La città era divisa in due parti, quella urbanizzata degli umani e quella magica delle streghe e dei grandi stregoni.
Al centro di queste opposizioni si trovava un hotel enorme, gestito da un'intera famiglia, gli inglesi Patterson, costruito sin dagli anni del dopoguerra.
Verso la fine degli anni 80 era stato ristrutturato aggiungendo una sala da ballo, in cui dal soffitto pendevano ancora i primi lampadari in bronzo dorato, sul pavimento invece era di grande ammirazione lo stemma di famiglia.
Nei piani superiori si trovavano le camere da letto, delle stanze molto ampie collegate con dei bagni molto eleganti, invece al piano terra c'era la cucina e la sala ristorante.
Nel complesso era tutto impeccabile, ma la sala da ballo era il perno di tutto l'hotel, somigliava quasi a una reggia, aveva qualcosa di magico poiché era l'unico posto dove umani e stregoni potevano incontrarsi e stare insieme.
Le streghe non potevano alloggiare nelle stanze dell'hotel, ma soprattutto non potevano mangiare in quel ristorante.
Lì lavorava un umano davvero speciale alquanto buffo, Tommy, il cuoco più buono e bravo di tutti gli Stati Uniti, lui era paffutello ma molto carino, spiritoso ma troppo timido.
Aveva solo un sogno: essere felice, ma non sapeva di cosa aveva bisogno per realizzarlo, perciò tutte le sere, quando incominciava a cucinare e a pensare a tutti i suoi difetti, riusciva solo a piangere.
Ogni piatto conteneva una sua lacrima e ciascuna di esse conteneva un pezzo di sogno, ma soprattutto un grammo di felicità.
Molti umani dopo aver mangiato lì infatti raccontavano che sentivano della magia dentro di loro, riuscivano a provare quello straordinario senso di felicità inaspettata che ti fa sentire vivo, eccitato.
Capì che c'era qualcosa che non andava in lui e nei piatti che preparava quando stava perdendo tutto se stesso fin quando un giorno, la vigilia del 31 dicembre, sbagliò il suo miglior piatto e assaggiando quell'errore si tolse velocemente il grembiule e scappò via a casa.
Si mise nel letto e disse: "Sono un errore, non cucinerò mai più!"
S'addormentò col broncio.
La mattina appena si svegliò, si ritrovò nella sala da ballo, rannicchiata a terra.
Ma chi era diventato?
Aveva perso tutti i chili di troppo, gli erano ricresciuti i capelli dorati che aveva un tempo, i suoi occhi scuri diventarono azzurri come il cielo, la sua pelle liscia come l'olio.
Era cambiato, si vedeva talmente bello che svenne dalla felicità.
"Finalmente il mio sogno si è realizzato, non cucinerò mai più, sono felice.
Adesso anch'io potrò mettere piede in questa sala e non come uno stupido cuoco, ma come ballerino e ospite!"
Uscì immediatamente per cercare uno smoking nuovo e della taglia giusta e tra sé e sé ripeteva sempre: "Questo è il mio venerdì fortunato e domani sarà davvero un anno nuovo!"
Trovò un vestito meraviglioso, ma nel tragitto per tornare a casa, udì nello stereo della macchina, dopo il brano di Santana, tanti problemi che stavano succedendo proprio negli Usa quel venerdì.
Tra il Millennium bug e la restituzione del Canale di Panama la gente era molto frastornata.
"Nessuno rovinerà mai il mio venerdì!"
E distraendosi alla guida andò a finire dritto dopo l'hotel, superando la barriera di confine.
"Tommy, cosa ci fai qui?"
"Come sai il mio nome?"
"Conosco molte cose di te, sei il cuoco dell'hotel, eri paffuto, pelato e buffo."
"Sei stata tu a trasformarmi?"
"Non io, ma Bellatrix, la trovi in via dei rospi blu."
"Via che?"
"Hai sentito bene e poi non dovrebbe essere una novità per te!"
"Che vuoi dire?"
Ma prese la sua scopa e volò via lasciandolo nel dubbio.
S'incamminò, non riusciva a trovare quella strada dal nome tanto insolito per una via.
Via stelle quadrate.
Via rosso zaffiro.
Via estate fresca.
E così via, fin quando finalmente trovò la via dei rospi blu.
Le case erano davvero divertenti, sembravano degli enormi stivali.
Bussò alla porta e aprendola disse immediatamente: "Finalmente Tommy!"
"Ma chi sei?"
"Bellatrix, la tua mamma."
"Mi hai abbandonato!"
"Ho dovuto Tommy, non era mai successa una cosa del genere."
