Erano le sette d’un mattino come tante altre sere…
Padre Ronfo sonnecchiava sul lettino nella sua cella all’interno dell’abbazia di Gullon.
Il sonno era talmente profondo che il povero frate era rimasto sveglio tutta la notte.
La campana delle orazioni del mattino aveva appena concesso i suoi primi rintocchi.
Siamo nell’anno di disgrazia mille e rotti.
«Ma che cazzo fa? Si mette la tunica al rovescio?».
«Beh, direi proprio di sì».
Strano effetto fa questo racconto al cronovisore del tempo, io racconto e tu vedi la storia nel tuo istante, che forse non esiste…
«Uhm, vediamo cosa succede caro lettore che sei qui con me, che ne dici di farlo immaginare anche agli altri?».
«Gli altri chi?».
«Qualcuno dovrà pur leggerci, non ti pare?».
«Magari...».
«Diamo allora uno sguardo al cronovisore. Forza!».
Vediamo un po’…
Ecco padre Ronfo che si infila un paio di comodi jeans e una maglietta polo con una lucertola appiccicata su, tenuta da una spilla da balia fregata alla mamma.
In fondo al refettorio il padre guardiano, mi pare si chiami Rottweiler, spalanca le porte.
«Ma come fai a saperlo se lo stiamo vedendo in diretta».
«Già sbirciato tutto prima dal cronovisore, conosco bene il convento e i frati, ma non distraiamoci».
Padre Ronfo esce dalla sua cella, accidenti ha dimenticato lo smartphone sul comodino.
Il calendario di padre indovino, appeso sopra il letto, indica l’anno 1132.
Fratel Ronfo passa la porta che conduce verso l’uscita e imbocca la strada che dovrebbe condurre al paese omonimo dell’abbazia.
Solitamente egli compie lo stesso tragitto tutte le mattine.
La strada che porta al borgo di Gullon si snoda attraverso un cammino molto tortuoso e attraversa un fitto bosco che ha solo bassa e rada vegetazione.
A quell’ora, il campanaro suona sempre dodici rintocchi e, come da abitudine, lungo il percorso, padre Ronfo controlla minuziosamente la lista delle erbe da comprare al mercato.
«Vedi come la sta sgranando? Pare abbia un rosario in mano».
Vedo che padre Rottweiler sta inseguendo a quattro zampe il nostro frate erborista.
Lo supera e con un abbaio forte lo saluta.
Padre Ronfo risponde con un miao di sottomissione.
«Ma cosa fai? Non toccare la manopola del cronovisore è pericoloso!».
«Volevo solo aumentare lo zoom un po’».
«Credo che il padre abbia delle preoccupazioni in testa, ha lo sguardo accigliato e il passo saltellante e… ora pare che stia aumentando il ritmo, sì sta proprio correndo e con questa lena credo possa bersi il miglio che lo separa dal paese in pochi minuti».
«Ma quanto tempo ci mette? Sono passate due ore e ancora il paese non si vede».
«Strano l’ultima volta ci ha messo solo venti ore per fare un miglio».
In cuor suo padre Ronfo ha una premonizione di sventura ma non diciamolo al nostro lettore, mi raccomando voi altri che leggete non fate fiato di nulla, per carità!
«Scusa un secondo, spostati in là per favore, sì va bene così. Voglio inserire le coordinate della sala ricreazione dell’abbazia, vediamo cosa accade… tanto padre Ronfo è ancora in cammino».
Guarda, guarda, quei due sono padre Pink e padre Floyd, sempre con la fissa della musica, si son costruiti due pale di legno con delle corde… le collegano a un filo?
Bah, sono fuori di testa e non poco.
«Metto l’audio in vivavoce così possono sentire tutti».
«Fratello Pink che ne dici di presentare il nostro ultimo brano musicale al festival dei Conventi di quest’anno?».
«Ottima idea fratello Floyd, però non sono sicuro sul titolo, “Shine on you crazy Pope” non mi sembra un buon titolo, telefono al padre superiore per un consiglio. Padre Son Ebeté, posso disturbarla?».
«Ah, sei tu fratello Floyd. Dimmi, cosa vuoi?».
«Io e fratello Pink vorremmo, vorremmo… uhm, farle ascoltare un pezzo».
