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Gelato allo zafferano

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1Gelato allo zafferano Empty Gelato allo zafferano Ven Feb 18, 2022 3:51 pm

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Ottobre a Klapčići è un mese magico. Dalla collina si gode lo spettacolo del mare sotto il cielo terso, un trionfo di blu bello da non credere, ma la magia è nell’aria che una brezza gentile trasporta dai campi di zafferano.
La prima volta che Tomislav vide Jerina era un giorno d’ottobre.
La ragazza era seduta con le gambe penzoloni su un muricciolo non distante dell’unico bar del villaggio e stava assaporando un gelato.
Ne strofinava la parte esterna sulla lingua e le labbra per arrotondarlo e con la punta della lingua raccoglieva le gocce che scivolavano sulla cialda. Poi, tenendo fermo il cono davanti alla bocca, piegava la testa su e giù e continuava a leccare tutto intorno. Quando il gelato era a metà se lo ficcava in bocca, succhiandolo con voluttà a occhi semichiusi.
Tomislav rimase a guardarla incantato.
Di colpo non si sentiva più giovane, preso da una nostalgia vaga, come capita nel vedere ciò che si sa di non poter mai avere e neanche desiderare. Lei, tra i tredici e i quindici anni, era come solo le adolescenti sanno essere, seduttiva e inarrivabile.
Quando la ragazza si accorse dell’uomo seduto a una decina di passi da lei, saltò giù dal muricciolo e si avvicinò.
«Scusi… non l’avevo visto» disse, ostentando un certo imbarazzo.
C’era della malizia in quell’ingenuità. Tomislav sospettò d’avere assistito a una scena recitata a suo beneficio e sentì il cuore accelerare. Si alzò.
«Non avevo mai visto apprezzare tanto un gelato.»
Jerina lo guardò con un’espressione radiosa.
«Piace anche a lei?» gli chiese, entusiasta.
«Cosa?»
«Il gelato allo zafferano» rispose e il viso si aprì in un sorriso stupendo.
«In realtà lo detesto.»
«Come si fa a detestare un gusto così raffinato?»
«Il fatto è che per me significa fatica. Lavoro nell’azienda Bajlavi e di zafferano ne ho fin sui capelli.»
Lei fece la faccia buffa e Tomislav pensò di aver detto qualcosa di sbagliato. Per superare l’attimo di imbarazzo, estrasse da una tasca un pacchetto di sigarette e ne accese una.
«Posso averne una anch’io?»
Lui le porse il pacchetto e la ragazza si servì.
«Lei non è di Klapčići, vero?»
«No. Sono di Lubiana.»
«Non ci sono mai stata; mi piacerebbe visitarla. Dicono che… » si mise a parlare per un pezzo, senza fermarsi.
Tomislav la guardava senza ascoltare. A un certo punto la interruppe.
«Scusi, io la conosco?»
«No. Ma io conosco lei. L’ho visto in azienda. Sono Jerina Bajlavi.»
«E io Tomislav Milan.»
Tese la mano per salutarla ma lei, sollevandosi sulla punta dei piedi, gli diede un bacio sulla guancia.
«Adesso devo andare. Non dica a nessuno che fumo. Intesi?»


«Josip… secondo te, ci si può innamorare di una ragazza di quindici anni?»
«No.»
«Come puoi esserne sicuro?»
«Non sono sicuro di niente; immagino di no.»
«E invece ti dico che mi è successo: l’ho vista e mi sono innamorato.»
«Oh, Tomislav, che parola grossa, pensa a cose concrete, al lavoro che ti aspetta, per esempio. Pensa a quanti fiori dovrai raccogliere tra qualche giorno.»
«Circa centoquaranta in un’ora, quanti ce ne vogliono per ottenere un grammo di spezie.»
«Già, tanta fatica per un pizzico di polvere. Avrai la schiena a pezzi dopo dieci ore di lavoro.»
«Però, quest’anno Bajlavi ha aumentato il salario.»
«Sì e anche le ore di lavoro.»
«Vuole ricavare almeno un chilo di pistilli dal raccolto di ogni contadino. Tu fai parte dei nostri, no?»
«Certo, amico mio, faccio parte della squadra come l’anno scorso, ma voglio lavorare con calma. Non mi spaccherò la schiena per riempire le tasche al furbone. Tu fa’ come ti pare. Pensa alla tua schiena e lascia perdere l’amore che è roba da adolescenti.»
«E se ti dicessi che mi sono innamorato come un adolescente?»
«Direi che ti sei rimbecillito, Tomislav.»


Dopo il primo incontro, Jerina e Tomislav s’erano rivisti altre volte prima dell’inizio del raccolto.
Un giorno, Jerina voleva andare in una spiaggia deserta: «Deve essere bello, ora che non ci sono più turisti. Ci verresti con me, Tomislav?»
«A far cosa?»
Lei gli regalò quella sua risata deliziosa con la testa un po’ piegata indietro, poi con finta ingenuità: «Che domande, a fare il bagno, no?»
Tomislav avrebbe voluto coprire quella gola di baci e continuare a baciarla sul mento e sulla bocca; ma era poco più d’una una bambina e non lo fece. Trattenersi gli procurava un malessere quasi fisico perché, standole vicino, avvertiva sensazioni intense anche senza toccarla. Ne provava disagio, perché la ragazza, beffarda e impudica, lo fissava proprio là, dove l’uomo non può nascondere la sua eccitazione.
Andarono al mare.
A Josip non furono risparmiati i particolari della giornata. Del resto era l’unico, tra i lavoranti dell’azienda Bajlavi, con cui Tomislav aveva intrecciato una amicizia duratura.
«Che mi stai dicendo? Davvero hai fatto sesso con una minorenne, ma sei fuori di testa?»
«Ha fatto tutto lei, non ho potuto resistere.»
«Da uomo, avresti dovuto.»
«Facile a dirsi, ma è stato fantastico, e poi nulla di grave: ho eiaculato in acqua.»
«Devi smetterla, Tomislav, quella ragazza potrebbe causarti guai seri. Pensa se lo sapesse suo padre; non scordarti che è la figlia del padrone.»
«Hai ragione, ma sono ossessionato. Lo so che non dovrei, ma la cerco dappertutto; non dovrei neanche restare qui, anzi farei bene ad andarmene e non tornare più. Non ho il diritto di amarla, ma sono pazzo di lei. E non posso farci niente.»
«Vedrai che quando inizierà la raccolta dei fiori, non vedendola più, piano piano finirai col non pensarci.»
«Allora non hai capito. Penso a lei tutto il giorno anche se non la vedo, da quando apro gli occhi a quando li chiudo, capisci? Sono posseduto.»
«Ti passerà, vedrai, oh se passerà!»
«Josip, continui a non capire, non è solo una questione di sesso. Questo è amore.»
«Non preoccuparti, col tempo passa anche l’amore.»


