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1Vento d'estate Empty Vento d'estate Dom Lug 03, 2022 10:51 am

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Admin
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Sei entrata nella mia vita come fa il vento d’estate in queste terre accaldate: con forza e freschezza, gonfiando le tende e agitando le frasche.
È la stessa sensazione, sulla pelle, sul volto, quando apro la finestra del salone e il Buster solca lo spirito, scuotendo la veste, foggiandoti i capelli.
Sei entrata nella mia vita nel modo in cui fanno certe sfide, e una sfida è stata la nostra storia. Una sfida continua.
Siamo andati lontano, Enri, siamo andati oltre, questa volta.
È diventata una cosa più grande di noi.


*


Spingo il Wrangler sulla sabbia rossa della strada; il sole di traverso, la dannata polvere, l’ancor più dannata guida a destra. Mai abituato.
Ci sono troppi mezzi fermi sullo spiazzo, troppi SUV impolverati, e i tendaggi e il viavai.
Siamo andati oltre.
La Serpe non vale tutto questo.
Fermo il fuoristrada in mezzo a parecchi altri, ma è come se tutti aspettassero solo me; smonto tra sguardi attenti, con la maglietta già sudata, il cappello calcato a caso, i Ray-Ban segnati.
E poi il caldo, il frinire della savana, e tutti questi occhi addosso, la grande, immensa roccia rossa stagliata contro l’orizzonte che sembra guardarci a sua volta, tutti quanti, senza alcun interesse.
Io e te, ovunque tu sia in mezzo a questa gente che non conosco e neanche vorrei avere intorno.
Mai puntuale,” la voce è gioviale e lo sguardo rubicondo, s’avvicina con la mano già tesa, “come a lezione, mai puntuale.”
Sorrido quel poco che la vita, nel nulla assolato dell’Uluru-Kata, permette. Di Noah Lang ricordo i sermoni più accorati sull’Etica Antropologica, a Ginevra, i modi cortesi e la bassa statura. Vestito di candido e khaki, col cappello a tesa corta, gli occhiali tondi e i capelli imbiancati, sembra sputato fuori da quegli anni senza averne passato alcuno: la sua stretta è energica nonostante il sorriso affabile.
Ha voluto lei, sul serio?” chiedo già sapendo la risposta.
Lang apre le mani come a dire che non ha avuto scelta, ma con lo sguardo di chi non aspettava altro nella vita. “Supervisionerò la vostra contesa, e voi v’impegnerete a condurla nel rispetto delle regole.”
Acconsento sapendo di mentire.
Un vecchio docente e la calca di testimoni, le auto, la savana, il caldo, e Uluru sullo sfondo, e questa terra in cui siamo venuti a vivere per un tuo dannato capriccio.
Tu. In piedi accanto al Wrangler bianco, che li abbiamo comprati uguali ma di colore opposto, la camicia di lino bordeaux, i calzoncini chiari, gli stivali corti. E poi la treccia scura che porti sulla spalla, e le braccia conserte, lo sguardo cupo.
Sei ancora tutto quello che ho voluto lasciar entrare nella mia vita, come il vento dalla finestra del salone, nonostante il logorio di questi mesi, il tempo andato inseguendo una nuova, enorme chimera.
I nostri occhi sono allacciati alla maniera del filo spinato: stretti a forza, per ganci e piegature.
Vorrei dirtelo e mi trattengo, come per tutto il viaggio da Melbourne.
Animo!” Lang non sta più nella pelle, raduna gli astanti, attacca un sermone ispirato in ottimo inglese. La posta in gioco della sfida, le condizioni, le regole.
Se all’ombra di Uluru ci saranno davvero i resti della Serpe Arcobaleno avrai vinto tu. Se non ci sarà nulla, la gloria è mia.
Un applauso e i versi d’entusiasmo: anche qui, dall’altra parte del mondo, amano gli spargimenti di sangue. Il mio, il tuo. Il sangue.
Non riesco a smettere di guardarti.


Il sole scalda, la terra di più. I lavoranti scavano e picchettano dove li hai disposti, lungo l’arco che è la proiezione dell’Ayers-Rock, calcolato seguendo le obsolete stime di Krafft, cento dannati anni fa.
Enri.”
M’accosto sapendo che svicolerai, e così giri sui tacchi, lasciando il tuo posto accanto al tendone, cercando la copertura dei dispenser d’acqua.
Enri, devo parlarti.”
Alzi gli occhi dietro le lenti scure, quel modo nervoso che hai d’aggrapparti alle cose, i capelli, la cintura. “Non abbiamo niente da dirci.”
Io sì, invece.” Levo i Ray-Ban perché tu veda che non è più solo una questione d’orgoglio. “Siamo andati oltre, Enri. Troppo oltre. Questa cosa è più grande di te, di noi.”
Vattene. Non possiamo parlare, è nelle regole della sfida.”
Me ne frego della sfida. Apri gli occhi: non c’è niente là fuori, nulla, nessuna Serpe primordiale. Ti farai coprire di ridicolo.”
Mi stai annoiando.”
“Stai usando i calcoli di un esploratore d’un secolo fa per cercare una leggenda Aborigena, Enri, Cristo: come puoi pensare che sia reale?!”

Sorridi, appena, quel modo distaccato che di te non ho mai amato. “Ho abbandonato i calcoli di Krafft da parecchio. Ho trovato una fonte più attendibile.”
Freddo nella calura. “Che significa?”
Abbassi le lenti e stavolta anche gli occhi ti sorridono in quel modo che non amo. “Che troverò la Serpe, che riscriverò un pezzo di Storia.”
Scuoto il capo, amaro. “Fermati finché puoi. Ti demoliranno questa volta: stai sbagliando tutto.”
Non è quello che vuoi?”
Tono di sfida, acre; per noi è sempre stato questo: una sfida.
No.”
Uno schiarire di voce e Lang compare nel vano del tendone, bianco come i suoi capelli, l’espressione vaga di chi non capita per caso. “Sarebbe proibito,” commenta sornione, “per voi due parlarvi. Ne va della credibilità della contesa.”
Si stava solo esibendo,” scandisci pungente, “in provocazioni da stadio. Grazie dell’intervento, professore.”
Lasci l’alveo sicuro dell’ombra per la savana, occhiali in viso, un nuovo giro di controllo a tutti i siti di scavo. Io attendo il biasimo di Lang, lui si limita a scuotere il capo, senza più un sorriso a decorarlo. “Non fossi il giudice,” commenta, “direi a entrambi di lasciar perdere questa follia.”
Sa perché non lo farà, professore?”
Alza di spalle che in fondo non è importante.
Per causa mia, non lo dico.
Perché siamo noi stessi una sfida.
Non dico neppure questo.


