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Lo strano caso di Villa Fouchet

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Lo strano caso di Villa Fouchet Empty Lo strano caso di Villa Fouchet

Messaggio Da Different Staff Mar Lug 27, 2021 10:31 am

Faceva fresco per essere la prima settimana di giugno. In quel lontano 1929 il posto più caldo di Parigi era Villa Fouchet, un pessimo esempio di Arte nuova, della quale si diceva che fossero decorati pure i sassi. Vi si trovava buona parte della compagnia di Lew Leslie, un centinaio di neri americani che si esibivano al Moulin Rouge nella rivista Black Birds. Gli artisti, non conoscendo i canoni dell’architettura, avevano accettato di alloggiarvi con immenso calore. E occuparono la villa in tutti i sensi, estromettendo i pochi inservienti e dedicandosi a tutte le incombenze; cucina compresa, perché quella locale fu considerata troppo insipida.
 
Quella mattina una delle ballerine non si svegliò. Nel panico seguito alla situazione, capitò che fu chiamato non solo il dottore ma anche la polizia. Nessuno alla Sûreté aveva voglia di ficcare il naso negli affari di neri americani che, secondo una credenza dell’epoca, pareva che puzzassero parecchio. L’unico ispettore disponibile fu Georges Soucleau, fresco di nomina.
Insieme a lui la giovane recluta Possoin, un giovane dal promettente fiuto investigativo. «Ispettore, il cadavere odora di aglio.»
«Perbacco! La vittima si è soffocata con l’anchoïade? Un caso di suicidio alquanto bizzarro.»
«Ma no, dev’essere qualcosa di tipico di questi neri.»
«Avete ragione. Una salsa americana assassina. Sequestriamo tutte le ciotole, non permetteremo la morte di altre persone! Il caso è chiuso.»
Si girò verso un gruppo di ragazze in lacrime, alcune delle quali stavano fumando del tabacco dolciastro. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma rinunciò. «Possoin, come si dice “aglio” in nero americano?»
«Non ne ho la più pallida idea, ispettore.»
Una donna con occhi grandi si avvicinò, camminando sinuosa. «Si dice “garlic”, signore.»
L’uomo si girò con un’espressione deliziata. «Perbacco! Proprio come in inglese. Che coincidenza singolare. Con chi ho il piacere di parlare?»
«Sono Margaret Norton.»
L’uomo baciò la mano che gli veniva offerta. «Ispettore Georges Soucleau, per servirla.»
«Mi sento responsabile per la morte della povera ragazza.»
Possoin si avvicinò. «Ispettore, abbiamo una confessione?»
Soucleau non staccò gli occhi dalla donna. «Ma no. La signorina intendeva dire che è molto dispiaciuta, non è vero?»
«Terribilmente dispiaciuta. Mi sento un po’ la sorella maggiore di tutte.»
«Quindi era parente della vittima? Prendete nota, Possoin.»
La recluta estrasse un taccuino e una matita.
«La signorina Marguerite Norton.»
La donna tossicchiò. «Margaret.»
«Sì. Avete corretto?»
Il ragazzo annuì.
«Sorella della vittima e totalmente estranea ai fatti. Sottolineate bene, mi raccomando. Ci accompagnerà alle dispense dove sequestreremo tutte le preparazioni a base di aglio.»
 
Soucleau e Possoin tornarono alla Sûreté con una grande quantità di salse suddivise in mezza dozzina di ciotole.
Il commissario Drufeys storse il naso. «Cos’è questa puzza?»
L’ispettore si mise sull’attenti. «Abbiamo sequestrato il corpo del reato, commissario.»
«Dell’anchoïade?»
Soucleau scoperchiò uno dei recipienti e intinse un dito. «No, commissario. Guardate: non ci sono le acciughe.»
Drufeys guardò disgustato l’indice che gli veniva sventolato davanti al naso. «Ma che schifo!»
«Avete ragione. È un vero affronto alla cucina francese.» Soucleau cercò qualcosa per pulirsi il dito, senza successo. Finì per usare uno dei documenti sulla scrivania.
«Fate sparire subito questa poltiglia puzzolente!»
«Ma non è possibile, commissario. La vittima ne ha ingurgitata una quantità esagerata.»
Un uomo era comparso sulla soglia e si avvicinò. «Se posso permettermi…»
Drufeys strizzò gli occhi nella sua direzione, mentre le tempie iniziarono a pulsare. «E voi chi siete?»
«Jacques Goilas, medico; ho constatato la morte della povera ragazza. Sono passato per dirvi che l’odore di aglio è tipico dell’avvelenamento da arsenico.»
L’ispettore Soucleau si agitò all’istante. «Mio dio, quindi i neri americani mettono l’arsenico nell’anchoïade al posto delle acciughe! È inaudito. Bisogna arrestare il cuoco.»
Il commissario Drufeys alzò la voce. «Non arresteremo nessuno perché non c’è nessuna vittima! La ragazza è morta nel sonno per aver fatto indigestione di anchoïade. Non metteremo il naso in affari che non ci riguardano, soprattutto se la questione non desta nemmeno l’interesse dell’ambasciatore americano. E adesso fuori dal mio ufficio.»
Il medico e l’ispettore rimasero a bocca aperta, ma fecero dietro front.
 
