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Staffetta 4 - Episodio 3

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Messaggio Da Achillu Mer Giu 12, 2024 6:30 pm

=== Episodio 1 [CharAznable] ===
Me lo ricordo bene quando accadde.

Se lo ricordano tutti qui a Castello.

Fu durante la finale del torneo di calcetto del Bar Luna. Albertone, Alberto Tedeschi, stava per calciare la punizione. E fu in quel preciso istante che udimmo tutti l’urlo. Non l’urlo del Settembrini preso in pieno volto dalla fucilata di Albertone, un urlo più lontano. Ma forte e acuto. Ci volle poco per capire che veniva da una casa dall’altra parte della strada. E che a emettere quel grido straziante era stata la Teresa Manubri. Albertone riprese la palla, respinta dalla faccia del Settembrini e infilò la porta sguarnita. Ma nessuno convalidò il gol, nessuno esultò con lui. Ormai tutti erano affannati a raggiungere la casa della Teresa. E la trovarono svenuta, distesa nel giardino di casa e, particolare ancor più macabro, una gamba umana spuntava dalla roggia proprio accanto alla sua abitazione.

Subito il Moretti, il capo della polizia locale che era presente alla partita, chiamò i Carabinieri e il 118, presumibilmente per la signora Teresa perché per quanto riguarda il proprietario della gamba non credo ci fosse molto da fare.

“Dovremmo chiamare anche i pompieri”, mi permisi di suggerire.
“I pompieri? E perché?”
“Per ripescare la gamba”.
Al Moretti non parve poi una cattiva idea.
“Magari alla gamba c’è attaccato anche tutto il corpo”.
“Per me è un drogato”.
“Mi sembra più la gamba di una ragazza”.
“Calma, calma. Non facciamo chiasso.”
“Tanto non si sveglia mica”, esclamò il Giannetti, indicando la signora Teresa che giaceva ancora sull’erba aiutata da alcune vicine di casa, mentre il capo Moretti cercava di mantenere la calma non senza qualche difficoltà.

I Carabinieri arrivarono in pochi minuti. Pochi minuti che al capo Moretti sembrarono un’eternità visto il caos che si era creato attorno alla roggia. C’era ormai persino chi scommetteva sul sesso del proprietario della gamba e se, a essa, era attaccata o meno la parte restante del cadavere. Inoltre Albertone insisteva perché il suo gol fosse regolarmente convalidato, a lui non importava nulla di svenimenti o di morti che spuntavano dal canale.

“Chi ha scoperto il corpo?”.
Il maresciallo Attanasi sembrò abbastanza seccato dalla situazione che si era venuta a creare.
“La signora Teresa Manubri, fu Martino. La proprietaria dell’abitazione adiacente il corso d’acqua artificiale”.
Al capo Moretti capitava spesso di esprimersi, su questioni lavorative, come un burocrate del tempo che fu.
“E ora dove si trova la signora in questione?”
“Presso la sua abitazione, con il personale del pronto intervento”.
“Bene, appena si sarà ripresa gradirei parlarle. Ora, vediamo il cadavere”.
“Ecco, il presunto cadavere è quella protuberanza sporgente dal canale d’irrigazione”
“Presunto?”
“Sì, beh, credo vi siano pochi dubbi sull’effettivo decesso, ma non siamo a conoscenza della presenza o meno del cadavere intero”.
“Bene”.
“Mi sono permesso di chiamare i Vigili del Fuoco per il recupero della salma”.
“O di quello che ne rimane”.
“Esattamente”
“Bene”.

Il lavoro dei Vigili del Fuoco non fu semplice. L’impedimento principale venne dalle decine di curiosi che si erano ormai radunati attorno al canale e alla casa della Teresa Manubri. A causa della calca finirono in acqua prima il Chierichietti e poi il Carletto del Culumbàrì, che si esibì in un rosario che interessò tutti i santi del firmamento, veri o presunti che fossero.

Dopo aver ripescato gli involontari bagnanti, e transennato le sponde del canale per evitare nuove missioni di salvataggio, la squadra si adoperò per recuperare il corpo semisommerso.

