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Messaggio Da Different Staff Ven Feb 18, 2022 4:57 pm

Dalla veranda sospesa sul campo di zafferano che si stende attorno a perdita d’occhio, guardo le mie belle contadine e sono felice, profondamente felice. Nel tramonto, che aggiunge oro al violetto delicato dei fiori, le ragazze si raggruppano, ridendo e scherzando tra loro, mentre si accingono a rientrare.
Oggi è il 1° gennaio del 2023, ma qui in Thailandia il capodanno viene dopo e così le ragazze hanno lavorato nei campi, pur se le avevo lasciate libere. Il nostro zafferano è tardivo e comincia ora a fiorire.
Quando passano nel vialetto qui davanti, mi salutano sorridendo e ammiccando e si danno di gomito l’un l’altra, ridacchiando e facendo gesti inequivocabili. Sono un’immagine incantevole.
Più tardi percepisco dei passi leggeri, dietro di me e qualche risatina. Resto fermo, seduto con le gambe incrociate e il busto eretto e mi fingo sereno e imperturbabile, anche se già fremo deliziato al pensiero di quello che seguirà e mi domando curioso quali saranno le ragazze che questa sera mi hanno scelto.
Poi Dyanphen (luna piena) e le due sorelle: Kanda (amata) e Keuta (delizia degli occhi), mi si siedono di fianco, piegando con innata grazia le gambe avvolte nella semplice pezza di cotone che fa da elegante gonna a tubo. Mi sorridono e mi tirano leggermente le maniche del kimono che indosso, cercando di scuotermi dal distacco che ostento. Visto che non mostro reazioni si scambiano sguardi d’intesa e cominciano a sfilarsi le bluse colorate mettendo in mostra le tettine appuntite e dato che ancora resto immobile, con lo sguardo fisso nel mare viola e oro al di là dei vetri, atteggiano il viso a delusione, sospirano e si dicono l’un l’altra: “Ah non siamo in grado di competere con la bellezza dei fiori e del tramonto. È meglio se ci rassegniamo e godiamo anche noi tranquille dell’oro che la sera ci regala. Orsù, mettiamoci composte nella posizione del loto, così come il nostro padrone.”
Ridacchiano mentre sciolgono le gonne, restano nude e si accomodano con misurata compostezza, tenendo le schiene ben dritte e le braccia rilassate sulle ginocchia aperte e le dita giunte ad anello. Socchiudono gli occhi e mormorano gentilmente un mantra che accordano con naturalezza in una specie di La minore, che scivola a volte in settima. Che meraviglia e che dolce eleganza, che grande privilegio poter godere così della loro bellezza e apprezzare la naturale innocenza che le porta a esibire la curva perfetta della nuca che scivola giù nella schiena fino alle dolci natiche che si allargano sotto a mandolino. Poi Dyanphen ruota un po’ su quei suoi adorabili cuscinetti per girarsi verso le sorelle e ammicca verso l’esterno, come a voler indicare qualcosa. Così mostra la gola e il collo sottile e il morbido profilo del viso e anche il solco che scende tra i seni fino a morire nell’ombelico e porta il mio sguardo nell’ombra più sotto. Keuta allora si alza sulle ginocchia e si sporge in avanti a cercare cosa indicava l’amica e così, distrattamente, mette in mostra le sue bellezze più intime, ma vien subito ripresa dalla sorella che le fa segno di ricomporsi.
Io godo del loro splendore, ma aspetto fermo, perché sono sicuro che le tre grazie non sono sole e che dietro c’è Thephì, altezzosa come il suo nome che vuol dire regina e che un po’ mi fa paura.
Per lei non sono un gioco, come per le altre, ma è veramente innamorata di me ed è gelosa e possessiva e a volte diventa violenta.
E infatti reagisce all’esibizione impudica di Keuta, entrando in scena e mandandola a gambe all’aria con una pedata. Zittisce tutt’e tre le ragazze alzando un dito e si volge a muso duro verso di me, che arretro col busto e finisco per cadere supino davanti a lei. Con due mosse svelte del piede mi apre il kimono, fa una smorfia al mio sesso eccitato e poi con determinazione avanza e si piazza a gambe larghe, coi piedi sulle mie braccia a tenerle aperte e bloccate a terra.
Mi inchioda collo sguardo che sembra combattuto fra odio e amore e intanto si toglie la blusa, apre il foulard che le fa da gonna e getta tutto lontano, restando nuda, bellissima, flessuosa, stupenda. Il suo sesso è incoronato, in alto, da un ciuffetto che fa un ricciolino graziosissimo e calamita il mio sguardo.
Maiale, brutto porco, cosa guardi? È tutto lì quello che ti interessa? Sei una bestia, un poveretto!” Poi chiude gli occhi e sospira: “Ma più povera sono io che mi sono innamorata di te e non riesco a starti lontano.”
Si lascia cadere di botto a ginocchia larghe sulle mie braccia, mettendo in primo piano le sue delizie, ma mi fa male e mi arrabbio e protesto. Lei mi zittisce “Che uomo sei che ti lamenti per così poco?” e allarga ancora le gambe fino a farmi lappare le goccioline che imperlano i suoi peli. “Vedi maledetto come mi fai bagnare? Ti desidero da morire, anche se proprio non vorrei.”
Io sono beato, anche perché le due sorelle alle spalle di Thephì, stanno prendendosi amorevole cura del mio pisellone. Lei se ne accorge dal mio sguardo perso, si gira a cacciarle con un gesto, poi apre ancora di più le gambe e si abbassa a schiacciarsi sul mio viso, mentre sospira e mi dice con aria feroce e dolce assieme: “Ma un giorno io ti ucciderò! Lo sai?” Io a fatica libero le mie labbra dalle sue, per sorridere e rispondere: “Sarà bellissimo!” e mi rituffo in quel suo profumo di mare e zafferano.
Più tardi ceneremo con le leccornie che certo avranno preparato e poi andremo a letto tutti assieme nel grande tatami steso lì, nella veranda sotto le stelle e la luce della luna e forse Thephì suonerà il pin a tre corde e canteranno una canzone d’amore.
Il sogno, il grande sogno nascosto in fondo alla psiche di ogni maschio, quel sogno così esagerato che non riusciamo nemmeno a sognarlo compiutamente, di cui ci vergogniamo al punto di non confessarlo nemmeno a un amico, per non parlare di un’amante o una compagna, il sogno di avere un esercito di ragazze infoiate che ti desiderano, ecco, per me era diventato realtà.
Il caso, o meglio una concatenazione di eventi più o meno casuali, mi aveva portato questo folle e smodato stato di appagamento.