«Ho capito, passate nel mio studiolo dopo le orazioni di fratello Mal e i canti del coro dei fratelli Primitives».
Interessante, chissà che cagata colossale suoneranno…
«No, ma che fai? Non girare il cursore del tempo, non serve per lo zoom, come devo dirtelo? Ecco hai combinato il guaio. Accidenti a te, lo schermo del cronovisore è tutto nero… ma, ma, cos’è quella roba, una scritta?».
Piove sulle labbra stolte, fuma una sigaretta appoggiata alla balaustra… fuma se stessa in attesa che qualcuno la fumi.
Il campo dei miracoli mostra segni di folla mentre le folle s'affollano nella loro follia.
Il gatto e la volpe hanno scavato una fossa, dopo essere fuggiti da Collodi, dentro ci hanno buttato un sacchetto di monete con cui saldare i conti con l’assicuratore per la polizza infortuni.
Ma la fiaba è sbagliata, il tempo è sbagliato, l'ironia è già morta.
Il gatto e la volpe hanno scavato una fossa, dopo essere fuggiti da Collodi, dentro ci hanno buttato un sacchetto di monete con cui saldare i conti con l’assicuratore per la polizza infortuni.
Ma la fiaba è sbagliata, il tempo è sbagliato, l'ironia è già morta.
«E tu dov’eri? Sì, proprio tu e non voltare gli occhi da un’altra parte. Io ti vedo, ti ho sempre visto anche quando andavi al bagno senza chiedere il permesso, anche quando hai inventato il cronovisore senza sapere che io ho consentito tutto questo. E tu lettore senza capelli, ma comprati un parrucchino che mi sembri Yul Brennero».
Volete vedere veramente come funziona il cronovisore?».
«Ma te chi sei?».
«Zitto e guardate tutti e due...».
«Cos’è un film?».
«Può essere… basta e guardate, è un ordine non una preghiera».
La System Umanoid Corporation è abbastanza lieta di presentarti una produzione Android Corporation 3000.
«Ma che so? I titoli?».
«Silenzio in sala!».
«E basta voi due, silenzio e abbassate le capocce, non vediamo il cronovisore».
«E mo questi chi sono?».
«Basta, inizia lo spettacolo, zitti!».
Certo la storia della Terra pare una grandissima carognata, eppure sono affezionato a questo pianeta blu e credo che non ci sia bisogno di spiegarti il perché.
Quando esisteva il tabacco era un bel periodo, pensa tutti a fumarsi pure i denti e poi… gli sceneggiati del ventesimo secolo che venivano trasmessi in Italia?
Mamma mia che meraviglia!
Altra roba queste nostre connessioni mentali che il computer di bordo ci invia tramite trasmissione neuronica del pensiero.
Mica pappa e ciccia sai, vorrei vedere te tutto il santo giorno con un processore in testa che ti bombarda di dati.
Ho circa un betaperiodo di riposo prima di tornare sulla plancia di comando della mia astronave.
Voglio leggerti un pezzettino del romanzo che ho iniziato ieri.
Francisco Scaramanga, avventuriero in cerca d’oro, comanda un pugno di uomini senza scrupoli.
Cercano l’oro del nuovo mondo, fortuna e potere.
«Juan, ci accampiamo qui, sotto questo spuntone di roccia saremo al riparo dal freddo della notte».
«Lo comunico agli altri».
«Metti due di guardia ai cavalli».
«Sarà fatto».
Sterpi secchi rotolano sulla sabbia del deserto, trascinati da un vento leggero e incessante.
Serpenti a sonagli si nascondono nelle pietre in attesa della calda luce del giorno.
Non molto distante, dopo la valle, una grande statua dedicata al dio Xutecutli, sorveglia l’entrata della stretta gola che conduce al Pueblo Encantado.
Quale segreto proteggerà il dio? Forse l’oro?…
«Comandante in plancia, comandante in plancia!».
Lo sapevo che non m’avrebbero lasciato in pace.
Ti rendi conto che colossale rottura di palle volare nello spazio.
«Comandante a plancia, preparate i motori per il salto nell’iperspazio, sarò operativo dai comandi secondari della mia cabina. Signor Tuning diriga a massima velocità verso il sistema Nebula III°.
