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1Routine Empty Routine Lun Mag 13, 2024 9:46 pm

Different Staff

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Admin
Admin

Oggi scrivo.
Un giorno disegno.
Un giorno preparo il pane per la settimana.
Un giorno vado in cerca di segni.
Fin dove posso arrivare.
Un giorno scavo buche, annuso terriccio, misuro alberi.
Fin dove posso arrivare.
Un giorno controllo le acque, il fiume, il lago, le pozzanghere.
Fin dove posso arrivare, ovvio.
Un giorno guardo nel vuoto, cerco una ragione per andare avanti e la trovo sempre.
Oggi no. Oggi, scrivo.
I valori nell’aria si assestano, ci sono piccoli segni di miglioramento ma no, non c'è sicurezza.
Forse, e mi perdonerete se divago un po', faccio congetture, elaboro teorie. È nella mia natura, che in barba ad ogni aspettativa non è più la natura che avevo prima. E anche la terra, forse dicevo, non ha più la sua natura di prima. È mutata. Vorrei solo riuscire a comprendere meglio, ecco perché divago.
Io seguo il piano di salvataggio.
Ho la mia routine da seguire.
La routine non si può infrangere.
La routine è il cardine del piano di salvataggio, capite?
Ogni minuto della mia vita è votato al piano di salvataggio.
Ogni. Maledetto. Minuto.
Ma quando cerco di spiegarlo a Olimpia, lei volta la faccia e se ne va sulle sue gambette magre, urlando che non le interessa, che ha da fare.
Olimpia non ha una routine.
Olimpia improvvisa, non segue il piano di salvataggio. Per questo Olimpia non potrà sopravvivere a tutto questo, è chiaro no?
Lei fa le cose a caso, senza ordine; ieri ha camminato, ieri l'altro ha oziato, e anche il giorno prima, poi ha fatto cose senza un senso logico, che disturbano l'equilibrio.
Senza una routine lei si annoia, e la sua noia mi infastidisce, capite? Mi toglie la concentrazione.
Se solo potesse essere un po' meno disinteressata a tutto questo. Al nostro compito.
Dice che è solo mio, stampatevelo bene in mente. Dice che è solo mio, e che mi arrangiassi. Che sono io la prescelta, mica lei. Lei è qui solo perché è figlia mia. Lei ha da fare le sue cose.
Ma quali cose, poi? Questo non si può sapere, capite?
Così lei va a fare le sue cose e io seguo la routine.
La routine non si infrange.
Neanche quando tua figlia fa la pazza e non capisce il senso del tutto.
Ma ha solo undici anni, direte voi.
E lì l’hai portata tu, tu hai deciso di imbarcarti in questa missione portandoti dietro una bambina di nove anni e votandovi entrambe a una vita di inferno, di ricerca, di solitudine, di speranze infrante, di anni di studio e di ricerche buttati, per salvare un fottuto pianeta che probabilmente non vi godrete.
Eh sì, che dire? Avete ragione voi.
Me le dico già da sola queste cose.
Chi pensavo di essere, tutta la fottuta resistenza dell’universo, a pensare davvero di potercela fare?
Di poterlo fare trascinandomi dietro una bambina, poi.
E non una qualsiasi. Mia figlia. Non partorita con dolore, no, ma accolta con amore nei bei tempi andati.
Eppure, eccoci qui.
Chissà che cazzo mi ero calata per decidere di accettare questa missione suicida.
No, non chiedetelo. Certo che ci credevo. Avevo tutti gli strumenti per farcela. Li avrei ancora.
Ma non voglio pensarci, ora. La routine non si infrange, solo questo conta.
Alcune piante della serra hanno piccoli timidi germogli che cercano un po’ di luce.
Spero resistano, sarebbe un segnale incoraggiante. Un segnale che mi servirebbe proprio per dare un senso a tutto, anche se oggi non posso pensarci, non è il giorno giusto.
La routine, lo avrete ormai capito, non si infrange.
Nel lato est del muro sono cresciuti dei muschi. Non molti, e piccoli, ma è un altro piccolo semino. Semino dopo semino arriveremo alla salvezza.
Se credessi in dio, e solo dio sa quanto mi piacerebbe poter credere in lui, lo pregherei di chiuderla qui. O ci salviamo o basta, Questo è accanimento terapeutico, non abbiamo saputo trovare nessun altro pianeta e pensiamo, ora, di poter salvare la terra. I bunker con i rifugiati sono ormai al collasso e la rigenerazione della Zona X, circondata da questi muri che salgono fino al cielo e rendono il mondo davvero piccolino, resta la nostra unica opzione di sopravvivere come genere umano. Qui deve rinascere la vita, e allora i bunker si apriranno e arriveranno le persone
Le altre persone.
Che non sanno cosa vuol dire essere qui, altro che traversata in solitaria, e forse due anni sarebbero tanti per chiunque. Non solo per me. Non solo per Olimpia.
Forse a un certo punto bisognerebbe anche arrendersi. [...]




Comando centrale 001 Alfa
Sala di controllo missione Safe Earth
Marzo 2041

«Perché lo fa?»
«Lo sa, Capitano. È la routine.»
«Sì, ma non è necessario farlo per otto ore, come fa lei.»
«Per lei il tempo non ha più alcuna importanza.»
«E la bambina?»
«La bambina cresce e sembra sana, con uno sviluppo un po’ rallentato. Ma non potendola visitare non abbiamo alcuna certezza, se non le rilevazioni della dottoressa. E anche sulla dottoressa non abbiamo più alcuna certezza.»
«Cosa intendi?»
«Intendo che ok non mandarla da sola, ok accettare le sue condizioni e mandarla con la bambina, ma lì fuori ci sono solo loro, Capitano. E la bambina sta crescendo in un mondo dove non esiste nessun altro se non sua madre. Se ci fosse anche un padre sarebbe uno Shining niente male, degno del miglior King, non crede?»
Il Capitano fa un lungo respiro, ma la sua voce suona ferma.
«La aiuteremo. La dottoressa è lì fuori per salvarci tutti; se perdiamo lei, perdiamo. Punto. Manca così poco. Ci sono i germogli, li hai visti anche tu. E il muschio. E il livello delle acque che si è alzato, il terreno che comincia a essere fertile. Troveremo una soluzione. Fai preparare Julius per una consegna notturna nei prossimi giorni. E al prossimo collegamento video voglio assistere anche io.


