Babbo Natale non esiste

Storia semplice e lineare, non originalissima ma comunque godibile. Purtroppo mi sono perso un po’ nel finale, non si capisce se il Natale “inesistente” sia una fantasia di Babbo Natale o realtà, se poi ci ripensa oppure no ecc…; anche la scenetta della famiglia e il legame come l’esagerazione del Natale potrebbe essere difficilmente colta da un pubblico giovanile. Scrittura di buon livello e scorrevole ma, anche in questo caso, qualche frase un po’ complessa per i più piccoli, come “No, però. Il mistero che dovrebbe permeare la tradizione del Natale, la bellezza dell’attesa, i regali che premiano i bimbi per la loro pazienza; ecco, mi sembra che tutto questo sia passato in secondo piano. O meglio, è come se questi aspetti fondamentali del Natale, tralasciando il fatto che la mia immagine è utilizzata spesso impropriamente, si siano commercializzati anche loro. Il Natale è bistrattato, ecco il termine giusto.” Insomma, per renderlo davvero un racconto per ragazzi ci vorrebbe forse qualche accorgimento in più, però la trama e il tema sono perfettamente centrati.

Lo trovo, per tre quatri abbondanti, un racconto davvero piacevole, disimpegnato, rilassante... balneare. Poi accade qualcosa e quel qualcosa mi convince meno.
Sostanzialmente per due motivi.Il prmo è che viene gestito in maniera un poco sbrigativa, confrontato con il resto della narrazione. Il secondo è che non è chiarissimo come si conclude. (o forse non l'ho ben capito io, può darsi, ormai l'età che avanza si fa sentire.)

Cosa poco chiara è anche la gestione temporale che passa da ferragosto a quasi Natale in un battito di ciglia... Ok, il tempo vola. Però...

Voto diviso in due, molto buona la parte umoristica, ho apprezzato meno quella triste e moralista.
Ti faccio comunque i complimenti.
Grazie

Racconto che vuole uscire dalle convenzioni del Natale ed in parte ci riesce con la descrizione di belle spiagge assolate. La scrittura è buona, spesso però oscilla tra concetti per adulti e descrizioni per bambini. Buona la morale per cercare di rendere meno commerciale il Natale, forse l'assenza per un anno sarebbe stata sufficiente... Che razza di Babbo Natale è questo? Più egoista degli sfruttatori del Natale! Molla tutti i bambini e resta in vacanza?    Bella l'idea, forse da rivedere nel finale. Grazie!

Cara autore/cara autrice storia simpatica che si fa leggere, anche se senza particolari pretese. Qualche messaggio che potrebbe fare breccia tra i ragazzi anche se forse temo che l'ambientazione tropicale rischi di distogliere l'attenzione sulla morale che si vorrebbe trasmettere. Ovviamente inverosimile, ma proprio per questo adatta a un pubblico giovane. Scorrevole la lettura. Alla prossima.

Ciao Penna. Prima di commentare il tuo lavoro, contrariamente a ciò che ho fatto con gli altri, ho voluto leggere i commenti degli altri autori. Mi chiedevo se fossi io il problema nel "vivere" molti dei racconti nella sezione "ragazzi". Il tuo racconto mi è piaciuto molto, peraltro scritto molto bene, a parte qualche licenza che ti sei permessa con la punteggiatura. Ma non riesco pienamente a collocarlo nella sezione per cui concorri. Il registro troppo alto, la morale difficile da scorgere, certe descrizioni (tutto bello e divertente) me lo farebbe apprezzare molto più nella storia zione adulti. "È i bambini, purtroppo, o per fortuna, sono cambiati anche loro". Insomma, si, sono cambiati ma non così tanto da capire un lessico, una descrizione come da te affrontata nel tuo. E i più grandicelli...forse cercherebbe qualcosa meno stiloso, più originale (nel senso di sconvolgente). Fino ai sedici anni, quando mi sono imbattuto nel Ritratto di Dorian Gray, leggevo i Gialli dei Ragazzi (con trovate investigative incredibili e se miserie), leggevo fantascienza (che mi faceva volare con la fantasia). Ma anche poi con Dorian mi sono trovato con un dipinto che invecchiava al posto del degenerato protagonista (sorpresa!). Ecco, quella sorpresa qui non l'ho pienamente assorbita nemmeno provando a calarmi a quell'età che ho avuto. Ma se lo sposto nell'altra sezione, devo dirti che la tua proprietà di linguaggio, e quindi di scrittura, è notevole e gustosa. Grazie.