Il mattino successivo, Soucleau, Possoin e Goilas si ritrovarono di nuovo insieme a Villa Fouchet. Furono accompagnati sulla scena, dove trovarono diverse persone tra cui la signorina Norton, che stava fumando un tabacco dolciastro.
La donna spiegò, senza evidenti coinvolgimenti emotivi, cos’era successo. «L’addetta alle pulizie ha aperto lo sgabuzzino e ha trovato la ragazza rannicchiata a terra. Ha provato a svegliarla ma poi ha visto tutto il sangue e…»
Soucleau la stava fissando negli occhi. «Ah, resterei ad ascoltarvi per ore.»
Il medico tentò di attirare l’attenzione. «Ispettore, è morta.»
Soucleau non distolse lo sguardo. «Ma no, mi sembra viva e in gran bella forma.»
«Mi riferisco alla ragazza nello sgabuzzino.»
La signorina Norton si appoggiò alla parete. «Vi prego. Trovate il responsabile. Per me è come se mi avessero tolto un’altra sorella minore.»
«Non vi preoccupate. Troveremo questo assassino di sorelle e lo metteremo in gattabuia.»
La signorina Norton si girò e Soucleau ne ammirò le forme, sfocate artisticamente dalle volute di fumo.
«Ispettore, la vittima è stata accoltellata nel basso ventre.»
Soucleau si voltò di scatto. «Perbacco. Allora non è stata accoltellata nello sgabuzzino? Questo cambia tutto.»
Goilas si pulì le mani con uno straccio. «La morte non è stata istantanea, la ragazza avrebbe potuto urlare per il dolore; possibile che nessuno abbia sentito nulla?»
«Giustissimo. Possoin, prendete nota. Abbiamo a che fare con una compagnia di ballerini sordi.»
La recluta alzò gli occhi dal taccuino. «Ma allora come fanno a tenere il tempo, se non ci sentono?»
«Non lo so, ma lo scoprirò! Adesso però andiamo di sotto.»
«Per fare che cosa?»
«Perbacco, Possoin; usate la logica. Se la vittima è stata accoltellata nel basso ventre e poi è stata trasportata nello sgabuzzino, se andiamo di sotto troveremo le tracce del trasporto.»
La recluta spalancò la bocca per la meraviglia.
Nelle cantine della villa trovarono una lettiga insanguinata. «Visto? Ecco il trasporto; adesso dobbiamo trovare il trasportatore.»
«Ma per sostenere una lettiga ci vogliono due persone, ispettore.»
«Osservazione brillante, Possoin. Dunque aiutatemi a riportarla di sopra, che da solo non ce la posso fare.»
Si misero ai lati opposti e portarono la lettiga ai piani superiori, dove si trovava la maggior parte degli occupanti. Soucleau e Possoin fecero un tour dei corridoi.
«Qualcuno la riconosce?»
Uno dei ballerini era appoggiato allo stipite di una porta. «Cosa trasportate?»
«La vostra coscienza, signore. Con chi ho il piacere di parlare?»
«Edward Blakes.»
«Possoin, prendete nota.»
La lettiga sbatté a terra, nel momento in cui la recluta lasciò andare le stanghe per recuperare il taccuino. Soucleau lo fulminò con uno sguardo e Possoin fece spallucce.
«Signor Blakes, voi riconoscete questa lettiga?»
«Sì, era giù nelle cantine a fare la polvere.»
«Fate poco lo spiritoso. Cosa mi dite di queste macchie?»
«Sangue o muffa, probabilmente. Era già così quando siamo arrivati.»
«Questo è quello che sostenete voi.»
«Cosa intendete dire?»
«Vi spiego come sono andati i fatti. Questa notte avete accoltellato una ragazza nel basso ventre, l’avete adagiata su questa lettiga e poi l’avete trasportata nello sgabuzzino senza nessuna pietà.»
Il signor Blakes incrociò le braccia. «E avrei fatto tutto questo da solo?»
«Troveremo il vostro complice e lo faremo confessare.»
 
Tornando alla sede della Sûreté, Possoin provò a mettere ordine negli appunti. «Ispettore, la signorina Norton potrebbe aver aiutato il signor Blake a portare la lettiga?»
«Rileggete bene gli appunti. Cosa avete sottolineato?»
«Marguerite Norton.»
«Tutto qui?»
«Sì.»
«Aggiungete che la signorina è totalmente estranea ai fatti.»
Il commissario Drufeys aveva letto il verbale farneticante e chiamò a rapporto i due firmatari con le vene che pulsavano nelle tempie. «Due ballerine morte in due notti in una villa affollata all’inverosimile e tutto quello che siete riusciti a fare è stato sequestrare dell’anchoïade e una lettiga sporca?»
«Ma era senza acciughe, commissario.»
Drufeys sbatté il pugno sulla scrivania. «Io voglio i nomi! Chi avete interrogato?»
Possoin tirò fuori gli appunti. «La signorina Marguerite Norton e il signor Édouard Blakes.»
«Portateli in gabbia!»
«Commissario, la signorina Norton è al di sopra di ogni sospetto.»
«Sulla base di cosa?»
«Intuito investigativo. E poi era la sorella delle vittime.»
Drufeys si alzò in piedi. «Le vittime si chiamavano Lea e Philips, com’è possibile che fossero sorelle di Norton? Oggi pomeriggio tornate a Villa Fouchet e portate qui lei e il lettighiere.»
«Ma, commissario?»
«Questo è un ordine!»
 