***********************************************************************


Forse il segno è arrivato. Sotto forma di un pacco, che ho trovato stamattina fuori, vicino alla serra delle coltivazioni autoctone. Volevo un segno, è arrivato; avete capito? Loro sanno che combatto per loro. Loro sanno che sono stremata. Ma riuscirò, lo sento. La prima e l’ultima a dover fare questo. La prima e l’ultima.
Anche se, Olimpia...
Ho sbagliato a portarla, certo che ho sbagliato.
Forse hanno ragione loro. Forse dovrei lasciarla andare, nella base di recupero e decontaminazione, così potrebbe vedere altre persone, potrebbe vivere qualcosa che qui non può avere.
Dicono che sembra sana, anche dalle mie rilevazioni e le mie rilevazioni su Olimpia sono ineccepibili. È la mia bambina.
Se la curva di crescita prosegue per altri tre mesi, la meta sarà a un passo.
E a quel punto potrei lasciare andare Olimpia nel campo di decontaminazione, potrei lasciarla andare e poi rivederla al massimo dopo due anni, e allora sì, che di cose di cui parlare ne avremmo di sicuro. E lei potrebbe vivere. Chi sono io per dire che la vita nei bunker sia peggiore di questa? Io la mia vita, prima di tutto questo, l’ho avuta. L’ho amata, l’ho vissuta. L’ho avuta, ripeto, e scusate, ma concentriamoci sul concetto di avuta. Era mia.
Ora è della mia missione.
Del piano di salvataggio.
Della routine.
Ma Olimpia la sua vita deve ancora averla.
Potrebbe partire subito. Certo, se andasse via domani non avrei certezza sul nostro ricongiungimento, ma non è importante. È importante che abbia la sua vita.
È importante che questa missione non distrugga l’unica persona al mondo che vorrei salvare.
Olimpia non ha una routine. Olimpia non segue il piano di salvataggio. Non può sopravvivere a questo. Olimpia deve partire. La routine non si infrange, si segue.
Mi chiedo se dovrei parlarne con lei, ma è solo una bambina. E sono certa che sapere la sua gioia nel lasciarmi mi spezzerà il cuore, ma lo accetterò.




