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La festa dello zafferano

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1La festa dello zafferano Empty La festa dello zafferano Ven Feb 18, 2022 4:42 pm

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Da quando, nel gennaio del 2068, un gruppo di scienziati italiani del LNGS, guidati dalla Dott.ssa Tamara Primate, aveva donato all’umanità il sistema d’estrazione d’energia, catturata nei flussi degli sciami quantici delle particelle elementari, il mondo intero non aveva avuto più ragione per dilaniarsi in guerre fratricide. Con la messa a disposizione dell’elettricità gratuita, non più dipendente dal caro carbone o dalle carissime energie rinnovabili, la vita di ogni individuo era notevolmente migliorata. A partire dal 2080 erano spariti tutti i confini e si era instaurata una vera libertà di circolazione. Eliminate le diseguaglianze, i popoli, anche quelli che una volta erano stati i più belligeranti fra di loro, si erano riuniti in amicizia e gioia.
Così era stato anche per le famiglie contadine dei Mizrahi e degli Shariq.
Una volta acerrime nemiche per appartenenza, le une agli ebrei di Israele, le altre ai musulmani della Palestina, si erano sempre dedicate alla coltivazione dello zafferano. I loro terreni di una decina d’ettari, seminati coi preziosi bulbi, erano confinanti ma divisi da un massiccio muro, eretto a protezione delle due proprietà dalle incursioni distruttive di entrambe le famiglie.
Era esattamente il 9 novembre del 2089 quando i due capifamiglia, Aaron e Mohammed, avevano messo da parte le loro differenti convinzioni e, decidendo di riunificare i propri possedimenti, avevano abbattuto quel simbolo di divisione materiale e ideologico, fondendosi in un’unica società. L’avevano chiamata “Shamiz Kokrum Corporation” e, negli ultimi tempi, la loro produzione di zafferano aveva raggiunto il miliardo di cripto-dollari.
Le due famiglie, non solo erano diventate amiche, ma anche molto ricche e ogni anno, la notte del 31 ottobre, a circa metà raccolto, festeggiavano, alternativamente presso ciascuna di loro, la grande ricchezza di cui erano le soddisfatte proprietarie.
Quel mercoledì del 2096 l’organizzazione era toccata ai Mizrahi. Approfittando della loro nuova villa appena terminata di costruire, avevano pensato di usufruire dell’immensa veranda che si affacciava sui terreni pennellati dal viola della loro fortuna. Il clima secco e la temperatura gradevole avrebbero permesso lo svolgimento della ricorrenza, senza riservare alcuna antipatica burrascosa sorpresa.
Alla festa, chiamata senza troppa fantasia “Mahrajan Alzaefaran”, avrebbero partecipato oltre duecento invitati. Tanti erano i componenti delle due famiglie oramai diventate amiche e pacifiche. Una grande spinta a questi loro nuovi sentimenti era stato, nel 2075, l’inizio dell’appartenenza alla vasta zona, definita Europa dell’Est, degli Stati di Israele e della Palestina che così, come tanti altri, erano diventati solo nomi del passato,
Nell’ampia cucina, sapienti androidi-cuochi avevano preparato gustosissimi piatti dell’antica arte culinaria d’entrambe le ascendenze, senza sorprendersi di quanto potessero essere simili nella loro composizione e presentazione. I servand, così erano familiarmente chiamati gli androidi-servitori, avevano organizzato la veranda, disponendo tutto attorno i banchi con le leccornie prodotte per l’occasione. Alcuni di loro erano stati preposti alla funzione di servizio ai venticinque tavoli rotondi, organizzati da un apposito algoritmo che aveva tenuto conto sia dell’età di ogni convitato che delle sue origini e della sua simpatia verso gli altri commensali. Eccezione fatta per i due capifamiglia e le loro compagne che avrebbero preso posto a un tavolo situato giusto al centro.
Drappeggi, cuscini, tappeti e fiaccole così come arabescate scimitarre, curvilinei pugnali, antiche pistole damascate, lunghi moschetti dagli ornamenti in argento e ampi rotondi scudi, facevano parte degli addobbi dell’immensa veranda trasformata per l’occasione in una grandiosa tenda beduina del passato.
L’inizio della sontuosa cena era previsto per le dieci di sera e a quell’ora tutti i tavoli erano già occupati. I servand avevano cominciato con i meze di antica tradizione orientale: fattouche, taboulè, tzatzichi, uit kousa, dolmas, arayes, baba ganoush, chich taouk, khiar bi laban, e muhammara. Grandi caraffe di vino, del rosso quasi nero Dalton e del bianco ‘Nzù ben fresco, una vasta varietà di succhi di frutta e dell’ottima limonata, quasi ghiacciata come quella delle bottiglie d’acqua naturale e gasata, erano a disposizione di ogni convitato a un suo semplice gesto.
Il DJand aveva diffuso una gradevole musica di sottofondo che non disturbava il chiacchiericcio di quel mondo senza pensieri che però, poco a poco, forse grazie allo scorrere dell’ottimo vino, aumentava sempre di più il tono della propria voce per poter farsi intendere dai commensali del proprio tavolo.
Tra gli antipasti e i primi piatti il DJand aveva cambiato musica e in molti si erano alzati per lanciarsi in danze alla moda. Mohamed e Aaron assistevano commentando tra di loro, con una punta di invidiosa nostalgia, l’esuberanza di quei ballerini, tra i quali spiccavano per eleganza e bellezza, i loro due figli, Muhtady e Elisheva, coppia fissa a ogni ballo. Senza esternarlo, entrambi però pensavano che gli stessi fossero un po’ troppo giovani per un’unione aldilà di un’adolescenziale amicizia.
Muhtady, aveva quasi diciassett’anni. Alto un metro e ottantacinque, con folte sopracciglia nere che mettevano in risalto i penetranti occhi di pura ossidiana, abbinava la bellezza araba del viso al suo fisico atletico, coltivato con varie ore d’esercizi giornalieri nella palestra cardio della villa di famiglia. Questo faceva di lui un giovane che attirava su di sé gli sguardi di chiunque.
