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Il racconto che avrei voluto inviare al secondo step del concorso

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Flash Gordon

Flash Gordon
Padawan
Padawan

https://www.differentales.org/t2961-25-aprile#35279:


Il tronco, il granchio e la tartaruga.


Tramontò il sole su un lastrico di pietra, che conduceva al mare, riflettendosi sulle mura d'una casa abbandonata, prima di salutare il giorno.
In visione al mondo portò immagini di spiagge deserte fra monili d'oro, gemme preziose e ruscelli di acque pure.
Erano tempi di purezza e tali furono finché un vento strano non spazzò via la sabbia lasciando solo i ricordi a crogiolarsi all'ultimo sprazzo di luce.
Arrivò un agosto assolato restituì al mare quello che la scelleratezza aveva portato via.
Un tronco brunito e verdastro, fonte di lucente linfa sommersa, respirò lieve cercando di non farsi sentire.
Un granchio, solo e malfermo, fermandosi a osservarlo gli domandò:
«Sai indicarmi... oh vecchio tronco la via della felicità? Mi son smarrito dopo l'ultima tempesta che tutto il creato cambiò».
«Amico, da tempo anch'io la cerco ma non so dove sia, ora attendo che la marea della luna nuova mi porti finalmente via con sé. Trova rifugio in una delle mie cavità e l'aspetteremo insieme».
«Accetto la tua proposta tronco, le mie chele sono consumate e poi in due la ricerca è meno faticosa».
La sera si presentò sull'arenile e la risacca del mare sfiorò il tronco e il granchio che al suo interno aveva trovato rifugio.
Un altro giorno prese il posto dell'oscurità e una tartaruga, che passava di là, si fermò ad osservare il tronco.
«Signor tronco è tutta la notte che vago mi sa indicare, per caso, la via per la felicità?»
«Che strano, mi fate tutti questa domanda… amica tartaruga non saprei risponderti ma se vuoi entrare nel mio interno troverai un altro amico e magari potremo cercarla insieme».
« Accetto, più siamo e prima la troveremo
«Sono contento entra pure, sta per arrivare la marea della luna piena e presto partiremo per un lungo viaggio, me lo sento!».
Il mare cominciò a raffreddarsi e, mentre le sue acque salivano pian piano sulla spiaggia, si rivolse al tronco: « Vecchio tronco preparati, fra poco navigherai con me per il mondo».
La marea della luna piena arrivò e le acque avvolsero il tronco e il granchio e la tartaruga, che si trovavano al suo interno, trascinandoli in alto mare.


La prima notte fu tranquilla e i tre, per ingannare il tempo, si misero a parlottare, facendo amicizia e raccontandosi le loro vite e le vicissitudini.
Infine, parla parla, si addormentarono tutti.
Sorse l'alba sulle acque ed essi, svegliandosi, avvertirono un terribile odore che li circondava.
Tutto intorno il mare era scuro e sporco di melma.
Cominciarono a star male, non riuscendo più a respirare.
Il mare se ne accorse e si rivolse a loro:
«Cosa c’è che non va?».
Per tutti parlò il tronco con voce sempre più flebile per la mancanza di fiato:
«Tu, oh mare, non sei più quello d'un tempo, sei così ricoperto di sostanze sporche e maleodoranti che non riusciamo a respirare. Riportaci a riva, ti prego, o presto moriremo».
«Capisco, vi accontenterò. Io, invece, dovrò sopportare tutto questo scempio finché le coscienze ottuse vivranno. Ma vi dico, in verità, che un giorno madre natura si ribellerà e dirà basta».
Il mare, appena ebbe finito di parlare, invocò il fratello vento affinché s’alzassero grandi onde.
E il vento non si fece attendere… grandi onde s’alzarono e trascinarono il tronco, con i suoi amici all’interno, sulla spiaggia d’un isoletta deserta.
Quell’isola era colma di vegetazione rigogliosa e, mentre sul mare c’era tempesta, su di essa il sole spendeva, e tutto era calmo, gli uccelli cantavano, era un vero è proprio Paradiso sulla Terra.


Il tronco, il granchio e la tartaruga, ancora un po’ scossi dalla buriana patita, si guardarono intorno e, vedendo quel posto tanto meraviglioso, compresero d'aver trovato finalmente quella felicità che tanto avevano cercato.
Quella stessa felicità che gli umani avevano smarrito e che mai più avrebbero ritrovato, perché in loro albergava egoismo, edonismo, violenza e odio.
Gli anni passarono e i tre amici vissero su quell'isola in armonia con tutta la natura che li circondava.
Un giorno però, come aveva predetto il mare, madre natura, adirata, alzò forte la sua voce e tutti
gli abitanti della Terra cercarono rifugio su quell'isoletta Paradisiaca, l’unica che ancora non era stata sconvolta dalla furia degli eventi.
Tutti s’affannavano a voler sbarcare sulla sua spiaggia e il tronco con i suoi amici erano veramente spaventati.
Poi, come d’incanto, s’udì un melodioso suono d’arpa e, in un istante, l’isola scomparve per sempre e tutti, ma proprio tutti gli esseri umani, annegarono nella melma che loro stessi avevano creato.


Talvolta, nelle notti stellate quando il silenzio dell'universo veglia i sogni dei puri di cuore,
dall'alto del cielo un tronco e i suoi amici, su una isoletta appesa fra gli astri, guardando tristi in giù verso un pianeta vuoto e spoglio, ricordano il tempo in cui la terra era verde e rigogliosa d’acque incontaminate.


______________________________________________________
Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.

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