L’unico punto debole di Carla si chiamava Ciccino, un pilcher nano che era la luce dei suoi occhi; se lo portava ovunque, ma la gente sorrideva comprensiva: la coppia, pur avendole provate tutte (perfino maghi e fattucchiere), non aveva figli.
La vita, a Piagge, per i tre Fattori scorreva serena fino a quando…
…fino a quando si diffuse la notizia che stava per tornare Agnese, la figlia dei Righi, partita da una decina d’anni per seguire il marito ingegnere a Milano.
La notizia fece drizzare le orecchie alla coppia: sembrava che la donna fosse una parrucchiera rifinita e, tornando a Piagge senza marito, sicuramente avrebbe aperto un negozio. Doveva pur mangiare.
- No, no, no non poteva farlo! – si disperavano i Fattori - Il paese dava da vivere a loro solo perché veniva gente anche dai paesi vicini… no, no, no, in due non ci sarebbe proprio stata trippa per gatti.
Pensa, pensa, Carla decise di chiedere ad Augusto, impiegato in Comune e suo compagno alle Medie, se si sapeva niente della nuova attività. L’amico promise che si sarebbe attivato e, dopo tre giorni, entrò in negozio di soppiatto come un cospiratore. Davanti al caffè della macchinetta, annunciò che tutte le carte e i permessi erano pronti, il negozio era stato affittato, mancavano soltanto gli arredi e la padrona.
La notizia più brutta fu che l’attività si trovava poco lontano dalla loro, alla fine della via e quando Evasio si sarebbe seduto fuori con il suo bel grembiule bianco, la sigaretta dietro l’orecchio e la Gazzetta in mano, avrebbe potuto contare quanti, e soprattutto quali, clienti entravano e uscivano da “Bellissima”.
- Pensa te che nome cretino – strepitava Carla – Bellissima! Come se una scorfana con la messinpiega diventasse Belen… Prende pure la gente per i fondelli, prende. Poi Milano. Beh, certo, riempie la bocca. Queste quattro beghine sicuramente vanno a provare il taglio di città, vanno. La moda all’ultimo grido…
- Smettila, Carle’. È inutile che ti ci mangi il fegato. Capirai, ‘sti quattro fregnoni di destra hanno liberalizzato le licenze… Caregrazia se non ti apre nella porta dopo la tua, dove c’era la frutteria dei Salvi.
- Ma sta’ zitto! Te sei tranquillo, non fa mica la barba o i baffi… Che poi ti dovresti preoccupare anche te. Lo vedi come vanno via ‘sti quattro drogati? Tutti rasati dietro e la cofana sopra, oppure la trecciolina a metà schiena e la boccia rasata.
- Quelli non ce venivano nemmeno prima. Da me vengono i vecchi, e loro sono sempre uguali.
- Appunto. Per questo nun te scaldi, nun t’importa niente.
- Ma ragiona, benedetta donna. Sei tanto intelligente… Se te lavori o non lavori, la faccenda cambia anche per me. Il mutuo è quasi finito, ma andiamo avanti con gli anni, un pizzichino da parte ci...
- Buongiorno! - una visione biondissima ed elegante era entrata insieme a una folata di vento - ma che bello! Questo era il salone di tuo nonno, vero, Carla? Siete stati molto bravi a non toccare niente, a lasciarlo Decò.
- Ma scusi, lei…
- No, no, scusate voi. Sono Agnese Righi, non so se ricordate…
- Sì, certo, mi ricordo – si riprese Evasio dal semideliquio – lei è quella di Milano.
- Giusto! Sono tornata al paesello. Ho lasciato quel puttaniere del mio ex e sono tornata a casa. Si affogassero lui, e pure quella troia che si è preso, negli scarichi di Milano e pure nella nebbia che c’è tutto l’anno. Basta. Finis.
- Finis un cazzo – intervenne Carla – vieni qui, bella bella, e ci apri una parrucchieria a due passi. Beneeee, pulita! Questa, carina, non è Milano. Qui non gira il soldo. Du iu andestend?
- Petta. Buona. Io non apro una parrucchieria…
- No? E cosa apri, allora? Un bordello? Ti sei già vestita in tiro, complimenti. E ci vieni a prendere per il culo con la barbieria in stile Decò.
- Se mi fai parlare…
- Carle’, Carle’, sta’ zitta che spaventi Ciccino. Guarda, pora anima! Ha pisciato per terra invece che nella sabbietta sua di là nel bagno.
Agnese approfittò del diversivo per riprendersi la parola:
- Bene. Volevo dire che IO non apro una parrucchieria perché IO sono estetista. Es te tista: massaggi, lampade, trucco – e faceva segno con la mano accanto all’orecchio destro, come a girare una rotella…
- Voi di’, voi di’ che nun fai i capelli?
- Nonee! Io non ho mai fatto i capelli e non li so fare. Sono venuta per chiedervi…
- Per chiederci… - fece Evasio subito mieloso.
- Per chiederci cosa? – fece Carla rabbonita.
- Per chiedervi se mi fate pubblicità, se mi mandate i clienti. Anche io ve li mando, chiaro. Possiamo fare delle promozioni insieme, delle convenzioni…
- Aspetta, aspetta. Frena.
A Carla, adesso che aveva salvato il lavoro, era venuta la paura che ci fosse altro da salvare. Non le era sfuggito lo sguardo del marito alle gambe della nuova venuta e nemmeno l’accondiscendenza immediata.
- Ma certo, Carla, non c’è fretta. Ho anzi una proposta: il mio compagno è chef e ha rilevato “Il biroccio” di Corinaldo. Questa sera andiamo tutti a mangiarci una pizza da lui, ve lo presento e parliamo in santa pace. Che ne dite?
- Con le gambe sotto il tavolo si parla meglio - convenne Carla che aveva tirato un bel sospiro di sollievo con l’entrata in scena dello chef.
- Va bene, vada per la pizza. - approvò Evasio.
- Sapete, Luigi, il mio compagno, ha l’uzzolo per gli affari. Mi aveva proposto di prendere il negozio chiuso qui accanto a voi - Evasio e Carla trattennero a stento una risata - così le clienti venivano a fare i capelli poi passavano da me per mani o trucco…
- Già, era una buona idea.
- Ma il locale è piccolo. Per i massaggi mi serve spazio, e anche per le attrezzature. Ho pure l’acquagym…
- Veramente? Per dimagrire?
- Carle’, nun te mette le robe in testa, a me vai bene così, lascia sta’ le diavolerie…
Le due donne si fecero l’occhiolino sopra la testa di Evasio, chinato a pulire la pipì di Ciccino.
Ultima modifica di bucaneve88 il Sab Gen 30, 2021 6:48 pm - modificato 2 volte.