Non certo da meno era la quasi sedicenne Elisheva. Alta quasi quanto Muhtady, la sua bellezza non sembrava appartenere a quel mondo mediorientale. La discendenza da una generazione caucasica le aveva portato in dote un viso armonioso, ornato da lunghi capelli dorati, con occhi di un limpido turchese cielo invernale, una bocca dalle labbra carnose e così sensuali da non aver bisogno di alcun rosso artificiale per risaltare da sole sui suoi sorrisi in smagliante porcellana bianca. Il corpo sinuoso come quello di un’antica danzatrice birmana e le lunghe gambe affusolate non passavano inosservate a chi l’incontrava e… non solo la prima volta.
L’attenzione di tutti era sempre su di loro che però sembravano incuranti di quegli sguardi quasi morbosi. Già sapevano, che il paffuto Cupido li aveva trafitti con la sua amorosa freccia e il ballare in coppia non faceva altro che alimentare il loro desiderio d’amore.
«Eli, dobbiamo trovare il momento per andarcene da qui. Che ne dici?» Le aveva sussurrato Muhtady all’orecchio, congiungendo i due corpi dopo un complicato passo di danza.
«Va bene. Quando pensi di filarcela senza farci notare?» Chiese lei.
«Durante i discorsi dei nostri padri. Di solito spengono le luci puntando solo un riflettore sul loro tavolo e, con le sole fiamme delle fiaccole, nessuno ci vedrà andar via. Forse i nostri compagni di tavolo?» Le aveva risposto Muhtady.
«Possibile ma ci coprirebbero. Diranno che siamo andati in bagno. Non credo però che sarà necessario. Quei due tirano talmente in lungo coi loro discorsi che noi saremo qui prima ancora che si accorgano che siamo spariti.» Elisheva aveva sorriso a quel sotterfugio.
«Allora facciamo così: andiamo nel deposito dello zafferano. Li entrano solo i robot-contadini che lo stanno raccogliendo nei campi e non ci daranno alcun fastidio. Vado prima io. Tu mi raggiungi dopo che ho controllato che non ci siano nostri parenti in giro. Spero proprio di no e allora ti spedisco tre colpi sul tuo PAS.»
«Perfetto.» Aveva concluso Elisheva che, dopo aver controllato che dal tavolo centrale non la vedessero, gli mordicchiò il lobo di un orecchio.
Terminato il ballo erano tornati a sedersi. I servand avevano sgombrato i meze non terminati sostituendoli con le corpose seconde portate: kebab, humus, kibbeh, shuqaf, kafta, falafel e grandi terrine in terracotta con del riso immancabilmente colorato in giallo dal prodotto di casa.
Tutti avevano ricominciato a mangiare e la musica era tornata soffusa.
A un segnale convenuto era stata spenta insieme a tutte le luci, meno quella di un riflettore puntato sul tavolo centrale.
Come da consuetudine, il primo designato a parlare doveva essere il padrone di casa. Il corpulento Aaron, abbastanza alticcio, si era perciò alzato in piedi e aveva iniziato il proprio discorso con un saluto che apparteneva ad entrambi gli antichi idiomi, oramai soppiantati dal comune inglese: «As salam aleikum…» ottenendo un confuso brusio di risposte che aveva fatto cessare con un ampio gesto della mano.
Muhtady, approfittando della penombra, s’era eclissato.
Poco dopo il PAS di Elisheva le aveva picchiettato il via libera sul polso. Con una certa discrezione e un leggero cenno della testa ai compagni di tavola, s’era alzata dirigendosi frettolosa al deposito convenuto.
Muhtady la stava aspettando all’interno davanti a un cumulo di petali di zafferano già recisi dal loro bulbo. Elisheva gli si era subito gettata tra le braccia offrendogli le belle labbra dischiuse. Lui allora, rispondendo con dolcezza al suo bacio, tenendola ben stretta a sé, s’era lasciato cadere all’indietro, sul preziosissimo soffice letto viola che profumava di miele e fieno.
Non era la prima volta che i due adolescenti facevano l’amore. Dopo qualche veloce insoddisfacente amplesso, in cui c’era stata la prevalenza dell’impetuoso desiderio di possesso e di concessione, avevano imparato che la dolcezza delle carezze preliminari e la lentezza nei movimenti, avrebbero procurato a entrambi una più grande soddisfazione al momento del culmine dove, lì sì, si sarebbero potuti abbandonare alla frenesia.
Approfittando della sua posizione sottostante Muhtady le aveva tolto la camicetta di raso blu che nascondeva uno dei preziosi tesori della ragazza. I seni ben proporzionati e sodi non avrebbero avuto bisogno del reggiseno così, anche quel meraviglioso merlettato di seta, era stato slacciato e lasciato cadere. Nel frattempo anche Elisheva s’era data da fare. Staccandosi dalla sua bocca e facendolo inarcare, gli aveva sfilato l’elegante camicia coreana in cotone e seta bianca, che non le aveva permesso di baciare la nuda solidità dei suoi armoniosi pettorali. Poi si era lasciata scivolare da quel corpo che avvertiva eccitato per distendersi al suo lato. Entrambi supini avevano fatto volare, ridendo, le loro calzature e infine si erano dedicati a togliersi gli ultimi indumenti. Pantaloni a sbuffo di raso nero per lei e attillati jeans blu scuri di gran marca per lui. Boxer e slippini avevano raggiunto a terra il mucchietto d’indumenti. Completamente nudi, erano rimasti per un breve tempo a rimirarsi l’un l’altra prima d’iniziare, con lente carezze che scivolando dal viso erano diventate sempre più ardite terminando accelerate sui loro sessi, il vero atto d’amore.
La via per la fusione tra i due corpi era già nota a entrambi e il congiungersi in un unico essere era stato solo questione di pochi minuti.
Poi era prevalsa la gioventù.
Quando già la frenesia si era impadronita di loro, un rumore improvviso li aveva bloccati incastrandoli silenziosi l’uno nell’altra. La porta del deposito si era aperta e un robocon era entrato con un nuovo carico di fiori recisi. Sotto gli occhi inespressivi della macchina contadina, con un risolino malizioso, avevano ripreso con foga il loro ultimo atto e nulla più li aveva interrotti. I loro mugolii d’amore non erano riusciti a distrarre dal suo lavoro il robocon che, finito di depositare tutto il suo prezioso carico, proprio sul mucchietto dei loro indumenti, se n’era andato, indifferente così come era venuto.
Per recuperare i loro abiti i due, esilarati dalla loro nudità, avevano dovuto disfare l’ordinata pila di fiori.
Avevano gettato uno sguardo all’altra che era stata il loro giaciglio d’amore. Non era certo in uno stato migliore.