*


Il buio è calato. Falò e fari perimetrali sono il segno della nostra presenza in una landa altrimenti vuota.
Uluru osserva, ammantato di tenebra e confuso con la notte.
Seduto su una seggiola pieghevole, la testa sulla fiancata del Wrangler: sono e non sono qui, sulle retine il fuoco, più dietro la villa di Melbourne, casa. La nostra casa.
Il salotto che un tempo era spoglio e negli anni abbiamo riempito coi sogni più vividi e antichi, quelli scavati fuori dalla roccia, la terra, in cento parti del mondo. L’ossessione che abbiamo reso professione, insieme.
Compari e scompari di continuo nel mio personale oblio, ora in piedi accanto alla finestra ora insieme, seduti sul divano, le tue gambe raccolte, la sottoveste scura, i giochi di luce soffusa sulla pelle. Le maschere Xibalba sulla parete sorridono dei nostri silenzi, e così noi.
Enri, occhi allacciati nel modo dei fili di seta: senza sforzo né tensione, Devo chiederti una cosa.
Una mano sulla spalla cancella i ricordi, Melbourne e ogni cosa: un sussulto riporta qui i fuochi, le luci, la savana e Uluru sullo sfondo.
Ah, se c’è di mezzo il personale,” Lang poggia una sedia accanto alla mia, siede con i primi segni della vecchiaia mal celati da un verso di fastidio. Sorride come sorridono gli anziani. “In che modo siete arrivati a tutto questo?”
La saliva ha un gusto amaro.
È lunga da spiegare, professore.”
Guarda intorno come vedesse il nulla per la prima volta. “Ha impegni per la serata, figliolo?”
Mi sfugge un riso ancor più amaro.
È iniziato come un gioco: sfidarsi a trovare l’anomalia, il raro, il fuori dal comune. Un reperto, una meraviglia dimenticata, un luogo, qualsiasi cosa. La competizione. Quando questo non è più bastato siamo passati alle leggende. Siamo venuti a vivere in Australia per questo. E ogni sfida ci ha avvelenato di più, il desiderio di vincere a ogni costo.”
Fino al punto di voler trovare la Serpe Arcobaleno?”
Fino al punto.”
Non possiamo essere andati così oltre, Enri. Non siamo più noi.
Lang sospira con le labbra piegate in basso. “Facevo la dottoressa una persona più razionale.”
Io lo avrei detto di me stesso.”
Sorride appena. “Forse dovreste smettere di cercare il vostro equilibrio nei detriti del mondo che fu e guardare di più in quelli che portate sepolti dentro. Dentro di voi, dico.”
Sento freddo e non è la notte. “È un gioco al massacro, e può finire solo in un modo.”
Io credo che questo,” accenna e le sue mani sembrano disegnare le spire del Serpente, “possa essere un buon modo per scrivere la parola fine.”
Alla carriera di Enri, certo. A noi, certo.” Ricordo le sue parole, oggi. “Ha menzionato una nuova fonte, più attendibile di Krafft. Ha idea di cosa si riferisca?”
Non dovrei dirglielo, da giudice di gara.”
“Lo faccia da ex docente, allora.”

Lang sospira ancora, controlla intorno, ritorna con meno luce in volto. “Ha ricevuto una soffiata, un paio di mesi fa: qualcuno le ha inviato studi geologici di quest’area incrociati con il rapporto Sulner, che vuole Uluru come tana primordiale della Serpe. Dove cercherebbe lei i resti di un essere mitologico se non all’ombra della sua dimora?”
Brivido.

Chi le ha mandato quei documenti?”
Questo non lo so. E le sconsiglio di chiederlo alla dottoressa: sarebbe un’infrazione alle regole della sfida sulla quale non chiuderò un occhio.”
Sorriderei se non sapessi di cosa stiamo parlando.
Qualcuno la sta aiutando. L’ha messa su una pista che non può essere reale. Qualcuno che vuole rovinarle la reputazione, o forse no.
Enri, come quella sera, in salone, noi due, seduti accanto, Devo chiederti una cosa.
Mi alzo dalla seggiola seguendo l’impulso di andarla a cercare, Lang frena con un gesto della mano. “Non può farlo, figliolo. Ne va della sfida.”
Risiedo e Uluru osserva, colosso nel buio.
I fuochi e la notte, noi due insieme, stesi sul grande divano.


*


Il giorno scorre, sotto il sole e i refoli d’aria calda.
Alterno il mio tempo tra la seggiola, il furgone dei freschi e le passeggiate lontano dagli scavi; la grande roccia rossa, per quanto m’avvicini, rimane lontana e insondabile.
La noia e l’attesa scandiscono ore infinite.
A volte siedo dove sento essere il mio posto: nella sabbia, tra scinchi e scorpioni, e vorrei restare lì senza più attendere nulla.
A volte torno al nostro salotto, e non ho idea se verrà un tempo in cui saremo lì ancora, entrambi, sotto lo sguardo delle maschere Xibalba.
È il vuoto feroce che cerco di riempire aprendo una finestra sul vento d’estate, che ci ricordi chi eravamo.


*

Se mai fosse esistito un serpente colossale che plasma le terre strisciando, in effetti questo luogo sarebbe la sua casa perfetta.”
Lang, seduto, poetizza. Io, steso sul cofano del Wrangler, una coperta di stelle sulla testa, conto i fili che la vita ha intrecciato per me e li trovo troppo lontani. Tu sei lontana.
Un malessere che sembra lo stesso di questo posto: solo, nel nulla, vuoto.
Seduti di fronte, sulle poltrone in vimini, casa, senza una sola parola da dirci.
Insieme eppure altrove.
Altrove.
Non c’è alcun serpente,” lo dico in un soffio, “solo conti da regolare. Cercherebbe anche Dio pur di vincere. Di vedermi perdere.”
Dovete trovare un punto d’incontro, figliolo.”
Temo sia tardi.”
Non è mai tardi.”
Chiudo gli occhi e sogno il Buster tra i capelli, incorniciato nella finestra della sala, un dì d’estate.