Gli occupanti della villa avevano protestato vivacemente quando Soucleau e Possoin erano andati a eseguire il mandato. Erano tornati alla Sûreté con i due fermati e una collezione di sassi variopinti con i quali erano stati bersagliati, per fortuna senza conseguenze.
L’ispettore restò solo con la donna, separati dalle sbarre della cella. «Signorina Norton, sono desolato per questo equivoco increscioso. Vi assicuro che si tratta solo di una formalità e che tornerete al più presto a casa.»
«Casa mia è a Lyons.»
«Ah, abitate nella regione del Rodano?»
«No; Lyons in Georgia. Lì c’è la mia famiglia, ma ormai vivo a New York da qualche anno.»
«Perbacco. Dovrò correggere il mio atlante geografico.»
La donna tamburellava con le dita sulla panca. «Avete qualcosa da fumare?»
«Niente vizi in servizio, signorina.»
«Fumo da sola, se la cosa vi preoccupa.»
«Purtroppo non posso esservi d’aiuto.»
In quel momento, qualcosa entrò attraverso la finestra aperta, sbattendo sul pavimento e scivolando fino alla cella.
«Mio Dio, cosa succede?» Soucleau si affacciò, ma non riuscì a scorgere nessuno.
L’oggetto era un sasso legato a un biglietto. «Credo che sia per voi, ispettore.»
Soucleau raccolse il messaggio e lesse ad alta voce. «“Non ficcate il naso in affari che non vi riguardano.” Questa è una minaccia rivolta al sottoscritto. È intollerabile. Chi potrebbe averlo scritto? Qualcuno alla villa?»
Norton rigirò la pietra tra le mani. «Non credo. Questo sasso è grigio e anonimo come il cielo di Parigi.»
«Volete dire come il cielo di New York?»
«È uguale. Tutti i cieli grigi sono anonimi.»
«Avete ragione. Perdonatemi.»
L’ispettore notò che la donna stava fumando, eppure non ricordava di averle consegnato del tabacco.
Soucleau si fece ricevere con urgenza dal commissario Drufeys.
«Quello che è successo è inaudito. Ed è la prova definitiva che la signorina Norton è innocente.»
Le tempie di Drufeys iniziarono a pulsare. «Come fate a dirlo?»
«La signorina era nella stanza con me, non può aver lanciato il sasso né aver scritto il biglietto. Inoltre il sasso è grigio come il cielo di Berlino.»
«Mi spiegate che cosa c’entra?»
«Tutti i sassi di Villa Fouchet sono dipinti, commissario. Possiamo scarcerare la signorina Norton.»
«Non se ne parla nemmeno. Entrambi i sospettati restano in cella finché non ci daranno una spiegazione di ciò che sta succedendo. Adesso tornate a casa vostra e non fatevi più vedere fino a domani mattina. Voi e quell’altro pazzo delirante di Possoin. È un ordine!»
 
Alla mattina arrivò un’altra richiesta di aiuto da Villa Fouchet. Suo malgrado, il commissario dovette scarcerare Norton e Blakes, che tornarono alla villa insieme a Soucleau e Possoin.
La giovane recluta era curiosa. «Ispettore, come avete fatto a convincere Drufeys a rilasciare i sospettati?»
Soucleau si picchiettò la fronte. «Ho usato la logica. I due non possono essere responsabili di un nuovo delitto. Guardate il cielo?»
«È grigio.»
«Esatto. Proprio come il cielo di Mosca.»
Possoin annuì, con un’espressione perplessa.
Una volta arrivati a destinazione, videro un gruppo di persone agitate appena fuori dall’ingresso.
«Di cosa parlano?»
Norton si rattristò. «C’è un altro morto, purtroppo.»
Soucleau sollevò lo sguardo. «Solo una mente allenata all’investigazione può sciogliere i nodi di un caso così complicato. Riuniamo tutti nella sala principale.»
«Ma perché?»
«Dimostrerò il potere della logica.»
Al centro della sala principale c’era il corpo di un uomo; il dottor Goilas lo stava esaminando. «È morto e odora di aglio.»
«Perbacco. Ancora l’anchoïade? Dovremo arrestare il cuoco. Come minimo per non aver messo le acciughe nella salsa.»
Nel frattempo i presenti continuarono a parlare in inglese. Una ragazza, in lacrime, urlò puntando il dito verso un’altra. «Tu hai avvelenato mio fratello con l’arsenico.»
L’accusata non stette zitta. «Non è vero. È stata lei.»
La ragazza appena messa in mezzo si ribellò. «Cosa c’entro io?»
«Ho trovato l’arsenico tra le tue cose.»
«Ma come ti sei permessa? E comunque meritava di morire.» Indicò con disprezzo il corpo in mezzo alla stanza.
La ragazza in lacrime si disperò ancora di più. «Come hai potuto farlo? Era mio fratello!»
«Lui ha accoltellato mia sorella.»
«Non è vero. Mio fratello era buono. È stato lui a ucciderla.»
Il ragazzo coinvolto si schermì. «Oh, no.»
La ragazza in lacrime insistette. «Sì, invece. Ti sei voluto vendicare.»
Il ragazzo si portò una mano al volto. «Io… appena ho scoperto che aveva avvelenato la mia fidanzata non ci ho più visto. Ebbene sì; l’ho stordita con l’oppio e l’ho accoltellata. E allora? Voi cosa avreste fatto?»
L’altra ragazza si scagliò contro di lui. «Bastardo. Mia sorella era innocente.»
Il ragazzo sogghignò. «Tu e tua sorella tenevate nascosto l’arsenico tra le vostre cose.»
La ragazza sbuffò. «Cos’è, una moda nuova quella di mettere il naso nei nostri bagagli? E comunque l’arsenico ce l’aveva dato lei.»
L’ultima persona coinvolta indicò il ragazzo che aveva appena confessato. «Io sono innamorata di te. Lei era la mia rivale… non sapevo come altro fare per allontanarla da te.»
Scese il silenzio.
Soucleau si portò in mezzo alla stanza. «Posso parlare? Bene. Adesso, signore e signori, vi mostrerò come la logica investigativa mi permetterà di risolvere i tristi casi di omicidio avvenuti in questa villa.»
La signorina Norton si avvicinò tossicchiando. «Ispettore, le due ragazze e il ragazzo hanno appena confessato.»
«Davvero? Ne siete sicura?»
«Sicura sicura.»
Soucleau si guardò intorno. Incrociò lo sguardo con Possoin. «Devo prendere appunti, ispettore?»
«No. Arrestiamo i colpevoli. Il caso è chiuso. Però, per sicurezza, sequestriamo anche l’anchoïade.»
 