Comando centrale 001 Alfa
Sala di controllo missione Safe Earth
Aprile 2041

Davanti al monitor è seduto il dottor Constance.
Il collegamento video comincerà tra pochi minuti, e il Capitano sta arrivando. La dottoressa si sta sistemando nella saletta di trasmissione, ha una cartella gonfia dalla quale spuntano foglietti che rischiano di volare via a ogni movimento del suo corpo.
Vladimir Constance la osserva con cura, zoommando sul suo viso, cercando di carpire qualsiasi sfumatura. Al collegamento video di tre mesi prima la dottoressa gli era sembrata davvero provata e sull’orlo di una crisi di nervi. Vladimir aveva avuto paura, anche se non lo aveva confessato a nessuno. Si era reso conto, scrutando negli occhi della donna, che la sua mente si stava logorando e quel logorio la stava portando alla pazzia. E la sua pazzia era la loro fine.
Il dottor Constance si era opposto alla candidatura della dottoressa. Nonostante i risultati brillanti a tutti i test, una bambina al seguito gli sembrava una follia troppo grande anche per una donna come lei. La dottoressa, da quando era rimasta vedova, portava la bambina sempre con sè. Olimpia era stata a vedere la foresta amazzonica devastata dalla siccità all’età di quattro anni. Olimpia era con la dottoressa durante la missione sul satellite 115, che era stata un buco nell’acqua, e aveva cinque anni. Olimpia aveva visitato la Zona X mentre veniva tirata su dagli ingegneri, a sei anni. E in tutti i sopralluoghi successivi, fino a quando non vi erano entrate entrambe, rinchiuse in quella che il dottor Constance definiva la “Zona d’interesse”. Gli ricordava molto quel film di non troppi anni prima (ma che ormai sembravano secoli) il fatto che ovunque fossero presenti telecamere che riprendevano la vita delle due abitanti.
Se non c’era Olimpia, la dottoressa non si muoveva. Rimandava la missione o la rifiutava.
Eppure lui le aveva chiesto di lasciarla al Comando Centrale, le aveva assicurato che se ne sarebbe preso cura lui, come se fosse figlia sua, ma la dottoressa no, aveva detto. Senza Olimpia io non parto, io non vado in missione, io non vi salvo il culo se con me non c’è anche mia figlia, hai capito bene Vladimir? E se volete il culo salvo dovete accettare le mie condizioni, non potete dettarne alcuna.
E loro le avevano accettate. Si sentivano in colpa? Certo, ogni giorno, ogni ora, guardavano quella bambina che girava, esplorava, parlava da sola, entrava in una dimensione altra a modo suo e in quella dimensione le pietre sembravano visi, e ogni pietra aveva un nome e tutte indicavano un sentiero al quale aveva dato altri nomi. La bambina dava nomi a tutto. L’avevano guardata perdere il contatto con la realtà, ma avevano pensato che tutto sommato lei stava all’aperto, lei viveva. Comico, no? Si chiedevano anche loro chi fossero per dire che la vita nella zona d’interesse fosse peggiore di quella nei bunker. E tacevano.
E il dottor Constance con loro; salvare il pianeta valeva ben il sacrificio di una bambina.
L’ingresso del Capitano interrompe i pensieri del dottore.
«Tra quanto parte il collegamento?»
«Un minuto, si sieda qui, non si faccia vedere la prego. La dottoressa, come saprà, è un tantino suscettibile ai cambi di routine. »
«Sì, sì, dottore. La routine della dottoressa è ormai leggenda. Qui va bene?»
«Perfetto. Non intervenga per nessun motivo, ma ascolti attentamente. Tre secondi.»
«Muto come un pesce, giuro.»
«Sarà meglio.»
I due uomini si sorridono con cameratismo. Ormai li lega un affetto sincero, velato da molti rimorsi. Si comprendono bene.
«Buonasera Dottoressa. Sono il dottor Vladimir Constance. Sono pronto a ricevere gli aggiornamenti.»
«Buonasera, Vladimir. Non memorizzi mai, nello script è indicato che devi dire: sono pronto per ricevere. Per. Sei sempre stato uno studente disattento, Vladimir. Per questa volta passi, ma sai quanto sono suscettibile su queste cose.»
«Mi scuso. Sono pronto per ricevere gli aggiornamenti.»
I primi cinque minuti del collegamento video viene dedicato al commento dei dati dell’ultimo trimestre, che vengono inviati giornalmente dalla dottoressa. Confrontano le curve di crescita, i livelli delle acque, le condizioni atmosferiche, scandagliano i dati in maniera chirurgica e giungono alla conclusione che si possa essere cautamente ottimisti.
«E ora, Vladimir. Vorrei parlare del pacco che mi avete mandato. E di Olimpia. La terresti con te? Stando qui ho compreso quanto sbagliata sia stata la mia scelta di due anni fa. Ma questo lo sai già, lo so che leggi tutto quello che scrivo.»
«Non proprio tutto, Nadia. Altrimenti non avrei tempo per fare nient’altro.»
La dottoressa sussulta, sentendosi chiamare per nome. Poi le spunta un piccolo, timido, sorriso.
«La terresti con te?»
«Certo che la terrei con me. La preleviamo, la portiamo nel campo di decontaminazione, analisi e parametri, quarantotto ore e Olimpia sarà qui con me, nel Bunker 1, al Comando Centrale.»
«Bene. E quando potreste prelevarla?
Dietro la dottoressa, nell’inquadratura, è spuntata Olimpia. Singhiozza.
«Mamma.»
La dottoressa gira la schiena alla telecamera. Vladimir può solo guardare e ascoltare.
«Mamma, non mandarmi via. Perché vuoi mandarmi via, mamma? Lo so che non sono stata tanto gentile con te, in questi ultimi mesi, e ti chiedo scusa, ma non mandarmi via. Io qui sto bene, non mi sento sola, non mi mancano altre persone. Vuoi sapere cosa faccio? Cerco cose, ho trovato delle pietre stranissime e gli ho dato dei nomi, Ho raccolto delle conchiglie e le ho messe in un fazzoletto. Ho guardato la corteccia degli alberi per tantissimo tempo senza annoiarmi mai. Non mandarmi via, mamma. Scusami se non seguo la routine, ma posso farlo, puoi farmene una piccolina solo per me e io la seguirò, ti aiuterò di più, ti accompagno quando vai a fare le misurazioni, bagno i semi, scrivo con te. Posso aiutarti, mamma. Ti prego, non mandarmi via.»
La dottoressa si volta verso il dottor Constance.
«Ci risentiamo tra tre mesi e ne riparliamo. Ciao, Vladimir.»


******************************************************************************


Abbiamo stabilito una piccolissima routine che Olimpia dovrà seguire. Le ho promesso in cambio un po’ di tempo per noi. Rientra comunque nel piano di salvataggio, avevo inserito una parte di svago in ogni giorno di routine, quindi mi sento anche in pace con le mie compulsioni.
Viviamo giorno per giorno e ci siamo date una data di scadenza. Potrebbe essere che tra due giorni andrà di nuovo in maniera pessima, chi lo sa. Ne riparleremo prima del prossimo collegamento video.
Ma i valori migliorano e la curva continua a crescere, un punto percentuale in una settimana.
Questo continua a darmi la spinta per andare avanti.
Questo e i nomi meravigliosi che Olimpia ha dato ai sassi e ai sentieri che essi indicano. Un sasso lo ha chiamatoVasilij Kandinskij, pensate un po’. Dice che le ricorda un quadro che le avevo fatto vedere da piccola.
La sua routine è piccola ma efficace. Sono sicura che le salverà la vita. E se lei è salva, lo sono anche io. Lo siamo tutti.
Un giorno dipinge.
Un giorno prepariamo il pane per la settimana.
Un giorno va in cerca di sassi e gli da dei nomi speciali.
Un giorno cerca conchiglie.
Un giorno legge sdraiata sull’amaca.
Un giorno parla con i germogli.
Funzionerà? La prima settimana è andata, è stata brava. Ci siamo sorrise molto. Mi ha reso felice. Stamattina abbiamo anche riso insieme, e ieri fare il pane insieme è stato strano, ma bello. Come dei fili che si riannodano e finalmente senti addosso il peso giusto delle cose, non più sfilacci al vento ma trama fitta che salva il cuore.
Abbiamo pianto molto, avrete capito anche voi che non sono proprio una dal cuore tenero, ma vedere così la mia bambina è stato un colpo anche per una come me. Ci siamo abbracciate come non succedeva da tempo e pianto tanto, parlato tanto, ci siamo spiegate, ci siamo dettate condizioni a vicenda, promettendoci cose importanti.
Oggi io scrivo. Olimpia cerca conchiglie. La routine non si infrange, il piano di salvataggio va avanti. Ci credo. Ci credo di nuovo, avete sentito? Niente potrà fermarmi. Lo salvo, questo fottuto pianeta, avete sentito? Lo salvo. [...]




