“Non gioco più. Me ne vado.”
Mina irrompe nell’etere schiaffeggiandomi il cuore.
La sua voce calda e sensuale sembra sapere chi sono.
Il primo marzo a Valle Giulia.
Andiamo a cambiare il mondo.
Dicesti, prendendomi per mano, più di cinquanta anni fa, poco prima che la Celere caricasse.
Ieri, ho stretto forte, di nuovo, la tua mano, cercando invano di trattenerti.
Rimani amore, avrei voluto gridare. Dobbiamo salvare il pianeta.
A febbraio davanti alla Normale hanno manganellato Enrico, nostro nipote.
È sempre lo stesso gioco, hai commentato.
Ho paura che neanche loro vincano la partita.
Cresce il desiderio di raggiungerti.
“Non gioco più. Me ne vado.”
Mina irrompe nell’etere schiaffeggiandomi il cuore.
La sua voce calda e sensuale sembra sapere chi sono.
Il primo marzo a Valle Giulia.
Andiamo a cambiare il mondo.
Dicesti, prendendomi per mano, più di cinquanta anni fa, poco prima che la Celere caricasse.
Ieri, ho stretto forte, di nuovo, la tua mano, cercando invano di trattenerti.
Rimani amore, avrei voluto gridare. Dobbiamo salvare il pianeta.
A febbraio davanti alla Normale hanno manganellato Enrico, nostro nipote.
È sempre lo stesso gioco, hai commentato.
Ho paura che neanche loro vincano la partita.
Cresce il desiderio di raggiungerti.
“Non gioco più. Me ne vado.”