- Vuole essere un racconto semiserio sul confinamento forzato a causa della pandemia.:
Ogni pomeriggio verso le quattro mi preparo per ricevere la visita di Matilde. Preferisco indossare una giacca sportiva e non il solito cardigan che mi rende goffo e più grasso di come sono. Per i pantaloni, invece, rimango in blue-jeans scoloriti. Com’è giusto, anch’io ho le mie idee, e non ci rinuncio, anche se sono consapevole di violare le più elementari regole di eleganza.
Il mio proposito, in realtà, non è quello di essere elegante, ma piuttosto di saper riprodurre quella trascuratezza ben calcolata, che so per esperienza essere molto gradita alle donne, Matilde compresa. Anche la casa deve riflettere lo stesso stato: in ordine ma non troppo. No a tazzine sporche o portacenere stracolmi, ma sì a un paio di riviste posate distrattamente sul tappeto davanti al caminetto e magari un pullover abbandonato sulla poltroncina.
Una raddrizzatina ai capelli, uno spruzzo di Acqua di Giò, ed eccomi pronto.
Per i nostri incontri amorosi, abbiamo scelto le quattro del pomeriggio: più che un desiderio è una necessità. Questa è l’ora, infatti, in cui il marito di Matilde si trova sicuramente in ditta. La quotidiana riunione degli agenti di vendita è fissata proprio per le quattro, e lui è il responsabile commerciale!
Nell’attesa cerco di darmi un contegno: sfoglio l’elenco dei concorsi letterari in scadenza, oppure leggo l’ultima mail della biblioteca.
Quando infine lampeggia l’icona di Skype che annuncia l’arrivo di una videochiamata, mi piazzo davanti alla webcam, e con un semplice clic lei subito mi appare, raggiante come il sole.
La nostra storia corre sui fili dell’ADSL da quasi un anno ormai. E’ meraviglioso come due persone, già grandicelle, possano amarsi anche così: liberamente... senza ostacoli. Non ci sono sentieri impervi da attraversare, autostrade da pagare, autovelox da schivare o scuse da inventare.
Con l’ADSL non c’è nulla di più comodo. Immagini osé e aridi numeri, affari miliardari e dialoghi galanti non fanno differenza nella pancia del computer. Tutto si trasforma nel magico linguaggio binario e galoppa sui fili, alla velocità della luce.
Oggi però mi sono arreso: le videochiamate non bastano a tenere viva una storia d’amore che era iniziata da poco, quando siamo stati obbligati a questa conversione a cent’ottanta gradi.
Non so lei, ma io non resisto al desiderio di un abbraccio, di una carezza e molto altro, per la verità.
Matilde, tuttavia, insiste nel dirmi che non è possibile, che c’è il rischio di contagiarsi, e poi c’è quel dittatore di suo marito: un uomo gelosissimo che sicuramente la farebbe pedinare se osasse uscire di casa senza una spiegazione plausibile, specie in questi tempi di pandemia.
Io ancora non ho tradito Matilde, ma ultimamente curo meno i dettagli preparatori al nostro incontro giornaliero, e temo di dover ammettere con sgomento di essere infatuato di un’immagine riflessa: non di una donna vera.
Proprio adesso, guarda caso, mentre ascolto distratto i discorsi di Matilde, è apparso sullo schermo ultrapiatto del mio Apple, il popup di una nuova signora che vorrebbe chattare con me… ma sì, quasi quasi mi butto su quest’altra: hai visto mai che finalmente sarà la volta buona, e con la scusa che da lunedì siamo in zona gialla e in più oggi è San Valentino, la convinco a un appuntamento in carne e ossa?