Motori faxol a impulso dieci».
«Comandante i motori non rispondono e dalla sala macchine arriva un livello di radiazioni faxol eccessivo, inoltre...».
«Inoltre cosa?».
«Non vorrei dirlo, ma».
«Parli Tuning!».
«Ecco, la sala principale puzza maledettamente».
«Puzza? Oggi giornata di merda!».
Ah, perdonate, sono il comandante Jury Prostich e queste sono le avventure dell’astronave Sirion 13.
Vorrei avvisarvi di costruirvi un rifugio sotterraneo, forse siete in pericolo.
Il Gran Consiglio Federale dei pianeti Umanoidi mi ha affidato il comando di questa nave stellare con il compito di fermare un oggetto immensamente grande che si avvicina alla Terra e di cui non sappiamo nulla.
Esso si trova a 5 miliardi di betaperiodi dal nostro pianeta.
Finora nessuna astronave è riuscito a fermarlo, ha la forma di un enorme cilindro nero che ruota su se stesso e le sue pareti sono completamente lisce, pare un sigarone.
Visto che c’entrava il fumo?
Sala comando dell’astronave (Informazioni per i cronovisoristi a cura del processore autonomo).
«Signor Tuning cosa diavolo è questo odore terribile?».
«Quello che le dicevo comandante, semplice e nauseabonda puzza che viene dalla sala macchine».
«Maledetti motori faxol e stramaledetto quel prof. Faxol che li inventò».
«Ordini comandante?».
Ordini, ordini... devo risolvere tutto io come al solito, e tu hai preparato il rifugio?
«Tenente Sgorga, scenda giù, verifichi l’assetto delle turbine e il condotto comune di sfiato, temo che si siano nuovamente rotte a causa della pressione dello slancio faxol, sempre il solito difetto e si porti dietro una pistola densitoagglomerante a riparazione istantanea… ma dove va senza maschera?
Si faccia dare una tuta elastan a condensazione di materia… tutto io devo dirvi, facevo meglio a fare il gelataio».
In attesa di notizie… (sempre a cura del processore)
«Comandante, il condotto è riparato, potete dare massima propulsione ai motori».
«Finalmente una buona notizia! Signor Tuning massima potenza, prepararsi per il salto nell’iperspazio. Coordinate xy5000, dritti verso Nebula III°».
«Comandante c’è qualcosa sugli schermi, cosa facciamo?».
«Signor Tuning ho bisogno di studiare le caratteristiche di quell’oggetto, mi passi tutte le informazioni nella stanza di trasmissione neuronica, mi trasferisco là».
Perché la Terra è minacciata? (Sempre servizio informazione diretta cronovisoristi).
«Tu ci stai capendo qualcosa?».
«Boh?».
«E basta, volete finirla, bastaaaaa! Vogliamo vedere il cronovisore… e abbassate quelle stramaledette capocce!».
Nel ventesimo millennio, dell’era postatomica della Terra, il prof. Faxol aveva inventato un nuovo tipo di reazione dei nuclei dell’atomo, applicando una teoria rivoluzionaria ai motori che, con la sua applicazione, potevano percorrere gli iperspazi a velocità prima irraggiungibili.
Da allora tutte le astronavi furono dotate di questa propulsione, detta appunto faxol dal suo inventore.
La teoria sfruttava la particolare instabilità delle molecole di un certo tipo di legumi che, agglomerati e bombardati con gastroprotettori nucleari, rilasciavano un’energia spaventosa in grado di distruggere tutto quanto si fosse trovato nel raggio di azione della reazione.
In seguito il prof. Faxol costruì una sonda, con i suoi motori, in grado di viaggiare per miliardi di betaperiodi e raggiungere così le più remote zone dell’universo per trasmettere alla Terra dati di vitale importanza. Il viaggio era programmato con un rientro automatico alla base, dopo circa due milioni di betaperiodi.
Essa fu lanciata il 5 marzo del 2025 dell’era postatomica ma quasi immediatamente il centro spaziale ne perse le tracce.
«Comandante, abbiamo ricevuto una richiesta di dialogo, sono in linea dal cilindrone».
«Torno in plancia subito».
«Potete parlare il comandante vi ascolta».
