Questo racconto è davvero singolare e pieno di significati importanti.
A tratti sembra quasi di leggere un trattato sul come non ci si deve comportare in un rapporto di coppia, nascosto dietro la convinzione del protagonista di star agendo nel modo giusto.
Sì, perchè sembra davvero convinto che la vittoria di Enri possa giovare alla coppia, al ritorno di lei.
Mi piacciono molto le storie che descrivono i conflitti e i risvolti nei rapporti, ma qui si va oltre, si sottolinea come spesso non si abbia la vera stima dell'abisso che divide le persone e del modo in cui viene alimentato.
Una donna come Enri, decisa e caparbia, è difficile da gestire e il protagonista non se ne preoccupa affatto: per lui sembra importante solo ribadire una sua supremazia, sottolineare il fatto che, senza di lui, lei non potrebbe raggiungere il successo. E allo stesso tempo sembra triste e stupito del fatto che lei non sia più con lui.
Ecco, a me questo accurato spaccato psicologico di questo tipo d'uomo ha incuriosito molto: un uomo bambino che ancora non si capacita del perchè il suo oggetto del desiderio non sia più con lui, quando ha fatto tutto quello che poteva fare per allontanarlo da sè (quale donna tornerebbe da un uomo del genere dopo essere stata trattata così? E per cosa, poi? Per vivere nel suo cono d'ombra? Per riconoscere che è meglio di lei?).
Nella disperata ricerca di una nuova complicità (se mai ce n'è stata una), il protagonista non scende mai dal suo piedistallo dove dirige dall'alto la vita della sua compagna: decide cosa deve trovare, come e quando. E poi sembra rimanerci male se lei s'incazza e lo manda a quel paese.
Per me questo fatto che si ritorce contro il protagonista è veramente degno di nota: una bella frecciata a quegli uomini che non riescono a vedere le vere difficoltà di un rapporto a due, che non riescono a fare un passo indietro e rimboccarsi le maniche per far sì che una storia funzioni, perchè non capiscono i bisogni e le attenzioni della propria compagna.
Anche il modo in cui viene raccontata la storia è molto convincente: la prima persona focalizza l'attenzione su di lui, anche per Enri, qui, c'è poco spazio. Lui e i suoi pensieri, lui e i suoi ricordi, lui e le sue aspettative. Lui, lui, lui...
Ho trovato perfetto il taglio incalzante della storia: tutto a dritto, fino alla rovina completa.
L'arbitro ha un ruolo strano: sembra di parte e alle volte diventa un confidente.
Avrei preferito bush oppure outback al posto del termine savana.
A tratti sembra quasi di leggere un trattato sul come non ci si deve comportare in un rapporto di coppia, nascosto dietro la convinzione del protagonista di star agendo nel modo giusto.
Sì, perchè sembra davvero convinto che la vittoria di Enri possa giovare alla coppia, al ritorno di lei.
Mi piacciono molto le storie che descrivono i conflitti e i risvolti nei rapporti, ma qui si va oltre, si sottolinea come spesso non si abbia la vera stima dell'abisso che divide le persone e del modo in cui viene alimentato.
Una donna come Enri, decisa e caparbia, è difficile da gestire e il protagonista non se ne preoccupa affatto: per lui sembra importante solo ribadire una sua supremazia, sottolineare il fatto che, senza di lui, lei non potrebbe raggiungere il successo. E allo stesso tempo sembra triste e stupito del fatto che lei non sia più con lui.
Ecco, a me questo accurato spaccato psicologico di questo tipo d'uomo ha incuriosito molto: un uomo bambino che ancora non si capacita del perchè il suo oggetto del desiderio non sia più con lui, quando ha fatto tutto quello che poteva fare per allontanarlo da sè (quale donna tornerebbe da un uomo del genere dopo essere stata trattata così? E per cosa, poi? Per vivere nel suo cono d'ombra? Per riconoscere che è meglio di lei?).
Nella disperata ricerca di una nuova complicità (se mai ce n'è stata una), il protagonista non scende mai dal suo piedistallo dove dirige dall'alto la vita della sua compagna: decide cosa deve trovare, come e quando. E poi sembra rimanerci male se lei s'incazza e lo manda a quel paese.
Per me questo fatto che si ritorce contro il protagonista è veramente degno di nota: una bella frecciata a quegli uomini che non riescono a vedere le vere difficoltà di un rapporto a due, che non riescono a fare un passo indietro e rimboccarsi le maniche per far sì che una storia funzioni, perchè non capiscono i bisogni e le attenzioni della propria compagna.
Anche il modo in cui viene raccontata la storia è molto convincente: la prima persona focalizza l'attenzione su di lui, anche per Enri, qui, c'è poco spazio. Lui e i suoi pensieri, lui e i suoi ricordi, lui e le sue aspettative. Lui, lui, lui...
Ho trovato perfetto il taglio incalzante della storia: tutto a dritto, fino alla rovina completa.
L'arbitro ha un ruolo strano: sembra di parte e alle volte diventa un confidente.
Avrei preferito bush oppure outback al posto del termine savana.