L’aldilà
L’avevo conosciuta al parco: lei con il suo buffo cagnolino e io con l ‘ultimo dei miei nipoti. Avevamo subito simpatizzato come capita spesso tra anziani. Stesse paure, stesse angosce, stessi problemi. Parlavamo molto delle marachelle dei nostri nipoti e delle difficoltà a farci capire dai figli ma poi, immancabilmente, il discorso scivolava sulla morte. Lei era cattolica, io no. Io non attendevo alcun al di là anche se mi piaceva scherzare con angeli e demoni e fantasmi. Lei si preparava serenamente alla morte. Diceva che avrebbe incontrato tutti i suoi cari che se ne erano andati. Sinceramente, convinta convinta, non mi pareva. Per quello, non ero neppure io convinta convinta che sarei finita in un pugno di cenere. Perché è facile da giovani non pensarci. Anzi, i giovani sfidano la morte quasi con allegria. Ma poi ci pensi quando il traguardo non è più lontano e ti rendi conto di cosa significhi “non esserci più”. Sì va bene, lasci qualcosa di tuo, il testamento, anche quello spirituale, ciò che hai scritto, le fotografie di quando eri giovane e bella (quelle più recenti le hai buttate). Qualche fiore secco, colto “quel giorno là”. Si dice che ti ricorderanno ed è già qualcosa ma, certo, non potrai controllare e, poi, si sa che i ricordi sbiadiscono con il tempo come le fotografie. Magari restano i “detti”: la nonna diceva sempre…O qualche ricetta che avevi inventato. Può darsi che ti sogneranno. In qualche modo ci sarai per loro… Si ma tu? E’ così inconcepibile pensare: non ci sono più. Ecco perché hanno inventato le religioni con i loro Paradisi, solo per i buoni si intende e gli altri? Boh!
Ma non voglio parlare di me e dei miei pensieri: la protagonista è lei, quella donna dall‘aspetto semplice, modesto. Me la vedo ancora davanti, anche ora che non c’è più! Aveva qualche cosa di particolare negli occhi, una specie di luce. Parlava a voce bassa, lentamente. Aveva una stretta di mano prolungata, affettuosa. Non aveva mai cercato di convincermi, di strapparmi al mio tetro ateismo e io le ero grata per questo.
Un giorno ho incontrato sua figlia che mi ha detto che lei era stata ricoverata d’urgenza per un guaio cardiaco e che desiderava vedermi. Le aveva parlato di me in termini lusinghieri. Il giorno dopo ero là in ospedale e mi veniva scioccamente da piangere nel vederla di un pallore mortale, appoggiata ai cuscini, con il respiro breve. Le ho posato un bacio sulla fronte. Era strano: le volevo bene.
Sono andata a trovarla tutti i giorni. C’era in lei qualcosa di insolito, quasi magico, come se fosse già da un’altra parte. Mi ha detto: “cara amica mia, non devi avere paura.”
Ma come? Stava delirando? Io avere paura? Ma se è lei che moriva? “Incredibile donna” pensavo e le volevo sempre più bene.
E’ morta una sera di Luglio e io ero là con i suoi cari che piangevano.
Quella notte l’ho sognata. Mi ha detto:” cara, non aver paura, vedi sono qui, vicina a te e ti voglio bene”.
Lo so che è stato solo un sogno, io sono un’ateaccia, ci vuol ben altro per farmi cambiare idea! Ma da quella notte, stranamente, io non ho più la stessa angoscia. Mi addormento pensando a lei. E’ come se la sentissi vicina- Ecco che cosa rimane: un legame d’affetto sincero e profondo. Che sia il legame d’amore quell’ Aldilà che io continuo a negare? Beh convinta, convinta non sono.
Ultima modifica di Petunia il Mar Mag 03, 2022 10:22 am - modificato 1 volta.