Da alcuni anni, come agente di una compagnia no-profit, bazzicavo la zona tra i confini del Laos, della Thailandia e del Myanmar (la vecchia Birmania) per promuovere le tecniche di trasformazione e confezionamento dei prodotti agricoli. La capacità agricola e commerciale tailandese è competitiva e ben organizzata per quanto riguarda produzione ed esportazione, ma la maggior parte dei prodotti alimentari in scatola che si vendono, anche nei negozietti più sperduti, sono di importazione. Ovvero: di frutta ce n’è in abbondanza, ma le marmellate vengono magari dalla Cina e così è per le scatolette, le bibite e i biscotti e tutto quanto sia confezionato in modo adatto alla distribuzione allargata.
Però ero anche sovvenzionato, in via confidenziale, da una nota agenzia governativa, per tenere d’occhio e riferire sugli umori, le dicerie o gli eventuali movimenti di truppe, in questo delicato incrocio di etnie e di politiche. Una specie di spia, insomma, e per questo intrattenevo contatti con diversi capetti locali e altri poco raccomandabili individui dediti a traffici illeciti, che mi tenevano informato su eventuali novità.
Con me lavorava spesso Martin, un bio-agronomo, un ragazzo veramente appassionato del suo lavoro. Eravamo diventati buoni amici e una sera ci prendemmo una meritata vacanza, da risaie, paludi e insetti, al rai Saeng Arun, un cosiddetto 4 stelle in riva al Mekong, nel nord della provincia di Chiang Rai.
Dopo molte birre e diversi bicchierini del rum locale che si chiama Mekong, come il fiume, ma non è certo fatto d’acqua, mi confidò che prima di venire in oriente, era riuscito a produrre i semi di una varietà di zafferano dall’aroma particolarmente intenso e ricco di proprietà salutari che, se si fosse riusciti a metterlo sul mercato, sarebbe andato a ruba e avrebbe reso una montagna di dollari.
Uno dei motivi per cui si era imbarcato con me in quest’impresa nel sud est asiatico, era perché questo suo zafferano miracoloso, al contrario di quello tradizionale, non cresceva bene nei climi temperati, ma aveva bisogno del caldo umido del clima monsonico. Anche la manodopera a buon mercato, che qui si poteva trovare, sarebbe stata ideale. Purtroppo fino a quel momento non aveva ancora trovato il luogo giusto per la coltivazione: servivano colline ventilate, con terreno sciolto e un po’ sabbioso e altre qualità. Mentre le elencava ebbi un lampo di memoria. “Ma io lo conosco un posto così e non è nemmeno lontano da qui. Se vuoi domani ti ci porto.”
Ecco, tutto è cominciato così.
Abbiamo impostato la coltura in questa zona collinare, deserta, ma non troppo lontana dal fiume e dal confine col Laos e i miei contatti coi faccendieri e contrabbandieri del posto mi hanno aiutato a ottenere i permessi e reclutare le ragazze e soprattutto ad avere una specie di cintura di protezione attorno all’azienda.
Intanto le proprietà del nuovo zafferano si erano rivelate al di sopra di ogni aspettativa. Era un vero elisir di giovinezza che ridava ai vecchi salute e vigore, elasticità al corpo e alla mente e soprattutto era un afrodisiaco incredibile. Non favoriva il semplice miglioramento della funzione erettile, ma risvegliava la libido e la fantasia erotica, accendeva il desiderio e la passione in modo esaltante e dolce al contempo: faceva innamorare! Avevamo chiamato la varietà che coltiviamo Crocus Igneus e la spezia ottenuta “Heat Love”, cioè fuoco, passione d’amore!
Per il momento non avevamo voluto farlo registrare, ma grazie alle mie ottime, cattive conoscenze, lo vendevamo in tutto l’oriente a prezzi incredibili, usando il fiorente mercato parallelo che propinava rimedi tradizionali e proibiti, tipo la polvere di corno di rinoceronte. Andava a ruba!
La protezione armata e l’appoggio di alcuni alti funzionari governativi ci costava un patrimonio, ma almeno stavamo tranquilli e indisturbati.

La coltura dello zafferano richiede impegno, cura e delicatezza, dalla concia preventiva dei bulbi, alla messa a dimora, alla continua pulizia, fino alla raccolta dei fiori, l’essicazione e l’estrazione degli stimmi e poi la selezione dei corni e il reimpianto. Le ragazze imparavano presto, erano la soluzione ideale.
Arrivavamo a fare due raccolti l’anno, che le tenevano costantemente impegnate, ma le cose presto si complicarono.
Anche semplicemente vivere in mezzo a quei fiori, toccarli e respirare il loro profumo ci metteva tutti in uno stato di eccitazione e ci predisponeva anche mentalmente e affettivamente ai rapporti amorosi.
Per fortuna, fin dalla fondazione della ditta, proprio per evitare rogne di genere sentimentale, avevamo avuto cura che nell’azienda ci fossero solo donne, a parte noi, che così però diventammo poi naturalmente l’unico obiettivo erotico maschile disponibile. La cosa si prospettava difficilme da gestire.
Facemmo una riunione, spiegammo la situazione, anche se ormai l’avevano capita bene tutte e chiedemmo cosa proponevano di fare.
Alcune ragazze chiesero di far venire il loro fidanzato ad abitare con noi, ma la proposta venne subito bocciata perché costui sarebbe divenuto inevitabilmente un obiettivo per molte delle altre. L’idea di farsi sostituire da donne anziane venne respinta a priori perché nessuna voleva perdere il lavoro e poi, disse una delle più avvedute, l’idea che venissero le loro mamme o nonne e andassero poi in fregola, era francamente disgustosa. Meglio andarci loro, in calore, che erano giovani e potevano in fondo permetterselo visto che le esperienze prematrimoniali non erano poi cosa grave per la morale thai corrente.
Alla fine si convenne che tutti noi facessimo del nostro meglio per comportarci civilmente nel periodo della fioritura che era il più pericoloso e ci si arrangiasse come si poteva, senza troppi esibizionismi.
Tutte assieme poi decisero, con grande saggezza di mantenere assolutamente segreta la cosa, non tanto per proteggere la loro reputazione, ma perché se si fosse sparsa la notizia saremmo stati certo assaliti da orde di maschi allupati e l’azienda sarebbe andata a catafascio. La paga era buona e il lavoro gradevole, in due anni una ragazza si pagava la dote e si sistemava, nessuna di loro voleva perdere quell’occasione. Si impegnarono tutte a fare almeno i due anni e a mantenere il più assoluto riserbo, qualora andassero a visitare le famiglie e anche poi, quando avrebbero lasciato la ditta.
Per parte nostra, per incoraggiarle in questa loro decisione, aumentammo le paghe e demmo la possibilità a chi lo voleva di acquistare quote dell’azienda, che divenne così una specie di cooperativa.
Tutti eravamo felici, a parte il povero Martin che non resse a un’infezione.
Lo abbiamo sepolto qua dietro e gli ho fatto fare un tempietto. Le ragazze più sentimentali gli portano regolarmente bastoncini d’incenso e fiori. Sarebbe contento, penso.