=== Episodio 2 [Claudio Bezzi] ===
Non ci fu nulla da fare. Per quanto il Maresciallo urlasse e il povero Moretti, al seguito, lo imitasse, la gente stava accalcata coi telefonini in mano per immortalare quel che il verricello dei pompieri avrebbe tirato su. L’attrezzo si reputò necessario per la vischiosità del fondo che tratteneva la gamba, e quel che di altro c’era, non avendo animo, i pompieri, di ravanare a mani nude intorno alla macabra evidenza. E quando il macchinario, tromp-tromp-tromp, issò lo sconveniente reperto, suscitando un disgustoso vuusc dal fondo limaccioso della roggia, si levò un coro di “Ooh!” assolutamente giustificato. Attaccato alla gamba c’era, sì, un corpo femminile nudo (la signora Gina si affrettò a coprire con una mano gli occhi del nipotino), ma fu subito evidente che c’era qualcosa di strano: il corpo si manteneva rigido in un plastico passo di danza, gli occhi aperti, la bocca dischiusa in un sorriso. E in quella medesima posa dondolò sotto il cavo del verricello, e così fu adagiata su una lettiga e ficcata in un’ambulanza che di corsa portò il corpo all’obitorio.

“Tassidermia”, disse col tono di chi la sapeva lunga il comandante Moretti al Bar Giusy e Lory in serata.
“E che sarebbe?” Chiese il Settembrini, il viso bluastro per la tumefazione seguita alla pallonata del giorno prima.
“Imbalsamazione. Il cadavere è stato imbalsamato.”
“Ma dai! Ma chi sarebbe?”
“Ah, questo per ora non si sa. Il magistrato ha organizzato una task force di investigatori ed esperti per venirne a capo.”
“Lo dicevo io…” Mugugnò Chierichietti che, essendo caduto nella roggia, vantava una veduta da prima fila; “mi pareva troppo strana quella cosa; quel cadavere!”
“Già, un cop de teatr niente male, come direbbe il nostro Stiletti.”
“Coup de théâtre…”
“Appunto, un magistrale cop de teatr: una donna imbalsamata, signori miei; cosa ne dice, professore?”
Al segnale, i presenti si girarono all’unisono verso il professor Stiletti, l’autorità locale in tema criminologico.
Il professor Stiletti insegnava tecnologia alla locale scuola media e aveva fama di grande sapiente in materia criminale; vuoi perché aveva autopubblicato ben tre romanzi gialli, vuoi perché era arrivato quinto all’International Crime Fest di Acqualagna. Chi, se non lui, poteva penetrare quel mistero?
“Vedete - iniziò il professore, - questo ritrovamento è chiaramente simbolico; probabilmente rituale, forse iniziatico. L’imbalsamazione della vittima pare essere una pratica feticista, o una deriva fondamentalista, oppure una forma crudele di ritorsione…”
“Insomma, qualunque cosa.” Sbottò Moretti.
“Esatto! E potrebbe riguardare una società segreta, una feroce associazione criminale, come certe in Sudamerica…”
“Sudamerica?”
“Oh, beh, anche in estremo Oriente, in alcune tribù africane…”
“Come dire: dappertutto…”

Intanto i membri della task force riferivano al magistrato il quasi nulla che si conosceva al momento. Naturalmente la riunione era riservata ma io avevo un cugino che lavorava all’ufficio passaporti della Questura, mi capite… Grosso modo le cose devono essere andare così: caro dottore non sappiamo un accidenti di questa faccenda; abbiamo dragato il canale per qualche chilometro a monte e a valle e non abbiamo trovato nulla, salvo una bicicletta arrugginita; il corpo è femminile ma al momento non ne conosciamo l’etnia perché è certamente molto vecchio ed è deteriorato; il patologo ci farà sapere prima possibile; presenta un tatuaggio sul braccio sinistro, stiamo cercando di renderlo più nitido e capirne il significato; non risultano donne scomparse in zona, con queste caratteristiche, negli ultimi dieci anni ma stiamo allargando la ricerca e ne abbiamo investito anche l’Interpol; la Manubri, all’uopo interrogata, non esclude che il corpo potesse essere lì già da tempo, perché in quella zona capita di rado e nell’ultimo mese ha piovuto molto e lei è uscita poco da casa; comunque certamente non c’era un mese fa, e quindi occorre anche chiedersi chi ha portato fin lì il corpo, e perché.

