena e affascinante.
Il mondo non lo salverà una squadra di scienziati, ma l'amore.
A me piace pensare che sia così, anche se rischio uno scappellotto da parte dell'autore.
Che abbraccio.

12Canzonette Empty Re: Canzonette Sab Mag 18, 2024 11:52 am

mirella


Padawan
Padawan

Mi sembra di poter distinguere tre parti nel testo. La prima è una riuscita presentazione dei personaggi ma, a mio avviso, troppo lunga.
Come se il narratore trovasse difficoltà a entrare in argomento, il tema  viene affrontato tardi.  A  partire da qui  “poteva un anziano professore di una città di provincia salvare il mondo?” Anche lo stile cambia. Dal rapporto  umano e realistico professore/ alunno si passa  alla fantascienza: “mi spiegò il suo piano…” Ma c’è una pecca nel fantasioso progetto di Alessandro e sarà il professore ad accorgersene e a risolvere il problema, salvando  il mondo, ma anche  se stesso dalla infelicità e dalla noia .
E il l povero Alessandro?  Finirà in Svizzera in una clinica psichiatrica  (Cinque  mesi dopo) e siamo alla terza parte e all’epilogo. Si parte  dal realismo, si passa alla fantascienza, poi alla follia e infine il tono cambia completamente e si fa scanzonato, comprendendo numerose citazioni di frasi musicali.
“Sono solo canzonette”. Un finale che sembra fatto apposta per spiazzare il lettore. Francamente non mi piace.

13Canzonette Empty Re: Canzonette Sab Mag 18, 2024 7:58 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Questo racconto mi è piaciuto molto a livello di trama e disvolgimento con un'ironia di fondo che ben si adatta a quanto descritto.
Ho trovato un po' fragilino il rispetto del paletto richiesto in quanto questo lettore cui il protagonista si rivolge appare decisamente indefinito e non si comprende bene perché lo stesso protagonista vi si rivolga.
La storia appare molto credibile anche se la domanda che mi sono posto è perché mai il buon Chiavacci (il cognome, inutile nasconderlo, mi ha strappato un sorriso di "Benignana" memoria) ad un certo punto senta il bisogno di chiamare il suo vecchio professore: mania di grandezza? desiderio di condividere il suo folle piano? O, magari, all'opposto, sperare di trovare qualcuno in grado di fermarlo? Chissà. In ogni caso meno male che c'è la fedele Nunzia, grande cuoca e forse anche qualcosa di più!
Un piccolo valore aggiunto il riferimento ai testi della canzoni, da cui anche il titolo del racconto.
Gradevole la scrittura, scorrevole e fluida ma attenzione a qualche piccolo refuso di troppo. 
Ti segnalo, per futura revisione:
Qualche pillola, due chiacchera con quello bravo di cui sopra - chiacchere
Non scambiatemi per un sangiorgi qualunque - avrei messo la maiuscola Sangiorgi
La sua telefonata mi stupii; - stupì (errore da matita rossa!)
non fanno la felicita - felicità
era la più la domanda di una mamma ansiosa
E’ quello che avrei pensato anche io. Due protagonisti quando mai inverosimili - È  quanto
La felicità te la danno solo le cose che non puoi comprare:” - due punti alla fine della frase
Aveva comportamentalizzato la sua azienda in modo così ferreo - ho cercato ma non ho trovato questa parola nel vocabolario, forse intendevi compartamentalizzato


______________________________________________________
Canzonette Badge-3

14Canzonette Empty Re: Canzonette Lun Mag 20, 2024 7:20 pm

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…):
  • “due chiacchiera”: chiacchiere.
  • “un sangiorgi qualunque”; se il riferimento, come credo, è il cantante, allora direi che va la maiuscola: Sangiorgi, anche se utilizzato come sineddoche.
  • La sua telefonata mi stupii”; mi stupì.
  • “visto la totale noia”; vista.
  • “Il tempo non è passato per lei”; manca il punto finale (anche in altre righe di dialogo).
  • “non fanno la felicita”; l’accento!
  • ““Certo Nunzia, mi dica”.” Devi decidere se nei dialoghi la punteggiatura finale la metti dentro o fuori le virgolette; generalmente si mette dentro.
  • “era la più la domanda di una mamma ansiosa”; togli il primo ‘la’.
  • “Si, professore”; ‘Sì’, accentato.
  • “Non avessi due figlie, avrei fatto finta di niente”: ‘Non avessi avuto’ mi sembra meglio.
  • “suolsi”, proprio, non si può vedere.
  • “le cose che non puoi comprare:”; punto, non due punti.
  • “il classico e spesso ipocrita, augurio di rivederci”; togliere la virgola.
  • “comportamentalizzato”; probabilmente è compartimentalizzato.

Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, finale…): Uno dei tre racconti di questo step con un pazzo che vuole distruggere il mondo:
  • Viaggio nell’oscurità;
  • L’eroe della fine;
  • Canzonette.

Questi tre racconti hanno molte similitudini quindi, se le diverse Penne hanno voglia, possono fare una lettura incrociata dei miei commenti perché, dal mio punto di vista, così come sono non possono funzionare.
Non basta dire che il professore è un depresso e il Chiavacci un introverso per dare spessore psicologico credibile ai personaggi. Chiavacci è un folle paradossale e non credibile, e il professore ha comportamenti inspiegabili. Questo rende non plausibile la storia. Vediamo i punti principali. 
Il colloquio fra il professore e Nunzia resta oscuro per un po’, e narrativamente andrebbe bene se non ci fossero frasi tipo “la fine del mondo […] l’avrei attesa divertendomi e sapendo cose che nessuno al momento sapeva” e le due o tre righe successive: onestamente mi pare una cosa poco plausibile.
A un certo punto si svela l’arcano: Chiavacci e non si sa chi (“erano riusciti”, al plurale) hanno creato un batterio. Con quali competenze? Chiavacci è un chimico (neppure un chimico organico, figurarsi un biologo!) ma fa - con altri ignoti - un batterio mortale. Inciso: gli altri ignoti non sanno un cavolo (“nessuno in azienda era al corrente delle vere finalità della ricerca e della produzione”) quindi è tutto genio multidisciplinare suo. BTW: 
  • in quel breve paragrafo la parola ‘batterio’ è ripetuta 5 volte… 
  • “avrebbe annunciato la scoperta del batterio e l’avrebbero reso pubblicamente disponibile”; no, intendi l’antibiotico curativo (ma sarebbe stato meglio pensare a un vaccino; se il batterio è comunque sensibile agli antibiotici, probabilmente avrebbe fatto meno danni del desiderato).

Orbene; perché questo psicopatico vuole diffondere il virus? Per salvare il mondo col suo farmaco (ideato sempre da un chimico, che oltre che di biologia sa di farmaceutica). Lo farebbe “in cerca di una rivincita nei confronti del mondo.” Ma, scusa: si è laureato, ha fatto una star up, è pieno di soldi, c’ha la domestica che gli cucina manicaretti… per cosa diavolo deve rivalersi il povero ragazzo? Qualcuno l’ha guardato male? Questo punto è importante: 1) non si diventa pazzi sterminatori del mondo così, perché ti girano le scatole; 2) se diventi pazzo non è che conseguentemente vuoi distruggere il mondo (semmai vuoi fare qualcos’altro: vuoi il potere, visto che ne hai i mezzi); 3) se anche vuoi conquistare il mondo non è che ti inventi l’arma micidiale su due piedi. 
Verso la metà del racconto il professore - altro psicopatico coinvolto in una folie à deux - si affeziona al ragazzo e quindi non lo denuncia (anche qui non c’è modo di capire il perché) ma - come in un dramma greco - Chiavacci sente le voci (è psicopatico, ve l’ho detto!) ma arriva il deus ex machina dello psichiatra che in una settimana lo convince (frequentare un po’ di psichiatria aiuta a capire l’assurdità della scena) e via gran finale. Inutile il paragrafo “Cinque mesi dopo”. Per quanto riguarda i versi di canzoni: ma perché? È la storia di un rockettaro? La storia si svolge nel mondo giovanile degli anni ottanta e novanta? Ma cosa c’entrano?
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): In linea di massima buone le parti tecniche (lessico, punteggiatura…) ma essendo i dialoghi e, complessivamente, il testo, votati a descrivere una storia poco plausibile, viene da sé che ci sarebbe ancora da lavorarci.
Inoltre:
  • La morte chiamata ‘promozione’ due volte; una basta e avanza.
  • All’inizio: “Alessandro Chiavacci me lo ricordo bene”. Poiché poi ci racconta un sacco sul suo ex allievo, semmai andava qualcosa tipo: “Anche all’epoca, prima che questa storia iniziasse, il Chiavacci me lo ricordavo bene.”
  • Perché lo champagne corromperebbe, la sala da tè è da fighetti e la clinica svizzera è da ricconi? Queste annotazioni marginali, a mio avviso, non aiutano a dare spessore al testo e aiutano solo a capire che all’Autore/trice certe “sciccherie” stanno sulle scatole.