Martin mi manca molto, gli volevo bene e poi da solo è stato veramente difficile mandare avanti la baracca, anzi non ce l’avrei sicuramente fatta se non mi avessero aiutato le più intraprendenti e decise delle mie nuove socie, come Thephì.

1° gennaio 2026 - Seduto nella veranda guardo i campi iridescenti e rifletto.
Da alcuni anni Thephì, la regina, ha preso in mano l’amministrazione. Parla inglese, tutti i dialetti locali e ha un vero talento per gli affari, sa essere dura come l’acciaio e tratta alla pari anche con i miei vecchi amici più filibustieri. Rattana (gioiello), Saovapha (bella tra le belle) e Suhonen (buon profumo) le fanno da segretarie.
Malia, il cui nome vuol dire fiore, ma che è comunque un incantesimo di grazia e soprattutto di intelligenza, ha preso il posto di Martin e dirige tutto il lavoro coi bulbi e i fiori, aiutata da Yu (lussureggiante) e Saengdao (luce delle stelle).
Ha anche messo su un piccolo ma ben attrezzato laboratorio per analizzare le qualità organolettiche del nostro zafferano ed è da poco riuscita addirittura a sequenziarne i nucleotidi del DNA. Non ho idea di come abbia fatto, però di seguito a questo ha creato una specie di antidoto all’invadente stimolazione erotica che questo provoca.
Adesso tutte le ragazze lo assumono nei periodi critici della fioritura e ormai quasi nessuna mi viene più a cercare. Certo, mi sono affezionate e mi salutano con rispetto quando le incrocio nei campi, ma la magia è finita.

1° gennaio 2027 - Mi è rimasta solo Thephì. Ormai siamo una coppia fissa e abbiamo deciso di sposarci. È stata una bellissima festa, con tutte le nostre ragazze e con la famiglia di Thepì al completo, che mi ha adottato come uno dei loro.
Così sono libero da ogni responsabilità. Mi beo nel dolce far niente e nell’abbandonarmi alle voglie della mia bella moglie e di nessun’altra, perché lei è sempre molto gelosa.
Leggo, ascolto musica e passeggio per i campi, alle volte fumo qualche pipa d’oppio per rilassarmi e non esco quasi più dall’azienda.

1° gennaio 2029 - Thephì è sempre più presa dal lavoro e sta diventando insofferente nei miei confronti: ha perso ormai il rispetto e mi considera un buono a nulla. Credo che assuma un po’ della nostra polverina, le rare volte che mi si concede, probabilmente per superare l’indifferenza che ormai prova per me.
Il mio paradiso in terra è diventato un purgatorio. Devo trovare il modo di andarmene, prima che diventi un inferno.
Sto studiando come fare senza che lei mi scopra, perché ne ho paura .
Per valutare meglio il da farsi, placo l’ansia con qualche pipa, ma l’oppio oltre che calmarmi mi intontisce e mi toglie volontà e iniziativa.
Dovrei smettere, ma è difficile, molto molto difficile.

2 febbraio 2030, Capodanno cinese - Sono quasi sicuro che Thephì presto mi ucciderà e credo che non sarà proprio “bellissimo”, come le avevo detto tanto, tanto tempo fa.
Mentre rifletto mi faccio una pipa, tanto è inutile agitarsi. Ho imparato da questi orientali che è meglio lasciar scorrere le cose secondo il loro ritmo naturale, restando distaccati. Prima o poi troverò una soluzione o un’occasione per fuggire, forse.
Seduto nella veranda, aspetto, con calma lo svolgersi del mio karma.
Scende la sera e ed è subito buio perché oggi c’è la seconda luna nuova dopo il solstizio. Le stelle sono particolarmente brillanti e i campi di zafferano in piena fioritura risplendono dolcemente di rosso violetto e ci regalano un’atmosfera magica.
Nella tenue luminescenza che si soffonde attorno, vedo arrivare la prima segretaria di Thephì, la bella tra le belle Saovapha che mi è sempre piaciuta, ma non mi si è mai concessa, forse per paura della sua irascibile padrona. Con cura mi prepara e serve il tè, in un sorridente silenzio. Nel profumo che sale dalla tazza individuo, un po’ stupito, l’aroma del nostro zafferano afrodisiaco e intanto lei si spoglia lentamente e mi si inginocchia davanti, in una paziente attesa carica di ogni promessa.
Capisco che l’ha mandate Thephì. Non è vero dunque che mi detesta, mi ama ancora! Certo, ha deciso che deve uccidermi, ma vuol farmi morire felice.
L’ho sentita sussurrare qualcosa prima che la ragazza entrasse e adesso intravedo la sua figura dietro l’uscio. Il lampo, di un temporale lontano, mostra e congela il sorriso di Saovapha e l’atmosfera violetta che ci avvolge. È così bello che mi scendono due lacrime di felicità.
Col lampo ho visto nitida anche la figura di mia moglie, in agguato dietro la porta e anche il laccio di seta che tiene in mano.
Sospiro, bevo un sorso di tè e mi rilasso. Non voglio assolutamente perdermi quest’ultimo regalo, quest’ultimo momento di bellezza e piacere e poi conosco bene Thephì e so che è una brava ragazza, precisa e onesta. Posso stare tranquillo.
Non mi farà soffrire, mi farà un bel funerale e poi mi metterà nel tempietto, assieme a Martin e verrà tutti i giorni ad accendere un bastoncino d’incenso, per me.
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Messaggio Da Molli Redigano Sab Feb 19, 2022 11:22 pm

Scrittura sostanzialmente corretta, qualche segnalazione "minore" che a mio avviso ne renderebbe più scorrevole la lettura:




"Più tardi percepisco dei passi leggeri, dietro di me e qualche risatina."


"Più tardi percepisco dei passi leggeri e, dietro di me, qualche risatina."





"anche se già fremo deliziato al pensiero di quello che seguirà"

"anche se già fremo, deliziato al pensiero di quello che seguirà"





"Visto che non mostro reazioni si scambiano sguardi d’intesa e cominciano a sfilarsi le bluse colorate mettendo in mostra le tettine appuntite e dato che ancora resto immobile, con lo sguardo fisso nel mare viola e oro al di là dei vetri, atteggiano il viso a delusione, sospirano e si dicono l’un l’altra"


"Visto che non mostro reazioni, si scambiano sguardi d’intesa e cominciano a sfilarsi le bluse colorate mettendo in mostra le tettine appuntite. Io resto ancora immobile, con lo sguardo fisso nel mare viola e oro al di là dei vetri, mentre loro atteggiano il viso a delusione, sospirano e si dicono l’un l’altra"





"tenendo le schiene ben dritte e le braccia rilassate sulle ginocchia aperte e le dita giunte ad anello."