“Eh, amici miei, - pontificava il professore al bar - qui si brancola nel buio!”
“E cosa si può fare, in questi casi?” Chiese il Settembrini il cui viso andava sfumando sul violaceo.
“Ah, beh, la scienza investigativa è più avanti di quello che credono i comuni delinquenti, sapete? Per esempio il database delle impronte digitali dell’Interpol è sterminato. Poi c’è il DNA! La tassidermia, inoltre, è un processo complesso, mica tutti lo sanno fare. Queste sono piste promettenti.”
“Ma se fosse un suo romanzo, professore,” chiese Carletto del Culumbàrì, “come procederebbe?”
“Ah, non avrei il minimo dubbio!”
“E dai, Professore, che con queste pause mi fai tornare su il Negroni.”
“Ragazzi, la cosa è delicata. Se opportunamente interrogato dal magistrato, o dagli investigatori, fornirò volentieri la mia consulenza ma, capite? A indagini in corso è meglio che taccia.”
Poi, rivolto a Pierino, il cameriere nonché fidanzato della Lory (in quest’ordine), fece: “Oh, Pierino! Che mi porti un Negroni anche a me? Abbonda nel gin questa volta, grazie!”

=== Episodio 3 [Achillu] ===
Ma, come tante altre storie appassionanti, dopo settimane senza succulente novità anche la ballerina imbalsamata finì nel dimenticatoio. Nemmeno la dottoressa Bagatti dell’ufficio tecnico, ormai prossima ai quarant’anni di pubblico servizio, era riuscita a farsi rivelare nulla, nonostante fosse più conosciuta e importante del sindaco Marino.
Complice il ritorno in paese di Muneghin, riapparso magro come uno stecchino, che parlava danese e mangiava solo vegano, si ricominciò con i soliti chiacchiericci: la signora Poretti che piangeva miseria, ma poi andava sempre all’Esselunga e nessuna l’aveva mai vista al discount; o Ethan, il figlio della Giusy nonché il fratello della Lory, che si era piazzato alle gare provinciali delle Olimpiadi di Fisica e adesso voleva fare la Normale di Pisa invece che aiutare al banco.

Nemmeno don Silvio parlava più della ballerina nella roggia. E infatti anche quella sera arrivò al bar con la solita scusa: “Allora, Giovanna; quand’è che trovi un bravo fidanzato invece che stare qui a giocare a carte?”
Ovviamente odiavo questo discorso, però mi trattenni dal bestemmiare davanti a lui. “Ma non esiste proprio, don!”
“Guarda che il tempo passa e si fa presto a restare zitella.”
Alzai la voce: “Giusy? C’è uno spritz sospeso per don Silvio, vero?”
Lui si girò. “No, no, fammi solo un prosecco allungato! Che devo ancora dire messa al Sacro Cuore.”
“Chi paga il bianco a don Silvio?” gridò la Giusy, azzittendo in un attimo tutti gli avventori.
“Io!” rispose Ethan, appoggiando al bancone cinque euro stropicciati.
“Quelli dove li hai presi?” si affrettò a chiedere la Giusy, appoggiando i pugni sui fianchi.
“Sono miei e ci faccio quello che voglio!”
“Sì, ma te li ho dati io.”
“Allora vado a spenderli al Bar Luna.”
Prima che Ethan potesse riprendere la banconota, la Giusy sbatté la mano sul banco e se ne impossessò guardando il figlio con gli occhi a fessura.
“E dammi il resto.”
“Date uno e avrete cento. Ah! Bravo, il nostro Ethan. Ti aspetto in parrocchia che ti offro un Gingerino,” commentò don Silvio, accarezzando il ragazzo sulla spalla. E nel bar ricominciò a sentirsi il brusio.