Marija e Milo Bajlavi coltivavano la spezie più costosa del mondo sui terreni di famiglia nei pressi di Klapčići, un villaggio in zona Labin Nedešćina. Una fascia territoriale attraversata – sostengono alcuni ̶ da concentrazioni di energia tanto intense da far pensare a qualcosa di eccezionale.
Oltre ai terreni, i due fratelli avevano ereditato la casa, una tipica abitazione istriana che, coi proventi della loro attività, avevano abbellito e dotato di ogni confort. Marija aveva voluto la piscina e una spaziosa veranda, da dove controllava il lavoro nei campi. Un mattino, mentre stava lì a guardare, rimase turbata dalla scena che si svolgeva sotto i suoi occhi.
La veranda offriva un’ombra confortevole, ma giù nel campo i raggi del sole ancora caldo picchiavano sulla schiena dei contadini. Uno di loro si tolse la camicia, rivelando braccia robuste e la schiena lucida di sudore.
Lei ne fu attratta. Non riusciva a staccare gli occhi da quel fascio di muscoli che si tendevano appena in gesti lievi; c’era della grazia in quei movimenti. L’uomo lavorava con ritmo sostenuto: accovacciato, raccoglieva i fiori e li metteva nel cesto, poi si alzava e si spostava più avanti, piegandosi di nuovo sulle ginocchia. Quanto era alto e come era rapido! Aveva un fisico possente, eppure si muoveva con l’agilità di un gatto.
Marija fu colta da una sensazione intima, una specie di necessità repressa, che si manifestava con urgenza improvvisa.
Da quel giorno prese a trascorrere molto tempo in veranda. Con lo sguardo cercava l’uomo che si toglieva la camicia, ma non riusciva mai a vederlo in faccia.
Un giorno se lo trovò davanti. Era scesa a mezzogiorno in cortile; a quell’ora i contadini si radunavano sotto la tettoia per consumare un pasto frugale e dissetarsi alla fontana. Marija stava riempiendo l’annaffiatoio per dare acqua ai vasi di gerani. Lui era lì e aspettava in piedi.
«Se deve bere, faccia pure!»
«No, finisca prima lei» disse, fissandola negli occhi.
Lei rimase folgorata da quello sguardo azzurro. In quel preciso istante decise che voleva quell’uomo. Avrebbe fatto di tutto per averlo.


Una sera di metà ottobre, all’ora che i contadini lasciavano i campi, Marija disse al fratello di non aspettarla per cena; non aveva appetito e voleva fare due passi.
Sapeva che l’uomo dagli occhi brillanti era sempre l’ultimo a lasciare il campo, poi andava a dormire su una branda di fortuna nello sgabuzzino degli attrezzi, invece che nello stanzone con gli altri lavoranti.


Tomislav la vide arrivare. Un po’ sorpreso, vide la donna avvicinarsi e inciampare nel cesto di fiori che finirono sparsi per terra.
«Scusi, non ho visto il cesto, comincia a fare buio.»
«Non si preoccupi, ora li raccolgo.»
«L’aiuto io.»
«Non occorre, ma se vuole farlo, li prenda con delicatezza, Non bisogna dimenticare che sono fiori» sorridendo, la guardò dritto negli occhi.
Llei si sentì rimescolare dentro. L’uomo capì.
Così vicini non potevano non sfiorarsi, le mani di lei lo tastavano sotto la camicia e poi più giù sulla cerniera dei pantaloni: «Scusi, non so che sto facendo» di colpo abbandonò la testa sul petto di lui e scoppiò a piangere.
Tomislav cercò di calmarla, accarezzandola e con le labbra asciugandole le lacrime, disse: «Su, su, non è niente di grave. Sono cose che capitano.»
Lei disse soltanto: «Prendimi», lui la strinse più forte, sentendola tremare.
Rimasero a terra tra i fiori ormai appassiti. Tomislav si alzò per primo: «Ti sei pentita?» le chiese.
«No» rispose lei.
Marija prese l’abitudine di saltare la cena sempre più spesso, Tomislav ne era attratto; non innamorato, ma eccitato dal desiderio di lei.
A vent’anni Marija era stata la ragazza più strepitosa della zona, con trent’anni di più, era ancora una donna dalla bellezza straordinaria, ma non era Jerina.


All’azienda Bajlavi la produzione dello zafferano era iniziata nel 2002, allora vi lavoravano sia gli uomini che le donne, ma da quando Milo aveva avuto una figlia da una contadina, le donne erano state tolte di mezzo. Milo aveva allontanato la madre di Jerina dopo il parto, sbarazzandosene con una grossa somma. Della bambina si era occupata la zia con affetto materno.
Di recente però Marija aveva mutato atteggiamento nei confronti della ragazza; s’era accorta che gironzolava intorno a Tomislav e la sgridava spesso. Si lamentava anche col fratello ed era solita dire: «È selvaggia e lasciva come sua madre. Milo, sei troppo indulgente con lei, non la rimproveri mai.»
«Ci pensi tu a questo, Marija, non ti pare abbastanza?»
«E ti sembra giusto, con tutti gli uomini che girano per casa e nel campo, che indossi quelle magliette striminzite e quei pantaloncini così corti?»
«Non vedi che è ancora una bambina?»
«Ma sei cieco? Non ti accorgi che attira tutti gli sguardi e se ne compiace. È abbastanza grande per dare una mano in casa, invece non fa che oziare.»
Le discussioni erano iniziate da quando una sera Marija, mentre giaceva nel campo con Tomislav dopo l’amore, aveva visto la luce accesa in veranda e dietro il vetro la figuretta di Jerina.
Caspita, li aveva visti!
In casa Bajlavi non c’era più armonia. Marija e Milo litigavano e in quella casa Jerina cercava di starci il meno possibile.