"tenendo le schiene ben dritte, le braccia rilassate sulle ginocchia aperte e le dita giunte ad anello."



oppure


"tenendo le schiene ben dritte e le braccia rilassate sulle ginocchia aperte, le dita giunte ad anello."






"che grande privilegio poter godere così della loro bellezza"


"che grande privilegio poter godere in questo modo della loro bellezza"




"Che meraviglia e che dolce eleganza, che grande privilegio poter godere così della loro bellezza e apprezzare la naturale innocenza che le porta a esibire la curva perfetta della nuca che scivola giù nella schiena fino alle dolci natiche che si allargano sotto a mandolino."


Ci sono 6 "che":


"Che meraviglia, quale dolce eleganza, che grande privilegio poter godere così della loro bellezza e apprezzare la loro naturale innocenza. Esibiscono una curva perfetta della nuca, la quale, scivola giù sulla schiena fino alle dolci natiche che si allargano a mandolino."





"a mandolino"


Mi spiace, ma il culo a mandolino è solo made in Italy!





"Mi inchioda collo sguardo che sembra"


Arcaico...e poi avrei eliso (m'inchioda)




"Tailandese"


"Thailandese"





"sono di importazione."


Idem come sopra




"Per fortuna, fin dalla fondazione della ditta, proprio per evitare rogne di genere sentimentale, avevamo avuto cura che nell’azienda ci fossero solo donne, a parte noi, che così però diventammo poi naturalmente l’unico obiettivo erotico maschile disponibile. La cosa si prospettava difficilme da gestire."


"Fin dalla fondazione della ditta, proprio per evitare rogne di carattere sentimentale, avevamo avuto cura che i dipendenti fossero solo donne. Naturalmente, questo ci esponeva, diventando così l’unico obiettivo erotico maschile disponibile. La cosa si prospettava difficile (refuso) da gestire."





"Tutte assieme poi decisero, con grande saggezza di mantenere assolutamente segreta la cosa,"


Tutte assieme poi decisero, con grande saggezza, di mantenere assolutamente segreta la cosa,"





"se si fosse sparsa la notizia saremmo stati certo assaliti"



"se si fosse sparsa la notizia saremmo stati  di certo assaliti"




"Le ragazze più sentimentali gli portano regolarmente bastoncini d’incenso e fiori. Sarebbe contento, penso."


Su questo periodo ci sto riflettendo...




"Seduto nella veranda, aspetto, con calma lo svolgersi del mio karma."


"Seduto nella veranda, aspetto, con calma, lo svolgersi del mio karma."





"Capisco che l’ha mandate Thephì."


 Se Saovapha è sola, allora è "l'ha mandata".




Un buon racconto erotico, anche se non troppo "spinto". Più che altro pudico, ecco come lo definirei. Molto raccontato, pochi i dialoghi e personaggi un poco in ombra, nel senso che non s'impadroniscono completamente della scena, che mi pare più concentrata sulle attività dell'azienda. Ho capito subito che Thephì è un vero osso duro, ma tra le righe non riesco a percepirla come vera protagonista. Al centro di questo racconto sembra esserci il prodotto, questo zafferano miracoloso dalle proprietà afrodisiache. Ecco cos'è che nell'insieme mi lascia perplesso. 


Non chiedetemi perché, ma questo testo mi ha ricordato "l'uomo del monte ha detto sì", una pubblicità vintage...ero un bambino...

Va bin dai, comunque un buon inizio. 

Grazie Autore!

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As comensa a meuire quand as nass.
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Messaggio Da Petunia Dom Feb 20, 2022 9:45 pm

Ciao autor@ .
Ho apprezzato il ritmo e la scrittura sostanzialmente corretta. I paletti sono tutti presenti anche oltre le richieste del contest. A livello di struttura avrei evitato tutti quei salti verso il futuro nella parte finale.
C’è uno sbilanciamento tra parte narrata e dialoghi. Tutto ciò che viene “raccontato” perde molta della sua capacità di coinvolgere il lettore, la cosa buona è il ritmo che rimane sempre sostenuto e alla fine consente di portare a casa la lettura senza essere troppo pesante. La stessa parte erotica, proprio perché ricca di descrizioni e aggettivi non mi ha lasciato nulla all’immaginazione. E immaginare, in certi casi, funziona di più.
Comunque un lavoro apprezzabile.
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Messaggio Da tommybe Lun Feb 21, 2022 10:34 am

Racconto molto realistico, meno che nel finale e non capisco perché lo hai scelto, quel finale.
Un paio di colleghi per anni hanno passato le loro vacanze in Thailandia e vissuto le stesse avventure. Raccontavano quasi niente come se si vergognassero della loro felicità. Io mi sgolavo nell'elogiare la bellezza del Salento, delle nostre spiagge, ma quando arrivava l'ora di partire la loro meta era sempre quella: la Thailandia.
Perché racconto questo? Perché le atmosfere che hai creato sembrano un film, che nonostante la loro ritrosia nel raccontare, io ho già visto. Ora possiamo stare le ore a discutere di turismo sessuale, di schiavitù sessuale. Quello che tu hai così ben raccontato. Accade.


Ultima modifica di tommybe il Lun Feb 28, 2022 4:32 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da giuseppe.bignozzi Lun Feb 21, 2022 12:08 pm

Il racconto si apre bene. Ci sono: lo zafferano, la veranda e l’erotismo. Lo scenario è ampio, articolato ed esotico. Il testo manca qua e là di scorrevolezza, ma basterà poco a rimediare.
Il problema viene dopo, perché il seguito appare ridotto, quasi schematico, come “tirato via” alla buona.
Il vero nocciolo del racconto, ovvero il progressivo degrado del protagonista, che da sultano incontrastato e desiderato si trasforma in ometto mal sopportato, è lasciato quasi in secondo piano.
 Certo l’autore è partito in quarta, senza valutare prima come articolare la struttura e quando si è accorto che non aveva spazio sufficiente, ha condensato tutto in poche righe. Peccato.
Il racconto meriterebbe di essere riscritto, o adeguando gli spazi delle varie parti, o facendone un racconto lungo o magari un romanzo, ma mettendo ben in risalto il declino del protagonista.
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Messaggio Da FedericoChiesa Lun Feb 21, 2022 4:48 pm

Scusami, ma il racconto non mi ha convinto molto.
L’inizio è contrassegnato da stereotipi: sulle ragazz(ine) orientali servizievoli verso uomini maturi convinti prestino i loro servizi con piacere, su contrabbandieri e faccendieri, sull’oppio.
È vero che ciò succede nella realtà, ma presentati in questo modo mi hanno dato fastidio.
Ci sono troppi personaggi. Capisco abbia voluto associare il significato al nome, ma alla fine non vengono caratterizzati, e si confondono nella lettura. A proposito, sono nomi veri?
Grazie comunque.
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Messaggio Da Susanna Lun Feb 21, 2022 5:49 pm

Titolo: Perché non scegliere un titolo più accattivante? Con tutti i nomi particolari che hai trovato per le ragazze, semplicemente Zafferano...
 