Chissà che reazione avrebbe avuto il robocon quando avrebbe visto quelle due pile distrutte?”. Avevano pensato entrambi con divertimento.
Rivestitisi e baciatisi un’ultima volta, erano rientrati in sala proprio mentre il discorso di Mohammed, il secondo capofamiglia, volgeva alla fine.
Appena seduti avevano udito i loro nomi pronunciati dall’oratore che li invitava al centro della sala.
Il DJand aveva rimesso la musica di sottofondo.
«Hai sentito Muht, tuo padre sta chiamando proprio noi. Che vuol dire? Magari qualcuno di loro ha fatto la spia?» Gli aveva chiesto sottovoce la ragazza dirigendo gli occhioni azzurri un po’ spaventati sui propri compagni di tavolo.
«Non credo proprio.» Aveva risposto Muhtady guardando trucemente la loro compagnia poi aveva aggiunto «Non penso abbiano avuto nemmeno il tempo di sapere dove fossimo. Da noi è entrato solo uno di quegli stupidi robocon. Magari se fosse stato un androide… sai come possono essere spioni quei bastardi di latta! Andiamo a vedere cosa vogliono i due vecchi. Forse farci aprire le danze.»
Si erano avviati insieme verso il centro e… niente dava a prevedere cosa sarebbe successo.
Il padre di Elisheva si era accorto di una grande macchia viola sul posteriore dei pantaloni della ragazza e allora aveva controllato anche quelli di lui.
C’era la stessa macchia e pure, molto più evidente, sul retro della camicia!
Anche se abbastanza ubriaco, aveva immediatamente compreso cosa fosse successo e si era precipitato, gridando come un folle, sul giovane Muhtady, gettandolo a terra col proprio peso e iniziando a colpirlo con furiosi calci.
A quel punto, senza ben troppo capire il perché di quell’improvvisa aggressione, era intervenuto Mohammed, tentando di togliere il socio da sopra il figlio. Con tutto il vino che aveva bevuto, non era però riuscito nell’intento e allora, quasi sfinito, vedendo che l’altro continuava nella sua furia assassina, col cervello completamente ottenebrato, aveva staccato dal suo supporto un’antica scimitarra. Gridando un paradossale “Allah Akbar”, aveva colpito ripetutamente Aaron fino a quando questi non s’era accasciato, ormai morto e con la testa quasi staccata dal busto, sul corpo di Muhtady.
Si era scatenato l’inferno.
Tutti si erano sentiti coinvolti e il grande odio del passato, che si credeva sepolto per sempre, era esploso all’improvviso, come la lava di un vulcano.
Uomini e donne, impadronendosi delle armi delle decorazioni, si erano buttati gridando sull’opponente più vicino, colpendolo con odio e infliggendogli irreparabili ferite.
Il DJand, vedendo tutti quei corpi agitarsi in quella strana danza, aveva pensato bene di proporre nuovamente della musica da ballo, alzandola però di volume, fino a portarla a un insopportabile livello, per poterla far udire in quella incredibile baraonda,
Molti però non ci avrebbero nemmeno fatto caso, Caduti a terra, si stavano dissanguando percorrendo lentamente, con alti lamenti, l’oscuro sentiero che li avrebbe portati alla morte.
I servand, bloccati dalle tre leggi della robotica, ben radicate nella loro più profonda memoria, dopo qualche attonito minuto, erano riusciti, con un inedito algoritmo, a convertirle in una sola che li obbligava a salvare quei pazzi assassini da se stessi a qualunque costo. Finalmente liberi di agire, si erano gettati nella mischia per arrestare la cruenta carneficina.
Avevano fatto di peggio!
Posseduti da quella forza incredibile che gli era stata fornita proprio dagli umani, erano intervenuti usando i pugni come clave, atte a sfondare qualsiasi cranio si trovasse alla loro portata.
Il primo a cadere per mano loro fu Mohammed. Un solo pugno gli fece schizzare gli occhi dalle orbite e il suo cranio si ridusse in schegge miste a materia grigia e dentatura.
Muhtady, riuscito a disfarsi del pesante cadavere di Aaron e rimessosi faticosamente in piedi, aveva però pagato quel suo movimento subendo la stessa sorte del padre.
La bellissima Elisheva, impazzita e urlante, nel tentativo di scappare da quell’orrore, si era scontrata con un servand che, presala tra le braccia l’aveva stritolata lentamente, lasciandola poi cadere, priva di vita come un fantoccio di stoffa ripieno di ossa spezzate.
Gli androidi non si erano fermati lì!
Qualsiasi movimento che avesse attirato la loro attenzione, li faceva precipitare sul malcapitato senza dargli alcuna possibilità di scampo.
Nemmeno i tre tavoli dei bambini, piangenti e urlanti dalla paura, furono risparmiati da quei supposti umanoidi. Con loro avevano però usato un metodo più rapido e creduto, nel loro strano cervello quantistico, di meno sofferenza: avevano frantumato i piccoli crani sbattendone insieme due alla volta.
Sembrava che solo gli umani dovessero essere annientati poi però anche i servand avevano cominciato a distruggersi tra di loro.
Alla poltiglia di materia grigia, schegge ossee, bulbi oculari e dentature, sul pavimento, coperto dal sangue e dai corpi degli umani, si erano andati ad aggiungere anche frammenti d’elettronica, pezzi di lucido metallo, plastica biancastra, del verdastro fluido idraulico e corpi ammaccati di androidi, trasformandolo così in un’orrenda discarica dalla quale esalava l’odore acre del sangue e quello puzzolente delle vesciche e degli intestini svuotatisi e andati a impregnare gli antichi tappeti posti sotto i tavoli ormai ribaltati da terrorizzati convitati in cerca di fuga.
In pochissimo tempo la splendida veranda era stata ridotta a un luogo d’orrore che solo una mente profondamente malata avrebbe potuto immaginare.
Alla fine, quando tutti i movimenti erano cessati, tra quell’ammasso di carne e metallo, solo un servand, ricoperto di sangue e di fluido idraulico, era rimasto in piedi.
Considerando terminata la danza, il DJand era tornato a diffondere la stessa melodia soffusa che aveva rallegrato l’inizio della festa.
Il servand sopravvissuto aveva cominciato lentamente a ripulire tutto quel macello.
Nel frattempo i robocon, risistemate senza alcuna curiosità quelle due pile disfatte, avevano continuato a riempire il deposito d’inutile ricchezza.