Dopo aver ammanettato le tre giovani persone e fatte accomodare nel cellulare, Soucleau vide Norton e Blakes parlottare con due individui di pelle bianca.
Si avvicinò senza farsi notare. «I signori vi stanno infastidendo?»
I due figuri scapparono a gambe levate.
L’ispettore gonfiò il petto. «Visto? È bastata la mia presenza.»
Blakes sbuffò. «Sono due venditori d’oppio e sono appena fuggiti con i nostri soldi senza darci la merce in cambio.»
«Perbacco. Vi hanno derubato. Vado subito a dargli la caccia.»
Norton trattenne Soucleau per il braccio. «Lasciate perdere, ispettore. Torneranno quando ve ne sarete andati e ci consegneranno ciò che è nostro. Se avete buona memoria, vi hanno già avvisato di non ficcare il naso nei loro affari. E noi siamo i loro affari.»
Soucleau guardò il cielo, grigio come quello di Bruxelles. «Ci vedremo ancora, signorina?»
Norton ammiccò. «Vi aspettiamo al Moulin Rouge. Può venirci a trovare dopo lo spettacolo. Mi assicuro che vi lasceranno passare.»
L’ispettore si mise sull’attenti. «Siete molto gentile. Ne approfitterò volentieri.»
Poi, dopo aver salutato, si chiese quanto potesse costare il biglietto per uno spettacolo al Moulin Rouge.
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Messaggio Da Arunachala Mar Lug 27, 2021 7:53 pm

mah, non so che dire.
anzi, forse sì e mi spiace.
mi spiace perché non sono riuscito a ridere nonostante il tuo impegno.
non riesco a farmi cogliere dal sarcasmo e dall'ironia della storia, e di certo è un problema mio.
scritto bene, senza refusi o errori, tempi corretti.
personaggi particolari che probabilmente sono divertenti ma non mi prendono.
mi spiace, scusami ancora, se puoi.

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Messaggio Da Byron.RN Mar Lug 27, 2021 11:18 pm

Sono molto incerto.
Il racconto è scritto molto bene e questo è un fatto di cui tenere conto.
È vero, non si ride, a dir la verità non ho neppure sorriso, però la natura surreale e parodistica di questo pezzo mi affascina.
Mentre leggevo mi dicevo in continuazione "voglio vedere dove vuole andare a parare" e adesso che ho finito di leggere questa storia devo dire che ancora non l'ho capito.
Ma non è questo che mi stona, perché forse non volevi andare a parare propri oda nessuna parte.
Paradossalmente sai cos'è che mi lascia perplesso? Il fatto che il caso si sia risolto con la confessione dei tre colpevoli. Sai, avrei trovato più calzante, direi più congruo che i delitti fossero rimasti irrisolti.
Non ti so dire il perché, autrice, però questo pezzo folle m'intriga alquanto.
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Messaggio Da FedericoChiesa Mer Lug 28, 2021 12:09 am

Per uno come me, amante della comicità paradossale del commissario Clouseau, questa parodia della Pantera Rosa potrebbe risultare interessante.
Ma nel film ridevo di gusto: qui si fa sorride qua e là.
E poi un giallo risolto da una confessione… non è un giallo.
Con un po’ lavoro potrebbe essere reso più convincente.
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Messaggio Da Petunia Mer Lug 28, 2021 7:21 am

Ciao autor@

Di questo racconto ho apprezzato soprattutto la ricerca che hai fatto per quanto riguarda la “revue dei Black Birds”. Ho trovato un poster del 1929 che pubblicizzava l’evento al Moulin Rouge.
Mi ero dunque creata delle aspettative nella lettura, ma sono rimasta delusa per la piega che ha preso il racconto. Ho trovato che tu abbia un po’ sprecato una buona intuizione che ti avrebbe dato modo di scrivere una bella storia molto originale.

