Lettera a un fantasma
Ho un sacco di cose da raccontarti e altrettante da nasconderti.
Guardo la tua foto. Cerco un corpo, un contatto, una voce, un movimento. Ma non succede nulla. Rimane tutto a due dimensioni, immobile, silenzioso, inutile.
Non mi do per vinto e mi sforzo di estrarre la vita da quel pezzo di carta Polaroid.
Guardo con attenzione lo scatto, ne analizzo ogni dettaglio, prendo persino una lente di ingrandimento e parto dai particolari sullo sfondo: una barca, un'automobile, una valigia, due donne che passeggiano lungo il lago. Ho quasi la tentazione di aggiungere qualcosa per aumentare in qualche modo il grado di realtà.
Vorrei entrare in quello sfondo, vivere in quel tempo, avere una possibilità in quella dimensione, incontrarti di nuovo.
Distillo la vita dal tuo sorriso, non mi rimane altro.
Il vetro del portafotografie si è rotto un paio di anni fa. Non lo ho ancora sostituito e credo non lo farò mai. A volte vorrei spruzzare nell'aria un tuo profumo ma li ho buttati tutti nel cesso quando sei morta. E' il giusto destino a cui condannare tutti i ricordi migliori.
Se ti penso, ti vedo rincasare dal lavoro la sera, sento la tua bella voce chiedermi se ho fatto i compiti. Non ti fidi e vuoi provarmi la lezione mentre un'altra ruga scava il tuo viso da operaia.
Qualcuno ha detto che ti avrebbe aspettata fino a quando saresti tornata. Ma tu non tornerai mai e qui nessuno ti aspetta più.
Sei stata la mia guida più tenace e la mia più grande eroina.
Tuo Mario
Lettera a Mario
Spero che non ti spaventerai se ti rispondo.
Credevo fosse difficile andarsene ma non ho fatto alcuna fatica a partire, sai.
Era tutto organizzato in modo preciso, non ci si poteva sbagliare.
Voglio rassicurarti che la paura scompare quasi subito, via via che le cose si fanno più chiare. Sembra strano a dirsi ma è quasi piacevole morire. E' tutto così bilanciato e delicato il passaggio.
Hai presente quel momento, nelle sere d'autunno, in cui le luci interne delle case si accendono e rimangono in equilibrio con l'intensità della luce naturale? E' un momento fugace, dove la luce tenta di ricostruire oggetti, corpi, sensazioni.
Il definito e l'indefinito continuano a scambiarsi, creando nuove geometrie e nuovi significati. Ci si sente, allo stesso tempo, insieme e soli.
Lo so che dall'altra parte è diverso e c'è questo alternarsi del dolore allo stupore, della quiete alla disperazione. Ho visto la tua sofferenza.
Tutto sembra irreale, deformato in un'allucinazione senza fine: i luoghi conosciuti si fanno improvvisamente diversi, le persone intorno si mostrano per quello che non sono mai state, il tempo stesso, fuori dai cardini della sua uniforme e rassicurante linearità, avanza a scatti, alternando contrazioni a dilatazioni.
L'esistenza appare, forse per la prima volta, in tutto il suo velenoso e irrisolto mistero. Improvvisamente, ogni cosa sembra priva di senso. Eppure un senso c'è stato e deve continuare ad esserci, per quanto debole e criticabile. Si vuole una spiegazione, la si esige. Ma in quei momenti la vita, come ogni altra cosa che non è possibile replicare e controllare, ti costringe ad adeguarti senza alcuna concessione.
Qui tutto torna coerente e la libertà fiorisce nel destino.
Un giorno ti ho fatto trovare un pezzo di carta e una biro su una panchina del parco, non è stato un caso ma un invito a seguire la tua strada.
Devi sapere, caro Mario, che le persone e le cose che abbiamo amato non ci lasciano.
Non puoi seppellire i ricordi e quello che scrivi nella polvere.
Qui mi suggeriscono che i manoscritti non scadono e che la polvere, in fondo, non è che l'anima della luce.
Trasforma la tua nostalgia in gratitudine, trova la tua rima, diventa ciò che sei.
Mi aspetto che farai i tuoi compiti. Ogni sera.
Per sempre con te.
Il tuo fantasma
Ultima modifica di Andrea Bernardi il Ven Mar 15, 2024 9:06 pm - modificato 1 volta.