Ok... provo un po' a rispondere alle principali osservazioni che mi avete fatto nei commenti, peraltro tutte giustissime e puntuali.
Innanzitutto la questione dei fumetti e del televisore.
Ammetto che, per questioni anagrafiche, ignoravo che nel 1982 Dylan Dog ancora non esistesse e non ho pensato di verificare, mea culpa.
Per il televisore, invece, non ho nessuna scusante se non il fatto che quando scrivevo evidentemente avevo la testa da un'altra parte.
Veniamo alla questione del genere "umoristico". Ero consapevole, quando ho scritto il racconto, che si trattasse di un umorismo un po' "sui generis", che non sarebbe stato apprezzato da tutti, e ringrazio gli amministratori per aver deciso di ammettere lo stesso il mio racconto.
Anzi, mi ha colpito molto positivamente il fatto che la gran parte di voi abbia apprezzato la leggerezza e l'umorismo del mio scritto, pur affrontando tematiche così poco allegre e forse non proprio "politicamente corrette". Mi ridà un po' di fiducia nel mondo, perché mi sembra che ormai oggi non si possa più scherzare su certi temi, quando invece ce ne sarebbe un gran bisogno.
In molti vi siete chiesti perché avessi deciso di descrivere un reparto di bambini con malattie così gravi, visto il genere del racconto.
I motivi sono essenzialmente due:
1- Cosimo, con la sua testardaggine e il suo carattere un po' spigoloso, è liberamente ispirato a un ragazzo che fu mio compagno di stanza moltissimi anni fa durante un ricovero, così come lo sono tutti gli altri bambini che ho descritto con le loro malattie poco allegre. Tutta la storia dei mondiali, della fuga e dei vecchietti è inventata, ma non me la sono sentita di dare a "Cosimo" una patologia che non fosse quella reale.
2- Inoltre avevo bisogno di un personaggio che, pur essendo ricoverato in ospedale, non stesse male e fosse pienamente in forze per affrontare la scalata dell'albero e un ragazzo con un adenoma ipofisiario mi sembrava ideale da questo punto di vista. Certo, avrei potuto "affibbiargli" una malattia più banale, un'appendicite o una gamba rotta come mi ha gentilmente fatto notare
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]. Però una persona con un attacco di appendicite, o con una gamba rotta, è sofferente, prova dolore ed è impedita nei movimenti, non sarebbe stato molto credibile farla salire su un albero a mio parere.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] hai perfettamente ragione, mi sono resa conto solo dopo che il racconto fosse decisamente sbilanciato, con l'umorismo solo nel finale, come mi hai giustamente fatto notare.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] no, per fortuna non sono un medico, solo paziente di tanto in tanto.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] in realtà se rileggi vedrai che il racconto si svolge in due giorni diversi. Il primo in cui Cosimo rompe le balle alla caposala per la TV che non funziona e poi se ne torna mesto in camera pensando a come fare per vedere la partita dell'indomani, e poi il giorno successivo, quello della partita, quando la madre lo va a trovare e gli porta i fumetti. Nel mio scritto originale questo cambiamento temporale era segnalato da un'interruzione di pagina, e forse si capiva meglio, ma purtroppo questa cosa pubblicando nel forum è saltata. Le prossime volte ne terrò conto e vedrò di evidenziare meglio i cambi di scena e i salti temporali.
Grazie a tutti e a rileggerci, forse, al prossimo step!