Caro autore (o autrice)
innanzitutto permettimi di dirti una cosa: se io fossi un diciassettenne con una malattia così invalidante, sarei talmente arrabbiato con la vita, che l'ultima cosa che mi passerebbe per la testa sarebbe di scrivere una letterina a Babbo Natale, e te lo dico per esperienza personale.
Insomma già di per sé l'impostazione del tuo racconto non mi sembra delle più credibili, lasciatelo dire. E anche il tema natalizio non è del tutto centrato. Il destinatario "Babbo Natale" è di fatto un destinatario forzato dai paletti del racconto. Il ragazzo avrebbe potuto rivolgersi a Dio, ad Allah, a Zeus o a Cthuluh... a chiunque, la sostanza della lettera non sarebbe cambiata.
Comunque, al netto delle polemiche sulla prima parte della lettera (ti dirò solo che sono completamente d'accordo con Akimizu e la trovo piuttosto inopportuna) voglio segnalarti alcune perplessità.
Innanzitutto non mi ha convinto l'uso dell'aggettivo medicale in questi due passaggi: "definizione medicale" e "Ricerca medicale". Avrei usato l'aggettivo "medico"in entrambi i casi. Poi, quando parli del momento del bagno dici "la solita terribile sofferenza sempre annidata lì, nel mio cervello." Perché nel cervello, scusa? Nell'epidermide caso mai. Detta così sembra quasi tu stia parlando di una patologia psichiatrica o di una malattia psicosomatica, quando invece abbiamo a che fare con tutt'altro tipo di problema.
Poi ci sarebbe anche: "piaghe sanguinolenti e purulenti" ma quella è una svista che può capitare a tutti. Per il resto mi sembra un racconto ben scritto, a livello di forma.
Però, mi dispiace dirtelo, sebbene io approvi la decisione di parlare di malattie rare e quasi misconosciute come questa, credo che questa non sia la maniera più efficace di farlo.
A rileggerci, spero.
Ultima modifica di SisypheMalheureux il Lun Gen 10, 2022 11:04 pm - modificato 1 volta.