Io nel frattempo avevo sospirato almeno dieci volte di sollievo.
“Tocca a te,” mi disse Albertone, indicando il dieci di quadri che aveva appena scartato.
“Chiudo.” Soddisfatta, raccolsi la carta e la incastrai tra le mie.
Ethan si avvicinò e tirò fuori una voce timida e sottile, tutto il contrario di poco prima. “Scusate, posso aggiungermi?”
“Guarda che giochiamo a soldi.”
Albertino Soldini, detto il Ragioniere perché lavorava allo sportello in banca, controllò i punteggi. “Adesso sono due euro per entrare.”
Ethan contò le monete che teneva in mano. “Ah. Ecco, veramente io…”
Guardai il Ragioniere di traverso. “Dai, è solo un ragazzo! Facciamo una mano libera così gioca anche lui?”
“E dopo chi dà le carte? Si rompe il giro.”
Albertone suggerì: “Facciamo mescolare il ragazzo così poi riprende la Giovanna.”
Nel frattempo la Giusy aveva gridato dal banco: “Vieni via da lì!”
Lui si sedette di scatto e appoggiò degli spiccioli sul tavolo. “Ecco qua, sono due euro!”
“Ethan, alzati subito!”
Spinsi le monetine verso il ragazzo. “Giusy, tranquilla. Facciamo una mano libera. Ok?”
Per la pace di tutti, e con la benedizione di don Silvio, mescolai e iniziai a distribuire le carte.

“Ehm, signora Giovanna, posso chiederle una cortesia?”
“Dimmi.”
“Ho calcolato che per immergere un corpo rigido di massa cinquanta chilogrammi, in un fluido di viscosità cinque virgola nove pascal secondi, ci vuole un lavoro di otto virgola sei per dieci alla sette joule. Potrebbe dirlo a suo cugino, per favore?”
“Abbiamo un piccolo genio,” commentò il Ragioniere.
Guardai Albertone e gli altri, e tutti avevano un sorriso a mezzo tra Però! e Quindi? La stessa espressione che di sicuro avevo anch’io.
“Glielo dico pure, se me lo scrivi giù bene senza mettere le parolacce. Ma perché dovrei farlo?”
“Perché una tale quantità non si può spiegare solo con la perdita di energia cinetica.”
“Lo sapevo io che c’entravano i cinesi!” rise Albertone, scatenando l’ilarità di tutti.
Interruppi la distribuzione delle carte. “Scusa. C’entra qualcosa con i passaporti o la Questura? Giusto per capire.”
Ethan fissò le proprie mani sul tavolo. “No. Riguarda la ballerina nu-uda imbalsamata.”
Tutti gli occhi si girarono verso di lui.
“Quindi era cinese?”
“No.” Il viso di Ethan diventò rosso come un peperone. “In realtà non lo so.”
Il professor Stiletti sembrò molto interessato alla cosa. “Spiegati bene.”
“Ecco… secondo i miei calcoli non può essere stata travolta dall’acqua, dev’essere per forza caduta da un’altezza considerevole.”
“Tipo la torre della Telecom?”
“Ma va là, almeno almeno dalla cisterna dell’acquedotto.”
Ethan scuoteva la testa. “No, altezza di crociera per velivoli leggeri.”
Lo guardammo perplessi, molti dissero: “Eh?”
Il professore spiegò: “È piovuta dal cielo! Non avete ancora capito?”
Chierichetti esclamò: “Ah. Quindi è un’extraterrestre!”
Ci fu un coro di “Ecco!” e “Adesso si spiega tutto.”


Ultima modifica di Achillu il Gio Giu 13, 2024 3:19 pm - modificato 2 volte.

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Messaggio Da Claudio Bezzi Gio Giu 13, 2024 10:54 am

Si vede che operi in un campo tecnico, non necessariamente nella meccanica idraulica, e questo ti ha aiutato col colpo a sorpresa, che mi è piaciuto assai. Data questa premessa, immagino che sia corretta una frase tipo “un fluido di viscosità cinque virgola nove newton metri”, e non - per dire - “nove newton al metro” o cose di questo genere. Io sono solo un povero sociologo, scusa se dubito di voi fisici/chimici/matematici…
Detto ciò mi è piaciuto l’espediente che hai adottato, di iniziare il tuo capitolo parlando di tutt’altro, altra situazione, altri personaggi; lì per lì non capivo bene, poi è arrivato l’affondo. Credo che tu abbia servito su un piatto d’argento ad Albemasia un quarto capitolo epifanico. Questo racconto sta venendo proprio bene, sono appagato.

