Anzitutto vi ringrazio per le letture, le critiche e ringrazio Arunachala, Byron e Imagiraffe per i voti. Sento però il bisogno di chiarire alcuni punti perché ho avuto l’impressione che alcuni lettori hanno cercato nel mio testo quello che rispondeva alla loro concezione di narrativa erotica.
Si può parlare di eros usando un linguaggio allusivo, meno stucchevole rispetto alla ripetizione di scene erotiche e alla giustapposizione di descrizioni meccaniche.
L’incipit ne è un esempio; non è uno sprint iniziale ma il fulcro del racconto, come si può intuire dal titolo. Ovvio che il racconto deve avere un centro, ma può essere all’inizio, al centro o alla fine. In questo caso è all’inizio.
La ragazzina sa benissimo di essere osservata e lo stesso Tomislav sospetta di avere assistito a una scena svolta a suo beneficio. Sospetto gratificante per un quasi cinquantenne, un’età in cui si ha bisogno di conferme.
Ne rimane sedotto e fortemente turbato, sa che non può andare oltre, è innamorato di Jerina e vive quel sentimento in modo conflittuale, ma non è lui a sfidare il tabù.
È lei a condurlo al mare, lei a sedurlo. All’amico Josip lo dice chiaramente «ha fatto tutto lei, ma non è successo niente di grave, ho eiaculato in acqua».
Apro una parentesi su questa frase. Vorrei chiedere a Supergric che frase o termine avrebbe usato lui “Ho sporcato in acqua”? “Lo sperma è finito in acqua”?
Ho scelto un termine inequivocabile per indicare che il rapporto non è stato completo, il tabù non è stato violato perché lui è innamorato e comunque si sente in colpa, sa che dovrebbe andare via e alla fine deciderà di farlo.
Per Asbottino “più che attrazione verso qualcosa di proibito, c’è un sentimento forte, infatti i dialoghi con Josip parlano d’amore.” Come se non esistessero amori proibiti! Dice bene Molli Redigano “Ci sta, e l'Autore lo fa ben capire, il sentimento vero e autentico dell'uomo verso la ragazzina. E' un'infatuazione tanto genuina quanto proibita vista la differenza di età dei due amanti.”
Invece Tomislav secondo Fante “E' innamorato di Jerina ma noi non lo capiamo, è solo il narratore super-duper-onniscente che ce lo dice, e noi dobbiamo credergli.” E invece no, caro Fante, nel testo Tomislav lo dice chiaro: “ L’ho vista e mi sono innamorato… so che non dovrei, ma sono ossessionato e non posso farci niente.”
Jerina non gli dà tregua; lo spia dalla veranda mentre fa l’amore nel campo con Marija e quando lo incontra in cortile gli si appiccica addosso per baciarlo e al suo rifiuto gli dice con disprezzo “ti piacciono le vecchie”. Come dire: “cosa credi? Ti ho visto.” Magari qualcuno avrebbe preferito un linguaggio più spinto del tipo ” ti ho visto, porco bastardo, mentre ti sgrillettavi mia zia!”
La zia, Petunia, mogli infedeli non ce ne sono in questo racconto.
Altri hanno sottolineato la poca centralità della veranda. Però è il luogo dove avviene l’innamoramento di Marija, dove si intrattiene a lungo ad ammirare il bel bracciante; indica anche la differenza sociale tra i due; lei è la padrona, lo guarda dall’alto, mentre lui è nel campo a sudare e a spaccarsi la schiena. Avrebbe potuto rifiutare le profferte della padrona?
Tutt’altro, anzi vuol essere sicuro che la sua performance è stata gradita, per questo le chiede: ti sei pentita?
E ancora dalla veranda Jerina scopre il tradimento di Tomislav. Certo, mi sarei potuta soffermare di più, Marija avrebbe potuto masturbarsi osservando Tomislav, ci avrei potuto buttare giù un migliaio di battute, volendo anche diecimila, ma volevo raccontare una storia. Una, non tante - come sostiene Asbo - e questa e la storia di Tomislav perché la storia con Marija è sempre la storia di Tomislav. Tutto quel che succede dopo riguarda sempre Tomislav. Anche un racconto erotico deve raccontare una storia, mica può essere la ripetizione della stessa scena.
Volevo solo chiarire alcuni punti; lo sfogo non è nel mio stile e non mi appartiene, un testo può piacere o meno e ognuno ha diritto di pensare come vuole, però fraintendere i contenuti di un testo o stravolgerli è segno di una lettura poco attenta.