Il taglio di parodia con quel simil ispettore Clouseau anagrammato non mi ha proprio conquistata.
La trama è inconsistente e le trovate umoristiche non sono, per mio gusto, così divertenti.
Avendo la possibilità di scegliere un genere letterario libero, forse ti sei giocat@ il cavallo di battaglia “umoristico”  ed è un genere (lo abbiamo già visto in altri racconti degli step precedenti) molto molto difficile. La scrittura è pulita e scorrevole, ti segnalo giusto un paio di cose che ho notato, ma il racconto L’ho trovato “arruffato” . Il titolo è accattivante. Alla prossima.
Gli artisti, non conoscendo i canoni dell’architettura, avevano accettato  con immenso calore. E occuparono la villa in tutti i sensi, etc.

Attenzione alla concordanza dei verbi. Qui hai usato il trapassato prossimo e poi il p. remoto

che, secondo una credenza dell’epoca, pareva che puzzassero parecchio.
Toglierei il secondo “che”
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Messaggio Da Susanna Gio Lug 29, 2021 5:44 pm

In prima battuta, un racconto discreto, scritto bene e fluente ma, a mio parere, più adatto ad una pièce teatrale, visto il taglio che hai dato ai dialoghi e al ritmo veloce con cui hai impostato la storia.  Adatto ad un ispettor Clouseau per intenderci, con una spalla da q.i. bassino e il classico capo sull’orlo della crisi di nervi
Seconda battuta - Come racconto giallo – anche con un taglio pinkettiano – il lettore non cerca la soluzione nell’immediato, ha bisogno di immergersi nelle indagini, anche di essere depistato proprio quando pensa di aver capito qualcosa, ma anche di avere ancora qualcosa da leggere.
Qui il finale arriva all’improvviso, senza guizzi, e ci si rimane male: ma come, già fatto? E pensi di aver saltato qualche pezzo. Il solo fatto di riunirli in una stanza risolve il caso? Non vale, dai! Prima parli di logica e poi non ci dici qual è la logica (o forse io non ho capito, me lo dirai).
Personalmente, mancando i nomi degli assassini, ho fatto fatica a leggere il pezzo delle confessioni: ho dovuto rileggerlo un paio di volte. Quando poi ho letto l’ultima parte, spacciatori e c., mi sono chiesta che c’azzecca? Non sarebbe stato meglio utilizzare questo spazio per rendere più intrigante l’indagine, il suo evolversi, che invece risulta piatto, prestato più che altro a caratterizzare i personaggi?

Quindi, nel complesso un racconto scritto bene ma da rielaborare un poco, per dare più spessore al tono giallo. Forse ti era piaciuto impostare la parte dei dialoghi, se ci sei portato sono una bella sfida e spesso un racconto cresce attorno a un dialogo, ma questa storia in sé rimane deboluccia, senza colpi di scena.

Poi mi spiegherai... alloggiarvi con immenso calore
I paletti ci sono, lo sgabuzzino fa la sua parte, e ballerine anche; gli altri paletti sono prestati al racconto prostep.

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Messaggio Da Antonio Borghesi Gio Lug 29, 2021 6:45 pm

Di solito amo moltissimo l'ironia e qui per un tratto mi avevi preso poi improvvisamente c'è stata una confusione tra ragazzi e lei e lui che mi ha disorientato e ha fatto sì che cambiassi idea.I tuoi nomi francesi distorti e quello del commissario anagrammato da Clouseau hanno reso ancora più difficile la lettura a chi parla francese come me dopo 20 anni di Parigi. Peccato.
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Messaggio Da Fante Scelto Sab Lug 31, 2021 5:16 pm

Un giallo ironico e anche surreale, che si risolve da solo nonostante le "doti" provette dell'ispettore.
Qualche sorriso lo strappi, autore, tra battute nonsense e situazioni improbabili. L'insieme, però, non funziona come dovrebbe o come avrebbe potuto.
Non so bene cosa manchi, se una soluzione rocambolesca del giallo, che forse avrebbe dato più sapore alla vicenda, oppure un umorismo più forte e meno basato sulle incomprensioni forzate, che avrebbe potenziato il lato divertente.
Non so dirti.

Non è una cattiva storia, affatto. Anche lo stile l'ho trovato buono, scorrevole, leggero al punto giusto.
E' l'insieme che difetta di qualcosa, di un elemento che lo renda veramente brillante.
Così è un buon tentativo, ma gli manca il guizzo.
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Messaggio Da Ospite Sab Lug 31, 2021 5:53 pm

Sembra assurdo, ma i buoni film li ho scoperti nelle sale parrocchiali.
Frequentarle era la scelta giusta per passare un pomeriggio invernale al riparo
e sbudellarmi di risate con una ragazza.
L'ispettore al quale ti sei ispirato l'ho conosciuto lì, e non l'ho più mollato.
Perché ti racconto questo?
Perché il tuo racconto mi è piaciuto e mi ha ricordato quel periodo giovanile.
Vero è che non hai nascosto sorprese nel tuo racconto, ma io ho risentito l'odore del legno
delle poltrone, la pizza a taglio mangiata di nascosto, la carta oliata che faceva rumore, le risate soffocate. La voce buffa di chi doppiava Peter Sellers. La colonna sonora, meravigliosa, di Henry Mancini. La regia geniale di Blake Edwards. 
Perdonami se mi sono allontanato un po' dalla tua opera, nemmeno tanto però.
Sei nei miei preferiti.

