La partenza
Se la mia anima avesse finestre
avrebbe i vetri rotti.
Trasparenze sottili
spezzate dai colpi di chi
bussando alla porta
ha lanciato sassi
non trovandomi in casa.
Io c’ero
nascosta ho sentito
ma non ho aperto.
Per paura di qualche richiesta d’aiuto
che non sapevo ascoltare.
Alibi, solo alibi.
Se la mia anima non fosse così affranta
desolata, abbandonata nella sua decadenza
potrei calpestare balconi
che affacciano su monti inverditi
e non sul misero spettacolo
di un cortile interno
squallido e senza colori.
Il vuoto è sempre dentro, non fuori,
uno spazio da riempire di rumori.
Dove sono tutti? Perché mi hanno lasciata sola?
Le persiane sono aperte,
appoggiate alle pareti scrostate per far entrare
non dico il sole
ma un po’ di luce che faccia vedere almeno la polvere.
Se la mia anima avesse al posto di ragnatele
tendine bianche
per intuire un ordinato vivere
e non la confusione di una partenza veloce
potrei cercare un varco
per fuggire da me
dal mio essere un nulla.
Ovunque sia arrivato il tuo passo
aspettami
io vengo con te.