Comando centrale 001 Alfa
Sala di controllo missione Safe Earth
Giugno 2041

«Cosa stanno facendo?»
«Capitano, stanno facendo il pane, è ovvio.»
«Sì, ma stanno ridendo?»
«Sì Capitano. Ridono.»
«Cazzo, che roba meravigliosa. Be’ a questo punto io vado, dottore. Ci rivediamo il mese prossimo per il collegamento video.»
«Certo, capitano. La routine non si infrange.»
La risata del Capitano riempie il vano della porta mentre esce.
Il dottor Constance si gira verso i monitor. In cucina Nadia e Olimpia stanno preparando il pane, la bambina racconta e la dottoressa ride.
Se Vladimir credesse in Dio, e solo voi sapete quanto vorrebbe crederci, è sicuro che quelle risate Lo convincerebbero a salvare il Pianeta.
Fosse anche solo per farci vivere Nadia e Olimpia per sempre.

2Routine Empty Re: Routine Mer Mag 15, 2024 7:02 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Ciao autor
Ho trovato questo racconto “straniante” e ipnotico. Il pregio maggiore è che sono riuscita in qualche modo a entrare in questa dimensione incredibile. Nulla viene spiegato, alcune informazioni vengono rilasciate gradualmente nei vari passaggi ma restano comunque informazioni insufficienti. Potrebbe trattarsi di un esperimento, di un allenamento in caso di distruzione del pianeta, di un Truman show, di una realtà parallela… insomma mancano tanti elementi per comprendere in modo razionale gli accadimenti. 
Quello che funziona è il ritmo, che pure in modo lento, non stanca e tiene il lettore impegnato fino alla fine (fosse solo per la curiosità di sapere qualcosa in più.)
I dialoghi mi sono piaciuti, la trovata in generale ha un proprio fascino 
ma troppi sono i perché inevasi per potermi ritenere del tutto soddisfatta da questo lavoro.

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3Routine Empty Re: Routine Mer Mag 15, 2024 5:20 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

la storia mi ha catturato abbastanza, visto che ci sono degli ottimi dialoghi e che la narratrice è trascinante.
però mi manca qualcosa.
forse a mancare sono proprio alcune spiegazioni di base.
posso intuire il motivo dell'esperimento, dato che parli anche di bunker ormai allo stremo, però qualche particolare in più sarebbe stato gradito e utile alla storia in sé.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Routine Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

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4Routine Empty Re: Routine Ven Mag 17, 2024 9:01 am

Flash Gordon

Flash Gordon
Padawan
Padawan

Era post-atomica e d'essa quel che rimane si organizza, deve seguire un canone e lo fa ma...
La fabula del racconto segue una precisa sequenza temporale e la rispetta in contemporanea con la storia. L'intreccio è imperniato  quasi del tutto con i dialoghi che rendono leggera la narrazione diretta.
Per sopravvivere avremo bisogno dunque di una routine?
Dovremo superare il protocollo e imparare a essere umani.
La razionalità unita alla necessità avrà il sopravvento sull'umanità.
Le sensazioni e le emozioni non possono essere abbandonate, nemmeno in un futuro contaminato e l'uomo ha necessità di vivere oltre le radiazioni.
E alla fine vince il senso esistenza nella leggerezza delle emozioni e il risiedere all'interno dell'incoscienza giovanile vuol dire credere nel futuro senza protocolli inviolabili anche se paiono l'unica via possibile per sopravvivere.
Non è così, non funziona così e questo è il messaggio che lasca questo bel racconto. Molto apprezzato.


______________________________________________________
Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.

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5Routine Empty Re: Routine Ven Mag 17, 2024 11:52 am

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

A me è piaciuto moltissimo questo pezzo. All'inizio in realtà mi ha fatto un po' storcere il naso, è davvero ardito lo stile scelto, tutte quelle ripetizioni, gli a capo, le frasi secche. Poi, pian piano che la trama si dipana, si distende anche la scrittura e sembra quasi che le manie psicotiche della dottoressa, la sua routine che è una specie di DOC, vengano meno come viene meno la mania dell'autore di essere così duro col lettore. L'atmosfera creata è straniante, ma il tutto viene mitigato dagli interventi delle persone nel bunker, i cui dialoghi così naturali e semplici riportano il testo a un piano umano. Bellissima l'evoluzione del rapporto tra madre e figlia. Che dire, per ora è il mio pezzo preferito. A rileggerci!


______________________________________________________
Routine Senza_10

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6Routine Empty Re: Routine Dom Mag 19, 2024 10:00 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Tieni legato il lettore a un testo in principio alienante, poi via via più scorrevole, alleggerito anche da dialoghi naturali.
Lo porti piano piano a scoprire una realtà solamente accennata, con indizi disseminati qua e là, che lasciano dubbi ma anche spazio alla libera immaginazione.
Bello il rapporto mamma-figlia, ma anche quello tra Nadia e il dottor Costance.
Ecco, qualche indizio in più avrebbe il pregio di non distrarre il lettore a pensare troppo, lasciandogli apprezzare un testo a volte duro e schematico.
Piaciuto.

