Ciao Autore.
Tu lo sai che, con questo racconto, hai rischiato di partecipare fuori concorso. Il più titubante - lo confesso (ma forse lo sai già
) - ero io, soprattutto per la questione temporale e per il genere.
Però so quanto lavoro ci hai messo dietro, quanto impegno, quanta dedizione e, a giudicare dalla pioggia di commenti positivi che ti sono arrivati, sono contento di essermi ammorbidito, alla fine.
Ora, siccome sono sicuro che tu sia un Autore stravalido e fai tesoro dei suggerimenti, qualcosa mi sento in dovere di dirtela, e sai che le mie non sono critiche a caso, ma cerco sempre di risultare il più utile possibile.
I refusi te li perdono in parte: ti basta una lettura con calma per trovarli tutti, quindi anche in caso di pubblicazione sarebbe un problema che non sussisterebbe.
I problemi principali sono quelli che ti ha segnalato
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] e che, prima di lui, io ho segnalato al CdL.
Innanzitutto la questione del genere: qui c'è la vaga idea del monologo, ma non lo è.
Prova a chiederti quando, e per quanto tempo, il tuo personaggio abbia potuto pronunciare, ad alta voce o anche tra sé e sé, la storia così come tu la racconti... Credo che la risposta ti arrivi da sola, e il problema è proprio la narrazione che comincia dal giardino.
Io so benissimo che non è il "monologo" meno riuscito dello step, ma questo ti devo, per onore di onestà intellettuale.
Il problema temporale, poi, è evidente a tutti, anche a chi ha apprezzato tantissimo tutto il resto; francamente, resto convinto che non rispecchi il paletto imposto, tuttavia è un errore in buona fede sicuramente riconoscibile, perché tu neanche ci avrai pensato quando hai concepito il racconto e sono sicuro che adesso, un po', ti stai mangiando le mani; ma il problema è che la tua idea era stata questa e, sistemando il paletto, sarebbe venuto fuori un racconto completamente diverso. Insomma, corretto quello, stravolto il racconto...
Io credo che questo racconto sia bellissimo, te lo dico davvero. L'impegno e la capacità creativa che servono per entrare nella testa di un personaggio realmente vissuto sono ineffabili, ancor di più se il personaggio scelto è un mostro sacro come il tuo...
Tu ci sei riuscita alla grande, e infatti il tuo racconto è strepitoso. O meglio, lo è se lo si considera avulso dallo step; dato il concorso, il difetto di due requisiti su cinque mi costringe a non poterlo tenere troppo in considerazione per premiarlo.
In tutti i casi, ti faccio i miei sinceri complimenti per la realizzazione di un racconto universale, che andrebbe bene in qualsiasi concorso privo di vincoli. Spero che abbia la fortuna che merita.
Un caro abbraccio!