Ogni testa è un piccolo mondo: non si potrà mai accontentare tutti e per fortuna, dico io.
Leggere i commenti sì o no: ognuno adotta il sistema che vuole, se poi si va controcorrente, il bello della dialettica è anche questo. L'essere trascinati a volte dipende da una diversa chiave di lettura che scaturisce dal commento precedente e che può aiutare a meglio interpretare il racconto stesso, soprattutto quando il racconto ti ha lasciato qualche perplessità.
Se poi il commentatore intende mantenere il suo personale giudizio, è sacrosanto. Se viceversa si lascia trascinare troppo, forse dovrebbe chiedersi che tipo di lettore è.
Abbiamo visto tanti bei commenti, ricchi di suggerimenti, di consigli: accoglierli è doveroso e indubbiamente aiutano a crescere. Io metto in campo anche il dover rispettare lo stile dell'autore: troppe descrizioni? A me per esempio piace descrivere posti o persone percchè vorrei che chi legge vedesse coi miei stessi occhi immaginari, che mi seguisse passo passo. Ad altri piace viceversa lasciare molta libertà di visione al lettore, porgendogli il minimo indispensabile. La verità sta nel mezzo? Bene, qui possiamo imparrare a dosare. A qualcuno piace lo stile curato, superfine, magari ridondante, ad altri uno stile più semplice, minimalist, asciutto? Io (sempre quell'io un po' egocentrico che mi disturba) ammmiro il primo per la ricchezza dello stesso e anche l'altro perchè magari l'autore è tanto bravo da sintetizzare in poche parole quello che a me porta via dieci righe.
Questo per dire... boh, mi sono persa il concetto, rimanere fermo lì un attimo no eh? Diciamo che ogni metodologia adottabile ha i suoi pro e i suoi contro. Sicuramente il risultato che è scaturito da questo step, con le varie modalità di approccio, è strepitoso: penso che visti i tanti piccoli mondi che si sono messi al lavoro, ci sia un gran bel campione di lettori.