Josip aveva detto che una volta iniziato il raccolto, Tomisav avrebbe finito col non pensare più alla ragazza, ma si sbagliava. Però aveva ragione su un punto. Dall’inizio del lavoro, non aveva più incontrato Jerina, solo una volta l’aveva vista sfrecciare nel cortile deserto, rincasando mentre scendeva la sera.
L’aveva fermata e lei gli si era stretta addosso dicendo: «Dimmi che mi ami anche tu» avvicinando il viso per dargli un bacio. Tomislav si era scostato con fare brusco: «Ierina, non è possibile.»
«Cosa? Ma perché?»
«Perché tu e io… è troppo complicato.»
«Che c’è di complicato?»
«Tutto. Penso che dobbiamo smettere di vederci. Ecco, volevo dirtelo.»
«Tutto cosa? Che vuoi dire?»
«Ho quarantasette anni, potrei essere tuo padre.»
«Non è per questo. Ti piacciono le vecchie, lo so» e corse via come un uccello ferito, lasciandogli uno sguardo lancinante di sdegno e dolore. Tomislav avrebbe voluto trattenerla, ma la lasciò andare perché avrebbe fatto fatica a non abbracciarla e a dirle quanto l’amava.
Nei giorni successivi, per sforzarsi di allontanare quel pensiero, Tomislav continuò a fare sesso con Marija. Da quando Jerina li aveva visti, si rifugiavano nello stanzino degli attrezzi, ma anche durante l’orgasmo lui pensava a Jerina.


Il lavoro nel campo procedeva a ritmo sostenuto. Alla raccolta dei fiori seguiva l’operazione finale: gli stimmi, già separati dai petali, venivano essiccati su brace di quercia alla temperatura di sessanta gradi, in modo da lasciar sprigionare tutto l’aroma.
Era il momento in cui l’aria si empiva di effluvi odorosi, la gente sembrava ebbra, infatti si diceva che lo zafferano avesse proprietà afrodisiache.
Si raccontavano leggende sugli effetti straordinari della spezie e del suo odore che, in passato, avevano causato folli passioni finite in tragedia. Anche al presente lo zafferano faceva il suo effetto. Le donne assillavano i mariti che le dicevano insaziabili e alle loro lamentele rispondevano: «È colpa dello zafferano!»


Il profumo penetrante segnava il termine del lavoro nei campi;
a fine ottobre, gli uomini sarebbero stati congedati e richiamati l’anno successivo. Marija non voleva aspettare tanto per rivedere Tomislav, anzi non voleva proprio che se ne andasse, perciò pensò a un nuovo lavoro per lui.
Disse a Milo di avere bisogno di una serra per gli ortaggi che coltivava dietro casa. Alle obiezioni del fratello, poco convinto sull’utilità di un impianto costoso e che richiedeva l’impiego di lavoratori specializzati, rispose di averne sottocchio uno esperto.
Alla fine Milo capitolò: «E vada per la serra, ma a patto che te ne occupi tu.»
Lei non aspettava altro. La sera stessa parlò con Tomislav, prospettandogli un nuovo contratto di lavoro, ma l’uomo non sembrava interessato. Infine dichiarò, senza mezzi termini, che era risoluto ad andarsene.
Marija non immaginava un rifiuto. Era furibonda.
«Ah, dunque è così, a me non pensi? Non t’importa niente? Sono stata solo un passatempo, un diversivo piacevole?»
«No. È stato bello, ma le cose belle finiscono.»
«Menti, tu hai un’altra. Vai da lei?»
«Non ho un’altra, nessuna mi aspetta; è qui quella che amo, ma è un amore difficile, di quelli che non finiscono bene, perciò devo andarmene.»
«Vuoi dire che sono io quella che ami?» domandò con un barlume di speranza.
«Non sei tu.»
«Allora è… »
«Jerina.»
Marija lasciò lo sgabuzzino degli attrezzi inferocita. Prima di uscire, gli occhi le andarono al muro dove stavano appesi i coltelli. Ne prese uno e scappò via. Tomislav stava sistemando la branda e non se ne accorse.


La notte era d’argento; la luce della luna entrava dalla finestra aperta, illuminando la stanza, inondata dal profumo di zafferano.
Marija si agitava nel letto girandosi e rigirandosi, senza riuscire a trovare sollievo nel sonno. Non aveva smesso di piangere e le bruciavano gli occhi gonfi e iniettati di sangue, come quelli di una belva affamata.
Tomislav s’era preso gioco di lei, Doveva essere punito, doveva disperarsi come lei; Marija pensò al modo migliore di farlo soffrire. Alla fine decise.
Si alzò, infilò una vestaglia e andò in cucina, dove aveva nascosto il coltellaccio da giardino, lo mise in tasca e con determinazione si recò in camera di Jerina.
La trovò addormentata coi capelli sparsi sul cuscino e le labbra atteggiate a un sorriso indefinibile.
Eccola lì, la dolce bambina che aveva cresciuto come una figlia, che ragazzaccia era diventata! Aveva visto tutto, sapeva che Tomislav era l’unico uomo che Marija avesse desiderato e, nonostante questo, si era divertita a tentarlo, lo aveva confuso, sconvolto. E perché poi? Per un capriccio di bambina viziata.
Sì, quell’ingrata doveva morire.
Il primo colpo alla gola sarebbe bastato a finirla. La giugulare recisa cominciò subito a sanguinare e un fiotto di sangue uscì dalla bocca. Ormai fuori di sé, Marija prese a colpire più volte le tempie e il viso di Jerina, sfigurandolo in modo orrendo, col naso mozzo e gli occhi fuori dalle orbite.
La fuoriuscita di materia cerebrale rendeva l’aria acre, ma la donna non smetteva di accanirsi sul corpo ormai esanime con fendenti furiosi al petto e alla pancia e ancora alle braccia e alle cosce.
Jerina giaceva in un lago di sangue, quando l’assassina uscì dalla stanza. Stralunata e ansimante andò a lavarsi, si cambiò e rimase in camera sua per cercare di calmarsi.


La luna era tramontata quando Marija andò a svegliare Tomislav per dirgli che Jerina lo stava aspettando, gli aveva lasciato la porta della sua stanza accostata per farlo entrare. Lei avrebbe lasciato aperto il portone d’ingresso.
L’uomo, colto nel sonno, non fece domande. Se Jerina aveva bisogno di lui, sarebbe accorso a qualunque ora del giorno e della notte. Si vestì in fretta e uscì di corsa.
Non appena, dalla finestra della sua camera, Marija lo vide entrare in casa, raggiunse il fratello.
«Milo, svegliati! Vieni, presto. Ho sentito dei rumori in camera di Jerina; ci dev’essere qualcuno.»
Milo si precipitò nella stanza, trovandosi di fronte a una scena agghiacciante.
Tomislav s’era gettato sul corpo straziato di Jerina, come per coprirla e singhiozzava, incurante dei vestiti che s’inzuppavano di sangue. Aveva estratto il coltello, rimasto conficcato nella coscia della ragazza e lo teneva ancora in mano.
Milo rimase sulla soglia alcuni istanti, stravolto, incapace di credere ai suoi occhi, poi urlò tutto il suo strazio.
«Dio, Dio mio, Tomislav, che hai fatto?»