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Messaggio Da SisypheMalheureux Lun Ago 02, 2021 1:31 pm

Un chiaro omaggio all'ispettore Clouseau e al commissario Dreyfus (a causa della mia poca cultura mi è sfuggito il riferimento a Possoin, che immagino sia l'anagramma di Poisson, ma di più non mi dice). Devo dire che mi hai fatto sorridere, soprattutto con la trovata dell'anchoïade. Peccato però che tu abbia puntato unicamente sull'ironia, a discapito del giallo che putroppo è inconsistente. Va bene che l'ispettore Clouseau è un noto incapace che se risolve casi è solo per mera fortuna, però qui c'è proprio una confessione diretta e spontanea del colpevoli, che si accusano a vicenda. Confessione che a mio parere è inspiegabile (va bene le accuse dei colleghi, ma perché confessare tutto e subito?) e che putroppo rovina il finale. Peccato perché la vena ironica è gradevole e la scrittura buona.

______________________________________________________
"Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? 
Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto."
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Messaggio Da Molli Redigano Lun Ago 02, 2021 3:16 pm

Dico subito che in generale il testo è ben scritto e si legge bene. I dialoghi sono credibili, ben gestiti, anche considerando il taglio ironico che si è voluto dare.

Faccio giusto qualche appunto da poco:

"un pessimo esempio di Arte nuova,"


Avrei messo la maiuscola anche a Nuova. Anzi, avrei proprio scritto Art Nouveau, omaggiando l'ambientazione nella Parigi del 1929.




"dedicandosi a tutte le incombenze; cucina compresa,"



Avrei messo una , anziché ;, la "cucina compresa" fa parte di "tutte le incombenze", la separazione del ; è troppo netta secondo me.




"capitò che fu chiamato non solo il dottore ma anche la polizia."



Avrei messo una , prima di "ma".


"Insieme a lui la giovane recluta Possoin, un giovane dal promettente fiuto investigativo. «Ispettore, il cadavere odora di aglio.»"


Non voglio tediare nessuno, tantomeno l'Autore, per cui farò soltanto questo esempio nonostante capiti spesso nel testo: dopo "fiuto investigativo" e prima del discorso diretto, io avrei messo :. Oppure, iniziando il dialogo, sarei andato a capo dopo il punto. Non è scorretto ma stilisticamente migliore a mio modesto avviso.




"«Jacques Goilas, medico; ho constatato la morte della povera ragazza."



Qui secondo me l'apposizione "medico" non ci sta in un discorso diretto. Meglio dire: "Sono il dottor Jacques Goilas, ho constatato la morte della povera ragazza." (, non ; dopo Goilas).




"«Perbacco, Possoin; usate la logica."



Anche qui secondo me meglio , che ;




Per "giustificare" ciò che ho detto sopra circa l'uso di ; e , segnalo un passaggio dove il ; è usato correttamente a mio avviso:
"Al centro della sala principale c’era il corpo di un uomo; il dottor Goilas lo stava esaminando."



E' dall'inizio del commento che voglio dire una cosa: ma se l'anchoïade è senza anchois, allore non è anchoïade. E manco bagna caoda, perbacco. Concordo con Soucleau, il cuoco andava arrestato. 

Penso che la vena ironica, il taglio umoristico del racconto sia tutto sommato ben riuscito. E' vero, non c'è da sbellicarsi dalle risate, e se così fosse stato probabilmente non avrei apprezzato come in realtà ho fatto. L'Autore ha giocato "facile" ricalcando un modello famoso a cui però ha dato secondo me un tocco di originalità che lo ha fatto distinguere. 

La scelta che si è rivelata azzardata a mio parere, è stata il fatto di sviluppare la trama a sfondo umoristico sul genere giallo. E' vero che uno come Soucleau non avrebbe mai risolto il caso a suon di battute "ignoranti", ma la confessione dei tre colpevoli ha veramente sgonfiato la già debole suspense che permeava il racconto. Infatti il passaggio in cui i colpevoli si accusano a vicenda è forse il meno accattivante di tutto il testo.

Insomma, un racconto grigio, come il cielo di Torino.
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Messaggio Da Danilo Nucci Mar Ago 03, 2021 9:45 pm

L’ho trovato un buon esempio di comicità demenziale, in linea con quella della Pantera Rosa, dei tempi andati. La semplice lettura del testo evidentemente non può reggere al confronto della realizzazione cinematografica che viene subito in mente come pietra di paragone. Trovo che anche qui ci siano buone battute, ma far ridere un lettore è molto più difficile che far ridere uno spettatore di un film con fior fiore di attori brillanti, una scenografia adeguata, una colonna sonora e una regia sapiente. È naturale che il raffronto non possa reggere, eppure considero il tuo tentativo veramente un buon tentativo, di tutto rispetto.
La migliore battuta per me è questa: “Possoin, un giovane dal promettente fiuto investigativo. «Ispettore, il cadavere odora di aglio.»
Valuterò su un posto in classifica che meriti per la scelta coraggiosa e come idea più folle dello step… sempre secondo me.
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Messaggio Da paluca66 Mer Ago 04, 2021 12:44 pm