2La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Sab Feb 19, 2022 3:02 pm

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Ciao autor@

hai scritto una storia ricchissima e utilizzato i paletti concessi in grande scioltezza. Bella la parte iniziale in cui - finalmente - ci prospetti un futuro a tinte rosa. Ho trovato in questo grande fantasia e originalità.
Questo moderno Capuleti/Montecchi mi è piaciuto. Intrigante l’introduzione degli androidi, personaggi ai quali hai saputo dare una coloritura speciale facendoli diventare una figura cardine del racconto.
Molto, molto bella la chiusa finale (davvero da manuale) l’ho adorata.
Ritmo sostenuto e brioso e tanti tanti argomenti nel piatto.
Brav@.

3La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Lun Feb 21, 2022 4:12 pm

Nellone


Younglings
Younglings

Come sarebbe una favola macabra nel 2250? Questo racconto credo che possa indicarcelo splendidamente, se le parole favole e macabro stessero bene nella stessa frase. Ottima l’idea, nella parte iniziale, di fare un piccolo excursus storico per spiegare bene le vicende internazionali che hanno portato a quella situazione di pace apparente: molto spesso, anche in romanzi interi, si da troppo per scontato; qui invece la situazione è perfettamente comprensibile. Passando alla narrazione, tuttavia, si dovrebbe passare dal trapassato prossimo del preambolo al passato remoto: ho infatti atteso a lungo questo cambio di ritmo… che poi non è mai arrivato. Molto belle le descrizioni, ma penso che la parte erotica e quella horror meritassero ciascuna una precisa connotazione anche stilistica, mentre invece la scrittura mi risulta un po’ troppo omogenea. Nel complesso un bello spunto, ma non posso dire che mi abbia emozionato. Si riscatta tuttavia per il rispetto di tutti i paletti imposti, parte integrante del racconto e non semplice sfondo.

4La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Lun Feb 21, 2022 5:29 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

S T U P E N D O !
Sembra un quadro, un moderno Guernica che nemmeno Picasso avrebbe potuto intuire.
L'ammasso di carne e metallo è un efficace manifesto contro ogni lotta, contro ogni forma di guerra.
L'immagine è talmente forte da mangiarsi ogni prospettiva precedente, ogni paletto.
Bella storia.
Veramente.

5La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Lun Feb 21, 2022 8:18 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

uhm... posso andare controcorrente?
a me non piaciuto granché, in tutta sincerità.
tanto era utopico nella parte iniziale, tanto era scontato in quella finale.
un massacro curato e gestito dagli androidi, come accaduto in svariati racconti o romanzi di fantascienza del secolo scorso.
l'unica parte che ho veramente apprezzato, escluse le due belle righe finali, è stato l'atto compiuto dai due ragazzi. non per quello che hanno fatto, ma perché lo trovo ben descritto e romantico.
per il resto mi spiace ma no nl'ho gradito molto


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

La festa dello zafferano Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

6La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Mar Feb 22, 2022 10:40 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto che ha un'ambientazione veramente originale. Cesellata alla perfezione con moltissimi dettagli che danno profondità al testo. 
Però è tutto troppo, c'è veramente troppa carne al fuoco. È uno di quei casi in cui "il troppo stroppia".
L'autore si è impegnato a inserire tutti i paletti presenti dimenticandosi la caratteristica fondamentale dei due generi, la "pancia".
Come ho già detto (e continuerò a ripetere spesso) per me questi generi devono avere il potere di colpirti nel profondo, suscitando reazioni forti. 
In questo testo purtroppo questo tratto fondamentale manca perché l'autore si è concentrato a spiegare le cose senza però farcele vivere. 
Il racconto in se rimane ottimo e mi è piaciuto leggerlo ma nell'ottica dello step non mi ha colpito per nulla. 
La prima parte si dilunga troppo in spiegazioni, in una serie infinita di fatti e date. Questi dettagli da una parte danno credibilità al racconto ma dall'altra distraggono. 
la scena che dovrebbe essere erotica, l'ho trovato quasi troppo sentimentale. Credevo che il robot li uccidesse li mentre facevano sesso. mi sarebbe piaciuto di più.
l'ultima parte che dovrebbe essere cruda si svolge in un attimo non soffermandosi su niente. Un esempio: se ti fossi soffermato sulla morte dei due ragazzi, descrivendola in maniera quasi maniacale mi avrebbe fatto più effetto. Così è una carneficina che non lascia traccia. 
In conclusione, ti faccio i complimenti per l'idea e l'attenzione che hai mostrato nel contestualizzare il tuo racconto ma per me non hai fatto centro.

A Arunachala garba questo messaggio

7La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Mar Feb 22, 2022 3:18 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Non male l'idea degli androidi che entrano nella rissa massacrando chiunque incontrano e di cui ne resterà solo uno. Mi hai ricordato "I robot". Credo che il racconto sia basato più sull'horror che sull'erotico. In definitiva è meglio descritto il primo che il secondo. Qualche problema con la punteggiatura me niente di che.

8La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Mer Feb 23, 2022 11:11 am

Menico

Menico
Padawan
Padawan

Cruento racconto fantascientifico con risvolti sociopolitici. 
La storia è ben raccontata e la forma scorrevole, i personaggi ben delineati e le descrizioni accurate. Il finale fa rivoltare nella tomba il povero Asimov.
Non so se definirlo di genere erotico o horror; secondo me, nessuno dei due.


______________________________________________________
Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

9La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Mer Feb 23, 2022 12:21 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un Autore allergico ai dialoghi. Uno lo conosco...tuttavia, la mancanza di dialoghi non si sente nello sviluppo di un racconto scritto bene. Segnalo tre stupidate:


"Già sapevano, che il paffuto Cupido"


Niente , dopo sapevano




"Molti però non ci avrebbero nemmeno fatto caso, Caduti a terra,"


Credo che dopo "caso" ci andasse un . anche perché "Caduti" è scritto con la maiuscola.


 

"Alla poltiglia di materia grigia, schegge ossee, bulbi oculari e dentature, sul pavimento, coperto dal sangue e dai corpi degli umani, si erano andati ad aggiungere anche frammenti d’elettronica, pezzi di lucido metallo, plastica biancastra, del verdastro fluido idraulico e corpi ammaccati di androidi, trasformandolo così in un’orrenda discarica dalla quale esalava l’odore acre del sangue e quello puzzolente delle vesciche e degli intestini svuotatisi e andati a impregnare gli antichi tappeti posti sotto i tavoli ormai ribaltati da terrorizzati convitati in cerca di fuga."


Molto bello come hai descritto la scena finale dopo la carneficina. Ma questo periodo è veramente troppo lungo. Io te lo suggerisco così:


"Sul pavimento coperto dal sangue e dai corpi degli umani, oltre alla poltiglia di materia grigia, schegge ossee, bulbi oculari e dentature, si erano andati ad aggiungere anche frammenti d’elettronica, pezzi di lucido metallo, plastica biancastra, del verdastro fluido idraulico e corpi ammaccati di androidi. Un’orrenda discarica dalla quale esalava l’odore acre del sangue, quello puzzolente delle vesciche e degli intestini svuotatisi, andati a impregnare gli antichi tappeti posti sotto i tavoli ormai ribaltati da terrorizzati convitati in cerca di fuga."