*

Il sole arrossa la pelle e i calanchi di Uluru.
Ti guardo di lontano, come troppe volte da quando abbiamo smesso di essere noi.
Ho ancora una cosa da chiederti, Enri. Ce l’ho lì da troppo tempo.
Vago e ritorno tra vicoli di sonnolenza che il caldo rende più densi: rimpiango l’hotel e l’aria condizionata.
Sembra un miraggio quando uno dei manovali si sbraccia e grida, e poi un secondo.
Conosco i falsi allarmi come si conoscono i propri ritmi del sonno.
Gli altri che accorrono, e scavano intorno, l’entusiasmo cresce così il volume delle urla, e il caldo non c’è più, il sole non brucia, Uluru non incombe, distante e pacifico.
Sarà il caso d’andare a vedere?”
Lang si terge il sudore con un fazzoletto, scruta a occhi strizzati nella calura, s’aggiusta il cappello.
Lasci perdere. Non ne vale la pena.”
Aspetto e calo la tesa per non vedere, non sentire, restare ancora nel mondo incolore che ho scelto come rifugio: uno nel quale siamo ancora noi.
Altri lavoratori iniziano ad agitarsi, qua e là, ma non ti darò la soddisfazione di sembrare interessato.
Scavano, puliscono e la terra risuona di richiami.
Gridano la Serpe! e sento un certo freddo.
Lang si sforza di vedere e capire, invano. “Beh, sembra che qualcosa stia succedendo.”
Non mi alzerò da qui, neanche ora che mi guardi con tutta la sfida del mondo, distanti come siamo, divisi dal sole, la sabbia, l’azzurro del cielo.
Distanti.
Un vecchio professore vestito di bianco s’avvia nella luce, lo accompagnano a vedere, controllare, qua e là lungo la linea degli scavi. Quando mi fa cenno di raggiungerlo capisco che siamo al punto di non ritorno.
M’alzo e marcio nella sabbia col passo dei morti che camminano, una non-vita ancora ferma a giorni passati, svaniti, vincolati al dogma di te. Cammino e il caldo, questa terra, mi chiamano: l’ombra s’allunga nel mezzodì.
Comincio a vederle, le ossa, le vertebre, che si snodano tra un blocco e l’altro della roccia; grandi, lunghe, distese, affiorano qua e là per decine di metri, sparse, spaccate, pure lì, davanti a noi, davanti al sole, il cielo, e Uluru beffardo.
La Serpe Arcobaleno ha scelto questo posto per morire e farsi ritrovare, da te, eoni dopo.
È,” persino Lang ha l’entusiasmo dei bambini, “immenso…”
Sorridi nel tuo modo spietato. Sorridi con le mani aperte come a dire che hai sempre avuto ragione, sul mito, la leggenda, la vita, il mondo. Noi.
Mesi di studi e giorni di scavi, nel sole, per guardarmi in silenzio di fronte alla sconfitta: solo per questo.
Non ci starà mai, questo mostro, in salotto.
Se solo potessi vedere la tua faccia,” parli in un sibilo fiero.
Annuisco, in silenzio, l’enorme abominio dormiente poco diverso dal male che ho dentro.
C’è una cosa che devo chiederti, Enri.
E il giubilo, i cappelli lanciati in aria, le birre in lattina portate di fretta. Uluru che attende la nostra resa dei conti.
Sei stata brava,” lo dico in un soffio perché la montagna non senta.
Per te sono stata sempre questo,” e hai nella voce tutto l’odio di questa terra bruciata, “qualcuno cui dire brava.”
Ti sbagli, Enri, non sai quanto.
Brava davvero: lasciare i deliri di Krafft per Sulner e uno studio geologico d’avanguardia su un’area fuori dai bacini di ricerca archeologica. Ottima intuizione.”
Mi guardi con l’astio che monta e qualcosa di più. “Tu cosa ne sai?”
Cerca all’ombra di Uluru: non serve neanche scavare a fondo.”
Tu,” la voce ti muore e un pezzo di me con essa, “cosa ne sai?!”
M’avvio nella piana infuocata, il cappello calato sugli occhi e più d’un baleno dentro.
Direi che abbiamo il verdetto della gara,” Lang sorride, gioviale e accaldato: stende una mano e il trionfo è tuo.


C’è stato un tempo in cui amavo il tuo irrompere nella mia vita come fa il vento fresco d’estate in questa terra rovente.
Siedo sul sedile del Wrangler con la tua mano a bloccare la portiera. Lo sguardo che hai è ferito, e più attonito ancora di quando hai visto la Serpe primordiale.
Sei,” mormori con voce rotta, “sei stato tu.”
Fisso il volante, il parabrezza impolverato, e Uluru sullo sfondo.
Sei stato tu a mandarmi quegli studi, e il rapporto Sulner…”
Ti guardo come si guardano le cose belle e lontane. “Basta sfide, Enri. Hanno cambiato chi eravamo, avvelenato quanto di buono c’era.”
Non puoi capire. Non hai mai capito.”
Volevo che questa follia finisse. E volevo che vincessi tu.”
Ti aspetti un grazie?”
Hai lo sguardo della sfida, quello che ormai fa parte di te.
Non mi aspetto nulla. Ma aspetto te, a Melbourne. A casa.”
Scuoti il capo, i begli occhi frementi, la treccia sulla spalla. “Non finisce qui.”
Non finisce mai, se non sei anche tu a volerlo.”
Indichi gli scavi e la mano ti trema. “Ho una scoperta epocale da mostrare al mondo. Tornaci tu a Melbourne.”
E quello che farò.”
Chiudo la portiera che stavolta non trattieni.
Non capisci. Non hai mai capito.”
Neanche tu, Enri.” Metto in moto e il Wrangler romba sordo. “A proposito, controlla bene la sezione intermedia della carcassa. Non vorrei che la tua Serpe…” Ti chiamano sbracciandosi da uno dei siti, c’è qualcosa che devi vedere. Qualcosa di grosso e inaspettato.
Vorrei sorridere ma non ci riesco.
“…avesse femori di quattro metri.”
Guardi me e i lavoranti con l’orrore negli occhi.
Uluru scruta entrambi mentre distruggiamo quel che resta di noi.
Faccio inversione e guido via, nella polvere rossa, senza fretta, come certi giorni che scorrono privi d’enfasi, nel caldo, d’estate, le ore.