Hai fatto una scelta ben precisa, aut@, ispirandoti all'ispettore Cloiseau per il tuo racconto e quindi privilegiando l'ironia al giallo vero e proprio.
Una scelta coraggiosa, a mio parere, che hai portato avanti per tutto il racconto sacrificando in parte la soluzione del giallo e questa coerenza sento che dovrebbe essere premiata.
Sulla riuscita della parte ironica, invece, effettivamente qualcosa da dire c'è in quanto se è vero che qua e là, sei riuscit@ a farmi sorridere, alla fine l'ironia si è un po' persa, annacquata nel racconto: io avrei calcato ancora più la mano su alcune battute, spingendo oltre la demenzialità di alcune situazioni.
Il racconto è scritto bene e nel complesso non ho trovato grandi appunti da fare se non una concordanza verbale già segnalata da un precedente commentatore.


Ultima modifica di paluca66 il Gio Ago 05, 2021 10:16 am - modificato 1 volta.
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Messaggio Da ImaGiraffe Gio Ago 05, 2021 9:46 am

Ciao Aut*

Parto con una citazione di Coco Chanel "Prima di uscire di casa, guardati allo specchio e levati qualcosa"
Ecco il primo pensiero che mi è venuto dopo aver letto il tuo racconto è stato proprio questo. C'è tanto forse troppo in questo racconto che alla fine ti senti disorientato.
Ma sai che ti dico questa sensazione mi è rimasta impressa e la tua demenzialità studiata nel mio caso fra breccia e rimane impressa.
Rimane il fatto che ti inviterei a togliere qualcosina per rendere la narrazione ancor più fulminante. Lo dico perché dopo un pochino l'attenzione cala ma nulla di preoccupante. 
Come ultima cosa vorrei invitarti a rivedere la parte finale, quella della serie di confessioni. È molto teatrale e cinematografica (in video renderebbe tantissimo) ma scritta invece perde di potenza e si rendere confusa. 
Ti ringrazio per questo racconto leggero e frizzante, ti saluto facendoti i complimenti.
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Messaggio Da gipoviani Sab Ago 07, 2021 10:07 am

Punti di forza.
Il coraggio della scelta. Il registro comico è quello più difficile. Non posso che ammirare la tua scelta.
Il racconto è comunque molto gradevole da leggere, leggero e senza quegli accenti moralistici che hanno invece danneggiato molti altri racconti. 
In non aver utilizzato alcun animale parlante. Mi erano venuti a noia.
Punti di debolezza.
Il registro comico non è sempre efficace, ovvero non fa tanto ridere. 
Aspettavo con ansia di sapere come avessi chiuso, in senso investigativo, il caso. Una confessione, non è una soluzione, è l'ammissione di non sapere come chiudere. 
Comunque interessante.

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Messaggio Da digitoergosum Dom Ago 08, 2021 11:45 am

Ciao Autrice / Autore.

Mi hai divertito molto, ma non è nemmeno questo, non solamente questo, a farmi piacere, e molto, il racconto. Non hai inventato nulla su Clouseau, eppure l'hai descritto così "veritiero" nel no sense originale, che meriti un plauso. Alcune frasi sono da incorniciare, altre sono da scoprire per poi incorniciarle. Tanti doppi, e intelligenti, sensi. Fammi / facci leggere altri racconti come questi, please.
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Messaggio Da Hellionor Lun Ago 09, 2021 3:01 pm

Concordo con il commento di @digitoergosum ,  
Non hai inventato nulla su Clouseau, eppure l'hai descritto così "veritiero" nel no sense originale, che meriti un plauso.


Mi hai divertito molto, il racconto scorre a meraviglia, riesci a farmi sintonizzare subito con la storia.
Però la parte delle confessioni ti è un po' sfuggita dalla penna, a mio avviso. 
Meno brillante e troppo confusionaria, mi stacca dalla storia. Ci lavorerei per rendere meglio le dinamiche delle confessioni. 
Resta una lettura briosa che ho davvero apprezzato. 
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Messaggio Da Asbottino Lun Ago 09, 2021 4:07 pm

Sul finale si ingarbuglia un po' e forse uno si aspettava qualcosa di più rocambolesco che invece non c'è, ma fin lì è molto godibile.
Nella testa abbiamo tutti Peter Sellers che interpreta l'ispettore Clouseau, anche se quella era una comicità molto fisica (forse le scene che fanno ridere di più sono quelle con Kato). Eppure in qualche modo riesci a riportare sulla pagina parte della sua inconsapevole stupidità e ci sono dei momenti davvero riusciti.
Forse il difetto più evidente è che in generale l'impianto giallo su cui appoggi le gag del suo personaggio a lungo andare diventa non dico superfluo, ma non riesce a bilanciare, a fungere da controparte "seria" che permetta di stabilire un equilibrio con la nonsense dei dialoghi. Per certi versi è come se non fosse davvero importante risolvere il mistero.
Un esperimento molto coraggioso comunque. Al di là del risultato finale anche solo averci provato lo trovo degno di nota.
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Messaggio Da Akimizu Lun Ago 09, 2021 6:34 pm