Ho pensato subito ad un racconto utopico, se non altro per la pace impossibile che si è creata in questa nuova Europa dell'est. Comunque, è bello poter raccontare che un giorno o l'altro questa pace possa essere veramente concreta. Interessante anche la vena fantascientifica che ben si permea all'ambientazione temporale, una realtà forse molto più vicina di quanto immaginiamo. 
La scena di sesso tra i due giovani io l'avrei resa più esplicita. L'ho già detto anche in altri commenti e qui voglio motivare ciò che dico: erotico, nevvero, non è porno, ma penso che qualche particolare in più renda meglio il genere. Spero di essermi spiegato. 
Horror? Certamente! Non importa se i carnefici sono, come in questo caso, degli androidi. Fanno diventare le tre leggi della robotica una soltanto, quindi sono pure intelligenti. Tanto da sterminare chi li ha creati. 

Un bel racconto anche questo! Grazie.

10La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Gio Feb 24, 2022 6:37 pm

giuseppe.bignozzi

giuseppe.bignozzi
Younglings
Younglings

Interessante. Si può considerare da diverse angolazioni, ma resta in vista quell’aggressività che, per quanto sia sepolta, è sempre pronta a rianimarsi con tutto il suo corredo di rancori repressi.
Simpatico l’ottuso e devastante agire dei droidi di servizio che porta la carneficina fino all’apice.
Erotismo appena accennato.
Un buon racconto, non molto horror, tra l’assurdo e il comico.

11La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Gio Feb 24, 2022 10:36 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto che si distacca decisamente da tutti quelli letti finora con un'originalità davvero apprezzabile.
A metà tra l'ironico e il fantascientifico sfiora l'erotico e cerca con più convinzione (anche se forse creando un po' di confusione) l'horror.
L'orrore sta nella disumanità degli esseri umani alla quale perfino gli androidi devono adeguarsi finendo con il trasgredire perfino alle storiche asimoviane tre leggi della robotica.
Ho trovato un po' pesanti le lunghe descrizioni di abiti e cibi , spesso con termini arabi che rallentano e appesantiscono la lettura.
Spettacolare, per contro, alcuni riferimenti, come quel 9 novembre 2089 in cui le due famiglie nemiche decidono di abbattere il muro che divide i loro due campi. 
Alla fine l'odio atavico prevale su tutto e basta una piccolissima scintilla a farlo deflagrare: letto oggi, giorno dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, fa rabbrividire.


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La festa dello zafferano Badge-3

12La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Ven Feb 25, 2022 9:33 pm

Mac

Mac
Padawan
Padawan

Sono perplessa.
Ho letto il tuo racconto, poi ho letto i commenti e allora ho riletto il racconto, per capire se mi era sfuggito qualcosa.
Io sono di Verona e la storia iniziale mi ha ricordato un Romeo e Giulietta a lieto fine, poi sono entrati i robot e mi son detta, siamo nel futuro ci possono stare. Poi arriva l’incontro, scritto bene, ma non credo si possa definire erotico anche perché è stato relegato a poche righe. Allora ho aspettato l’horror, ma ho trovato solo splatter. Manca la componente del soprannaturale che è indispensabile in un horror.
La trama comunque poteva reggere, ma l’hai appesantita con tante, tantissime descrizioni ricche di aggettivi spesso superflui. Parlo di come erano vestiti, di cosa hanno mangiato di come si sono autodistrutti, arrivando a sfiorare il paradosso.
Mi dispiace l’idea c’era, i paletti sono stati rispettati (anche se sul genere ho dei dubbi), ma non mi è piaciuto.

A Arunachala garba questo messaggio

13La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Ven Feb 25, 2022 11:32 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Questo racconto riesce a dare un'amara consistenza alla teoria secondo la quale gli umani saranno sempre succubi dei propri istinti, il più forte dei quali è la violenza, la volontà di sopraffazione (come purtroppo i fatti di questi giorni tendono a confermare). E anche gli androidi, costruiti a "sua immagine e somiglianza", fanno ben presto buttare a mare le leggi asimoviane e gettarsi nella mischia.
È scritto bene, si legge d'un fiato e, una volta finito, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la Guida galattica per autostoppisti, per la freschezza di certe descrizioni e soprattutto per l'inesauribile vena ironica che serpeggia lungo tutto il testo.
Magari sarebbe stato più opportuno non abbondare nell'elencare abiti di gala e piatti tipici, ma penso che il paragone con i romanzi di Douglas Adams ci stia tutto, compresa la mattanza finale, una sarabanda di morte e distruzione accuratamente accompagnata dalla colonna sonora dance scelta con elettronica precisione dall'androide DJ.
Ma, una volta fatti i complimenti all'autore di questo pezzo di "fantascienza umoristica", non posso fare a meno di notare che la storia è piuttosto distante dai generi richiesti dal contest: non c'è erotismo nella scena d'amore fra i due ragazzi, semmai del sentimento, e anch'esso parecchio diluito dall'eccessivo risalto dato agli indumenti che i due giovani si tolgono; e non c'è horror in una carneficina messa in atto da umani e androidi, ma non certo ispirata da un'entità sovrannaturale, non provocata da uno spirito, se non da quello contenuto nelle abbondanti bevute.
Un ultimo piccolo appunto: il dettagliato elenco di armi che "facevano parte degli addobbi dell’immensa veranda" dà un chiarissimo indizio di dove la festa andrà a parare.


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"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

14La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Sab Feb 26, 2022 6:25 am

mirella


Padawan
Padawan

Esordio tra fantasia e utopia. Magari si potesse ottenere energia gratuita e i popoli, eliminata la necessità di accaparrarsi fonti di energia, potessero vivere in pace.
Un sogno certo, eppure questo racconto mette in campo una tesi inquietante. Anche in un futuro caratterizzato da strabilianti progressi in ogni campo, dalla fisica alla cibernetica, anche in una società libera dal bisogno e dai pregiudizi razziali, l’umanità troverebbe sempre il pretesto, perfino il più banale, per distruggersi. In questo caso con l’apporto degli androidi.
Il racconto, fin troppo curato in dettagli e descrizioni, mostra una famiglia ebrea e una musulmana in festa per il successo del raccolto, ma la festa finisce in tragedia per un motivo futile. I rampolli delle due famiglie hanno fatto sesso nel deposito dello zafferano; lo rivelano le macchie sui loro vestiti. Il padre della ragazza si getta sul giovane e da lì inizia la strage che coinvolge tutti gli invitati.
Caino non muore mai.
C’è una delicata scena d’amore e di sesso, ma non mi sembra di poter definire erotico il racconto, sovrastato com’è dai molti altri temi. Poco horror anche la strage finale, perché manca l’elemento soprannaturale che dovrebbe suscitare paura o raccapriccio. Invece la carneficina mi lascia indifferente, al più un sorriso, suscitato dall'agire stolido di esseri di latta.