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7Routine Empty Re: Routine Dom Mag 19, 2024 10:45 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Inizio da alcune imprecisioni che compaiono nel testo.
- "ad ogni aspettativa": la d eufonica, in questo caso, sarebbe da evitare;
- "la terra": parlando del pianeta, richiede la maiuscola;
- "con sè": con sé;
- "I primi cinque minuti [...] viene dedicato": vengono dedicati;
- "gli da dei nomi": dà.
Penso sia mancata un'ultima, attenta, revisione.
A parte questo, il racconto è ben scritto e si legge senza difficoltà. Molto buona la gestione del ritmo, ben sincopato nella prima parte, più liscio e lento nella seconda, con un passaggio graduale fra i due momenti.
Ciò che invece non è per niente graduale è il cambiamento della ragazzina, che passa  in modo repentino da un atteggiamento piuttosto altezzoso nei confronti della madre ("lei volta la faccia e se ne va sulle sue gambette magre, urlando che non le interessa, che ha da fare") a un tono remissivo e supplichevole ("Mamma, non mandarmi via. Perché vuoi mandarmi via, mamma? Lo so che non sono stata tanto gentile con te..." ecc.), in quello che appare come un monologo ininterrotto e poco naturale.
Un mutamento inspiegabile, considerando quello che ci viene raccontato da Nadia.
A meno che la spiegazione non sia da ricercare nel famoso (e fumoso) "pacco" che il Capitano fa recapitare nottetempo nella Zona X ("Fai preparare Julius per una consegna notturna nei prossimi giorni"). Ma si resta a livello di ipotesi, dato che il contenuto del pacco non viene rivelato.
E si resta a livello di ipotesi anche per tanti altri aspetti, a partire dalle cause per cui la Terra è al collasso, fino alla reale relazione che esiste fra Nadia e Olimpia ("Mia figlia. Non partorita con dolore, no, ma accolta con amore nei bei tempi andati").
In definitiva, c'è troppo di non detto, di non svelato, di non spiegato per far sì che il racconto sia apprezzabile pienamente.
Grazie
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

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8Routine Empty Re: Routine Lun Mag 20, 2024 5:54 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao Autore.
Hai scritto proprio un bel racconto. La routine è diventata nevrosi, necessaria in un momento senza certezze, in cui si sta “lavorando” 
per salvare la terra. 
Giusto il ritmo serrato, si legge in apnea e rotola tranquillamente fino alla fine. 
Bello, chiaramente, il rapporto tra madre e figlia che cresce di ora in ora.
Insomma, avrai capito che ho apprezzato molto.
complimenti

A Hellionor garba questo messaggio

9Routine Empty Re: Routine Lun Mag 20, 2024 7:23 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Be' lo dico subito: mi sento un fuscello
Difronte a un racconto così mi sento un rametto, una foglia secca.
Sei brava da matti, autrice, autore.
Colpisci al cuore senza fare male, anzi donandogli calore.
La tua routine è semplicemente vivere.
La tua routine sono le cose normali.
Non mi va di scrivere di Olimpia.
Io ne ho due di figlie e raddoppierei la mia emozione.
Le ultime righe le toglierei, meglio lasciare qualcosa in sospeso che dare spiegazioni.
Mi sento stremato, scusami.

Un giorno dipingo.
Un giorno parlo con i germogli.
Un giorno cerco conchiglie.
Mio vincitore.

A Hellionor garba questo messaggio

10Routine Empty Re: Routine Lun Mag 20, 2024 10:27 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Segnalo due refusini non segnalati:

All'inizio, dopo "arriveranno le persone", manca un .


Alla fine, in mezzo a "è sicuro che quelle risate Lo convincerebbero", c'è una L maiuscola.


Pongo l'attenzione su questo passaggio:

"Buonasera Dottoressa, sono il dottor Vladimir Constance [...]"

Per come si presenta, sembra che il dottore e la Dottoressa, si conoscono per la prima volta. In realtà, prima di questo passaggio, quando lei dice che non svolgerà la missione senza Olimpia, lo chiama Vladimir. E, poco prima della conclusione del collegamento video, lui la chiama addirittura per nome: "Nadia".

Subito dopo, un passaggio poco chiaro, ma sicuramente un limite mio:

"Buonasera Vladimir, non memorizzi mai, nello script è indicato cosa devi dire: sono pronto per ricevere. Per. Sei sempre stato uno studente disattento, Vladimir. [...]"

Ho inoltre evidenziato un "Per." che probabilemente è una svista.

Il racconto è scritto bene e sono d'accordo con chi mi ha preceduto per due motivi: il ritmo è calzante, anche grazie al carisma della protagonista, e ti tiene incollato allo schermo. Tuttavia, ci sono molti punti oscuri. Di solito sono un fan dei racconti criptici, da interpretare, ma qui si tratta di rivolgersi direttamente al lettore. E la protagonista ha un filo diretto col lettore, ma lascia aperte troppe domande che chi legge non può evitare di porsi.

Allora azzardo: la dottoressa è un luminare della scienza. Dopo la distruzione della terra, a causa di un'apocalisse nucleare o dei cambiamenti climatici (più probabile visto che si parla di innalzamento delle acque, ecc.), si tenta di riportare in vita colture tradizionali e fondamentali come per esempio grano, ortaggi, frutta. Grano forse no dato che fanno il pane. Vabbè. I sopravvissuti vivono rinchiusi in bunker dove conducono una vita al limite nella speranza di una rinascita. 
Bomba finale: Constance è il padre di Olimpia.

Grazie

A Hellionor garba questo messaggio

11Routine Empty Re: Routine Mar Mag 21, 2024 11:23 am

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Cosa dire di Routine? Mi è piaciuto, anche se l'inizio è lento, pesante, ripetitivo, si fatica a digerire e la Dottoressa è antipatica, prigioniera della sua routine.
Poi la narrazione si libera di inutili orpelli, la corrente aumenta, la cascata si avvicina e risulta gradevole.
Resto l'incognita del cambiamento repentino della figlia. Forse merito del pacco ? Un pacco miracoloso?
Il testo poteva essere ancora meglio, aveva il potenziale da primato assoluto, ma resta, a mio parere, un ottimo lavoro.
Grazie autore per il tuo contributo.