Ultima modifica di Claudio Bezzi il Mar Mag 21, 2024 8:31 am - modificato 1 volta.


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15Canzonette Empty Re: Canzonette Mar Mag 21, 2024 12:21 am

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Il racconto presenta parecchie imprecisioni, fra le quali:
- "Si illuderebbero che sia una forma": fosse;
- "due chiacchera": chiacchiere;
- "Lessi poi che aveva fondato una start-up che scoprì una molecola": aveva scoperto;
- "mi stupii": stupì;
- a volte manca il punto alla fine del discorso diretto, altre volte viene sostituito con ":";
- "Tutte le volte che cercai di portare il discorso su di lui e sulla sua vita personale, fu sfuggente e restio": la costruzione della frase richiederebbe l'imperfetto (cercavo; era);
- "non fanno la felicita": felicità;
- "Non avessi due figlie, avrei fatto finta di niente": avessi avuto;
- "E’ quello": È;
- "Dove staranno adesso, avranno raggiunto un compromesso": stanno;
- "Aveva comportamentalizzato": compartimentato;
- "che nessuna sapeva bene quel che gli altri dipartimenti facevano": "che nessun dipartimento sapeva quello che facevano gli altri".
Poi, le due battute (di chiara ispirazione disneyana) “Quando senti il pesce abboccare, tu dagli lenza.” / “Lui si sentirà tranquillo, abbasserà le difese e ingoierà l’esca e l’amo. E in quel momento è tuo e puoi tirarlo in barca.” in realtà sono una sola; non ci dovrebbe essere l'a capo fra l'una e l'altra.
È chiaro che con tutte queste interruzioni, la lettura è tutt'altro che lineare. E, non bastasse, ci sono tutte le varie citazioni di "canzonette" che fanno da ulteriori inciampi: l'attenzione si punta su quelle a tutto discapito della narrazione.
Anche in tema di tempi verbali non tutto scorre liscio. A parte i difetti di consecutio già segnalati, la storia si svolge al presente nella prima parte; al passato dopo l'incontro col Chiavacci; di nuovo al presente "cinque mesi dopo". Forse non sarebbe stato male utilizzare sempre il passato, limitando il presente solo all'ultima parte.
Anche a livello letterario non mi sembra che il testo offra validi spunti: si presenta piuttosto monocorde e manca un vero climax, un picco di tensione al momento della "distruzione del mondo". Tutto si stempera in un tranquillo "Fortunatamente la salute di Chiavacci peggiorò repentinamente", una frase che già ridimensiona parecchio le arie da "salvatore dell'umanità" del buon professore.
Molte più ombre che luci.
Grazie
M.


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"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

16Canzonette Empty Re: Canzonette Mar Mag 21, 2024 8:16 am

vivonic

vivonic
Admin
Admin

Claudio Bezzi ha scritto:Uno dei tre racconti di questo step con un pazzo che vuole distruggere il mondo; nessuno dei tre mi è piaciuto per due ragioni precise: la presentazione della follia (sua giustificazione e contestualizzazione, spessore psicologico del protagonista…) e le modalità di distruzione del mondo, sono talmente implausibili da rendere inaccettabili i testi. Non basta scrivere correttamente sotto il profilo grammaticale (chi più e chi meno, fra i tre che sto considerando), ma bisogna consentire al lettore di immedesimarsi, empatire, calarsi nel mondo immaginato dagli Autori/trici. In maniera assai simile, i tre racconti di cui parlo mi hanno provocato invece estraneità, fatica nella lettura, noia. Spiacentissimo, ma non ho trovato quello che cerco nella lettura di un racconto.
INTERVENTO DI MODERAZIONE


Non era mai successo prima di doverlo specificare ma, per quanto le considerazioni possano essere simili, ogni racconto è di un Autore che ha impiegato tempo ed energie per scrivere il racconto e ne impiegherà altrettanti per commentare i racconti degli altri. In nessun caso, quindi, possiamo accettare dei commenti copiati e incollati.
@Claudio Bezzi ti invitiamo quindi a modificare coerentemente con lo spirito del contest questo e gli altri due commenti che hai copiato e incollato, nel rispetto degli Autori e di tutti i partecipanti del contest.
Grazie della collaborazione.


