Bellissima idea, quella di Different Music. Un applauso a chi l'ha proposta e allo Staff che l'ha adottata.
Approfitto di questa nuova sezione per farvi ascoltare (se ne avrete voglia) un pezzo che risale ai primi anni '70 del secolo scorso, un periodo in cui chiunque avesse una minima infarinatura musicale, sufficiente a suonare uno strumento senza farsi ridere dietro, cercava altri come lui per poter metter su un "gruppo" (o un "complesso", come si diceva allora). C'erano quelli che si riunivano solo per il gusto di suonare insieme e farsi ascoltare dagli amici e quelli che cercavano di rendere anche (poco) remunerativa la loro passione, esibendosi nelle piccole sale da ballo adiacenti ai vari circoli di paese.
Anche alcuni amici miei, piuttosto bravi con chitarra, basso, tastiere e batteria, vollero dar vita a un gruppo musicale, battezzato, sulla scia dei grandi gruppi pop/rock italiani, Rinomato Studio Legale. Piuttosto bravi, dicevo, tanto che un noto impresario pratese li prese sotto la propria ala e cominciò a farli suonare in dancing e discoteche in giro per la Toscana. E io, pur non strimpellando alcun strumento, li seguivo in qualità di tecnico del suono.
Arriviamo così all'estate del 1972.
Ce ne stavamo tranquilli al bar, assaporando gelati e primi giorni di vacanza, quando ci raggiunse il bassista, a passo svelto e con un gran sorriso stampato in faccia. Si vedeva lontano un miglio che non stava più nella pelle e che aveva qualcosa di importante da comunicarci.
- Ragazzi, ci siamo! - ci apostrofò, - Mi hanno appena confermato la nostra iscrizione a un festival di gruppi emergenti, a Reggello. Abbiamo un mese di tempo per metter su un pezzo nostro. E ce la faremo!
Noi rimanemmo lì, increduli, a guardarlo a bocca aperta e occhi spalancati, incapaci di dire una parola. Ma, anche volendo, non ce ne diede il tempo, perché proseguì subito:
- Nessun problema, ho già pensato a tutto. Siamo tutti in vacanza e quindi al massimo fra due giorni si va su a casa di Marco (uno del gruppo, che aveva un piccolo appartamento a Pian di Novello) e non ci si muove di lì finché non tiriamo fuori un pezzo con i controcazzi. E te - disse, puntandomi il dito, - vieni su con noi che ci devi scrivere il testo!
Be', questa è, in breve, la storia di come nacque Fortunata - Il gioco della guerra, che venne davvero presentata al festival, risquotendo un buon successo di pubblico e meritandosi una sorta di "premio della critica".
La versione che condivido non è quella originale. L'anno successivo si unì al gruppo un altro bravo musicista e polistrumentista - Luciano - a cui piacque moltissimo Fortunata. Contando sulle sue doti, ne facemmo un nuovo arrangiamento e in pratica divenne il brano di apertura di ogni esibizione. Ed è quella che trovate qui sotto.
L'anno scorso, proprio in questi giorni, purtroppo Luciano ci ha lasciati, stroncato da un tumore che se l'è portato via in poco più di una settimana.
Questo post vuole essere soprattutto un omaggio a lui e alla sua arte.
Grazie
M.
P.S.: Ciò che ascolterete non è qualcosa di professionale, registrato e mixato in studio ecc... È solo un pezzo scritto e arrangiato da un gruppo di ragazzi poco più che sedicenni.
- Fortunata - Il gioco della guerra
Qui di seguito, il testo.
Dietro al volto
di ogni uomo
si nasconde il pianto
di un bambino
La sensazione
di quel sangue
tutto intorno
spinge ancora a uccidere
Così mentre
i potenti
fra oro e donne
rimangono
E i vescovi
fan quattrini
vendendo ai poveri
il paradiso perduto...
Là sui campi
di battaglia
per la gloria
di chi resta
per amore
di qualcosa...
nascono
gli eroi!
"Fortunata
quella Terra
che non ha
bisogno di eroi".