A Hellionor garba questo messaggio

12Routine Empty Re: Routine Mar Mag 21, 2024 1:00 pm

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): Ottima, salvo alcune questioni marginali:
  • “O ci salviamo o basta, Questo è accanimento terapeutico”; o c’è un punto dopo ‘basta’, oppure ‘Questo’ con la minuscola. Idem nella frase “…ho dato dei nomi, Ho raccolto delle conchiglie…”
  • In diversi punti ‘terra’, intendendo il pianeta, va con la maiuscola.
  • “… arriveranno le persone”: manca il punto finale.

Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, finale…): Racconto bellissimo, originale e commovente. Un esempio di ottima scrittura. Ho apprezzato molto il fatto che benché siano chiari i temi ambientalisti, femministi e altri che muovono l’Autore/trice, non c’è stato bisogno di una dissertazione, una spiegazione, una digressione per fare uno di quegli “spiegoni” che ammazzano qualunque raconto. Idem per la contestualizzazione: non c’è stato bisogno di un noioso incipit per illustrare al lettore che il mondo è andato male, che così e cosà, e che allora si è ideato questo esperimento… Cose noiose che non servono. Il lettore si cala immediatamente nel contesto, nel personaggio (geniale la compulsione delle routine!), nei suoi sentimenti materni. Piccola e unica annotazione: nella sala di controllo è in comando un Capitano, che è un grado da ufficiali, sì, ma inferiori; un progetto così importante deve avere a capo un ufficiale di più alto grado, quanto meno un colonnello.
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): Scritto con sapienza, sensibilità e sufficiente controllo; alcune piccole annotazioni:
  • “Chi pensavo di essere, tutta la fottuta resistenza dell’universo, a pensare davvero di
  • potercela fare?”; cosa significa la frase centrale (la fottuta resistenza dell’universo)?
  • “che cazzo mi ero calata”; cosa vorrebbe dire (‘calata’ è dialettale, o slang giovanile, o qualcosa del genere)? 
  • “E sono certa che sapere la sua gioia nel lasciarmi…” Forse, invece di ‘sapere’, non sapere meglio percepire, comprendere, vedere…?
  • “Se Vladimir credesse in Dio, e solo voi sapete quanto vorrebbe crederci…”; ‘voi’ chi? Qui si introduce un narratore che si rivolge al lettore, per la prima e unica volta. Direi di cambiare.

Comunque complimenti; per me uno dei racconti migliori di questo step.


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L'uomo fa il male come l'ape il miele (William Golding).

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13Routine Empty Re: Routine Mer Mag 22, 2024 10:33 am

AurelianoLaLeggera

AurelianoLaLeggera
Younglings
Younglings

Vero, un esempio di ottima scrittura. 
L'inizio mi è piaciuto molto. Giudizio complessivo: buono.
Però la trama non mi ha convinto. Non capisco nulla di questo mondo. 
Gli spiegoni sono terribili, lo so, ma qui sorgono troppe domande:
1) Perché una dottoressa si esprime in quel modo? "Calare", "fottuto", "fottutissimo", tutta roba da fottuto film americano, direi. "Se volete il culo salvo dovete accettare le mie condizioni". Salvo poi riprendere  il capitano perché ha detto "a" invece di dire "per".
2) La routine prevede un giorno a fissare il vuoto? 
3) Il capitano pensa che il sacrificio di una bambina valga la pena. Un sacrificio assolutamente evitabile, tra l'altro. A giudicare dalla routine avrebbero potuto mandare chiunque.
4) Sempre a giudicare dalla routine la frase "lotto ogni giorno" mi pare eccessiva.
5) A parte la solitudine il luogo sembra un paradiso terrestre, e perché i collegamenti si possono fare ogni tre mesi? oppure ogni mese come si evince in un altro punto?
E purtroppo potrei continuare.
Mi dispiace ma la qualità della scrittura non riesce a risollevare una trama troppo fumosa.

Ovviamente si tratta sempre di mie considerazioni. Mi viene in mente una frase molto banale, da professore delle medie:
l'autore dimostra molte capacità, ma non si è applicato. Forse non ha avuto abbastanza tempo?  Peccato
Grazie

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14Routine Empty Re: Routine Gio Mag 23, 2024 11:07 pm

Albemasia

Albemasia
Padawan
Padawan

Un racconto che mi è piaciuto molto: il ritmo scandito dagli "a capo", l'atmosfera di questo Eden dove madre e figlia vivono, ciascuna a modo proprio, lo svolgimento di una trama che, per quanto sottile, pure esiste. 
Avrei gradito, però, conoscere qualcosa di più della vita passata di madre e figlia, l'adozione di Olimpia ad esempio, visto che viene accennata dalla dottoressa quando dice "Mia figlia, Non partorita con dolore, no, ma accolta con amore nei bei tempi andati". E forse questi bei tempi andati avrebbero contribuito a conferire più spessore ai due personaggi principali.
La scrittura è molto buona; non è facile tenere desta l'attenzione del lettore con quella che dovrebbe essere la redazione di un report e che si rivela essere una sorta di monologo interiore di questa scienziata votata alla salvezza della Terra.
Qualche refuso qua e là denota - credo - una rilettura veloce, a causa del poco tempo rimasto, forse.
In conclusione, un brano nato da un'idea originale, ben scritto e che probabilmente con un po' più di respiro nei tempi e negli spazi di esecuzione avrebbe potuto esprimere al massimo le sue potenzialità.
Grazie.