______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

17Canzonette Empty Re: Canzonette Gio Mag 23, 2024 8:52 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Il racconto alla fine risulta troppo lungo per me; ci sono troppi dettagli trascurabili che in un libro sarebbero stati appropriati, ma in un racconto così diventano eccessivi. La prima parte è troppo lunga e dettagliata, mentre la seconda è più affrettata. Ho l'impressione che il racconto non sia stato impostato come tale, ma più come la trama di un libro più ampio.
Mi è piaciuta la tensione centrale quando il professore viene a sapere cosa sta combinando Chiavacci. Il fatto che l'autore non lo riveli subito mi ha tenuto incollato alla lettura. Tuttavia, proprio per questo motivo, quando poi c'è lo svelamento, non sono rimasto colpito. Mi aspettavo qualcosa di più bizzarro, originale e magari improbabile. Il batterio, eccetera, mi sembra una via molto abusata. Capisco che possa essere plausibile nella realtà, ma nel racconto perde di fascino.
Un'altra cosa che non ho capito è l'inserimento di parti di canzoni. A mio avviso, non è necessario e non ne capisco il senso.
Tutto sommato, però, è una lettura piacevole.

A Byron.RN garba questo messaggio

18Canzonette Empty Re: Canzonette Sab Mag 25, 2024 6:23 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto discreto che si lascia leggere con piacere.
Anche questo, come la maggior parte che ho letto, non brilla per originalità, ma almeno non gli si può dire che sia poco credibile.
Eppure la sensazione che ha avuto Imagiraffe un pò l'ho avuta anche io, quando si arriva alla spiegazione del piano basato sul batterio l'effetto "già visto" prorompe in tutta la sua forza.
E con Imagiraffe concordo anche sulle canzonette. A me disturba andare contro le scelte dell'autore, ma anche io faccio fatica a trovare il senso. Credo che ti sia venuta un mente questa trovata sulle canzonette e hai voluto inserirle nella narrazione, ma il racconto senza queste citazioni sarebbe stato identico.
Ah, non c'entrerà niente, ma Chiavacci mi ha fatto venire in mente per assonanza Vannacci. È così o è solo un caso?
Va bè, praticamente ho scritto ciò che ha scritto Ima.

19Canzonette Empty Re: Canzonette Sab Mag 25, 2024 7:22 pm

Flash Gordon

Flash Gordon
Padawan
Padawan

Sono solo canzonette non mettetemi alle strette, non ho voglia di parlare ma solo di commentare.
Ti proteggerò dalle ipocondrie del mondo io vagabondo che son altro in pensione dalla scuola e poi ti dirò dove va a morire l'aiuola nel mare d'inverno.
Quello che prende l'alunno, a proposito è il compagno di scuola.
Uno era nato sotto il segno dei pesci come lo zio che pescava e allora tutto si può fare.
Basta nun te reggee chiù e nella mente del povero alunno torneranno a fiorire le viole.
Il racconto corre come la locomotiva e allora se è pur vero un disperato erotico stomp con la tata lo si può avere dopo cena, in fondo Mr Tamburino è in clinica a curarsi dagli antibiotici.
Eppure soffia ancora il vento sulla prora e vi dirò che questo è stato un caso lampante, il ragazzo era malato e andava curato, per fortuna avevo le prove questo era un caso molto grave, probabilmente voleva curarsi con gli antibiotici.
Scrivimi quando il vento avrà spogliato gli alberi e mi avrai affidato la cura di tutto e... tutto è bene quel che finisce bene e... siamo tutti figli delle stelle.
M'è garbata assai questa prova letteraria ben articolata nelle sequenze narrative e nello sviluppo della trama. In fondo non è così lontana dalla realtà... Vi siete chiesti perché Bill Gates sapeva molte cose su pandemie e vaccini? Complimenti e mio fratello che è figlio unico ha gradito questo bel racconto.


______________________________________________________
Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.

20Canzonette Empty Re: Canzonette Sab Mag 25, 2024 11:27 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