All'inizio ho quasi avuto paura che non andasse da nessuna parte, che girasse lì su quella spiaggia, un dialogo tra un Babbo Natale stufo e un aiutante che cerca di mantenere in piedi le tradizioni e allo stesso tempo non irritare il suo padrone. E forse il dialogo va un po' per lunghe, al di là del fatto che sia ben scritto.
Poi qualcosa succede, anche se non è tutto chiaro. Su questo lavaggio d'anime ci passi un po' sopra rapidamente e invece dovrebbe essere il cuore del racconto, o almeno un centro, come una boa: la raggiungi, ci giri attorno e poi ritorni alla spiaggia. E invece quella boa qui non c'è, o è solo alla fine, e il ritorno è troppo breve.
Quindi trovo che più che altro il racconto sia un po' disequilibrato. Ma è comunque ben scritto e, anche se una spiaggia delle Hawaii non è molto natalizia come ambientazione, non posso dire che non sia un racconto di Natale, a modo suo.
Sicuramente è un racconto per ragazzi. Magari un po' cresciuti, ma nella sezione adulti sarebbe passato troppo inosservato e ha comunque delle buone qualità che non andrebbero perse.

Finalmente un Babbo Natale che si chiama Nicola! Non ne potevo più di Klaus e americanate varie!

Purtroppo, a me il racconto non è piaciuto particolarmente anche se trovo interessante l'idea di annunciare al mondo che Babbo Natale non esiste. L'intera discussione tra l'elfo e Babbo Natale sulla spiaggia è poco naturale, sembrerebbe che il problema della commercializzazione del Natale sia scoppiato improvvisamente mentre invece è stata una cosa progressiva di cui Babbo Natale e tutti gli elfi del polo nord avranno dibattuto più volte negli anni. Ho avuto l'impressione che appunto quella discussione serva più a informare il lettore che a fare il punto della situazione.

Ciao Autore,
allegro, frizzante e ben condotto questo racconto, anche se a mio avviso non ha un vero e proprio finale.
Il pezzo che hai scritto staccato l'ho interpretato come un salto temporale, come se Nicola e l'elfo chiacchierano l'anno dopo, quando l'onda del Natale senza regali si ritrae, lasciando dietro di sè tanta tristezza e il buon Nicola decide di tornare a fare il suo lavoro (o almeno io l'ho inteso così...),
Il Natale, purtroppo, è la festa più consumistica del calendario e questo racconto mi piace perchè cerca di porre un freno alla direzione sbagliata che stiamo seguendo.
Ma credo che non riesca a centrare in pieno l'obiettivo proposto, perchè la motivazione rimane un pò ai margini o comunque fumosa, e rimane nel lettore solo il gesto eclatante di Nicola (del quale però non vediamo le reazioni della gente e la loro contromossa per convincerlo a tornare).
Racconto che mi lascia la sensazione di rimanere sospeso senza un vero finale, statico: Nicola decide di non esistere più. Nessuna reazione, il popolo accetta...
Non so, mi manca qualcosa (o almeno spero che la parte finale staccata dal testo significhi un futuro ripensamento di Babbo Natale, altrimenti il racconto mi lascia davvero perplessa...).

Babbo Natale non esiste l'ho scritto due o tre giorni prima che scadessero i termini per l'invio. Di getto, senza pensarci troppo, dopo averci pensato dal primo giorno nel quale fu pubblicato il bando del Natale BiFronte.

Ribadisco: non basta scrivere bene se poi vagheggi sul contenuto, sulla sostanza. Tutti voi l'avete notato nei commenti. E per questo vi ringrazio.

Ciao Molli.

Ho trovato un po' caotico l'inizio. Pensavo di aver letto troppo in fretta, invece la sensazione è rimasta la stessa anche rileggendo. Faccio fatica a seguire i rimproveri di Nicola. Mi rendo conto che è anche un limite mio nel gestire, leggendo, tanti personaggi, per quanto due degli elfi siano poco più che comparse.
Mi piace l'atmosfera esagerata di un Natale che viene anticipato sempre più fino addirittura a Ferragosto, praticamente una distopia. La decisione di Nicola sembra superficiale perché il personaggio è stato descritto così fino a quel momento; invece giustamente si rivela una scelta molto saggia, che ha l'effetto di riportare il Natale entro i propri giusti confini.
Bene il finale in cui Nicola torna a comportarsi in modo apparentemente superficiale.

Grazie e alla prossima.