Paletti: veranda, contadino, epoca, luogo: ci sono. ---- Genere: ci siamo.
 
Niente da eccepire per la scrittura: sicura, piena, senza sbavature o, visto il genere, esagerazioni che possono far storcere il naso. Solo alcune note a piè di commento. Anche qui la scelta di scrivere in prima persona, uno stile che presenta molte insidie ma che la Penna è riuscita a tenere bene per tutto il racconto, che ha un buon ritmo.
 
Anche la storia sottostante è buona: una sorta di signorotto locale, arricchitosi non troppo limpidamente, che finisce prigioniero del suo stesso “regno”, dove all’economia della coltivazione dello zafferano si affianca una sorta di paradiso sessuale, con tante (troppe) donne a disposizione di pochi uomini (chi troppo e chi niente!); signorotto liquidato senza tanti complimenti quando tende ad essere un peso, ma almeno per mano di una bella ragazza.
La storia delle tante ragazze, tutte assetate di sesso, con la possibile invasione di orde di maschi arrapati: va bene che siamo in un racconto erotico e seminiamo sesso nei bei campi di zafferano a favore di padroni/contadini gaudenti, ma ritengo che per apprezzare un racconto come questo ci debba essere un minimo di credibilità. Che poi la Thailandia sia quasi sinonimo di turismo sessuale, qui coniugato per il "regno" del protagonisa, che poi sia colpa dello zafferano e che serva anche un antidoto...
 
Terminata la prima lettura mi sono chiesta cosa avessi letto. Un buon inizio, la scena erotica gestita bene poi arriva quella bordata di informazioni sull’economia della Thailandia, l’avvio dell’azienda con i suoi retroscena, le tante informazioni sullo zafferano; e poi si riprende la storia del protagonista.
In un romanzo o un racconto molto più lungo, la parte centrale non starebbe male all’inizio, con uno o due capitoli dedicati, un prologo per giustificare la ricchezza, il luogo, il tipo di vita che si svolge in azienda. In tal modo la storia sottostante, senza interruzioni, avrebbe avuto molto più rilievo e i personaggi sarebbero emersi con più spessore.
Anche qui avresti potuto optare per questa impostazione, alleggerendo al contempo il blocco informativo – che ho trovato troppo enciclopedico, a tratti pareva quasi un compito – in modo da guadagnare spazio per sviluppare meglio la parte finale, inserendo magari tra quei marcatori temporali qualche informazione spicciola.
Alla seconda lettura ho saltato a piè pari il blocco centrale e tutto è stato più fluido, seppure con lo squilibrio tra il tanto raccontato nella prima parte e quanto liquidato non frettolosamente ma quasi nell’ultima parte, con quei marcatori temporali a giustificare il paletto “tempo”.
Faccio un’ipotesi: hai speso molto spazio per tutte quelle informazioni economico/botaniche e hai dovuto poi risparmiare per l’ultima parte?
 
Le mie note
Faccio mie le segnalazioni di @Molli Redigano , per non ripetere.
Ci sono alcune frasi troppo lunghe: il pensiero delle ragazze sedute accanto al protagonista, la descrizione delle stesse. Meglio suddividere, si rischia di perdere l’attenzione del lettore dentro a troppe immagini una di seguito l’altra.
Ti faccio alcune osservazioni, passaggi che a mio parere stonano con l’eleganza della scrittura spesa, proprio perché non in sintonia col resto. L’inserimento di queste locuzioni pare un tentativo di essere più crudo, più sgruso, quasi che ci dovesse essere per forza qualcosa di meno fine.  
le tettine appuntite---- tettine proprio no,  magari i piccoli seni
volge a muso duro ---  meglio con espressione dura
cura del mio pisellone --- del mio sesso
evitare rogne di genere sentimentale ---  problemi magari, è meno “rustico” ma rende lo stesso
andassero poi in fregola - andarci loro, in calore --- stiamo parlando di persone non di animali

difficilme
 
Una domanda: Ma se l’antidoto contrasta l’eccitazione erotica, perché la moglie lo assume? Dovrebbe evitarlo e vuole consumare, o mi sono persa qualcosa?
 
Attenzione: i semi di zafferano non esistono ai fini riproduttivi. Gli stigmi sono la spezia, le cui caratteristiche derivano anche da incroci operati nei secoli. Essendo la pianta sterile, i fiori non riescono a riprodursi attraverso i semi, ma occorre l’intervento umano che opera sui gruppi di cormi, organi simili a bulbi, che vanno scavati, divisi e ripiantati, come hai poi spiegato.

______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Messaggio Da Antonio Borghesi Mar Feb 22, 2022 7:49 pm

Non mi è sembrato molto horror. La storia scorre ma di certo non mi ha fatto partecipare. Con tutte quelle thai a disposizione non hai nemmeno avuto dei grandi momenti erotici. Peccato perchè ci sarebbe potuto stare un ottimo racconto. Niente da dire su come scrivi. Va tutto  come un treno fino alla fine. Peccato.
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Messaggio Da SuperGric Mer Feb 23, 2022 11:29 pm

Racconto interessante. Si vede che l’autor@ conosce bene il sud est asiatico. Anche i nomi immagino siano veri.
Il lato erotico c’è ma è un po’ interruptus. Lascia intravedere delle possibilità ma che poi non sbocciano in erotismo coinvolgente. Peccato perché le premesse c’erano. Le belle ragazze e l’atmosfera sensuale della Tailandia potevano portare a un’esplosione erotica più ardita.
Non ho molto ben compreso le radici dell’odio-amore di Thephì. Fin dall’inizio gli dice che lo avrebbe ucciso, quando ancora non era il fallito dedito all’oppio che sarebbe stato alla fine. Questo sentimento ambivalente forse poteva essere meglio indagato.
Anche alla fine il lasciarsi andare al sacrificio e alla morte: perché?
Ho notato alcuni termini poco adatti al contesto: si passa da “orsù” detto alle ragazze al “pisellone”. Dalla descrizione tecnica del confezionamento della frutta in Tailandia ai campi iridescenti. Insomma qualche altalena nel tono.
In definitiva un’opera interessante che si lascia leggere bene.
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Messaggio Da Mac Gio Feb 24, 2022 9:38 am