15La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Lun Feb 28, 2022 6:06 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Faccio fatica ad inquadrare questo racconto, per quanto sia piacevole e scorrevole.
Un racconto intriso di utopia, fantascienza, erotismo, horror, splatter ma anche pervaso da uno humour che ha minato la credibilità di ognuno dei generi indicati.
Tanti argomenti, tanti generi, forse troppi, come qualcuno ha già fatto notare.
Eppure, scavando, i messaggi ci sono, e sono importanti, ma si perdono nel mare del troppo.

16La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Lun Feb 28, 2022 7:35 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

A mio avviso il problema più grosso di questo racconto è la poca sintonia che riesce a creare col lettore. Tutto è troppo raccontato, una sorta di resoconto di quello che è successo, una cronaca, e questo impedisce a chi legge di immergersi nella storia. Ci si trova di fronte a quel muro che tu descrivi e che prima della riappacificazione teneva separati gli appezzamenti delle due famiglie.
L'epilogo della storia lo salvo, tant'è che all'inizio, quando leggevo dell'idillio che si era creato, del periodo di pace dovuto alla disponibilità delle fonti energetiche ho protestato, ben sapendo che un motivo per odiare l'altro, per prevaricarlo c'è e ci sarà sempre per come ragiona il cervello umano. E infatti la mattanza finale, così rutilante e scalmanata, è di molto più vera e genuina dell'introduzione iniziale sul lungo periodo di pace. 
Così il pezzo è troppo ingessato, ma sono convinto che qualche dialogo in più lo vivacizzerebbe di parecchio, migliorandolo.

17La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Mar Mar 01, 2022 11:11 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Titolo: Non è intrigante, per uno step con campo di zafferano come paletto
Paletti: tutti centrati.
 
La storia: un classicissimo Romeo e Giulietta, prestato a un futuro alquanto utopistico, ma che ancora non riesce a liberarsi dalle pastoie di un passato sempre uguale a se stesso. Anche l’abbattimento di un muro, replica di quanto già accaduto in un passato recente, una miglior vita planetaria, una pace tanto agognata, un benessere diffuso grazie dall’assenza di problemi energetici, pare nulla possa contro il primitivo istinto dell’uomo di cercare l’occasione, anche futile, per distruggere un “nemico”, anche quando il nemico non ha più ragione di essere.
(ma quanto sarebbe bello se quello che hai raccontato nella prima parte si avverasse! per il racconto ovviamente è oro colato, per l’umanità l’utopica utopia perfetta)
 
Il genere: una commistione tra erotico, declinato in modo molto soft, elegante ma senza quella carica di erotismo che ci si aspetterebbe dall’amplesso di ragazzi, innamorati, giovani, passionali; horror, narrato nella mattanza che vede alleati agli umani – tornati preda delle differenze politico/culturali solo in apparenza superati -  i robot, chiamati a fare quello che le tre leggi della robotica impongono, ma di fatto trasformandosi anche in eserciti contrapposti; fantascienza e fantapolitica molto spinte visto l’arco temporale molto ridotto, anche un po’ semplicistiche/semplificate se vogliamo, dovendo inserirne le componenti in un racconto breve.
 
Struttura del racconto: si parte con la fantascienza e fantapolitica, molto dettagliate: buono lo studio della politica attuale per traslarla in un futuro troppo vicino, ma il paletto temporale andava rispettato; proprio in quanto genere non rientrante nello step, ha occupato molto/troppo spazio – seppur necessario per arrivare al dunque - quasi un bignami per ripassare argomenti scolastici del futuro. Tanto di cappello per la fantasia, quando ci sarà il genere fantascientifico, sappiamo già da ora di avere una Penna capace.
Poi arrivano le vicende delle famiglie coinvolte e i dettagli della festa. Queste parti, a mio parere, sono un po’ troppo dettagliate (elencazione dei cibi e delle bevande,  complimenti per il lavoro minuzioso di ricerca ma rallentano, anzi bloccano il ritmo perché non servono realmente alla trama) e generano uno squilibrio che toglie spazio alla componente erotica, trattata con eleganza – e va bene – ma troppo frettolosamente – eppure la capacità sembra esserci - , per poi passare all’orrore della mattanza ad opera dei robot, chiamati a difendere gli umani loro assegnati.
A mio parere, se la prima parte del racconto fosse molto asciugata e sviluppata meglio la parte erotica – e la base c’è – la commistione con l’horror avrebbe maggior impatto. Anche l’ultima parte, così ricca di immagini cruente, poteva essere sviluppata con riferimento ai due ragazzi, alle loro famiglie: gli ospiti sono appunto ospiti, personaggi di contorno.
 
Nel complesso è dunque un bel racconto, classico come base, scritto bene, con un buon stile e lessico più che adeguato, ma che per questo step – avendo inserito una componente di genere estranea - è in parte sprecato.
Si legge bene, fino alla fine, non ho rilevato refusi ed errori che ne interrompano la lettura, ma c’è troppo di raccontato rispetto alla semplice e sempre funzionante storia sottostante.


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

18La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Gio Mar 03, 2022 8:09 am

SuperGric

SuperGric
Padawan
Padawan

Racconto con varie facce, tutte con pregi e difetti.
Il lato fantascientifico-utopistico iniziale è piacevole anche se non molto originale, e dal punto di vista stilistico secondo me è troppo raccontato.
La parte erotica è ben fatta anche se un po’ lineare. Quando è entrato il robocon mentre i due ragazzi erano in preda all’amplesso mi sono per un attimo aspettato un bella orgia umano-robotica. Invece nulla, tutto fila via normale.
Il finale horror splatter è a parer mio un po’ eccessivo e gratuito. Troppo sangue senza che ci sia stata una vera ragione. E poi i bambini no, please.
Il messaggio di fondo che alla fine gli odi atavici vengono sempre fuori non mi convince troppo e soprattutto non è coerente con tutta la prima parte dove invece sembra tutto un mondo felice. Alti e bassi, ecco. 
Il DJand è fantastico. Continua imperturbabile a fare le sue cose. È lui il vero eroe.