«Voi umani avete costruito una sonda che vaga nello spazio?».
«Di quale sonda parlate?».
«Eccola inquadrata sui vostri schermi, la seguiamo a distanza considerevole da molti betaperiodi, le sue coordinate di viaggio portano al pianeta Terra, siete voi i suoi abitanti?».
«Certo e siamo orgogliosi della sua propulsione! Ecco dove diamine era finita la sonda di Faxol!».
«Allora comandante, confermate che la sonda appartiene al pianeta Terra?».
«Sì, confermo. Ma voi chi siete e cosa volete da noi?».
«Noi siamo ciò che rimane degli abitanti del pianeta Cilindron. La vostra sonda tempo fa entrò nella nostra orbita e l’incredibile potenza dei suoi motori distrusse ogni forma di vita.
Cilindron in pochi microns si disintegrò. Scampammo in pochi al disastro fuggendo sul mega Cilindrone Imperiale e da allora seguiamo la vostra sonda per punire il suo costruttore».
«Colui che cercate è il prof Faxol e ormai è morto da un pezzo».
«Non importa! Vi puniremo tutti, preparatevi a morire. Se non opporrete resistenza vi promettiamo una morte rapida e indolore. Il nostro raggio a Luce Nera vi dissolverà, questa volta non ci troverete impreparati!».
«Ma ragioniamoci su, in fondo possiamo trovare un accordo».
«No! È deciso, morirete. Sarete distrutti in venti macrons a partire da ora».
Cazzo, cazzo, cazzo, che facciamo ora?
«Ehi comandante, comandante!».
«Ma chi… ?».
«Siamo quelli in platea, non ci vede? Guardi altre il cronovisore, a destra».
«Ma voi scherzate e qua stiamo per morire tutti!».
«Ascolti comandante, dia uno sguardo al romanzo di Scaramanga, presto!».
«Scaramanga? Va beh, tanto oramai».
Intanto il conteggio della fine continua… Il comandante corre nel suo alloggio e apre il romanzo (Non vorremmo essere ripetitivi ma il report è sempre del servizio processore informazione diretta dei cronovisoristi).
La notte è infida e quel manipolo di avventurieri russava beato, tranne i due a guardia dei cavalli.
Il popolo della sierra dormiva pure lui.
Nessuno degli uomini sapeva che nel pueblo si coltivava solo una specie particolare di fagioli rossi piccanti e non v’era nemmeno un’oncia d’oro a parlarne, ma…
Un terribile segreto era nascosto in quei legumi.
Se masticati in un certo modo potevano sprigionare, da piccole inferiori aperture, un’enorme energia, molto puzzolente, in grado di disintegrare qualunque cosa si fosse trovata vicino.
«Uomini di Scaramanga è giunta l’alba, pronti a penetrare nel pueblo e a nuotare nell’oro!».
«Evviva don Francisco Scaramanga!».
Il grido fu talmente forte da svegliare anche gli abitanti del villaggio.
«Allerta popolo, un nemico sconosciuto si vuol impossessare dei nostri fagioli sacri, presto alla statua di Xutecutli. Aprite la testa del dio e inserite una cesta di fagioli dentro, presto».
E così fu fatto... poi tutti si allontanarono di corsa, mettendosi al giusto riparo.
Immediatamente Xutecutli cominciò a masticare i fagioli…
«Ecco l’entrata del pueblo, all’assalto!» disse don Francisco.
In quel preciso istante la statua del dio si voltò di spalle e fuoriuscì, da un foro nel sedere, una bomba d’energia talmente forte e puzzolente che disintegrò all’istante tutti i profanatori infedeli.
«Un momento cosa sono queste due pagine incollate all’inizio del romanzo?
Uhm... si stanno scollando, guardate anche voi… E questa scritta? Sembra una dedica: “Allo stimato amico prof. Faxol”.
Per fortuna ho la passione di comprare cose usate al mercatino del venerdì.
Questo libro apparteneva a Faxol! Lui aveva letto la storia di Scaramanga e dei fagioli, ecco come ha fatto ha inventare la propulsione faxol!».
«Comandante, comandante, siamo sempre noi qui in platea, non le suggerisce qualcosa questo? Usi i motori dell’astronave, non sono forse a reazione faxol?».