Parti bene con il racconto, anche se nella scena erotica usi parole un po’ troppo scontate (lappare, culo a mandolino, per fare un esempio).
Poi partono gli “spiegoni”: l’economia thailandese, la storia della sua vita, i significati dei tanti (troppi) nomi, nozioni sulla coltura dello zafferano. 
Lasci la storia in secondo piano per dare tutte queste informazioni che appesantiscono 8nutilmente il racconto.
La parte erotica esiste all’inizio poi, il nulla. 
L’idea iniziale era buona, ma devi snellire alcune parti e entrare di più nei personaggi che rimangono molto in disparte.
La scrittura è scorrevole.
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Messaggio Da Arunachala Ven Feb 25, 2022 7:06 pm

a essere sincero devo dire che non mi è piaciuto molto.
la storia parte bene, con buone descrizioni e una scena erotica ben presentata, efficace.
poi si cambia ritmo e si comincia a spiegare economia locale e altre cose che con la storia in sé hanno davvero poco a che fare.
altro appunto che faccio è sulla parte finale. avrei evitato di suddividere in date, diventa una sorta di diario.
la storia non è male, anche se troppo raccontata, ma non è presentata nel modo migliore.
secondo me, ovviamente.
ci sono dei refusi ma nulla di grave.

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Messaggio Da Byron.RN Sab Feb 26, 2022 11:39 am

Come ti hanno già detto tutti, questo è un racconto double face.
L'inizio è molto buono, anzi, ti dirò che a mio avviso la tua storia in principio è la più erotica fra quelle che ho letto. Le atmosfere sono perfette, con la complicità tra il protagonista e le ragazze, la gelosia morbosa di Thephì, insomma tutto è messo al posto giusto.
Poi però la storia si perde, diventa troppo raccontata, troppo tecnica anche, con l'erotismo che praticamente scompare, affossato dal miglioramento delle tecniche di produzione e dalle fumate d'oppio del protagonista.
Altra cosa che ti faccio notare è l'uso di alcuni termini che stonano all'interno del registro linguistico che hai tenuto, un registro pulito ed equilibrato.
Solo a titolo di esempio ti cito quelli che più risaltano all'occhio del lettore: pisellone, ragazze infoiate, allupati, andare in fregola, catafascio, più filibustieri. Sono termini che nella musicalità di base del racconto stonano.
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Messaggio Da Nellone Lun Feb 28, 2022 2:43 pm

Leggendolo ho avuto come l’impressione di qualcosa fatto al contrario. La parte più intensa è sicuramente la prima, la spiegazione centrale non mi pare nella posizione migliore e il finale, per quanto possa essere interessante, mi è parso incompleto. Mi spiego meglio: ho apprezzato il fatto che non ci siano esclusivamente scene di sesso (come in molti altri) ma che siano inseriti in un contesto. In genere le emozioni dovrebbero essere in crescendo; pertanto non condivido la scelta dell’autore: avrei al contrario fatto l’introduzione, poi la scena di accoppiamento “intermedia” e infine la scena della morte, andando magari a calcare un po’ più la mano. La parte centrale, peraltro, mi pare un po’ troppo didascalica, cioè fredda e distaccata. La scrittura è formalmente corretta (a parte qualche piccolo refuso), solo con qualche “!” di troppo; anche qui, però, le scelte lessicali e la struttura delle frasi mi paiono un po’ troppo monotone. L’idea dell’ambientazione e dello svolgimento non sono affatto male, ma nel complesso il tutto poteva essere svolto con più incisività.

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Messaggio Da Danilo Nucci Mar Mar 01, 2022 11:19 pm

In poche righe iniziali ti sei tolto frettolosamente il pensiero della veranda, del campo di zafferano e della collocazione temporale. Il contadino, con un po’ di buona volontà possiamo dire che c’è, addirittura anche nel ruolo molto evanescente di spia. Anche il genere erotico nella prima parte c’è indubbiamente, ma poi si perde nel prosieguo. Non credo che tu abbia voluto inserire anche un tocco di horror nella morte preannunciata del protagonista narrante, perché in tal caso la componente horror appare veramente troppo soft.
Un altro appunto riguarda l’equilibrio del racconto, come ti è già stato fatto notare. Forse la parte erotica poteva essere spalmata più diffusamente nel brano, intervallata da flash di narrazione delle vicende pregresse.
Nonostante queste osservazioni ho letto molto volentieri il tuo pezzo e ho trovato la tua un’ottima scrittura. Con una maggiore puntualizzazione dei vincoli previsti dalla prova, il mio giudizio complessivo avrebbe potuto essere ancora più positivo.  
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Messaggio Da Arianna 2016 Mer Mar 02, 2022 12:47 am

Il racconto parte con una identità erotica precisa e definita, poi però perde di definizione, diventa una narrazione diaristica che ha sì una sua logica e una sua funzione per spiegare quanto accade, ma si mantiene su uno stile forse eccessivamente esplicativo. Anche le parentesi con le traduzioni dei nomi delle ragazze accentuano quest’impressione.
Carina l’idea dello zafferano come droga afrodisiaca.
Simpatica la battuta, alla fine, sulla brava moglie.
La forma è nel complesso corretta, c’è qualche virgola da sistemare.
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Messaggio Da ImaGiraffe Ven Mar 04, 2022 10:47 am

La trama di questo racconto è bellissima, forse tra le più belle dello step, peccato sia più adatta a un libro piuttosto che ha un racconto. I vari salti nel tempo sembrano le sinossi dei capitoli di un libro molto più lungo. Ripeto non c'è nulla di brutto nella tua trama, ci sono punti molto interessanti ma così sono troppo "raccontanti". Se ti venisse voglia di trarne un libro ti dico che lo leggerei molto volentieri. 
La prima parte è molto erotica, al tensione sale e tutte la scena è veramente gestita magistralmente. Mi pregustavo già un racconto veramente forte da quel punto di vista ma tutto l'eros si smonta con una sola parola. 
Credimi tutto quello che hai costruito, per me, si è disfatto dopo la parola "pisellone" 
Quella parola ha rovinato l'atmosfera e tutto è andato in frantumi. 
È vero anche che poi il racconto cambia piega e diventa un racconto sintetico ma tutto parte dall'uso di quella parola. 
In conclusione, una trama molto interessante che se fossi in te approfondirei ma purtroppo per quanto riguarda lo step non mi ha convinto del tutto.
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Messaggio Da M. Mark o'Knee Ven Mar 04, 2022 4:26 pm

Il racconto parte con una verve erotica quasi perfetta ("tettine" e "pisellone" a parte), con azioni e interazioni descritte con gusto, senza calcare troppo la mano. Ma qualcosa della tensione erotica si comincia subito a perdere per strada, diluita dalla traduzione dei nomi delle ragazze e della compagna, via via stemperata in aggettivi e connotazioni non sempre necessarie e poi completamente tramortita dalle varie spiegazioni di carattere storico/economico/tecnico che affollano più della metà del testo. 
Spegazioni che prendono spazio anche a discapito di un approfondimento dei due personaggi principali (il narratore e la moglie). Non risulta molto chiaro infatti come i due, partendo da innamorati inseparabili e insaziabili, arrivino alla situazione di estremo distanziamento che troviamo alla fine; come faccia lui a diventare sempre più apatico e oppiomane e lei sempre più "insofferente" nei suoi confronti e "presa dal lavoro" tanto da volersi addirittura sbarazzare del marito (ma magari sono io che mi sono perso qualcosa...).
Lo stesso modo di scrivere rispecchia la scarsa uniformità del racconto, con una parte iniziale quasi al rallentatore nella sua poeticità, una parte centrale anche troppo didascalica e una parte finale che mette il turbo.
Una buona idea, sviluppata al di sotto delle potenzialità.