Nessuno credette all’innocenza di Tomislav. Le sue impronte erano sull’arma del delitto e la polizia lo aveva trovato sulla scena del crimine.
Marjia fornì il movente. Al processo testimoniò d’aver convinto la nipote a rinunciare alla progettata fuga d’amore, scatenando l’ira dell’amante deluso.
Sotto giuramento, perfino Josip non poté non ammettere che l’amico gli aveva confessato d’essere posseduto da una passione indomabile per la giovane Bajlavi.
Folle di dolore e di rabbia, Tomislav s’impiccò in prigione.


2Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Sab Feb 19, 2022 11:24 pm

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Gli elementi della prova ci sono tutti. L’unico che appare lievemente accennato, o comunque non centrale nella narrazione, mi è parso proprio la veranda.
La lettura mi è sembrata nell’insieme molto piacevole, anche se la dividerei in due parti. Ho apprezzato particolarmente la prima parte, l’esordio erotico della storia, anche se l’espediente del gelato è un po’ troppo semplicistico. Avrei seguito tuttavia la traccia di quel genere anche nel seguito della vicenda. In tutta questa prima parte la lettura è scorsa fluida e gradevole, senza intoppi.
Dalla comparsa di Marija e Milo il brano ha perso un po’ di spontaneità e ho avuto la sensazione di uno sforzo da parte tua di voler inserire e incastrare una serie di elementi, non tutti necessari, fino ad arrivare al finale quasi horror, in una commistione di generi che credo sia piuttosto difficile da gestire e che ti ha complicato la vita.
 Segnalo alcune piccole cose, sperando che possano esserti utili:   
“… un villaggio in zona Labin Nedešćina. Una fascia territoriale attraversata…” metterei una virgola al posto del punto.          
Llei si sentì rimescolare dentro”   … Lei…
«Ierina, non è possibile.» Jerina…
Ho trovato i dialoghi tutti piuttosto centrati, salvo questo che mi è sembrato troppo in stile fotoromanzo o telenovela:
«Ah, dunque è così, a me non pensi? Non t’importa niente? Sono stata solo  un passatempo, un diversivo piacevole?»
«No. È stato bello, ma le cose belle finiscono.»
«Menti, tu hai un’altra. Vai da lei?»
«Non ho un’altra, nessuna mi aspetta; è qui quella che amo, ma è un amore difficile, di quelli che non finiscono bene, perciò devo andarmene.»
«Vuoi dire che sono io quella che ami?» domandò con un barlume di speranza.
«Non sei tu.»
Allora è… »
«Jerina.»

3Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Dom Feb 20, 2022 9:57 am

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

devo dire che fino a un certo punto continuavo a pensare che se le donne della zona sono tutte così devo farci un giro.
visto il finale ho cambiato idea.
storia piuttosto lunga che mi ricorda, per certi versi, quanto accadeva nei secoli scorsi in Luoisiana e dintorni tra schiavi e padroni.
i paletti ci sono, anche se la veranda è proprio sfiorata.
ci sono parecchi refusi da sistemare, tutti errori di battitura dovuti probabilmente a una mancata rilettura.
i personaggi sono ben presentati e delineati, con ottima caratterizzazione; la scrittura è scorrevole.
insomma, un buon lavoro, anche se mi spiace per Tomislav


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Gelato allo zafferano Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

4Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Dom Feb 20, 2022 5:34 pm

giuseppe.bignozzi

giuseppe.bignozzi
Younglings
Younglings

Bel racconto, senza enfasi né esagerazioni. Qualcosina da sistemare, ma mi piace molto questo modo di raccontare, così scarno da sembrare quasi non finito. Però è quel non finito che mette in moto qualcosa dentro, qualcosa che risuona e si allarga a riempire gli spazi solo accennati e ti fa partecipe della storia.

5Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Dom Feb 20, 2022 6:55 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

più d’una una bambina/più d'una bambina.  Questo l'ho trovato e credo che gli altri ti abbiano già segnalato i refusini. Poca roba che non inficia il racconto. Lo definirei lieve. Non c'è un vero horror e nemmeno del vero erotico. Tutto molto soave. Anche se all'inizio ero preoccupato per quella minorenne. Però no: non hai esagerato e per quello mi sei piaciuto. Bravo.

6Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Lun Feb 21, 2022 8:12 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Ciao autor@

l’inizio del racconto mi ha conquistata. Lo.li.ta. Mi è subito venuto in mente il capolavoro di Nabokov e, fino a un certo punto la storia, dal deciso sapore erotico, ha funzionato.
Poi l’introduzione della moglie adultera, così aderente a schemi già visti e rivisti, (a partire dalla “faraona” che fa imprigionare il bel Giuseppe a causa del rifiuto) la violenza che rimane tale in quanto non frutto di evento soprannaturale, il bel “manzo” Tomislav che s’impicca… hanno, per mio gusto, guastato l’ottima premessa.
Comunque, piccole imperfezioni a parte, il racconto si legge molto bene, la scrittura è buona e i paletti sono rispettati.

7Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Lun Feb 21, 2022 10:02 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Al di là dei refusi che ti sono stati già segnalati e che, con ogni probabilità, sono figli di una mancata rilettura, il racconto è scritto abbastanza bene e si legge in maniera molto scorrevole.
A metà strada tra l'erotico e l'horror non prende con decisione nessuno dei due generi finendo con l'essere un ibrido non pienamente soddisfacente.
Anche il finale mi è sembrato un po' troppo affrettato, in effetti non ti erano rimasti più caratteri a disposizione, però (e forse dico una bestialità, nel qual caso scusami autor* e scusatemi amici commentatori) avresti potuto azzardare di finire il racconto sull'implorazione del padre: «Dio, Dio mio, Tomislav, che hai fatto?»
Bene i paletti anche se la veranda non è proprio centrale pur ricoprendo un ruolo discretamente decisivo nell'economia del racconto.

8Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Lun Feb 21, 2022 10:42 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Questo è un racconto migliorabile, ci sono cose da mettere a posto, però nel complesso è stata una lettura molto gradevole. La prima parte è ottima, con la descrizione della storia tra Tomisalv e Jerina.
È vero, il pensiero corre inevitabilmente a Lolita, ed è proprio questo a creare una sorta di fascinazione morbosa nel lettore che vuole vedere come si svilupperà la faccenda, se prevarrà la ragione e il buon senso o l'istinto. Poi entra in scena Marija e lì lo sviluppo erotico della faccenda si fa più ordinario, meno sorprendente. Credo che sarebbe stata una scelta più coraggiosa e interessante cercare di proseguire sul rapporto tra Tomislav e Jerina, penso che avrebbe catturato di più il lettore.
La parte finale poi mi sembra troppo veloce, manca un pò di equilibrio nella gestione dei tempi. Tutto avviene in maniera troppo rapida, sarebbe necessitata una maggiore gradualità ma forse i cartteri da utilizzare erano ormai pochi.
Ripeto, nel complesso questo è un lavoro più che positivo, però ti devo dire che mi è dispiaciuto vedere Jerina ridotta a quel modo. Perché ti sei accanito in modo così feroce su di lei? Meritava una fine così atroce? Visto che avevi già inserito il testo nel genere erotico, se volevi eliminarla potevi utilizzare una dinamica più soft. Ma questo è un problema mio che mi ero affezionato al personaggio.

A Arunachala garba questo messaggio

9Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Mar Feb 22, 2022 12:03 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ti racconto una cosa, autore, perché sei bravo e meriti questo piccolo suggerimento.
Se non l'hai già fatto prova a leggere 'L'opera galleggiante' di John Barth.
Nel ventesimo capitolo, che ho sulle ginocchia, 'Musica d'organo a vapore', l'autore divide la pagina in due colonne che cominciano all'unisono e passano a sviluppare il racconto da due prospettive del tutto diverse, una tradizionale e realistica e una riflessiva.
Come se lo scrittore da un lato indossi una maschera e dall'altro si smascheri.
Nella realtà è tutto più semplice, credimi.
Bene, perché ti racconto questo?
Perché tu pure hai usato due binari paralleli, quello dell'horror e quello erotico, binari che alla fine hai unito, sfiorando l'urto. 
Io li avrei lasciati paralleli, stessi personaggi e due finali diversi per avere l'illusione di Barth di due universi.
Perdonami se mi sto dilungando, di solito i miei commenti sono lampi, nemmeno troppo interessanti.
Tu mi hai ispirato questa auto osservazione.
Un grande abbraccio.

A CharAznable garba questo messaggio

10Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Mar Feb 22, 2022 2:29 pm

mirella


Padawan
Padawan

Il racconto pone al centro l’eros con le sua magia e le sue pulsioni irresistibili.
Tratta tre sensualità diverse e - mi pare - ben analizzate nelle sensazioni dei protagonisti. Tomislav, ambito da zia e nipote, rimane irretito dai desideri di entrambe. Come resistere, alla soglia dei cinquant’anni, al fascino perverso e insieme innocente di Jerina? E d’altra parte, come negarsi alle richieste di una donna matura che scopre il sesso per la prima volta?
Come Tomislav, la donna è posseduta da una passione invincibile che la spinge al delitto quando si vede tradita due volte: dall’amante che ha deciso di andarsene e dalla nipote ingrata che ormai è divenuta solo una rivale.
Nel finale si assiste alla trasformazione del personaggio di Marija; alla passione subentra l’ira di una belva assetata di vendetta. Vero che il che il racconto si conclude in modo rapido, tuttavia non mi sembra frettoloso.
Il piano per punire i due fedifraghi è organizzato con lucida ferocia. Il delitto non è frutto di eventi soprannaturali e nemmeno ha a che fare con la magia del luogo, ma è causato dalla gelosia di una donna travolta da una rabbia bestiale, in preda agli istinti più bassi.
Mi sembra una trama coerente e in linea con le richieste del contest. Scrittura e stile si avvicinano talvolta ai modi del realismo magico.

11Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Mar Feb 22, 2022 3:41 pm

Mac

Mac
Padawan
Padawan

Un inizio scritto bene, anche se non originalissima la scena del gelato. Mi piace come hai delineato i personaggi di Jerina e Tomislav. Fin qui tutto bene.
Poi entra in gioco la zia, e qui altro classico, cinquantenne affamata di sesso che poi tramuta in amore. Qui l'eros perde un po'. Lei che piange la prima volta che ha il coraggio di avvicinarsi e poi gli dice "Prendimi", potevi giocartela meglio.
Mi è piaciuto l'idea che la giovane Jerina li osservasse, la morbosità del gesto. 
Insomma è tutto un alto e bassi con questo racconto, che andava riletto, forse ti è mancato il tempo.
La fine tragica non mi è piaciuta, avevo pensato ad una cosa più psicologica.
I paletti sono stati rispettati e ben amalgamati. La trama un po' dèjà vu.
Rimane comunque una lettura scorrevole.

12Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Mar Feb 22, 2022 6:08 pm

vivonic

vivonic
Admin
Admin

Ciao, Autore.
 Il racconto ha una vena erotica latente, fin dalla scena del gelato, che ritengo essere la più erotica e la meglio riuscita di tutto lo step.
Quando è stato estratto il genere, mi sono informato un po' bene, perché diciamo che non è proprio il mio forte. Studiando, ho capito che una delle prerogative è quella di affrontare i tabù, e lo scopo prevalente è quello della critica sociale.
Questo aspetto è venuto fuori soltanto in due erotici, di cui uno è il tuo. Questo fatto non può e non deve passare inosservato.
Caso vuole che entrambi i racconti hanno un finale cruento: dei due, questo volge un po’ verso il "Cuore rivelatore" di Poeana (si dice?) memoria. In questo caso, è anche anticipato da alcuni indizi che sapientemente hai lasciato dietro di te: le dicerie sul posto, l'aria strana e mistica che si respira... Quindi, come nel racconto citato, alla fine pare che una forza soprannaturale faccia impazzire il protagonista.
Tutto questo, oltre a renderlo uno dei racconti migliori dello step, lo rende anche uno dei miei preferiti.
Non avendo osservazioni né sulla scrittura né sui paletti, non resta che farti i complimenti e augurarti buona fortuna per il concorso!


______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

13Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Gio Feb 24, 2022 6:48 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Iniziamo col dire che in generale il racconto mi è piaciuto, che è scritto bene e, nel complesso, la trama ha un suo perché.
Ho apprezzato soprattutto l’inizio e mi aspettavo, come molti, un erotico alla Lolita.
Da metà la storia è secondo me scivolata su punti che ne hanno minano la credibilità.
Poco credibile che Tomislav dichiari che ha un’altra, facendone pure il nome, sapendo oltretutto che stava per lasciare l’azienda. Così pure il fatto che proprio Marija vada a dirgli che Jerina lo aspettava.
Altro punto che non mi hanno convinto: “Marija scoppiò a piangere”, poco credibile visto che la donna cinquantenne aveva già in mente tutto.
L’assassinio di Jerina ci sta, trappola per incastrare Tomislav, ma la deviazione verso lo splatter mi è sembrata forzata.
Comunque positivo, come ho detto all’inizio.

14Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Gio Feb 24, 2022 11:22 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao Autore,
il racconto è molto avvolgente e intenso, ma manca un pò di personalità.
C'è un evidente sbilanciamento tra la prima e la seconda parte: probabilmente nell'inizio c'è stato più tempo per strutturare bene scene e personaggi, mentre la parte successiva è caratterizzata da una certa fretta per la quale alcuni passaggi risultano didascalici oppure infarciti di frasi fatte e scene già viste.
Il testo era indirizzato sui binari di un erotico ben condotto, capace d'incuriosire il lettore, quando subentra l'insana follia della zia: non voglio pensare al tentativo di unire i generi, ma la scena della morte della ragazza è troppo carica e fuori dal contesto. Non credo che ci fosse il bisogno di essere così eccessivi: il focus del racconto era un altro.
In generale la chiusa mi sembra frettolosa e quasi illogica: nessuno si salva, la passione ha annientato la volontà dei personaggi e tutto rimane statico, irrisolto.
Un racconto a metà per me: ci sono cura e un buon aggancio ai requisiti del contest, ma dopo l'interessante sprint iniziale il testo si adagia nella confort zone della gelosia che sfocia in tragedia.
Un pizzico d'originalità in più e sarebbe stato perfetto.

15Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Sab Feb 26, 2022 12:34 am

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Titolo: il titolo incuriosisce, dice qualcosa della storia, ma pochissimo e quindi, per me funziona.
Paletti: veranda/contadino/campo di zafferano. Anche la spia, anzi le spie. Due donne che si spiano a vicenda, saranno un classico, ma funziona.
L’unico paletto che potrebbe anche sfuggire, io l’ho dovuto cercare bene, è il tempo, demandato all’età della ragazzina e all’avvio dell’azienda.
I personaggi: sono ben costruiti nel carattere e nel fisico, demandando il tutto a dialoghi e descrizioni disseminate qua e là. Il contadino bello e tenebroso, in un’età a metà tra la prima e la seconda giovinezza; la ragazzina maliziosa che lo stuzzica e conquista (la natura si è dotata di potenti strumenti nel corso dei millenni per garantire che non ci si estingua! A estinguerci ci pensiamo da soli.), la rivale più datata ma ancora piacente e il contorno di micropersonaggi che fanno da spalla. E lo zafferano! Alla fine, uno dei personaggi portanti di tanti racconti, più del campo di per sé stesso.
La storia: anche qui un classico, ma non per questo meno godibile nel suo insieme. Ogni declinazione porta con sé qualcosa di nuovo, da scoprire tra le righe. Nel testo sono state, come in tanti altri, riferimenti circa la coltivazione della spezia e ai possibili effetti afrodisiaci.
 
Scrittura: il racconto è scritto bene, semplice ma senza picchi di stile, diciamo regolare: ci sono refusi e imprecisioni, capitano quando si rilegge un pezzo che conosci praticamente a memoria. Mi limito solo a poche note, che ovviamente risentono del mio modo scrivere. Quell’ultimo paragrafo, quasi un articolo di giornale, non l’avrei messo. «Dio, Dio mio, Tomislav, che hai fatto?» Punto. Con me, avresti spaccato. Perfetto.
Rileggendolo, dopo la prima parte con descrizioni curate e adeguate al racconto, da un certo punto in poi però c’è fretta di arrivare al finale: le descrizioni più curate dell’inizio lasciano il posto a periodi brevi e quasi freddi, un sunto per arrivare al finale. Qualcosa si è perso per strada.
 
Il genere: Su questo racconto mi sono soffermata un bel po’ prima di commentare, chiedendomi cosa deve caratterizzare al meglio un racconto erotico per essere considerato/goduto come tale. Al di là delle caratteristiche didattiche del genere, per l’erotico entrano infatti  in gioco anche la sensibilità e la soggettività di chi legge.
Due letture, uno sguardo ai commenti precedenti e vado un po' controcorrente: ho qualche appunto da fare, ovviamente come lettrice.
Sesso fine a sé stesso, sensualità acerba della ragazzina, matura nella rivale. Tomislav, un uomo adulto ed esperto, che finisce per essere un giocattolo conteso dalle due donne. Gli elementi per farne un bel pezzo ci sono tutti: l’elemento desiderio, il possesso, il proibito o il “non socialmente” accettabile, la gelosia. Forse anche un briciolo di ipocrisia: gli amici lo mettono in guardia dal pericolo di una tale relazione, ma pensando più che ai danni che potrebbe comportare per la ragazzina, alle possibili conseguenze per Tomilsav.
Il racconto parte bene, la scena del gelato è forte, un classico molto cinematografico. Decisamente molto meglio che non le altre parti in cui il sesso è/dovrebbe essere parte integrante della trama. Nell’economia del racconto, l’eros finisce per essere poco presente, come se, cara Penna, fossi in difficoltà ad essere più esplicito. C’è squilibrio tra il raccontato delle sensazioni e alle aspettative di Tomislav, della malizia della ragazzina e delle voglie della donna rispetto a quello che realmente accade.
Non serve una telecronaca attimo per attimo di quello che accade, siamo adulti e lo sappiamo, si può limare, essere soft ma in un erotico non puoi liquidarlo, accennarlo quel tanto che basta per dire al lettore: “Ehi, l’hanno fatto.” Fanno l’amore, o scopano, e subito gli fai chiedere «Ti sei pentita?»  Insomma, momento hot e non racconti nulla, si passa direttamente alla sigaretta.
Della prima volta in spiaggia, lasci tutto nel laconico “A Josip non furono risparmiati i particolari della giornata” Qui ci avrei visto dell’esplicito stemperato con dolcezza e sensualità, non nel raccontarlo all’amico, ma nel ricordare quello che era successo.
Quindi è un buon racconto, ma per quanto attiene il genere, dopo la prima parte c’è un po’ di delusione. Se leggi un racconto erotico, qualcosa di più ti aspetteresti: un po’ “guardone” lo sei, magari dietro ad un velo elegante.
 
