Ecco. Ora dovrebbe funzionare.
Data 27 Ottobre. Anno 178 dell’era Post Terrestre.
Comunicazione destinata alla delegazione della missione Noah, o a chiunque ritrovi questa capsula di salvataggio.
Il mio nome è Art Steiner, tenente Arthur Donovan Steiner, Ottavo Plotone, Quinta Divisione “Aquile Dorate” , Confederazione delle Isole Spaziali.
Credo, temo, di essere il solo sopravvissuto alla battaglia tra la Confederazione e le isole ribelli. Con molta probabilità l’ultimo esemplare ancora vivente della razza umana terrestre. Da alcuni giorni sto tentando di mettermi in contatto con qualcuno ma non ho mai ottenuto alcuna risposta. La nostra nave, denominata SIFS-147 Horizon, è stata distrutta durante l’ultimo disperato contrattacco dei ribelli. Sono riuscito a mettermi in salvo su una capsula di salvataggio, ma le provviste sono ormai in esaurimento. Al termine della stesura di questo messaggio attiverò la procedura di ibernazione nella speranza che qualcuno possa ritrovare questa capsula e invertirne il flusso.
Nell’eventualità che il processo abbia qualche problema, voglio lasciare anche questo messaggio per raccontare quanto è successo dall’inizio della vostra missione a oggi.
Pochi anni dopo la partenza della missione Noah, alla ricerca di un nuovo pianeta adatto a ospitare la popolazione terrestre, la Terra era ormai divenuta invivibile per il genere umano. Siccità e grande caldo avevano devastato il pianeta. La popolazione umana si era ridotta di numero e diverse specie animali si erano estinte. I grandi capi di stato, riuniti nella nuova Confederazione Terrestre, decisero di costruire delle isole orbitanti per trasferire la popolazione in attesa del vostro ritorno. Un nuovo pianeta abitabile era diventato ormai necessario per il genere umano, soprattutto dopo il fallimento della colonizzazione di Marte.
La prima isola spaziale fu messa in orbita nell’estate del 2255 della vecchia era. Quella data divenne l’anno zero della nuova era spaziale, denominata EPT, Era Post Terrestre. In meno di cinquant’anni tutta la popolazione fu trasferita su queste isole orbitanti, e anche la Luna divenne sede di alcune colonie. La Terra, come l’avevate conosciuta prima di partire, non esisteva più. Da pianeta azzurro e rigoglioso si era trasformato in un ammasso desertico. Gli oceani, rimasti senza vita, dopo essersi innalzati per lo scioglimento dei ghiacciai, si stavano velocemente ritirando.
Tutto questo fino all’anno 110 dell’era post terrestre. L’assenza dell’uomo iniziava a farsi sentire. Ricomparvero alcune aree verdi, pian piano sempre più grandi. Anche gli animali, quasi spariti dal pianeta, avevano ripopolato le terre ormai abbandonate dall’uomo. Il pianeta, morto, senza la presenza dell’uomo stava riprendendo vita.
Il malumore iniziò a serpeggiare tra gli abitanti delle isole spaziali. Questi vedevano il loro vecchio pianeta sempre più verde e florido, e presto si sentirono ormai rinchiusi in gabbie orbitanti. Anche se erano pochissimi, tra gli umani viventi, ad aver vissuto per qualche periodo sulla terra, nacquero e si diffusero movimenti nostalgici che ricordavano con malinconia il periodo in cui l’uomo popolava e dominava la terra. Presto questi movimenti sfociarono in vere e proprie insurrezioni popolari, devastando e rendendo inutilizzabili alcune isole spaziali.
Il governo della Confederazione Terrestre cercò di mettere un freno alle rivolte, prima con la repressione, poi considerando l’ipotesi di inviare una parte della popolazione spaziale sulla Terra. Ma queste iniziative, invece di calmare la situazione, esasperarono il tutto. Scoppiò una guerra tra alcune isole spaziali ribelli e il resto della Confederazione. Una guerra all’ultimo sangue, devastante. Una guerra di sopravvivenza tesa a eliminare totalmente gli avversari. I vincitori avrebbero conseguito la possibilità di tornare a vivere liberi sul pianeta Terra.
Le isole ribelli misero in atto il piano Icarus, schierando la propria flotta militare contro le altre isole confederate, spostandole dalle proprie orbite e facendole precipitare sulla terra. Fu un vero e proprio atto criminoso. In pochi attimi persero la vita milioni di essere umani e l’equilibrio naturale, che con estrema difficoltà si era ristabilito sulla Terra, venne compromesso definitivamente. A causa dell’egoismo di una parte del genere umano, la Terra tornò a essere un pianeta grigio e morto, senza alcuna speranza di ripresa.
Dopo diversi tentativi di mediazione, purtroppo infruttuosi, tra i vari leader rimasti, si arrivò a uno scontro finale. Le forze residue si affrontarono senza esclusione di colpi. Una battaglia disastrosa, senza né vinti e né vincitori.
Sono riuscito a fuggire con una delle capsule di salvataggio della nave sulla quale ero in servizio ma, a diversi giorni di distanza dalla battaglia, non ho visto altre forme di vita superstiti. Nessun segnale radio. Nessun sopravvissuto. Guardo lo spazio attorno a me e vedo solo una scia di cadaveri e navi spaziali alla deriva attorno a un pianeta morto. Quella Terra verde e azzurra, che ho imparato a conoscere e ad ammirare dallo spazio, non esiste più.
Ho terminato le scorte di cibo e acqua. Sto preparando il sistema di ibernazione. Spero funzioni, la capsula ha subito alcuni danni durante la fuga.
Vi prego di ascoltare con attenzione queste mie parole che raccontano come il genere umano sia riuscito a distruggere se stesso e il proprio pianeta, e fatene tesoro, perché la nuova umanità non commetta ancora gli stessi errori.