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Messaggio Da paluca66 Ven Mar 04, 2022 8:16 pm

Il racconto era iniziato decisamente bene e anche la lunga descrizione del rapporto tra il protagonista e le ragazze mi aveva tenuto avvinto, curioso di scoprire dove saresti andat* a parare.
Purtroppo, però, nel prosieguo non sei riuscit* a mantenere lo stesso ritmo e lo stesso interesse; la lunga parte centrale mi sembra non abbia aggiunto nulla di particolarmente interessante e quella finale con il succedersi di date è troppo dispersiva.
l'idea del decadimento del protagonista, vittima delle mollezze della vita agiata, a mio parere, è molto buona e coerente con l'inizio ma non è stata gestita allo stesso modo, sembra quasi che il racconto sia stato scritto da due persone diverse.
Bene la scrittura nel complesso, non aggiungo altro al solito splendido lavoro di Molli, ottimamente inseriti e integrati i paletti.

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Messaggio Da mirella Mar Mar 08, 2022 8:17 am

Trovo poco convincente la struttura del racconto in quanto tale; si fosse trattato di un romanzo sarebbe stata ottima, ma un racconto deve avere un centro e ruotare attorno a pochi fatti. Qui si esagera. Secondo me, si raccontano diverse storie; ci si sofferma su troppi dettagli.
La parte migliore è quella iniziale, ben riuscita in termini di atmosfera e di erotismo, poi si passa ad altro.
“Il caso, o meglio una concatenazione di eventi più o meno casuali, mi aveva portato questo folle e smodato stato di appagamento.
Da alcuni anni, come agente di una compagnia no-profit, bazzicavo la zona tra i confini del
Laos, della Thailandia…”
A partire da questo punto, il racconto prende una piega diversa.
È la storia di quell’agente che diventa imprenditore rurale; è la storia dell’azienda e della produzione di un tipo di zafferano dalle particolari qualità, una merce preziosa in grado di consentire guadagni favolosi. L’azienda entra in crisi con la morte di Martin, amico e socio del protagonista, ma questi trova il modo di superare l’impasse, associando alla conduzione dell’impresa alcune lavoranti, sposandone una, Thephi, che rimette in sesto l’azienda e da socia diventa padrona assoluta. Lui lascia fare, beandosi nel dolce far niente. Il rapporto di coppia diviene esclusivo a causa della gelosia di Thephi, ma alla fine poco appagante anche per lei. Di erotismo non si parla più.
Non è che un racconto erotico debba prodursi in una sequela di scene erotiche, ché sarebbe stucchevole e monotono e certo una storia deve pur raccontarla, ma senza lasciare l’eros sullo sfondo.
Invece, come in un diario, l’uomo racconta il suo progressivo degrado, senza però approfondire le ragioni della sua trasformazione da gaudente felice in oppiomane inetto.
Sembra quasi che la sua sensualità decresca quando il rapporto con la moglie diventa esclusivo e vengono meno le sollecitazioni erotiche dello stuolo di fanciulle. Forse questo era un punto su cui soffermarsi La gelosia di Thephi ha un effetto castrante sull’attività erotica della coppia?
I presupposti per sviluppare il racconto in questa direzione c’erano tutti, ma si è scelto di proseguire per sentieri già battuti, lasciando da parte gli aspetti morbosi impliciti nella relazione tra i due coniugi.
Thephi giunge a inventare in laboratorio un antidoto contro l’eccitazione indotta dall’Heat Love, per rendere inoffensive le ragazze, che infatti smettono le loro avances nei confronti del marito. Col risultato che le prestazioni sessuali dell’uomo finiscono col non appagarla, infatti Thephi gli si concede di rado e solo dopo l’assunzione della polvere di zafferano.
Finché lei, vipera gentile, lo fa stordire e poi lo uccide, pur senza farlo soffrire e magari proponendosi di portare un bastoncino d’incenso sulla tomba.
Arrivando a commentare tra gli ultimi, mi sono soffermata su struttura e articolazione della trama, i consigli su scrittura e registro linguistico sono già stati dati.

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Messaggio Da Fante Scelto Lun Mar 14, 2022 3:50 pm

Questo racconto sembra davvero un collage di tre parti diverse.
La prima è erotica, la seconda è un trattato sulla Thailandia, e la terza un diario stringatissimo degli ultimi anni di vita del protagonista. 
Spiazzante.

Per fare ordine, posso cominciare con la trama, che trovo molto buona, un'idea interessante e particolare: rendere afrodisiaco lo zafferano è una trovata cui vorrei aver pensato io, accidenti.
Anche lo sviluppo narrativo non è male, al netto della velocità estrema del finale e la dilatazione della prima parte. 
Il nostro protagonista passa dalle stelle alle stalle, e anche questo mi sembra un punto a favore nella costruzione della trama.
Non mi convince solo il finale: non riesco a capire perché Thephì voglia ucciderlo. Okay l'essere un fannullone oppiaceo, ma non le stava mettendo i bastoni tra le ruote, anzi, lei aveva già in mano tutta l'azienda.
A meno che non c'entri qualche codice d'onore orientale che ignoro.

Lo stile narrativo mi è piaciuto solo a tratti; sì, è scorrevole, ma non sempre riesce a evocare le immagini necessarie. Qualche volta i termini scelti appaiono più caricaturali, o comici, come quelli già citati da altri commentatori.

Parlando dell'eros, la scena aveva del buon potenziale, però secondo me è resa in maniera troppo stereotipata. Le manca quel qualcosa per essere davvero coinvolgente.
Oltretutto non ho capito perché il protagonista rimane a fissare lo zafferano mentre le tre lo corteggiano, visto che oltretutto è "intossicato" dall'effluvio dei fiori.
Forse un test di resistenza molto zen?