Le mie note
Oltre a quello detto prima, ci sono alcuni punti liquidati troppo velocemente
Caspita, li aveva visti!... e poi subito: In casa Bajlavi non c’era più armonia. Questo è il punto in cui comincia la fretta.
Se dopo il caspita, avessi messo uno spazio, avresti dato respiro
ma anche durante l’orgasmo lui pensava a Jerina--- forse non solo in quel preciso istante, ma anche durante l’amplesso.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

16Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Lun Feb 28, 2022 10:51 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Mio caro autore sono molto arrabbiato con te. Perché? Perché arricchire una trama già interessante con dettagli e sfumature che non fanno altro che appesantire il racconto?
Lo dico forte e chiaro. Amo e odio il tuo racconto. 
Quello che più mi è piaciuto è l'ossessione amorosa di Tomislav. Ci vuole un gran coraggio a parlare di un uomo adulto che si innamora di una minorenne. È il genere di erotico che più mi piace, quelli in cui si parla degli aspetti della sessualità più oscuri. La domanda che mi pongo è, Tomislav è affetto da Efebofilia? o si è solo innamorato? 
Sono argomenti forti, ci vuole coraggio ad affrontarli, ma pare che tu ti sia censurato. 
Ho avuto l'impressione che per non rischiare troppo ti sia tenuto sul sicuro. 
Questa cosa mi dispiace tantissimo, perché con l'arrivo di Marija tutto ritorna in binari quasi convenzionali e per me il racconto perde di potenza. 
Sia chiaro, rimane un racconto bello, ma se avessi scavato più a fondo nell'intimo di Tomislav il testo sarebbe stato memorabile.

A Susanna garba questo messaggio

17Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Mer Mar 02, 2022 8:41 am

Nellone


Younglings
Younglings

Lo definirei un thriller sentimentale, piuttosto che un horror erotico; nonostante questo, il racconto, per quanto ben scritto, non mi ha emozionato più di tanto. Si racconta molto ma le scene, gli attimi sono appena accennati e dispersi in un mare di spiegazioni che, francamente, abbassano un po’ il ritmo. La storia non è forse nemmeno originalissima ma comunque viene condotta bene, lasciando la giusta tensione per infondere al lettore la curiosità di dire “come andrà a finire?”. Non ci sono errori e refusi, è vero, la scrittura risulta sciolta, è vero, ma sia lessicalmente che sintatticamente la trovo leggermente avara. I paletti ci sono tutti (a parte forse la veranda) e rispettati con naturalezza e questo è un aspetto decisamente da non sottovalutare.

18Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Mer Mar 02, 2022 10:58 am

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

ciao autore
la prima parte del racconto mi è piaciuta moltissimo.
erotismo delicato, con poche parole ma di grande effetto.
il titolo, infatti, calza a pennello.
avrei continuato su questa linea, anche perchè gli elementi li avevi tutti senza bisogno di sterzare verso l'horror.
la parte centrale l'ho trovata troppo discorsiva, una lunga spiegazione per far incastrare le tessere (hai ragione anche tu!).
la scrittura è corretta e raffinata e anche per questo la lettura è piacevole e il lavoro convincente.

19Gelato allo zafferano Empty Commento Ven Mar 04, 2022 5:30 pm

Marcog

Marcog
Padawan
Padawan

Sicuramente una lettura piacevole, con qualche piccolo refuso, che comunque non incide sulla qualità della scrittura. Ti segnalo: "Marija e Milo Bajlavi coltivavano la spezie". I personaggi sono ben delineati e pennellati anche in modo erotico a tratti, comunque realistici. Forse avrei evitato le confidenze con l'amico a favore di riflessioni dirette di Tomislav. Paletti in fondo usati, con preferenza per lo zafferano e con richiami sia erotici che horror/splatter. Tirando le somme un bel racconto, scritto bene. Complimenti e grazie!

20Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Sab Mar 05, 2022 12:16 am

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

L'accostamento è inevitabile: la passione fra un adulto e un'adolescente richiama immediatamente i nomi di Humbert Humbert e Lolita. Della loro relazione "indecente" Nabokov fece un intero e corposo romanzo. In questo racconto invece alla fugace componente erotico-trasgressiva viene addirittura affiancata una sorta di "dramma della gelosia", con finale praticamente splatter, il cui risultato è di snaturare entrambi gli aspetti. Ed è un peccato, perché la parte iniziale, pur con situazioni abbastanza stereotipate, riusciva a creare delle ottime aspettative nel lettore. Attese però in parte già tradite dall'eccessivo pudore mostrato nel trattare sia gli incontri con Jerina sia gli amplessi con Marija: in entrambi i casi entrano in scena velature e dissolvenze degne di un vecchio film da cinema parrocchiale.
Ci sono alcuni errori nel testo, ma niente di così grave che una buona rilettura non sarebbe riuscita a sistemare.
La scrittura scorre bene e cattura l'attenzione, almeno fino all'arrivo di Marija e Milo. Da quel momento in poi si percepisce uno scarto, una variazione di passo che probabilmente, nelle intenzioni dell'autore, doveva condurre in zona horror. Senza peraltro riuscirci, perché l'omicidio e il successivo accanimento sono effettivamente provocati da un mostro con gli occhi verdi, ma quel mostro è tutt'altro che soprannaturale.
Un po' deludente il finale, con quei paragrafi che si attardano su prove, arma del delitto, processo ecc... Di ben altro spessore sarebbe stato congelare la scena sull'orrore del padre nel momento in cui entra nella camera di Jerina.



Ultima modifica di M. Mark o'Knee il Sab Mar 05, 2022 12:18 am - modificato 1 volta.

21Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Sab Mar 05, 2022 12:17 am

Arianna 2016

Arianna 2016
Maestro Jedi
Maestro Jedi

La prima lettura non mi aveva convinto, così ho lasciato passare un po’ di tempo poi l’ho riletto.
Con la seconda ho apprezzato di più la concatenazione degli eventi e la struttura in generale. La scena meglio amalgamata, naturale, rimane comunque la prima. Il seguito soffre un po’ di un lieve effetto “giustapposizione”, che si fa più marcato nelle sequenze dialogate: anche se le battute hanno una loro ragion d’essere, lasciano sempre una leggera sensazione di non naturalezza.
Comunque, nel complesso la storia fila.
Un po’ tronca la battuta finale. Ho pensato che forse tu abbia dovuto affrettarti per la consegna, il che spiegherebbe anche alcuni refusi.

22Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Dom Mar 06, 2022 12:33 am

SisypheMalheureux

SisypheMalheureux
Padawan
Padawan

Caro autore/autrice, come molti racconti di questo step, faccio fatica a individuare il genere di questo tuo scritto. All'inizio sembrerebbe un racconto erotico in stile "Lolita" (il personaggio di Jerina è sicuramente quello meglio caratterizzato) però di fatto di scene veramente erotiche non ce ne sono moltissime. Di fatto la tensione erotica sul finale sfocia in tragedia...una tragedia che francamente non mi aspettavo. Finale cruento ma non lo definirei horror. Quindi insomma...non mi ha convinto del tutto anche perché mi sembra una chiusa un po' sbrigativa. Come se tu avessi avuto fretta di concludere la storia. Forse sei arrivato/a all'ultimo giorno della scadenza. A parte questo però, e tralasciando alcuni refusi, lo stile e le capacità ci sono.
Sei riuscito a rendermi Jerina talmente antipatica che non mi è dispiaciuta per nulla la sua morte. Invece povero Tomislav...manipolato da una ragazzina viziata, paga colpe non sue. Insomma,ti rinnovo i complimenti per la caratterizzazione efficace dei due personaggi principali.
Ti faccio solo un appunto. In questa frase: "Jerina giaceva in un lago di sangue, quando l’assassina uscì dalla stanza. Stralunata e ansimante andò a lavarsi, si cambiò e rimase in camera sua per cercare di calmarsi." Sembra quasi che la persona che si lava e si cambia sia la ragazza uccisa. Non so, forse è meglio riformulare in modo da esplicitare il cambio di soggetto, perché così è troppo repentino a mio avviso.
A parte questo, una lettura piacevole. Grazie!


______________________________________________________
"Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? 
Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto."

23Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Ven Mar 11, 2022 5:26 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Autore, avevi creato delle ottime premesse.
Avevi un adonico contadino che va per i cinquanta e una quindicenne prosperosa e, cosa rara, attratta senza pudore dagli adulti.
Che ti serviva di più per creare un buon erotico, al di là del cliché alla base?

Con la scena del gelato, che è molto timida ma come inizio per cominciare e muovere la temperatura ci stava, eri partito bene. 
Poi, crolla tutto. La storia prosegue con un (apprezzabile) filo narrativo ben delineato, arriva il personaggio di Marija che si fa bombare da Tomislav senza ritegno, entra in contrasto con la nipote, ecc. ecc. fino alla tragedia finale.
E?
Dove sta l'eros? Che fine ha fatto? 
Con quelle premesse là sopra, perché non hai concretizzato? 

Io mi sono fatto l'idea che tu abbia avuto forte timore di esporti, di entrare in una zona che non la tua, e posso capirlo. Però alla fine quel che ho letto non è un racconto erotico, e neppure un horror. 
Non basta che ci siano persone che abbiano un rapporto sessuale per fare un erotico: il rapporto deve essere il fulcro della storia, o perlomeno la scena che ne rimane più impressa se, come me, non vuoi sacrificare la narrativa.
Allo stesso tempo, non basta un omicidio, per quanto violento, a creare un horror.

Tralasciando questo pur importante aspetto, ho molto apprezzato la storia che ci hai raccontato. Mi è piaciuto lo svolgersi della vicenda e anche il buon lasso temporale che hai saputo coprire, senza affrettare troppo le cose e, in generale, creando un buon effetto narrativo.
Ci sono delle cose che mi hanno convinto meno, tipo: non traspare quasi mai il conflitto interiore di Tomislav (da ora, Tomi, perché continuo a sbagliare le consonanti seguenti).
E' innamorato di Jerina ma noi non lo capiamo, è solo il narratore super-duper-onniscente che ce lo dice, e noi dobbiamo credergli.
Tant'è che si butta, anche qui senza particolare passione, su Marija quando ne ha l'occasione.
I loro incroci prima del finale non mi convincono. Battute stereotipate, molto "già sentite". Consiglio: non prendere mai questo tipo di parlato dai film, non funziona. Scrivilo come lo diresti tu se fossi al posto dei tuoi personaggi.
Altra cosa che secondo me è un errore logico: Marija che afferra il coltello subito dopo il dialogo d'addio con Tomi, e se lo porta via. Pensavo stesse avendo un raptus e colpisse, invece no.
Se prende il coltello è perché ha già deciso di uccidere, cosa che invece, nella sua notte agitata, sembra decidere dopo lunga agonia. 
Anche il fatto che abbia preso un coltello da giardinaggio (= di Tomi) è cruciale, perché implica che lei ha già deciso non solo di uccidere la rivale, ma anche di far cadere le colpe sul povero Tomi.
Una freddezza impressionante, visto il momento.

Parlando dello stile, ti dirò, non mi ha davvero entusiasmato. Tanto raccontato, tanto freno a mano, c'è come una coperta messa sopra a tutto come a nascondere emozioni e sfaccettature, eccetto che nel cruento finale, dove il lembo si alza e vediamo di tutto e di più.
Anche i dialoghi, già detto, tanto stereotipati, poco spontanei.

Sull'eros, infine, non ho proprio modo di esprimermi. Non c'è scena erotica. 
Le premesse avevano del potenziale, ma mi ritrovo senza nulla.
In conclusione, una buona idea che però andava sviluppata in tutt'altro modo: facendo scelte radicali e più coraggiose, secondo me.

24Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Mer Mar 16, 2022 8:32 pm

SuperGric

SuperGric
Padawan
Padawan

Leggendo i primi paragrafi mi sono detto: ecco, ho trovato il vincitore dello step.
Non scomodo Lolita, che ho scoperto più tardi, ma la scena del gelato mi ha ricordato i migliori passaggi dei Il Tromba, vero cult della mia prima adolescenza.
Poi, avanti nella lettura, quel “ho eiaculato in acqua” ha incominciato a raffreddare le mie aspettative e il mio livello di erotismo percepito. Nessun uomo dice “eiaculato” ad un amico.
Dopo questo punto, la scrittura diventa molto meno curata, meno visiva e più raccontata, e perde secondo me di mordente.
La trama è interessante, ma si va troppo veloce: uno snodo fondamentale è risolto con un rapido “Caspita, li aveva visti!”. E l’erotismo sfuma diventando horror nel finale.
Il campo di zafferano è centrale, il contadino anche, la veranda un po’ meno.

25Gelato allo zafferano Empty Re: Gelato allo zafferano Ven Mar 18, 2022 2:50 pm

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Cara Autrice, Caro Autore,

non so. Ha dei punti molto buoni e altri che mi convincono meno. La scena erotica per eccellenza è quella del gelato. Poi l'eros si trasforma in diverse scene di sesso ma con una forza inferiore, quasi fossero dovute. Con la vicenda della spiaggia avresti potuto giocare molto di più. Anche il triangolo mi convince poco. Un Tomislav innamorato a quel modo avrebbe forse respinto la zia (portando probabilmente la vicenda allo stesso epilogo). Scrittura molto buona. Atmosfera più da anni 50 che contemporanea.
Un buon lavoro
Complimenti.
Grazie.


______________________________________________________

I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

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