19La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Gio Mar 03, 2022 6:44 pm

Arianna 2016

Arianna 2016
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Autore, parto dicendo che nel tuo racconto ci sono alcune buone idee, quindi che non voglio che tu ti scoraggi se ho però trovato diverse cose che, secondo me, andrebbero sistemate.
Credo sia la prima volta nella mia vita che leggo un racconto scritto tutto, dall’inizio alla fine, al trapassato prossimo. Il trapassato prossimo si usa per indicare un’antecedenza rispetto a un tempo passato, di solito il passato remoto, che si usa nella linea narrativa principale: in pratica, quindi, per raccontare eventi successi prima di quelli narrati nella storia. Qui invece non si arriva mai al passato remoto.
Non capisco quanto questo sia una scelta (anche se non capisco per quale motivo) oppure no.
Comunque, devo onestamente dire che questo non ha creato particolari inciampi nella lettura, tanto che me ne sono accorta in modo consapevole solo a metà racconto. Forse ha solo appesantito un po’ i periodi e, appunto, creato l’aspettativa dell’arrivo di una linea narrativa principale al passato remoto, che però arriva solo a racconto quasi finito, nel momento in cui i robot cominciano a picchiare, con questa frase: “Il primo a cadere per mano loro fu Mohammed. Un solo pugno gli fece schizzare gli occhi dalle orbite e il suo cranio si ridusse in schegge miste a materia grigia e dentatura.” Dopo questo breve intermezzo al passato remoto, si torna, senza motivazione, al trapassato prossimo, fino alla fine.
Ho trovato eccessivamente dettagliate le descrizioni fisiche dei personaggi: età, altezza esatta in centimetri, colore dei capelli, elenco dei capi d’abbigliamento indossati e via dicendo. Sono lunghi elenchi che in una narrazione si usano solo se hanno uno scopo espressivo, altrimenti si cerca di fare venire fuori gli elementi – se davvero necessari – in modo naturale durante il racconto.
Hai accennato alle tre leggi della robotica. Io le conosco, così come le conoscono tutti i lettori di Asimov e chi ha visto il film Io robot, ma altri lettori forse no.
Ho un po’ di dubbi sul genere: l’erotico è solo un breve intermezzo, l’horror non c’è. Mi sembra che sia un fanta-surreal-comico (la scena della festa, il tono che viene usato).
La forma è nel complesso corretta. Ti segnalo solo che hai usato la maiuscola dopo la chiusura delle virgolette del discorso diretto, in tanti casi in cui invece occorreva la minuscola.
Secondo me, dovresti valorizzare di più la tua verve comica, che salta fuori nella scena della strage.

20La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Gio Mar 03, 2022 10:23 pm

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Mi ero illuso che, pur non potendone godere per ragioni anagrafiche, a partire dal 2068 il mondo avrebbe potuto essere diverso e migliore. E invece no, sembra che neppure i posteri siano destinati a un futuro più roseo. Si dice sempre che l’amore vince su tutto e invece nel tuo racconto è proprio la causa scatenante di tutto questo macello.
Il racconto è scritto molto bene e denota una fantasia impressionante dell’autore. Pur essendo costituzionalmente mal disposto nei confronti di robot e androidi l’ho letto molto volentieri.
L’unica nota che mi è parsa stonata è il mix di generi (erotico e horror). Ognuno di questi occupa uno spazio ben distinto ma nessuno dei due pervade il racconto con una certa omogeneità ed entrambi mi sono sembrati un po’ sotto tono: eros non troppo coinvolgente, horror basato su spargimento di sangue e di ingranaggi più che frutto di elementi sovrannaturali o esoterici. La veranda c’è ma senza una funzione significativa: avrebbe potuto essere anche un salone per le feste.
Giudizio comunque molto positivo.       

21La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Gio Mar 03, 2022 10:38 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao Autore,
nel racconto ci sono alcune cose molto interessanti, ma non credo che siano state gestite molto bene. In generale ho trovato tutto il testo molto raccontato, con un narratore esterno troppo presente e invasivo, con alcune scene troppo descritte e pesanti, in altre quasi onirico e ingenuo. Mi ha fatto storcere il naso soprattutto una certa superficialità nell'approfondire alcune scene: tutto avviene con una facilità disarmante (già alle prime righe sono rimasta un pò perplessa per questo), la storia, la faida tra famiglie, lo scoppio della violenta lite: tutto accade in modo funzionale alla trama ma con un perchè poco convincente. In questo modo è difficile empatizzare con i personaggi e prenderli a ben volere: ho trovato infatti poco emozionante il testo (e i due generi si basano sul provocare emozioni), forse per le molte interferenze comico/ironiche.
Il testo non mi convince del tutto proprio per questa superficialità, per la volontà di raccontare molte scene senza scendere mai in profondità, senza accarezzare la psicologia dei protagonisti, ma presentando dei personaggi che rimangono per tutto il racconto bidimensionali.
La scelta dei tempi verbali è particolare e non sempre esatta: il trapassato, oltre che impegnativo, è anche noioso da scrivere e leggere per un testo così lungo (e infatti, qua e là cambi tempo verbale...).
La scena della rissa finale è stupenda (anche se un filino comica) e mi è piaciuta molto, proprio per il  tono grottesco e di non senso che ha.

22La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Mer Mar 09, 2022 12:55 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Questo racconto è un coacervo di aggettivi.
Ce ne sono una miriade, e tendono un po' ad appesantire la lettura nonché a saturare le descrizioni. Alcuni sono utili, senza dubbio, altri facilmente eliminabili.
Ad esempio: trovo futile specificare che le pietanze della cena sono gustose o succulente o che ne so. Devo ancora trovare l'autore che descrive le pietanze di una cena come mediocri, blande, sciatte o boh.
lol!


Rimango anche io, come altri commentatori, perplesso circa il genere.
E non per via della fantascienza, attenzione. Lo avevo scritto prima dell'apertura dello step e lo ribadisco: fantascienza e horror possono andare a braccetto senza che l'uno snaturi l'altro (Alien!), anzi, a me la fantascienza senza horror neanche mi entusiasma. 
In questo caso, però, la componente horror è tutta relegata al massacro finale, che diventa a questo punto splatter Tarantino-style.
Non c'è nulla, nelle atmosfere che precedono la strage, che susciti tensione, disperazione o comunque un alone di pesantezza che è il minimo sindacale per una storia horror.