Approfitto di questa nuova sezione per farvi ascoltare (se ne avrete voglia) un pezzo che risale ai primi anni '70 del secolo scorso, un periodo in cui chiunque avesse una minima infarinatura musicale, sufficiente a suonare uno strumento senza farsi ridere dietro, cercava altri come lui per poter metter su un "gruppo" (o un "complesso", come si diceva allora). C'erano quelli che si riunivano solo per il gusto di suonare insieme e farsi ascoltare dagli amici e quelli che cercavano di rendere anche (poco) remunerativa la loro passione, esibendosi nelle piccole sale da ballo adiacenti ai vari circoli di paese.
Anche alcuni amici miei, piuttosto bravi con chitarra, basso, tastiere e batteria, vollero dar vita a un gruppo musicale, battezzato, sulla scia dei grandi gruppi pop/rock italiani, Rinomato Studio Legale. Piuttosto bravi, dicevo, tanto che un noto impresario pratese li prese sotto la propria ala e cominciò a farli suonare in dancing e discoteche in giro per la Toscana. E io, pur non strimpellando alcun strumento, li seguivo in qualità di tecnico del suono.
Arriviamo così all'estate del 1972.
Ce ne stavamo tranquilli al bar, assaporando gelati e primi giorni di vacanza, quando ci raggiunse il bassista, a passo svelto e con un gran sorriso stampato in faccia. Si vedeva lontano un miglio che non stava più nella pelle e che aveva qualcosa di importante da comunicarci.
- Ragazzi, ci siamo! - ci apostrofò, - Mi hanno appena confermato la nostra iscrizione a un festival di gruppi emergenti, a Reggello. Abbiamo un mese di tempo per metter su un pezzo nostro. E ce la faremo!
Noi rimanemmo lì, increduli, a guardarlo a bocca aperta e occhi spalancati, incapaci di dire una parola. Ma, anche volendo, non ce ne diede il tempo, perché proseguì subito:
- Nessun problema, ho già pensato a tutto. Siamo tutti in vacanza e quindi al massimo fra due giorni si va su a casa di Marco (uno del gruppo, che aveva un piccolo appartamento a Pian di Novello) e non ci si muove di lì finché non tiriamo fuori un pezzo con i controcazzi. E te - disse, puntandomi il dito, - vieni su con noi che ci devi scrivere il testo!
Be', questa è, in breve, la storia di come nacque Fortunata - Il gioco della guerra, che venne davvero presentata al festival, risquotendo un buon successo di pubblico e meritandosi una sorta di "premio della critica".
La versione che condivido non è quella originale. L'anno successivo si unì al gruppo un altro bravo musicista e polistrumentista - Luciano - a cui piacque moltissimo Fortunata. Contando sulle sue doti, ne facemmo un nuovo arrangiamento e in pratica divenne il brano di apertura di ogni esibizione. Ed è quella che trovate qui sotto.
L'anno scorso, proprio in questi giorni, purtroppo Luciano ci ha lasciati, stroncato da un tumore che se l'è portato via in poco più di una settimana.
Questo post vuole essere soprattutto un omaggio a lui e alla sua arte.
Grazie
M.
P.S.: Ciò che ascolterete non è qualcosa di professionale, registrato e mixato in studio ecc... È solo un pezzo scritto e arrangiato da un gruppo di ragazzi poco più che sedicenni.
- Fortunata - Il gioco della guerra
Qui di seguito, il testo.
Dietro al volto
di ogni uomo
si nasconde il pianto
di un bambino
La sensazione
di quel sangue
tutto intorno
spinge ancora a uccidere
Così mentre
i potenti
fra oro e donne
rimangono
E i vescovi
fan quattrini
vendendo ai poveri
il paradiso perduto...
Là sui campi
di battaglia
per la gloria
di chi resta
per amore
di qualcosa...
nascono
gli eroi!
"Fortunata
quella Terra
che non ha
bisogno di eroi".
Ultima modifica di M. Mark o'Knee il Mer Ago 24, 2022 12:14 am - modificato 1 volta.