*

Il Buster è tornato.
Fresco, intenso, abbatte la calura e spazza la costa, l’entroterra. Rigenera questo angolo lontano di mondo.
Hai vinto la sfida, Enri, e avuto la tua scoperta d’eccezione. Il più grosso dei trofei.
Sempre più studiosi sostengono che l’Australia è un giacimento di fossili, e che ci sono alcuni dei sauropodi più grandi che il mondo abbia mai visto: aspettano solo d’essere portati alla luce.
Hai sempre odiato i dinosauri.
Questo salotto parla di noi e di tutti i viaggi che abbiamo fatto assieme. Tutti i trofei che abbiamo conquistato, scavato fuori dalle viscere del mondo. Le maschere Xibalba, le poltrone in vimini, e questo divano.
Ogni cosa siamo noi, o lo eravamo.
Il Buster è tornato: gonfia le tende e scuote le frasche, così mi alzo, vado alla finestra.
La apro lasciando che il vento decori i miei capelli, agiti la camicia, accarezzi quel che resta del mio spirito esausto.
Ho sempre quella domanda da farti, Enri, sempre la stessa.
Ne è valsa la pena?


Sorrido a occhi chiusi in questo salotto che abbiamo costruito insieme.
Ma tu non sei con me.

2Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Mer Lug 06, 2022 2:03 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ora mi spiego perché un racconto così bello non lo abbia ancora commentato nessuno.
Troppe informazioni da decifrare...Buster, Serpe Arcobaleno e tutta la leggenda che ci gira intorno. Wrangler.
Appoggiarsi a commenti precedenti rende la vita del commentatore più semplice, ma questa volta è andata così e mi ritrovo tra le dita una storia non semplice, ma certamente affascinante.
Complimenti, autore.
P.s Wrangler non sono i jeans che indosso per sentirmi ancora giovane, è una jeep.

3Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Mer Lug 06, 2022 3:33 pm

Mac

Mac
Padawan
Padawan

Caro autor* il racconto é scritto sicuramente da una mano sapiente. Non ci sono errori o refusi (o almeno io non ne ho trovati) a parte le virgolette che risultano diverse in molti punti (magari é solo questione di formattazione) come ad esempio: Ti aspetti un grazie?”
La storia é originale e ben costruita, anche se non mi é chiaro perché serva l'arbitro, ma l'archeologia é un mondo che non mi appartiene.
Direi un buon lavoro, anche se l'ho trovato un po' troppo ricercato nello stile, in alcuni tratti quasi forzato. 
Usi un sacco di immagini che la rendono leziosa a discapito dell'astio che dovrebbe far apparire. 
Ovviamente, e qui me ne scuso, è un parere mio personale. Preferisco altri tipi di lettura, pur riconoscendo la tua bravura.
Mi sono appuntata alcune espressioni che non mi sono chiare, sperando in una tua spiegazione a giochi aperti:


"il frinire della savana": questo modo di dire mi ha lasciato perplessa, ho anche provato a fare qualche piccola ricerca, ma a me risulta che la savana sia più a nord rispetto Uluru. E poi il frinire?
"Vestito di candido e khaki!: intendi bianco e khaki, o intendi candido khaki?

"la sua stretta è energica nonostante il sorriso affabile". Perché nonostante? Una persona può essere energica e affabile allo stesso tempo, credo.



Grazie e a rileggerci



Ultima modifica di Mac il Gio Lug 07, 2022 4:42 pm - modificato 1 volta.

4Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Mer Lug 06, 2022 4:13 pm

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Una bella storia che mi lascia un senso di “rabbia” non so perché. Provo ad analizzare.
Niente da dire sulla qualità della scrittura che, può piacere o meno per l’opulenza, ma è indubbiamente di ottimo livello.
A livello di storia, mi sono più immedesimata con la parte femminile che con la parte maschile nonostante sia la voce narrante e che tutto sia ben filtrato dal suo punto di vista. Caro protagonista, Hai voluto vincere per forza. Che senso ha questa sfida? 
Ho letteralmente odiato (e bada che non è un male) questo punto:
Sei,” mormori con voce rotta, “sei stato tu.”
Fisso il volante, il parabrezza impolverato, e Uluru sullo sfondo.
“Sei stato tu a mandarmi quegli studi, e il rapporto Sulner…”
Ti guardo come si guardano le cose belle e lontane. “Basta sfide, Enri. Hanno cambiato chi eravamo, avvelenato quanto di buono c’era.”
Come diavolo esce fuori questa informazione? Da cosa lei capisce che è stato lui a fornirle i nuovi studi? E poi perché lo ha fatto? Sì, bla bla bla l’amore, la delusione il voler farla finita con un’attività che li ha portati ad allontanarsi. Troppo cervellotico per me, sono più semplice. Ma è un mio sentire… 
Ci sono immagini ben riuscite e tante altre un po’ troppo cariche. 


amano gli spargimenti di sangue. Il mio, il tuo. Il sangue.


C’è molta enfasi. Il tutto finisce per risultare eccessivo e a tratti ridondante. Questo “caricare” molto le frasi e le descrizioni appesantisce la lettura, al e o per il mio gusto.  Trovo una ricerca della bella frase e di belle frasi ce ne sono molte ma, nonostante l’apprezzabile bellezza, manca la parte emotiva che continua a restare impressa nel foglio  come descrizione ma non come sentimento che buca la pagina. Non so se riesco a spiegarmi bene.
Il lavoro è pregevole, il salotto è super centrato. Per quanto mi riguarda, la gestione della stanza (core del contest) è veramente azzeccata e mi è piaciuto molto come emerge dal racconto. 


Alza di spalle che in fondo non è importante.
(alzata di spalle)

A ImaGiraffe garba questo messaggio

5Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Mer Lug 06, 2022 4:49 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

C'è davvero così tanta animosità tra i ricercatori di reperti archeologici soprattutto se si tratta di una coppia? Questa è stata la domanda che mi son posto e con la quale ho poi seguito il racconto. E' la stessa che mi ha fatto propendere per un giudizio negativo. Non ho nemmeno amato quelle frase brevi, spezzate con delle ripetizioni. Mi è sembrato un esercizio di stile piuttosto che un racconto alla portata di tutti. Perchè questo dovrebbero essere i racconti: semplici, scorrevoli, di buona grammatica, senza troppe nozioni magari sconosciute ai più ma soprattutto con un'idea che attiri l'attenzione del lettore e che sia la vera trama.

6Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Ven Lug 08, 2022 9:27 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto ricco e ampolloso difficilissimo da commentare.
La trama mi è piaciuta parecchio, l'idea è originale e questo è già un traguardo importante. 
la scrittura è buona forse anche troppo. Ci sono troppe immagini, troppe metafore ma soprattutto troppe incursioni del narratore nella storia. Tutte queste cose messe insieme rendono la narrazione poco fluida e appesantiscono il racconto. È uno di qui casi in cui mi è sembrato di leggere per ore.
Se non ci fosse stata una mano esperta dietro le parole il risultato sarebbe stato ancor più pesante.
Per quanto riguarda la storia sono in difficoltà perché vorrei avere delucidazioni su molti punti ma soprattutto parlare delle motivazioni che ti hanno portato a fare determinate scelte. È uno di quei racconti di cui parlerei per ore ma tramite il commento non riesco. Questo è senz'altro un ottima cosa perché è stuzzicante e stimolante avere spunti di riflessione.
Grazie.

7Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Ven Lug 08, 2022 1:50 pm

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Racconto molto ricco, interessante, con una lettura non semplice ma piacevole. Un estremo tentaivo di salvataggio, mettendo da parte il proprio orgoglio (ma fino a un certo punto) in una sfida infinita che sembra ormai essere l'unico filo che li tiene uniti ma anche la fiamma che li divora inesorabilmente. Il racconto è lungo, ma l'attenzione non cala. I paletti ben delineati. La scrittura eccellente.
Un ottimo lavoro che porterò fino alla selezione per la cinquina.
Complimenti
Grazie


______________________________________________________

I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

8Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Ven Lug 08, 2022 6:13 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un altro bel racconto.
Un'altra leggenda, un'altra ossessione ai piedi di Uluro, un altro mito aborigeno che, alla fine dei giochi, resta tale. Ma questa volta la sfida è fra due personaggi, un uomo e una donna che un tempo si amavano e per i quali la sfida stessa ha preso il posto del sentimento. E l'antico monolite rosso, questa volta, potrebbe fare da arbitro fra i contendenti (forse anche meglio del vecchio professore).
La narrazione in prima persona ci dà ovviamente un punto di vista univoco e non imparziale dei fatti, ma non potrebbe essere altrimenti, visto che anche la sfida è falsata da un'imbeccata offerta dal narratore stesso alla sfidante ("Sorriderei se non sapessi di cosa stiamo parlando"). E il racconto, nel suo scorrere per strappi in avanti, ritorni, descrizioni e introspezioni, rispecchia dubbi e (forse) rimorsi dell'uomo in quello che lui stesso definisce "un gioco al massacro"; un massacro che ha come vittime eccellenti i loro sentimenti ormai sfilacciati.
Pochissime le imperfezioni. Da rilevare solo una frase ("Alza di spalle che in fondo non è importante") che penso dovesse suonare come "Alza le spalle, perché in fondo non è importante".
In definitiva, una storia amara ma godibilissima che merita complimenti e punti.
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

9Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Lun Lug 11, 2022 7:57 am

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

racconto piuttosto complesso pur se di gradevole lettura.
molto scorrevole, scritto bene, contiene forse troppe nozioni per una storia così breve.
vi sono alcuni punti che non mi risultano chiari.
per esempio il motivo per cui sono arrivati a una sfida simile. certo, se ne parla, ma molto a distanza. cosa può aver provocato una escalation simile, tale da distruggere un rapporto di coppia?
e il tentativo di salvare tutto mandando informazioni per far vincere lei.
sì, è comprensibile che si cerchi di sistemare le cose, ma è anche chiaro che ormai è tardi e il finale lo conferma.
in conclusione, bella storia, diversa dal solito, che avrebbe potuto lasciare il segno in maniera più marcata.
rimane comunque un bel lavoro


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L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Vento d'estate Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

10Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Mer Lug 13, 2022 12:10 pm

The Raven

The Raven
Admin
Admin

Un racconto davvero pregno il tuo, autore.
Sei partito da una leggenda del Dreamtime e ci hai cucito sopra una storia davvero interessante.
Il rapporto tra amore, professione e competitività portato al suo estremo. L’amore che diventa rabbia e astio. La credenza e lo scetticismo. Ci hai messo dentro tanti elementi che non fanno altro che arricchiere questo interessantissimo spaccato culturale.
Non è stata una lettura semplice, nonostante la perfezione con cui è stata scritta: credo sia proprio lo stile carico che la appesantisce un po’.
Però davvero ne vale la pena. Ho trovato la lettura soddisfacente, nel senso che sono proprio soddisfatto.


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IN GRAN SILENZIO OGNI PARTIGIANO GUARDAVA QUEL BASTONE SU IN COLLINA.


REACH OUT AND TOUCH FAITH!                                                                                               Sembrano di sognante demoni gli occhi, e i rai
                                                                                         del lume ognor disegnano l’ombra sul pavimento,
né l’alma da quell’ombra lunga sul pavimento
sarà libera mai!
Quel vizio che ti ucciderà
non sarà fumare o bere,
ma è qualcosa che ti porti dentro,
cioè vivere.

11Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Mer Lug 13, 2022 1:18 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

La trama è davvero stuzzicante, questo volere indagare la competitività lavorativa in una coppia è intrigante come non mai. Idea e spunto davvero ottimi.
Il problema per quanto mi riguarda è lo stile, una scrittura moderna che non riesco proprio ad apprezzare.
È probabile che sia antico io, anzi, forse è certo più che probabile, ma tutti quei rimandi, le frasi ricorrenti, il film che passa nella testa del protagonista e si sovrappone alla storia in presa diretta, proprio non riesco a farmeli piacere, il tutto mi appare troppo frammentario.
Scusami, ma io sono una persona semplice e certe sperimentazioni con me non sfondano.

12Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Gio Lug 14, 2022 11:03 am

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Questo racconto, scritto benissimo, da mano esperta, è un inno all’incomunicabilità e mette bene in luce le dinamiche che portano inevitabilmente alla fine di un rapporto. Un errore reciproco dietro l’altro, chissà quanto inconsapevole. Lui era sembrato quello più disponibile alla ricostruzione, ma poi, inspiegabilmente, non resiste alla tentazione di far capire a lei di essere proprio lui l’artefice del suo successo nella sfida. E questo, sinceramente, mi ha lasciato interdetto. Sarebbe bastato che avesse taciuto sull’argomento, accettato la sconfitta e forse la vicenda avrebbe preso una diversa piega.
Quella domanda finale “Ne è valsa la pena?” sottindende una sorta di rimprovero rivolto anche a lei, mentre nel caso specifico la responsabilità in fondo è tutta sua e del suo smisurato orgoglio.


Lo stile è volutamente molto frammentato, immagino per trasmettere al lettore la sensazione del flusso dei pensieri. Efficace, ma fa perder il ritmo al lettore, almeno questo e accaduto a me. In un racconto breve è comunque accettabile, ma non riuscirei a leggere un lavoro più corposo che utilizzasse lo stesso espediente stilistico.
Quanto agli elementi della prova: arbitro, Uluru, ci sono alla grande. Il salotto ti ha costretto a fare qualche sforzo in più per inserirlo a più riprese.

13Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Ven Lug 15, 2022 11:40 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il racconto è ben scritto, non v'è dubbio. Non ho trovato né refusi, né parti da limare o eliminare. Questo testo è molto e tutto questo "molto" serve poiché ne è parte integrante.

L'Autore ribadisce spesso la collocazione spaziale del racconto, ovvero Uluru: personalmente questo aspetto mi ha dato un poco fastidio perché non c'è motivo secondo me di ribadire così tante volte dove è ambientata la storia. Rileggendo però, credo che questo aspetto sia funzionale per non dire necessario all'insieme della trama. Come se fosse un'impronta digitale del racconto e dello stile di scrittura utilizzato. 

Un altro esempio, per giustificare quanto sopra, è la domanda che la voce narrante deve rivolgere a Enri: sempre in bilico, sempre accennata, palesata soltanto alla fine. Ci sta.

Complimenti all'Autore per come ha sapientemente utilizzato il presente indicativo per tutta la narrazione. Non abbiamo una collocazione temporale precisa, per cui potrebbe benissimo trattarsi di presente storico.

Insomma, un lavoro che merita e che crea competizione. Non è poco da queste parti.

Grazie

14Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Sab Lug 16, 2022 7:45 pm

gipoviani


Padawan
Padawan

Sarà che mi sono un po' perso nella sua complessità. Mi sembrava di essere su di un aereo che attraversa un banco di nubi. Mi dicevo, fra un po' l'aereo sarà più in alto e il sole farà prepotente il suo ingresso. Ho letto e atteso, atteso e letto, ma siamo rimasti nelle nubi.
Ecco penso che questo sia il lato debole del racconto, la mancanza di qualcosa che squarci la nebbia e faccia comparire il sole. Un cambio di tono, un'accelerazione, un lampo di sole.
Lo so che un po' soffro di Hollywoodsite, cerco sempre il bel finale sistema tutto, il finale che chiarisce e spiega. Qui non l'ho trovato o forse non l'ho cercato fino in fondo.
Alla prossima.

15Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Lun Lug 18, 2022 12:15 am

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Sì, scrivi molto bene e o sai.
Forse ti perdi in questo, così ogni frase risulta carica, quasi una questione di vita o di morte.
Questa enfasi, permea tutta la storia, ma la rende a mio parere troppo pesante, così una sfida alla ricerca di un reperto, diventa, e mi ripeto, una questione di vita o di morte.
Venditti scriveva: Stare insieme a te - è stata una partita - va bene hai vinto tu... ben si adatta.
Alla prossima.

16Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Ven Lug 22, 2022 11:56 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un titolo che ho trovato evocativo: il vento d’estate è un vento pieno, ricco anche di promesse. Refrigerio, suoni portati da lontano, anche momenti di tregua. Ma anche foriero di tempeste.
In questo caso è un vento pieno di amarezze, di speranze che già in partenza si intuisce andranno deluse, di rancori nati da gelosie e sfide forse assurde, da traguardi raggiunti che anziché rafforzare il legame tra i protagonisti li ha divisi. Ma anche di amore: l’amore di un uomo che è disposto a tanto, anche a rinunciare, anzi a cedere il prestigio di una scoperta eccezionale, pur di non perdere la donna che ha amato tanto. E che alla fine, disilluso e sconfitto, si concede un attimo di vendetta, anticipandole quella che sarà sì una scoperta eccezionale, ma non quella che lei inseguiva da tempo.
Una storia originale, intessuta con sapienza con una scrittura cruda, ricca di tante immagini – in certi punti forse troppe – e che racconta bene gli stati d’animo del protagonista. Buono il ritmo, col colpo di scena tenuto ben celato fino alla fine.
I personaggi sono delineati con cura, attraverso i pensieri dell’io narrante, rendendo visibile il loro rapporto che da profondo è diventato conflittuale, lasciando che le aspettative e le gelosie della professione avessero la meglio su tutto il resto.
I paletti: il salotto è bene presente, racchiude un piccolo mondo che pareva fatto su misura per loro, ma ora diventa il simbolo della loro sconfitta. Uluru c’è, antico osservatore, quasi beffardo, di una sfida che vedrà loro perdenti e lui inamovibile. Il tempo è quello delle recenti scoperte sui dinosauri che avevano popolato l’Australia: un argomento di nicchia, brava la Penna per la ricerca particolare.
Forse l’arbitro è debole come personaggio: non ha un ruolo particolarmente portante - e gestito con poco piglio - se non quello di garantire che gli accordi base siano rispettati; però non sanziona nessuno quando vengono infrante le regole, se non blandamente.
A mio parere è un bel racconto, essenziale ma curato lo stile, intimista il taglio dato nella gestione della trama.
Il punto debole penso possa essere proprio la ridondanza di frasi e di metafore con cui descrivi questi stati d’animo: già nella prima parte erano stati ben delineati e di sicuro non sarebbero scemati, per cui reiterarli ha appesantito il racconto.
 
agitando le frasche = leggo meglio fronde
sulla pelle, sul volto,  di quando apro la finestra
tendaggi = pensavo alle tende che si usano nei siti degli scavi, più come gazebo, perché tendaggi è di solito riferito all’insieme di tende o cortine di interni
Alza di spalle che in fondo non è importante = forse Alza le spalle: in fondo non è importante.