In definitiva, il racconto è stato una lettura gradevole, e anche interessante dal punto di vista dell'imparare qualcosa.
Non mi hanno convinto la troppa didascalicità di certi (tanti) passaggi e l'effetto collage del testo.
L'idea era eccellente, ma l'avrei sviluppata in maniera completamente diversa.

Che poi, quando mai la fantasia dell'orda di femmine assatanate è per ogni uomo inconfessabile?
Io lo dico senza problemi. Datemene un'orda!

Spoiler:
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Messaggio Da M. Mark o'Knee Lun Mar 14, 2022 4:11 pm

ImaGiraffe ha scritto:La trama di questo racconto è bellissima, forse tra le più belle dello step, peccato sia più adatta a un libro piuttosto che ha un racconto. I vari salti nel tempo sembrano le sinossi dei capitoli di un libro molto più lungo. Ripeto non c'è nulla di brutto nella tua trama, ci sono punti molto interessanti ma così sono troppo "raccontanti". Se ti venisse voglia di trarne un libro ti dico che lo leggerei molto volentieri. 
La prima parte è molto erotica, al tensione sale e tutte la scena è veramente gestita magistralmente. Mi pregustavo già un racconto veramente forte da quel punto di vista ma tutto l'eros si smonta con una sola parola. 
Credimi tutto quello che hai costruito, per me, si è disfatto dopo la parola "pisellone" 
Quella parola ha rovinato l'atmosfera e tutto è andato in frantumi. 
È vero anche che poi il racconto cambia piega e diventa un racconto sintetico ma tutto parte dall'uso di quella parola. 
In conclusione, una trama molto interessante che se fossi in te approfondirei ma purtroppo per quanto riguarda lo step non mi ha convinto del tutto.
Mi è parso di capire che alcuni (molti?) dei nostri Admin sono insegnanti. Spero allora che, almeno gli insegnanti di lettere, abbiano sorvolato su questo commento. Non posso certo sapere come sia successo, se sia semplicemente stata una svista o una mancata rilettura di quanto hai scritto, ma un errore come quello che compare nella prima riga è da matita blu alle elementari, figuriamoci da grandicelli...
"peccato sia più adatta a un libro piuttosto che ha un racconto".
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Messaggio Da SisypheMalheureux Lun Mar 14, 2022 11:35 pm

Un racconto scritto bene ma poco coeso. Ho apprezzato tantissimo la prima parte, che mi ha ricordato moltissimo io capolavoro "Lanterne Rosse". Come in ogni "harem" che si rispetti, ci si aspetterebbe una grande rivalità tra donne per avere i favori del protagonista. Invece,purtroppo, i ruoli si ribaltano e a quel punto non è più un racconto erotico ma qualcosa che non so ben descrivere e che non mi ha convinto. Peccato perché il racconto era partito bene, con un erotismo molto apprezzabile ed vidente ma allo stesso tempo delicato, direi "psicologico". Poi si è perso.
Che poi, caro autore, io tutto sto movente per uccidere il protagonista mica l'ho capito del tutto, visto che di fatto avevano già in mano tutto le donne.

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Messaggio Da CharAznable Mar Mar 15, 2022 12:31 am

Cara Autrice, Caro Autore.
Ho come la sensazione che tu abbia voluto toglierti il peso della scena erotica a inizio racconto per poi partire con la storia vera e propria. Un apostrofo rosa, messo lì in principio.  Via il dente, via il dolore.
Poi scorre via, come le memorie di un pascià che ha perso pezzo dopo pezzo il suo harem e che riflette sulla morte che sta per sopraggiungere per mano della propria moglie. La trama è interessante. Ma è condita di troppi spiegoni e salti temporali tanto da risultare ingessata.
Migliorabile.
Ti faccio comunque i miei complimenti.
Grazie.
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Messaggio Da Resdei Gio Mar 17, 2022 5:54 pm

ciao autor@
per me questo racconto è partito molto bene, ma poi si è perso.
la parte iniziale, quella erotica, il sogno di ogni maschietto di tutte le età, è scritta bene, acchiappa, è credibile. 
poi, secondo me, hai voluto spiegare troppo e questo ha penalizzato l'atmosfera che avevi creato.
anche la parte conclusiva, il paradiso che diventa inferno, non è così horror, potevi osare molto di più, 
ne sono sicura, ma per qualche ragione non hai voluto. peccato!
anche il titolo non colpisce, non rimane, scivola. 
a rileggerti
adesso vado a farmi un risotto!
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Messaggio Da Asbottino Ven Mar 18, 2022 5:50 pm

Mi sembra che la cosa più evidente sia la mancanza di coesione tra le varie parti. Non solo per via dei salti temporali, ma proprio perché ogni singola sezione sembra affrontare la storia con un approccio diverso, un piglio diverso.
Inizia concentrato sulla parte erotica, con una scena molto seducente, con qualche caduta di stile, ma sicuramente intrigante. "Il sogno di avere un esercito di ragazze infoiate che ti desiderano". Ed è quello che è, non c'è un altro modo per dirlo. Questa frase riassume tutto quanto c'è in quella prima parte. Perché in effetti la narrazione ha un che di sognante, di onirico, quasi sfumato ai lati. Ma parole come "infoiato" o "tettine" o "pisellone" spezzano un po' il ritmo del sogno, devo dire. Lo riportano a terra. Non è detto che sia sbagliato. Questione di scelte, come ho detto in altri commenti. E non credo siano parole scelte a caso. Quindi non entro nel merito.
Poi il racconto cambia registro. Inizia a costruire le fondamenta della scena precedente, a lavorare sulla trama, per dare giustamente un contesto. La figura della spia, la varietà di zafferano, la gestione dei raccolti, la storia di Martin finito nel tempietto. Così come la scena erotica era sfumata e onirica, qui invece il tono è più serio, la narrazione precisa, dettagliata. C'è una conoscenza dietro, nozioni di lingua, cultura, geografia. Forse la parte sulla gestione dei raccolti, il contratto che lega le ragazze è eccessivamente dettagliata. Non aggiunge molto all'economia del racconto, più che altro.
Poi il la storia procede verso il finale a salti, flash che passano da un anno all'altro, con uno stile quasi da diario. Quest'ultima parte è forse la meno riuscita.
In generale in un racconto breve tutta questa frammentazione non so quanto sia una buona idea. Per definizione dovrebbe concentrarsi su un momento nello spazio e nel tempo. Di solito è un accorgimento che lo rende più efficace.
I paletti ci sono. Saldi, funzionali alla storia. La parte erotica è un po' sbilanciata sulla prima metà, ma comunque il racconto mi sembra permeato di una certa eccitazione dall'inizio alla fine.
Lo trovo un discreto lavoro, ma cercherei di provare a focalizzarlo su un momento nel tempo e a lavorare con i ricordi e allo stesso tempo a mischiare seduzione e sostanza.

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