Io mi sono divertito molto a leggere questo ottimo racconto. Poi è normale che non tutte le battute e le gag siano riuscite, che pretese, ma la media è parecchio alta, e già questo per me vuol dire che il racconto è riuscito. C'è verve, movimento, dinamicità, tutte cose che creare con la scrittura è davvero difficile. Ecco, se un difetto c'è, forse è quello puramente giallo, del mistero insomma, perché alla fine hai deciso di buttare in caciara e in battute anche quello e hai dato adito a due interpretazioni: una era che non sapevi come uscirne e l'altra è che te ne sei fregato. Io propendo per la seconda. Per te il racconto era completo con la parte comica e a quella investigativa non hai dato peso. Poi ci dirai.
In ogni caso se avessi cercato di curare anche quella parte sarebbe stato jackpot.
Complimenti, a rileggerci!
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Messaggio Da vivonic Mar Ago 10, 2021 9:28 am

A me questo racconto ha fatto morire dal ridere. L’ho trovato esilarante e geniale.
So che probabilmente non è un racconto con il quale l’Autore possa (o voglia) puntare al primo posto, ma è stata una delle letture che ho apprezzato di più: da mal di testa proprio, ma un mal di testa perfetto per seguire i deliri dei personaggi, oltretutto ben caratterizzati in ogni aspetto.
Certamente non lo definirei un racconto giallo, e non vedo come possa esserlo, quindi resto un po’ perplesso dai commenti di alcuni amici che hanno scritto prima di me; qualunque osservazione riguardante cosa avresti o non avresti dovuto fare per rientrare nelle caratteristiche del genere mi sembra quindi superflua e decisamente inutile. Certo, se avessi presentato questo racconto al primo step ci avresti messo in seria difficoltà, ma sono ragionevolmente convinto che tu lo sappia da te. Semmai sarebbe potuto andare benissimo al secondo step 😉
Per quanto mi riguarda, lo considero uno dei racconti meglio riusciti di questo step. Come ho già ribadito più volte, questo step mi piace tantissimo, e il merito è senza dubbio anche da attribuire al tuo racconto.
Complimenti, e grazie!

______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Messaggio Da gemma vitali Gio Ago 12, 2021 10:50 am

Un racconto tragicomico che si dipana a suon di battute demenziali che più demenziali non si può. ù
Mi è rimasto impresso il cielo grigio di Londra...
Il racconto è ben scritto e atratti anche divertemte, solo che forse in alcuni punti mi sembra un po' esagerato . Uno di questi è prorio la confessione che a una prima lettura appare un po' ingarbugliata, forse farebbe più effetto vederla rappresentata scenicamente, magari a teatro.
Ottima prova autor.
Alla prossima.
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Messaggio Da caipiroska Gio Ago 12, 2021 11:32 am

Ma che bel racconto!!!
A me è piaciuto davvero molto: la vena surreale che attraversa tutto il testo è inaspettata e convincente e mi ha sempre tenuta con la curiosità sull'attenti; cosa accadrà ancora?
Le varie scene si susseguono senza una pausa, tutto accade con frenesia e ritmo calcolato: la simpatia per la Norton per me è la ciliegina sulla torta.
Il testo è anche ben scritto e molto curato, cosa che agevola molto la lettura quando ci sono così tanti personaggi che si avvicendano e che costruiscono sempre nuovi dialoghi: non faticare a capire chi dice cosa è un notevole punto a favore.
Forse l'unica pecca (ma questo credo che sia il problema del limite di battute) è che tutta la storia è molto compressa: accade tantissimo in pochissime battute. Con una libertà maggiore e senza vincoli credo che avresti infilato le giuste pause per far prendere fiato al lettore: questa lettura è stata una serratissima, ma molto piacevole, corsa. Una spettacolare 100 x 4, azzarderei.
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Messaggio Da Susanna Sab Ago 14, 2021 5:14 pm

Achillu, non farlo mai più, ma proprio mai più! Mi sa che alla prima occasione ti arriveranno tanti di quei calendari e calendarietti che non ti scorderai le date neanche volendo. Spiace molto, davvero.
Però al prossimo step ci sarai, perchè ci sarai vero?

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Messaggio Da Achillu Dom Ago 15, 2021 6:52 pm

Un abbraccio a tutti e grazie per i commenti. Sono ancora in montagna e non riesco a scrivere un “terzo tempo” come si deve a causa di una connessione sempre più instabile, soprattutto oggi che è Ferragosto.

Mi dispiace tantissimo per il contrattempo, ero davvero convinto che l'ultimo giorno per i commenti fosse venerdì.

Il racconto nasce come omaggio non solo a Peter Sellers e all'ispettore Clouseau ma anche a quello che per me è il più riuscito di tutta la serie, ossia Uno sparo nel buio, l'unico senza Pantera Rosa. Norton avrebbe dovuto essere Gambrelli ma non ho avuto battute a sufficienza per accusarla di ogni omicidio. Il resto dei paralleli non lo dico perché ho scoperto che esistono persone che non hanno ancora visto il film. Aggiungo solo che Possoin e Goilas sono personaggi che non hanno corrispondenza con il film.

Metto anche questo racconto nel cassetto, sperando di avere il tempo di riscriverlo come ce l'avevo in testa.

Rinnovo tutti i ringraziamenti e vi aspetto per il quinto step. Come minimo commenterò.

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Messaggio Da Ospite Sab Ago 21, 2021 12:41 pm

Riletto con piacere. Alla distanza guadagna punti.
Complimenti, Achi.

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