Anna

Il tema della rinascita è presente.
Il cento racconta una storia non di immediata comprensione, forse per la complessità del tema che tratta: credo che Anna abbia una qualche dipendenza o vizio poco salutare e mi fa pensare il rapporto di affetto tra i protagonisti: parlano in maniera tranquilla, senza drammi eccessivi o cataclismi.
Il racconto è scritto bene, anche se a volte ti è sfuggito qualche spazio di troppo.
Una buona prova.

A parte qualche problema di formattazione (che mi fa venir voglia di darti un abbraccio fortissimo e poi una super bacchettata al pc, e poi di nuovo un abbraccio), questo 100 è da leggere più volte, perché ogni volta scopri una cosa nuova.
Ho promesso il voto a troppi racconti, ma questo è l’ultimo che leggo, e l’ultimo arrivato – lo sai bene – è sempre il più caro, è inutile.
Ci sono immagini completamente visibili negli occhi di chi sta leggendo, il tema è trattato a colpo sicuro, il messaggio arriva forte e chiaro. E la storia è una di quelle storie che ognuno può interpretare come più gli si avvicini emotivamente, e sono sicuro che ognuno che legge questo 100 riesce a fare propria la storia di Anna.
Non credo di poter avere dubbi su chi sia l’Autore, e permettetemi un ot che però devo dire assolutamente: tra tutti i tuoi mini, credo che queste cento parole siano le più riuscite, e potresti ricavarne altre decine di migliaia.
Se è vero che spesso ti ho fatto i complimenti (e molto spesso no), stavolta fai finta di vedermi in piedi ad applaudirti finché non te ne vai, con la tua tazzina di caffè a spargere gocce ovunque.

E già. Questa età buttata, messa fuori con il ciarpame, ormai è roba usata, usata male. Ma per un'età buttata c'è quella in arrivo che ci può riscattare. Anna, con quella maglietta sformata e lei così piccola dentro, tutta tremante eppure sarà forte, lo so. Ha qualcuno vicino, qualcuno che nonostante tutto non si stanca di andare a trovarla. Sono commosso? Sì.

Questo 100 è uno di quei racconti che bisogna leggere con attenzione. Basandosi sul dialogo, sono le parole che costruscono la storia. E qui ci sono alcune frasi ben pensate e scritte. Mi soffermo sull'ultima: "Non sono né ferita né inferma, tutto può  essere". Sembra proprio una giovane a parlare: lascia aperta la possibilità, ma occorre vedere il suo agire. E Anna la vediamo recuperare una tazzina dall'ospite come a voler far vedere che lei ha una sua autonomia, ha recuperato. Poi il dialogo si ingolfa tra recriminazioni e incoraggiamento. Mi piace pensare ad un dialogo tra una giovane e un genitore. Il racconto mi entra piano, ma poi rimane. Ottimo!

Intenso, delicato e dirompente al tempo stesso questo 100!
Dice, non dice, tratteggia il malessere di un anima fragile che, forse, è più forte di chi la vuole aiutare.
Ognuno può essere un' Anna, con i proprio difetti sottolineati con l'evidenziatore, cosicché il mondo intero riconosca i punti deboli.
Ma la maglietta dell'Hard Rock la dice lunga su questo personaggio...

Non ho avuto dubbi su chi fosse l'autore e nemmeno che avrei votato questa perla.
Complimenti,davvero. Non è facile suscitare certe emozioni in cento parole!

vivonic ha scritto:Non ho avuto dubbi su chi fosse l'autore e nemmeno che avrei votato questa perla.
Complimenti,davvero. Non è facile suscitare certe emozioni in cento parole!

Grazie , Nicola, grazie davvero.
Come al solito non sono andato molto lontano per esprimere questo racconto fotografico.
Mia figlia, qualche tempo fa, per festeggiare la laurea dell'amica del cuore non  considerò
che sarebbe bastato un controllo della stradale per mettere in discussione la sua ingenuità e un paio di birre.
Questa l'ispirazione.
Ciao.

Sul racconto ho già detto, è stato anche la mia prima scelta, quindi. Volevo chiederti una cosa. Vedi, quello che mi piace di te, Tom, insieme a un mucchio di altre cose, è che te ne freghi di aiutare i tuoi lettori. Nei 100 non lasci mai un indizio, una parola chiave e delle volte capita che non tutti ti capiscano al volo. Hai dipinto una scena, sta all'attenzione di chi guarda capirla. Anche qui, qualcuno ha avuto dei dubbi interpretativi, ma non è la prima volta. Ho l'impressione che dai un peso alle parole, che 100 sono davvero poche, e sprecarne qualcuna per chi non ti capisce non rientra nelle tue priorità. È così o mi sto sbagliando?

Non sbagli. 
Mi sarebbe bastato un altro titolo, oppure aggiungere all'ultima frase un 'papà'  per rendere tutto più chiaro.
Comunque il 100 ha avuto I voti della 'elite' e questo mi riempie di orgoglio e gioia.

Un cento di pura emozione. Come piacciono a me. top!

L' unico racconto che ero sicura di votare è stato Anna, per come è stato scritto, per quello che dice e quello che non dice. Non era bello era perfetto. Complimenti Tom.

gemma vitali ha scritto:L' unico racconto che ero sicura di votare è stato Anna, per come è stato scritto, per quello che dice e quello che non dice. Non era bello era perfetto. Complimenti Tom.

Sei un tesoro, grazie.