Al contrario, le atmosfere create sono molto positive, luminose, tanto da scivolare (credo volutamente) nel parodistico, nel caricaturale, anche se in modo sottile.
Credo nessuno si illuda che eliminare problemi di povertà e approvvigionamento energetico azzeri i conflitti. Per questo non considero il preambolo utopico un problema di logica delle trama, aspetto cui cerco di essere sempre molto attento.
Mi è più difficile invece sorvolare su due aspetti importanti, illogici del racconto.
Il primo è che gli invitati si gettino nella mischia come berserker invece, almeno i più, di tentare la fuga. Questo è funzionale a servire la conclusione desolante ma non è molto realistico.
Il secondo è che dal nulla appaia un algoritmo che faccia agire gli androidi come pacificatori violenti; di nuovo, è una soluzione improbabile che però serve ai fini narrativi.
Volendo è opinabile anche la reazione violentissima del padre di lei alla scoperta del misfatto (ma si è infuriato perché i due si sono appartati o perché hanno schiacciato del prezioso zafferano?) 
lol!

Lo stile che hai scelto è molto desueto, ampio, lento, pieno di termini un po' ampollosi e con un certo compiacimento nell'utilizzo dei vocaboli arabi che, pur aiutando a creare atmosfera, tendono a sembrare sfoggio di cultura.
A me non dispiacciono, beninteso, però l'effetto straniante si sente.

Eros.
Ni. Non serve che dica che l'inserto erotico è cortissimo, ben sotto il minimo, e che le descrizioni così minuziose degli abiti mal si sposano al momento. Ce le avrei viste meglio, ti dirò, se l'intero racconto fosse stato quella scena.
Allora sì, descrivere gli abiti può aumentare la tensione erotica. Secondo me funziona. 
Devo provare.
Avrai mie notizie.
Per il resto, molta poesia ma nessun particolare brivido, almeno per me.

In definitiva, pollice su per l'idea (ma non sarebbe funzionato meglio se, invece della pace nel mondo, tu avessi ipotizzato la pace tra Palestinesi e Israeliani soltanto? Sarebbe stato molto più realistico).
Ma mancano le componenti essenziali dell'horror e dell'erotico.

A Arunachala garba questo messaggio

23La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Dom Mar 13, 2022 4:25 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Rispetto all'altro racconto che ho letto che mischiava i due generi questo ci aggiunge anche la fantascienza, complice il paletto del tempo, e si prende decisamente più sul serio. Non è una parodia, sfiora ogni sfumatura di genere in una storia che ha un trama molto ben articolata ma forse alla fine non ha un colore tutto suo, un'identità precisa.
La scrittura va di pari passo con la decisione di toccare quante più corde possibili ed è ricca, sontuosa, simile al banchetto descritto, in ogni dettaglio, persino nella scelta del tempo verbale. Una cronaca del futuro raccontata al trapassato passato. Tutto sembra essere accaduto prima di qualcosa che non c'è, che non arriva mai, come un antefatto a una storia che non ci racconti. L'effetto è strano, ma non mi dispiace.
La fantasia si appoggia su una cura dei dettagli incredibile. Ecco forse per dare il via alla carneficina finale che permette al racconto di agganciare anche il tassello dell'horror trovo che la reazione dei due soci sia esagerata, o per lo meno avrei previsto uno scontro verbale prima di quello fisico, considerando che più sopra scrivi che i due facevano copia fissa a ogni ballo. Direi che il fatto che diventassero qualcosa di più di semplici ballerini se lo potevano anche immaginare.
Nel complesso è un lavoro apprezzabile, originale. Forse un po' pesante da leggere per via del tempo scelto, dei pochi dialoghi e in generale di uno stile molto carico. Ma la lunghezza è quella giusta e si arriva in fondo senza grandi problemi.
Direi che la mancanza di un identità precisa alla fine è un difetto e un pregio allo stesso tempo. Chi è in cerca di un horror o di un erotico magari può rimanere insoddisfatto perché nessuno dei due generi è predominante, ma con tutto quello che ci hai messo dentro sicuramente gli hai dato un'impronta molto personale, unica nel suo non-genere.


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La festa dello zafferano Senza_10

24La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Lun Mar 14, 2022 12:28 am

SisypheMalheureux

SisypheMalheureux
Padawan
Padawan

Caro autore/autrice, un racconto con luci ed ombre. Diciamo che ho apprezzato molto la trama, meno lo stile. Originale il modo in cui hai interpretato i paletti, anzi mi sento di dire che questo è il racconto più originale di tutto lo step. Ho adorato il finale, cruento, però così surreale che quasi mi strappa un sorriso. Lo so, sorridere di una carneficina non è bello però... Però come poteva mai finire tra una dinastia israeliana e una palestinese? 
Caro autore mi trovi d'accordo con te: certi odi purtroppo, così come la natura bestiale dell'uomo, purtroppo non finiranno mai. Nemmeno nel futuro con tutto il progresso possibile.
Quindi per me trama super approvata, anche se... Non credo che il genere erotico sia stato pienamente centrato, e l'horror non c'è. Insomma io ci vedo più che altro un racconto di fantascienza molto splatter.
Veniamo allo stile. Ecco qui ho un problema. Troppo verboso per i miei gusti. Troppi aggettivi e informazioni non sempre indispensabilli. Ad esempio :"sapevano già che il paffuto Cupido..." Davvero è utile per l'economia del racconto definire Cupido paffuto? O ancora "la nuda solidità dei suoi armoniosi pettorali." Personalmente trovo che si possa esprimere in modo più semplice ed efficace il concetto di "pettorali scolpiti". Per non parlare poi del "sistema d’estrazione d’energia, catturata nei flussi degli sciami quantici delle particelle elementari". Scusa caro autore, ma quando ho letto sta frase ho pensato "come se fosse Antani". E ancora mi chiedo che cosa voglia dire. 
Però, a parte questo, ti ringrazio della  piacevole lettura. Secondo me basta asciugare un po' lo stile per migliorare di molto il racconto.


______________________________________________________
"Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? 
Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto."

25La festa dello zafferano Empty Re: La festa dello zafferano Lun Mar 14, 2022 10:41 am

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

ciao autor@
racconto molto particolare. ricco di descrizioni colorite, anche troppo particolareggiate.
hai grande proprietà di linguaggio e la scrittura è davvero buona.
ho visto più horror che erotismo, con qualche venatura ironica.
le premesse del racconto erano ottime ma purtoppo, come spesso succede in molte situazioni, prevale la coglionaggine umana.
l'unico problema, ameno per me, è che non sono entrata in sintonia con nessuno dei personaggi e, visto l'epilogo, meglio così.
grande simpatia e rispetto per i robocon, silenziosi lavoratori e spettatori dell'autodistruzione umana. purtroppo.

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