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15Routine Empty Re: Routine Gio Mag 23, 2024 11:35 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto che funziona dall’inizio alla fine: l’incipit, con quella serie di azioni ben precise, scandite quasi maniacalmente, rende già l’idea di un qualcosa di difficile che può essere affrontato solo con estrema determinazione.
E i dubbi di Nadia, ripresi più volte, alla prima lettura mi erano parse inutili ripetizioni, ma se ci si pensa, il ragionarci su ogni giorno, giorno dopo giorno, è quasi come la ricerca dell’approvazione per aver fatto una scelta giusta, come se la protagonista cercasse un contraddittorio con sé stessa che le dia ragione.
Non so se mi sono spiegata.
Olimpia: la mia nipotina si chiama Olimpia e quindi per tutto il racconto visivamente l’ho immaginata come lei, e le ho voluto bene. Quali che siano le cause del disastro che i protagonisti stanno affrontando (certo il 2041 è proprio dietro l’angolo…) c’è comunque un messaggio di speranza per un salvataggio, affidato al lavoro e al sacrificio di una donna, anzi due donne. L’ho trovato emblematico: le donne danno la vita e lottano per essa e Nadia questa “vita” (Olimpia) non la vuole affidare a nessun’altro, pur consapevole di quanto sua figlia sia costretta a non avere, di quante esperienze non può vivere. E la decisione di lasciarla andare, alla fine, è un momento delicatissimo.
Un buon lavoro, quindi, e se c’è qualche piccola imprecisione che altri hanno segnalato non hanno inficiato la lettura.


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

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16Routine Empty Re: Routine Sab Mag 25, 2024 5:07 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Sinceramente il racconto non mi ha preso, anzi, mi ha un pò annoiato.
La scrittura è buona, ma non sono riuscito a entrare in sintonia con la protagonista.
La storia per il mio gusto è troppo statica, non succede quasi nulla.
Il focus è tutto rivolto sulla protagonista, una donna indubbiamente forte, ossessiva, e sul suo rapporto con la figlia.
Alla fine è un racconto psicologico, in cui il lettore può fare solo supposizioni, dato che gli elementi a sua disposizione sono pochi.
Che poi la ricetta giusta non c'è mai, o dici troppe cose o ne dici troppo poche, chissà quale sarà la giusta via? Magari la ricetta non esiste neppure, dipende solo se il lettore si è alzato col piede giusto o sbagliato. Ecco, può essere solo che io mi sia alzato con quello sbagliato.
Ma non ti arrabbiare, ti confesso che io mi sono annoiato anche a scrivere e a leggere il mio racconto.

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17Routine Empty Re: Routine Dom Mag 26, 2024 10:59 am

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Uno dei miei primi racconti pubblicati, non qui, fu fatto a pezzi. Parlava di una gara corsa tra le donne operate di tumore al seno.
Il racconto non era un granché, ma l'avevo scritto con anima, cuore e uno stravagante umorismo.
Perché racconto questo?
Non lo so.
Forse per solidarietà.
Il mio racconto si fece largo tra parecchi premi letterari.
Uno lo vinse e io non andai alla premiazione per uno strano rancore che avevo dentro.
Tutto vero, lo giuro.
L' ho riletto adesso, in palestra. Ci sono tanti errori, ma mi sono asciugato per tre volte una lacrima.
A te l'ho già detto che sei il mio vincitore.
Sì, l'ho già detto.

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18Routine Empty Re: Routine Dom Mag 26, 2024 6:03 pm

mirella


Padawan
Padawan

“Oggi scrivo.
Un giorno disegno.
Un giorno preparo il pane per la settimana.
Un giorno vado in cerca di segni.
Fin dove posso arrivare.
Un giorno scavo buche, annuso terriccio, misuro alberi.
Fin dove posso arrivare.
Un giorno controllo le acque, il fiume, il lago, le pozzanghere.
Fin dove posso arrivare, ovvio.
Un giorno guardo nel vuotouna ragione per andare avanti e la trovo sempre.
Oggi no. Oggi, scrivo.
I valori nell’aria si assestano, ci sono piccoli segni di miglioramento ma no, non c'è sicurezza.”

 
Non mi sorprende lo scetticismo della dottoressa, visto che il  piano di salvataggio è affidato a questa semplicistica  routine. Inoltre, trovo poco credibile che un’impresa così impegnativa  sia affidata a una donna che ha con sé una bimba di undici anni.
Il testo è piuttosto criptico. Molto rimane non detto, anche nell’incipit non si capisce chi sia il narratore, si capisce dopo.
Un altro difetto - a mio parere – è che il brano  in più punti sembra una sceneggiatura.
 “Comando centrale 001 Alfa
Sala di controllo missione Safe Earth
Aprile 2041
Davanti al monitor è seduto il dottor Constance.
Il collegamento video comincerà tra pochi minuti, e il Capitano sta arrivando.”
 
Poiché il racconto non ha immagini, necessita di una scrittura diversa.  Così rimane tutto confuso e la lettura diventa faticosa.
Non mi soffermo su altre incongruenze e imprecisioni  già segnalate.
Mi spiace, non mi convince.

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19Routine Empty Re: Routine Mer Mag 29, 2024 9:08 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Come in un altro caso, accetto la decisione degli Admin, anche se inizio ad avere dei dubbi. Tuttavia, per me il racconto non rispecchia il paletto, quindi non lo ritengo votabile. Questa volta mi dispiace perché il racconto aveva la giusta dose di mistero unita alla curiosità. Lo stile, soprattutto all'inizio, è ipnotico e questo aiuta a calarsi nel racconto fino a sentire che qualcosa si scioglie dentro e ogni cosa sembra andare al suo posto. L'unico difetto è che in alcuni casi, soprattutto nella parte centrale, risulta essere un pochino pesante e macchinoso.