In questo racconto ho trovato molto equilibrato e naturale come la Penna si rivolge al lettore: una cosa tranquilla, senza eccessi, proprio come avverrebbe nella realtà di una chiacchierata tra amici virtuali.
E anche in questo racconto incontriamo un personaggio che di danni all’umanità potrebbe farne parecchi: una personalità con qualche fragilità di fondo, che ha trovato nel successo e nel denaro una parvenza di felicità o di soddisfacimento dei suoi bisogni interiori o forse di rivalsa verso chissà chi o chissà cosa. Ma il troppo storpia e forse il ricercare il professore che tanto aveva stimato era una richiesta di aiuto inconscia.
Una trama sviluppata bene (mi ricorda un romanzo di Dan Brown – Inferno – dove uno dei protagonisti ha creato un virus che, diffondendosi silenziosamente, avrebbe reso sterile parte della popolazione mondiale), anche se con un finale un po’ affrettato, quasi riassunto, ma lo spazio questo era, quindi ci sta.
Mi è piaciuta molto la figura del professore, molto curata la sua resa psicologica raccontata con un’apparente semplicità e naturalezza. Un tranquillo pensionato con qualche rimpianto ma anche la consapevolezza che a volte bisogna restare nell’ombra e rinunciare alla gloria.
Il suo raccontarsi, che potrebbe sembrar prevalere sulla vicenda dell'ex alunno - a racconto finito era proprio necessario per giustificare la "silenziosità" delle soluzioni adottate per bloccare l'intendo del Chiavacci.
Complimenti.
Le mie note: piccoli refusi maligni
due chiacchera –
le probabilità di infrangere uno qualsiasi dei muri della normalità tende – tendono -  inesorabilmente
la felicita
avrebbe annunciato la scoperta del batterio penso intendessi dell’antibiotico
Altre note le ha fatte @Claudio Bezzi per cui mi fermo qui.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

21Canzonette Empty Re: Canzonette Lun Mag 27, 2024 2:49 pm

gipoviani


Padawan
Padawan

La fine del mondo. Quali occhi migliori di un vecchio che si trova nella parte finale e inutile della propria vita per raccontarla. 
la storia dell'uomo e una sequela senza fine di fini del mondo: tutte le volte che un uomo muore il mondo finisce. 
Il plot forse è un po' semplicistico e come tu stesso/a dici un po'm fumettistico, ma il clima di fine vita si sente tutto.

22Canzonette Empty Re: Canzonette Ven Mag 31, 2024 12:28 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

La lettura scorre bene perchè è scritto bene, ma mi manca un sussulto, un imprevisto che mi emozioni.
Tutto accade con tranquillità, troppa: manca un conflitto. 
Anche i personaggi, seppur ben definiti, mi sono risultati piuttosto piatti.
Lo potrei definire un racconto onesto, ma che alla fine mi ha lasciato poco.

23Canzonette Empty Re: Canzonette Ven Mag 31, 2024 7:48 pm

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Onestamente il racconto non mi ha preso più di tanto. Sospendere per il tempo di lettura qualsiasi soglia di razionalità e affidarsi alla fantasia dello scrittore è un obbligo, ma non ho potuto fare a mano di storcere il naso più volte. Non ripeterò cosa non mi ha convinto, Claudio ha già messo nero su bianco i punti più critici, ne aggiungo solo un altro: com'è possibile che il giovane Chiavazzi ceda la responsabilità di un'azienda che ha tutta l'aria di essere una roba quantomeno grossa a un prof. di chimica in pensione? Una persona senza esperienza manageriale, piovuta dal nulla, in barba a un eventuale cda o assemblea degli azionisti. Probabilmente questa rottura della sospensione dell'incredulità è dovuta al fatto che il racconto è presentato come realtà quotidiana, il prof, i compagni di liceo, la governante\mamma, non hanno nulla di straordinario al contrario della vicenda che vivono. C'è troppo distacco tra attori e copione che interpretano. Altra cosa che mi ha convinto poco sono le citazioni delle canzoni, che sinceramente non ho capito. Sono addirittura così importanti da dare il titolo al racconto, ma non hanno nessuna rilevanza. Che ne so, se almeno il prof fosse un melomane, ma neppure quello, quindi rimango perplesso. A rileggerci!


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Canzonette Senza_10

24Canzonette Empty Re: Canzonette Gio Giu 06, 2024 12:13 pm

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Ho apprezzato il racconto per la sua scorrevolezza e piacevolezza di lettura. In particolare ho gradito gli elementi ironici e i riferimenti musicali, che contribuiscono a creare un'atmosfera leggera e coinvolgente. Tuttavia, il climax secondo me è debole; dialoghi più intensi e un protagonista meno accondiscendente avrebbero potuto migliorare la tensione narrativa. Il narratore che si rivolge al lettore è ben gestito e non invadente. Molto bene lo stile di scrittura, ma ho notato alcuni piccoli refusi.

25Canzonette Empty Re: Canzonette Ven Giu 07, 2024 8:08 am

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ho scardinato talmente bene la mia voglia di indovinare gli autori dei racconti da non ricordare nemmeno quello che ho scritto io.
Tu, amico, ci sai fare e sarai sicuramente premiato, nonostante le critiche per le troppe scelte musicali. Che poi non trovo nulla di male nel fatto che tu le abbia inserite in un tema che più cupo non si può ricordando ai lettori che siamo qui pure per divertirci.
Abbraccio.

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