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

17Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Dom Lug 24, 2022 2:57 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Errori/refusi: non ne ho trovati e questo è un valore aggiunto altissimo.
Segnalo soltanto: 
Alza di spalle che in fondo non è importante.
Non so cosa volessi dire ma non l'ho capita questa frase.
Attenzione alle virgolette che si aprono e chiudono sempre in maniera diversa (anche se nella versione pdf fornita da Mark questo non succede).
La scrittura è particolare, le frasi sono spesso arricchite da aggettivi, da successioni di parole separate da virgole, può piacere o non piacere ma ritengo sia una scelta precisa in quanto accompagna il lettore per tutto il racconto.
Paletti
Stanza: il salotto è forse il più fragile dei paletti, spesso nel leggere si ha l'impressione che sia stato "infilato" per necessità anche se, poi, nella costruzione della psicologia dei personaggi, soprattutto l'io narrante, i passaggi in salotto appaiono molto importanti.
Personaggio: l'arbitro è stato utilizzato in maniera originale, è presente e importante per tutto il racconto, ottima scelta.
Luogo: più Uluru di così...
Perché sì: racconti una storia faticosa, brutta, dolorosa e nel racconto tutti questi sentimenti emergono chiari e forti, questo fastidio mi ha accompagnato lungo tutta la lettura, mi sono chiesto in più di un momento se ce l'avrebbero fatta a virare verso il lieto fine sapendo già che sarebbe stato impossibile.
Perché no: la scrittura, seppure funzionale al racconto, non mi ha entusiasmato, troppo ricca se può avere senso scrivere una cosa del genere; anche la storia, in tutta onestà, non mi ha appassionato, perché sono arrivati a questo punto, cosa c'era prima tra di loro, tanto non detto è lasciato all'immaginazione del lettore al quale, però, mi sembra manchino troppi elementi.
Nel complesso, il bilancio tra sì e no è a favore dei primi e questo ti permetterà di entrare in lizza per un posto nella mia cinquina.


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Vento d'estate Badge-3

18Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Lun Lug 25, 2022 5:36 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Mi fermo a prendere fiato a "Non dico neppure questo". Direi che è quasi fisiologico. Ne ho bisogno perché è una lettura impegnativa e perché mi va di fissare subito un paio di idee su quello che penso di un racconto, fin qui, scritto molto bene, ma che forse si parla un po' addosso. Trovo pericolose le narrazioni in prima persona dove chi parla si rivolge in realtà a un altro personaggio. Automaticamente il lettore sente di assistere a una conversazione privata. Da qui la domanda che mi faccio, riguardo a quello che ho letto fino a qui ma soprattutto riguardo a quello che mi aspetta ancora, è: riuscirà a coinvolgermi emotivamente?
Vado avanti per scoprirlo.
Quello che viene dopo è frammentato, gira su se stesso. Ha fascino, ma è il fascino di una proiezione tridimensionale. Se la tocchi, se provi a toccarla, ci passi attraverso.
"Non puoi capire. Non hai mai capito". Lei lo ripete due volte nel dialogo finale. Nemmeno ci prova a dare una spiegazione. E forse è questo che manca al racconto. Delle motivazioni, una concretezza che faccia da contrasto al vento d'estate, a qualcosa che non puoi toccare, che ti passa attraverso a cui passi attraverso, impalpabile.
Resta una prova tecnicamente ineccepibile, che usa perfettamente i paletti, quasi a farti dimenticare che esistessero prima della storia stessa. In particolare la figura dell'arbitro. Il salotto è citato continuamente, anche se vive più di ricordi, di impressioni, che di vita vissuta.
Riguardo al quel coinvolgimento emotivo, la domanda che mi ponevo quando mi sono fermato a prendere fiato, credo che la risposta sia no. Ma è un coinvolgimento intellettuale. Resto fermo sull'idea che un racconto in prima persona debba rivolgersi al lettore. Non dico chiamarlo in causa, quella è una cosa che non sopporto nemmeno al cinema, ma fami sentire presente sì.
Qui è quasi una narrazione che assomiglia a Uluru: è lì da sempre e sarà lì per sempre, indifferente a chi ci scava attorno.


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Vento d'estate Senza_10

19Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Mar Lug 26, 2022 4:19 pm

digitoergosum

digitoergosum
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao Penna. Non perdo tempo e subito ti dico che il tuo racconto mi è piaciuto veramente molto. Ci vedo genio, stile, emozione e estetica narrativa tra le migliori di questo e altri step. Scrivi come piace a me scrivere e leggere, con immagini forti che evocano conflitto, calura, acredine, nostalgia. Tutto sommato, una elegia alla scrittura violenta attraverso simboli piuttosto che situazioni. Avevo già votato due sette e mezzo, il tuo è il primo "otto". Grazie per avermi intrattenuto così sapientemente. A rileggerti, ma presto, per favore.

20Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Mar Lug 26, 2022 5:41 pm

digitoergosum

digitoergosum
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Perdonami se commento due volte, solo per aggiungere un particolare che, alla fine, potrai confutare. Il dubbio mi viene perché nessun altro ha visto ciò che mi è pareo di osservare. Lui cerca di fermare il tutto, in qualche modo. Si respira anche un rimorso. E poi si scopre che è stato lui stesso a fornire quei documenti fuorvianti alla sua compagna. Lui era certo che lei non avrebbe trovato nulla, coi falsi indizi forniti, perché quella sfida era professionale, anche se poi avrebbe influito sulla loro vita privata. Sicuramente sbaglio io, altrimenti anche altri se ne sarebbero accorti. E, visto che ormai sono rientrato, aggiungo che il tuo incipit è talmente bello che mi ha predisposto al meglio alla lettura.

21Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Lun Ago 01, 2022 7:58 am

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao Aut-

La prima cosa che salta all'occhio è la formattazione. Tutti gli altri racconti sono giustificati, mentre questo è allineato a sinistra. Tenendo presente la precisione con cui lo staff dice che i racconti devono essere tutti giustificati con carattere Times New Roman 13, deduco che si tratti di una scelta tua. Non capisco il motivo per cui spero che ce lo spiegherai nel terzo tempo.
La seconda cosa evidente è che hai messo insieme la narrazione in prima e seconda: narratore e narrataria sono entrambi personaggi del racconto. Non so se è l'effetto desiderato, ma ti spiego quello che ha avuto su di me: io, come lettore, mi sono sentito un estraneo impiccione in un affare che non mi riguarda.
Il personaggio di Lang non l'ho percepito amalgamato nella narrazione, probabilmente è un problema mio. La narrazione in seconda persona già è complessa per conto suo, aggiungere i dialoghi e un terzo personaggio complica ulteriormente le cose. Uno degli interventi di Lang in particolare sembra uno spiegone (quando spiega che Enri ha ricevuto un aiuto); utile senza dubbio, ma mi chiedo: ha senso nell'economia del rapporto tra narratore e narrataria? Quella parte potrebbe essere asciugata, riassunta e resa più plausibile?
Ti segnalo un solo punto in cui mi si è inceppata la lettura: "un'alza di spalle", probabilmente volevi scrivere "un'alzata". Un'altra cosa che mi ha momentaneamente confuso è il passaggio dai caporali «» alle doppie virgolette “” per il discorso diretto.

Il lessico usato mi ricorda un vecchio amico di SPS che è sbarcato anche su DT ma non ha ancora portato nulla e mi dispiace. Mi permetto di dirlo perché di sicuro non ha partecipato allo step e quindi non dovrei rompere alcuna regola del forum. Prendilo come un complimento, perché è un autore che stimo e mi sarebbe davvero piaciuto molto imitarlo.
La scrittura in prima e seconda dà la possibilità di aumentare i sottintesi e diminuire i filtri della narrazione, rendendola più intima e legando a doppio filo i due personaggi principali. Questa cosa l'ho percepita e mi è piaciuta molto.
Bella la trama, soprattutto mi è piaciuto il fatto che mi fai scivolare con la mente in una direzione, salvo poi farmi scoprire che ho preso la direzione sbagliata e devo riconsiderare le mie deduzioni, almeno un paio di volte. Ben gestita.
L'arbitro Lang c'è, ma come ho già scritto lo percepisco a volte come corpo estraneo. Bene gli altri paletti, anche il salotto mi è piaciuto sebbene sia un fantasma a eccezione del finale.

Grazie e alla prossima.

https://linktr.ee/Achillu

22Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Lun Ago 01, 2022 7:23 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Raro trovare un racconto in seconda persona. Ne ricordo soltanto uno, qualche step fa, che fece parecchio clamore per questa scelta.
Qui la narrazione in seconda persona passa invece più inosservata, almeno per me. Tra le descrizioni e la voce narrante che oscilla sovente tra il parlare a sé e il parlare a lei, alla fine la seconda persona spesso non si sente neppure più.
Non so dirti se è un pregio o un difetto, solo che si nota, ecco.

La storia. Mi piace quando a un enigma mitologico corrisponde invece una soluzione concreta, pratica, che spiega l'arcano.
Qui funziona, anche se ho qualche dubbio che la terra secca intorno a Uluru possa davvero essere un giacimento di fossili, per ragioni geologiche più che altro.

Lo stile mi è garbato solo a tratti. Bene la spezzettatura delle frasi, meno bene l'eccessiva ricercatezza di certi passaggi.

In definitiva è un lavoro che si fa apprezzare ma cui manca, forse, una carica emotiva più sostenuta visto il tema trattato.

23Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Lun Ago 01, 2022 10:40 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Riletto e mi sono ricordato dei miei viaggi in metropolitana. 
Tutte le mattine in piedi tra la folla riconoscibile, sempre la stessa. 
Mi addormentavo in piedi, tanto era rassicurante quella folla che faceva il mio stesso percorso.
Poi all'EUR mi svegliavo, mai di soprassalto, mai confuso.
Solo contento per essere arrivato.
Non aggiungo altro. Tu hai capito. Amico.

24Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Gio Ago 04, 2022 8:30 am

SuperGric

SuperGric
Padawan
Padawan

Gran racconto! Interessante la trama, ottima e ricca la scrittura, affascinanti i personaggi e le loro dinamiche. Mi hai tenuto incollato al testo.
La seconda persona è una scelta originale. Scrissi uno dei miei primi racconti in seconda persona, nell’era di SPS, mi hai fatto venire voglia di riprovarci.
Alcune note: il colpo di scena finale (uno dei colpi di scena, l’altro è il dinosauro), in cui si rivela che era stato lui a darle le informazioni per farla vincere e riconciliarsi, non è sorretto dal testo precedente. Ad esempio a un certo punto dice: “Qualcuno la sta aiutando. L’ha messa su una pista che non può essere reale. Qualcuno che vuole rovinarle la reputazione, o forse no.” Sapeva di essere stato lui a darle le informazioni, dunque questa parte non ha molto senso. Oppure: ““Ho abbandonato i calcoli di Krafft da parecchio. Ho trovato una fonte più attendibile.”
Freddo nella calura. “Che significa?”. La sua sensazione di freddo nella calura è ingiustificata perché già sa. Tutto ciò serve solo a tenere nascosta la verità per preparare il colpo di scena, ma è un po’ un raggirare il lettore.
Anche la presenza dell’arbitro mi sembra un po’ forzata. Alla fine si tratta di una faccenda molto personale. L’arbitro avrebbe avuto più senso se poi la “vittoria” fosse di interesse pubblico, ma tutto si limita a un problema di coppia dunque l’arbitro mi pare inutile. Anche perché sono loro i primi a infrangere le regole.
Enri pensavo fosse un nome maschile e all’inizio mi ha confuso.
Troppi Wrangler a mio giudizio, sembra un racconto sponsorizzato.
Comunque ritorno alla prima parte del commento: ottimo racconto nel complesso. Complimenti, veramente. C’è da imparare da te.

25Vento d'estate Empty Re: Vento d'estate Ven Ago 05, 2022 12:34 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Parto dal titolo, bello, sensuale, denso di significati.
A fine lettura mi rimane addosso un senso di tristezza, forse per l'incomprensione tra i due.

un rapporto amoroso complicato, sofferto, di vicinanza (nel lavoro) di lontananza (nella vita).
la tua scrittura è intima, curata, elegante e raffinata.
ho percepito lo sfogo dal quale il lettore, a tratti, viene escluso in quanto non necessario.
strano, ma anche per questo l'ho apprezzato.
a rileggerci presto

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