«Ma certo! Che bomba, siete degli angeli! Sala comando presto, signor Tuning inverta il flusso dei motori e diriga la potenza ai retrorazzi di spinta, ruoti l’assetto dell’astronave a trenta gradi in direzione del cilindrone, ricavi le coordinate dalla trasmissione radiophone che ci hanno inviato. Arrivo immediatamente in plancia».
«Tutto pronto comandante».
«Quanto manca alla scadenza dell’ultimatum?».
«Pochi microns».
«Prepararsi alla propulsione faxol, massima potenza ai retrorazzi! Via, contatto!».
Un enorme scorreggione spaziale investe il cilindrone nero che si disintegra all’istante,
con applausi all’unisono dall’astronave e dalla sala proiezione cronovisore!
«La Terra è salva! Siamo tutti salvi! Signor Tuning alla massima potenza verso la Terra, ci attendono patatine fritte e Hamburger per festeggiare! Però prima inviate alla sonda il comando di spegnere i motori, la password d’accesso dovrebbe esse faxol».
«Cazzo che figata sto cronovisore! Posso?».
«No, non toccareeeeeeeee».
«Poca miseria, dovrei tagliarti quelle mani».
Interno abbazia in onda sul cronovisore…
«Padre Son Ebetè possiamo?».
«Ah siete voi sciagurati, entrate e fatemi sentire sto pezzo».
«Vai fratello Pink!».
«Pentiti fratello dai, a testa in giù
e non ci penserai più.
Non saranno guai ma poi non pentirti più,
se a pentirti sarai tu.
Pentiti di pentirti dai, faremo la processione al bonsai
questa è la tua occasione o mai.
Sei poco connesso con il tuo amplesso,
prendi servizio e fanne il tuo vizio
usa il cilicio e non sarà sacrificio.
Rappa con me fratello penitente
vivi questa vita in modo gaudente.
Allora pentiti di pentirti dai
sarà la soluzione ai tuoi guai.
e non ci penserai più.
Non saranno guai ma poi non pentirti più,
se a pentirti sarai tu.
Pentiti di pentirti dai, faremo la processione al bonsai
questa è la tua occasione o mai.
Sei poco connesso con il tuo amplesso,
prendi servizio e fanne il tuo vizio
usa il cilicio e non sarà sacrificio.
Rappa con me fratello penitente
vivi questa vita in modo gaudente.
Allora pentiti di pentirti dai
sarà la soluzione ai tuoi guai.
Splendi come un diamante e vai!».
«Lo sapevo che era una cagata, va beh vedrò di fare qualcosa, ora andate fratelli e pentitevi».
«Forte il pezzo! E che spasso sto cronovisore».
«Ti perdono amico mio, ma tieni le mani a posto».
«Ehi, ma quello non è padre Ronfo?».
«Perbacco è proprio lui ed è ancora in cammino per Gullon».
«Ragazzi, mi sentite?».
In questo momento padre Ronfo si ferma e guarda diritto nel cronovisore.
«Ragazzi, ci siete?».
«Ma che? Parla con noi?».
«E certo! Quelli con la faccia da imbecille, non preoccupatevi voi altri, mi rivolgo solo a loro».
Un attimo, ecco fatto… e non uso più nemmeno le virgolette per scrivere. Mi riconoscete ora?
No? Allora potete chiamarvi padre Faxol e voi siete tutti nel sistema cronovisore da me inventato e questa è solo una realtà virtuale e funziona ottimamente.
Tutto ciò che rappresentate è vero solo se rimane confinato nel sistema stesso.
Magari qualche volta un sistema crea un sotto sistema e poi a me tocca mettere le cose a posto.
Non preoccupatevi rimarrete per sempre reali, solo nel vostro mondo però.
A meno che qualcuno non stacchi la spina della corrente al computer.
Certo il trasferirsi di mondo in mondo per risolvere le anomalie è roba per giovani ricercatori. Bisogna programmare il transfert di memorie, scegliere il personaggio e… troppo complesso per spiegarvelo e troppo stancante per me.
Intanto la vostra Terra è salva!
«Professore, posso dirle una cosa?».
«Ok».
«Per favore la prossima volta non rompa più i coglioni nel nostro mondo».