"Mio padre ha detto che sei partita per l'Italia e invece tu sei qui, bugiarda!"
"Ho dovuto per il vostro bene, ma soprattutto per paura, tu sei il primo mago nato da un umano e una strega.
Ho sempre voluto proteggerti da questo mondo, adesso Valder vorrà parlarti e ti chiederà cose folli."
"Ma tu mi hai trasformato e poi chi è questo Valder?"
"Io volevo renderti felice."
Spuntò improvvisamente un anziano dalla barba rossa lunga: "Ho l'onore di conoscerti."
"Mamma chi è lui?"
"Io sono Valder, lo stregone della famiglia dei Bonsed, l'attuale capo della città."
"Io voglio tornare a casa, ma soprattutto come prima."
"Ti farò tornare come prima a una sola condizione."
"Mamma, aiutami."
"Figliolo non posso, io posso fare solo gli incantesimi, esso si spezza solo con il tuo volere", disse Bellatrix disperata.
"Io invece posso."
"Valder dimmi la tua condizione."
"Tu ci aiuterai a distruggere tutti gli umani di Massachusetts e insieme comanderemo su di essa."
"Di tutto."
Non era più come prima, divertente e sempre disponibile con gli altri.
Bellatrix si sentì davvero in colpa, ma in fondo sapeva che Tommy sarebbe riuscito a spezzare il suo incantesimo e trovare da solo la vera felicità.
Insieme i due andarono a progettare un piano, Tommy rivelò tutti i loro punti deboli, così da attaccare con astuzia e vincere.
Quando il piano fu pronto, Valder e il suo esercito insieme a Tommy ritornarono nell'hotel, nella sala da ballo, capace di dar loro più potere.
L'attacco doveva avvenire tra la fine del 1999 e l'inizio del nuovo anno, proprio quando tutti gli umani erano pronti a far festa.
Un'ora prima Tommy iniziò a provare del malessere, così un po' sconvolto dalla giornata, tra l'incantesimo e l'incontro con la madre, uscì fuori e ricominciò a piangere: "Perché non sono felice?"
All'improvviso spuntò una donna col volto semicoperto: "Tommy, può darsi che non sarai mai felice..."
"Chi sei tu e come conosci il mio nome?"
"L'importante è essere se stessi, nessuno nasce perfetto e mai lo diventerà, possiamo pur sempre migliorare il nostro fisico, il nostro ego, senza mai modificarci del tutto."
"Ma io desidero esserlo."
"Cos'è che tu desideri veramente?"
"Io voglio aiutare gli altri a star bene, vorrei poter fare la differenza nel mondo e deliziare tutti coi miei piatti."
"Allora qual è il problema?"
"Tutti mi vedono come il buffo e ciccione cuoco di questo hotel.
Nessuno vorrebbe essere mai mio amico o qualcosa di più e io vorrei innamorarmi e amare."
"Ci sarà prima o poi chi vedrà in questo buffo cuoco il proprio principe del ballo della propria vita..."
"E se io non..."
Improvvisamente la donna sparì e lui ritornò se stesso, il buffo e paffutello cuoco.
Si asciugò le lacrime in fretta e corse in cucina.
Aveva meno di un'ora per salvare Massachusetts, così cominciò a cucinare con energia e passione.
Unì tra loro ingredienti nuovi e assaggiò, quei nuovi piatto emanavano fiducia, speranza, voglia di ricominciare.
Così ritornò nella sala da ballo magica e servì a tutti gli ospiti quelle pietanze.
Sottovoce disse: "Può darsi che non sarete mai felici, ma l'importante è accettare se stessi e donare amore.
Può darsi che mai nessuno riuscirà ad amarmi, ma io amo la vita e amo cucinare per tutti voi.
E questa notte, l'ultimo dell'anno, vorrei poter riuscire a unire questi mondi così paralleli, ma alla fine così simili...
Buon appetito!"
Tutti iniziarono ad assaggiare, tranne Valdar che in modo aggressivo si allontanò tornando nella sua dimora.
Bellatrix si avvicinò e gli disse: "Sono così fiera di te, figlio mio."
Nel frattempo lo raggiunse Lilly, la cameriera più giovane e graziosa dell'hotel.
"Tommy che fai qui tutto solo?"
"Tu sei felice?"
Stranita rispose: "Sono felice di essere qui con te in questo momento."
Scattò la mezzanotte e finalmente il nuovo anno era arrivato con un nuovo amore.
"Lilly vuoi ballare con me?"
E insieme iniziarono a ballare la coreografia più bella, la vita, in quella sala da ballo piena di magia e carica di una futura vendetta poiché Valder non si sarebbe mai arreso.