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Messaggio Da Achillu Gio Giu 13, 2024 3:19 pm

Claudio Bezzi ha scritto:Si vede che operi in un campo tecnico, non necessariamente nella meccanica idraulica, e questo ti ha aiutato col colpo a sorpresa, che mi è piaciuto assai. Data questa premessa, immagino che sia corretta una frase tipo “un fluido di viscosità cinque virgola nove newton metri”, e non - per dire - “nove newton al metro” o cose di questo genere.
In realtà ho sbagliato unità di misura, è il "pascal secondo" che misura la viscosità.
Esistono unità di misura che si chiamano mettendo due unita in fila, e significa "per" invece che "diviso". Quindi il "newton metro" è un'unità di misura valida, ma non è l'unità di misura della viscosità. In realtà il "newton metro" misura il lavoro e si chiama "joule", come l'unità di misura dell'energia. Uff, ho fatto confusione, correggo le unità di misura. Grazie per aver messo in dubbio la cosa, altrimenti non me ne accorgevo.

E grazie anche per aver apprezzato ^_^

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Messaggio Da Claudio Bezzi Gio Giu 13, 2024 4:32 pm

Achillu ha scritto:Grazie per aver messo in dubbio la cosa, altrimenti non me ne accorgevo.

Noi sociologi siamo gli specialisti nel mettere in dubbio tutto. Ciao.

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Messaggio Da Susanna Gio Giu 13, 2024 10:09 pm

Allora che fosse di Achillu sarebbe stato palese anche in anonimo. E uno si sente ignooooorannnnnteee, tipo zerbino. Beh c'è chi studia difficile e chi no! Complimenti ad @Achillu e tanti tanti tanti auguri ad @Albemasia che, così a sentimento, ha un testimone incandescente da afferrare al volo. Mi raccomando...

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Messaggio Da Albemasia Gio Giu 13, 2024 10:14 pm

Bene! Nonostante la fisica non sia pane per i miei denti, ho compreso che mi hai servito proprio un bel pezzo per cominciare a tirare le fila di questo racconto.
Al momento non ho un'idea precisa in mente, ma appena riuscirò a calarmi nel mood di questo pezzo, sono sicura che sarenno i personaggi che avete così bene caratterizzato tutti insieme a condurmi dove la storia dovrà virare.
Di solito mi succede sempre così.
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Messaggio Da Achillu Gio Giu 13, 2024 10:53 pm

Susanna ha scritto:Allora che fosse di Achillu sarebbe stato palese anche in anonimo. E uno si sente ignooooorannnnnteee, tipo zerbino. Beh c'è chi studia difficile e chi no! Complimenti ad @Achillu e tanti tanti tanti auguri ad @Albemasia che, così a sentimento, ha un testimone incandescente da afferrare al volo. Mi raccomando...
In realtà, a parte le unità di misura di cui adesso – dopo la correzione – sono sicuro, ho messo giù una supercazzola. Non ho la più pallida idea nemmeno di quale sia la viscosità del fango o dell'argilla, quindi i numeri sono piazzati lì a caso. Potrei chiedere ai miei amici fisici per capire se ho scritto o meno una stupidaggine, comunque l'idea era quella di tirare fuori il concetto. I numeri si possono aggiustare in fase di revisione finale. Grazie Smile
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Messaggio Da Achillu Gio Giu 13, 2024 10:58 pm

Albemasia ha scritto:Bene! Nonostante la fisica non sia pane per i miei denti, ho compreso che mi hai servito proprio un bel pezzo per cominciare a tirare le fila di questo racconto.
Al momento non ho un'idea precisa in mente, ma appena riuscirò a calarmi nel mood di questo pezzo, sono sicura che sarenno i personaggi che avete così bene caratterizzato tutti insieme a condurmi dove la storia dovrà virare.
Di solito mi succede sempre così.
Questa staffetta mi piace proprio per la coralità dei castellani (o castellesi?). Sono davvero felice di aver contribuito. Tra parentesi, mi sono ispirato anche a persone reali che caratterizzano il piccolo centro in cui vivo. In bocca al lupo, mi sono lasciato andare anch'io nello stesso modo.
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