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20Routine Empty Re: Routine Gio Mag 30, 2024 1:07 pm

gipoviani


Padawan
Padawan

Autrice/autore,
il tuo pezzo sarebbe il mio preferito e lo avrei giudicato un piccolo capolavoro se ti fossi fermata a
Mi chiedo se dovrei parlarne con lei, ma è solo una bambina. E sono certa che sapere la sua gioia nel lasciarmi mi spezzerà il cuore, ma lo accetterò. 

Il resto del racconto non mi è piaciuto: diventa noioso, pedante; perde quella forte componente ipnotica. 
Proprio a causa del suo stile e della natura intrinseca del racconto, esso non andava chiuso. spiegato ma andava lasciato aperto e fluido.
Che peccato!

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21Routine Empty Re: Routine Mer Giu 05, 2024 4:38 pm

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Ho apprezzato il racconto per la sua capacità di creare un'atmosfera straniante e ipnotica, mantenendo un ritmo coinvolgente nonostante la mancanza di spiegazioni esaustive. Il racconto è anche capace di stimolare la riflessione e l'immaginazione. Da un lato i dialoghi sono efficaci, ma dall'altro lato danno pochi chiarimenti sulla trama. Ho notato l'evoluzione della narrazione, che inizia in modo duro ma diventa più scorrevole e coinvolgente, soprattutto grazie ai dialoghi e alle relazioni interpersonali tra i personaggi.

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22Routine Empty Re: Routine Ven Giu 07, 2024 4:33 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Voglio farti i complimenti per aver creato un personaggio con un disturbo mentale, se non sbaglio è il disturbo ossessivo-compulsivo, e averlo reso protagonista di un racconto potente. Ho un dubbio: come può essere possibile che per due anni Nadia abbia resistito con Olimpia e poi tutto a un tratto si accorge che anche la bambina ha bisogno di una routine? Poi però ho pensato alla possibilità che la narratrice sia inaffidabile, anche se i brani con il narratore onnisciente sembrerebbero contraddire questa riflessione. Altre cose che ritengo poco verosimili: l'anno 2041 e il fatto che il collegamento video avvenga solo ogni tre mesi, quando per tutto il resto del tempo Nadia e Olimpia sono sotto osservazione costante (potrebbe far parte della routine, per carità).
A parte questi particolari, che spero chiarirai nel terzo tempo, mi ha colpito molto una riflessione: è meno peggio vivere isolate all'aperto senza praticamente contatti con altre persone oppure vivere costrette in un bunker ma in contatto con altre persone? Non avendo la possibilità di un confronto (non viene raccontata la psicologia di persone nel bunker) mi tengo la risposta che offri.

Grazie e alla prossima.


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23Routine Empty Re: Routine Mar Giu 11, 2024 7:42 am

ceo


Viandante
Viandante

Storia densa di mistero che tiene il lettore sulla pagina. La quantità di materiale irrisolto invoglia a continuare fino alla fine, e costringe a lavorare di fantasia, elemento sempre prezioso da stuzzicare. Direi che è un racconto scritto molto bene, con un linguaggio delicato, a tratti poetico, tanto che l’utilizzo di periodi molto brevi fa somigliare certi tratti, graficamente, proprio a una poesia. Se proprio si deve trovare un difetto, ho ravvisato qualche refuso, ma roba da poco (questione di attenzione nella rilettura). Brava/o!

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24Routine Empty Re: Routine Mar Giu 11, 2024 1:13 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto robusto e inteso che va oltre la storia narrata e ciò che trasmette.
Dall'isolamento volontario, al rapporto madre-figlia, all'estinzione del genere umano per un non meglio specificato cataclisma: tratti temi importanti e corposi in maniera delicate ed elegante, senza affondare mai la lama in profondità, mostri le dinamiche affidandole a poche osservazioni di contorno.
L'effetto che sei riuscito a dare al testo è allo stesso tempo straniante e disturbante: sono a favore delle storie un pò criptiche, dove l'autore chiede un piccolo sforzo in più al lettore, dove chiede di fidarsi di lui.
Se quindi è vero che le informazioni che ometti non sono così necessarie allo sviluppo della storia, quelle mancanze però castrano il senso ultimo del racconto che è quello d'intrattenere il lettore.
Ecco, forse l'unico neo del testo è quello: la sensazione di aver tracciato una riga netta oltre la quale al lettore non è concesso accedere (oltre quella riga ci sono un pò tutte le cose che ti hanno fatto notare i commentatori precedenti. Quella che a mio avviso rimane più oscura è il cambiamento della bambina: forse segue un processo interno di comprensione e maturazione, ma non ce ne è data conferma).
Il racconto è davvero ben scritto, accattivante e degno di nota.

@Molli Redigano: quel Per. che ti ha colpito non è un errore, ma lo devi leggere nel contesto della frase successiva: Nadia corregge il Capitano perchè ha sbagliato preposizione.
@Claudio Bezzi calare in questo contesto è sinonimo di assumere (di solito "calare" si usa riferendosi agli stupefacenti. Cosa ti sei calato oggi?)

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25Routine Empty Re: Routine Gio Giu 13, 2024 8:35 am

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Stilisticamente il racconto mi piace molto. Frasi secche, ritmate, una narrazione quasi ipnotica, alternata con le scene al comando centrale che hanno un altro passo, un altro ritmo. La trama vive in un bozzolo, un mondo proprio senza collegamenti con l'esterno, tanto che l'autore non spiega nulla del perchè ci si è trovati in questa situazione. Però a lui ve bene così, non interessa contestualizzare il tutto, vuole solo far vivere al lettore stati d'animo e sensazioni. E in questo ci riesce molto bene.


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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

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