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Storia d'amore e di strani perché - Fuori Concorso

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La giraffa salì sul tavolo con lo sguardo fiero dritto davanti a sè: il corpo morbido e slanciato era di un bell’azzurro, maculato da graziose macchioline gialle. Tra le corna un ciuffo di peli rossi la rendeva spavalda e al tempo stesso irresistibile.
Un fante di plastica verde le salì in groppa; due giri di nastro adesivo lo assicurarono in quella postazione.
«Avanti, miei prodi! Dobbiamo raggiungere la Principessa!» disse il nonno con enfasi.
Giraffa e Fante non risposero, ma si capiva dai loro sguardi fissi e concentrati che erano pronti per l’impresa.
«Andiamo!» li esortò il nonno.
«Ga!» esultò la principessa dall’altro lato del tavolo, tamburellando con i talloni contro il seggiolone, incapace di contenere l’entusiasmo.
Il nonno prese la giraffa per le zampe posteriori, la inclinò in una strana impennata e, con un improbabile nitrito da cavallo, la fece avanzare sul tavolo. Giraffa saltellava tra i fiori che decoravano la tovaglia con cautela: sapeva che le petunie viola erano velenose e l’avrebbero fatta precipitare in un abisso di tristezza, mentre quelle striate di rosso le davano energia e cercò di calpestarne il più possibile.
«Dannazione!» urlò Fante con la voce da duro «Pericolo a ore dieci! Ripeto: pericolo a ore dieci! Urge deviazione!»
A ore dieci la nonna aveva appena appoggiato sul tavolo il ciottolo con l’insalata. Giraffa frenò di colpo, ma perse l’equilibrio e pestò una petunia viola: subito cadde a terra svenuta.
«Presto, l’antidoto!» Fante fu liberato dal nastro adesivo, zampettò fino al pane affettato che si trovava più in là e tornò di corsa da Giraffa.
«Mangia, amica mia! Ti sentirai presto meglio!»
«Ga, Gaa!» sentenziò Principessa, con gli occhi spalancati sul dramma che si stava compiendo a poco più di un metro da lei.
Giraffa mangiò il pane e piano piano si rimise in piedi.
«Sto meglio, Fante. Grazie, mi hai salvato la vita!» La voce che il nonno aveva scelto per lei assomigliava molto a quella della Littizzetto.
«Sciocchezze, Giraffa! Ce la fai a proseguire?»
«Certo! Dobbiamo raggiungere la principessa prima possibile!»
«Altrimenti ghiaccia tutto!» s’inserì la nonna con poco riguardo per ciò che era appena accaduto, anche se, distratta dal rumare il ragù, non aveva partecipato molto alla scena.
Con altri due giri di nastro adesivo il fante fu di nuovo assicurato in sella alla giraffa.
«Avanti, miei prodi!» li esortò il nonno e Giraffa tornò a saltellare tra i fiori. Con cautela girarono intorno a piatti e bicchieri, scalarono con fatica il monte Tavernello, dal quale esalavano vapori esilaranti che fecero dire sciocchezze ai due; aggirarono la Caraffa d’Acqua Demineralizzata chiudendo gli occhi, su esortazione del nonno, per non venire ammaliati dai suoi malefici riflessi.
«La vedo! A ore dodici, sempre dritto!» esultò Fante.
Poco più avanti, avvolta da un invitante profumo e da un grazioso ricciolo di vapore, apparve la Minestrina Che Faceva Diventare Grandi.
I prodi gonfiarono il petto e procedettero con baldanza. Stavano raggiungendo il piatto fumante, quando all’improvviso un mostro alieno saltò sul tavolo.
«Atto!» urlò la bimba «Aaattooo!»
Giraffa s’impietrì di fronte all’enorme animale che con un balzo era salito sul tavolo. Nei suoi occhi apparvero tutti i momenti in cui l’odiata bestiaccia aveva brutalmente cercato di ucciderla. Fante conosceva i traumi vissuti dalla compagna e non si sentì di spronarla all’attacco.
«Vai via gattaccio!» Intimò il nonno con la voce del nonno, ma il gatto non lo ascoltò e si avvicinò curioso alla Minestra Che Faceva Diventare Grandi.
«Oimmena Duchessa, non ti ci mettere anche te, che qui la storia è lunga» intervenne la nonna prendendo Duchessa sottobraccio e portandola di là.
«Atto!» sentenziò Principessa seguendo con lo sguardo il bel micione che veniva portato via.
Il nonno nel mentre aveva scocciato al fante un cucchiaio di plastica e stavano quasi per tuffarlo nel piatto quando un urlo li fermò.
«Aspettate!» s’intromise di nuovo la nonna, portandosi teatralmente una mano alla fronte: suo malgrado era stata catturata nell’ingranaggio di quell’epopea. «Mi sono dimenticata la Gemma della Sublime Bellezza e della Fine Intelligenza!»
Giraffa, Fante e il nonno si voltarono verso di lei: se i primi due riuscirono a mantenere una stoica espressione di fierezza, il volto del nonno si piegò in una smorfia interrogativa.
«Il formaggino» spiegò la nonna «Nel frigo.»
«Uuuh, è vero!» ululò il nonno «Avanti, miei prodi! La missione non può dirsi conclusa senza la Gemma!»
Giraffa si sentì afferrare per le zampe posteriori, Fante strinse un po' le gambe intorno alla groppa della compagna. Stavano per fare qualcosa che li elettrizzava e li spaventava al tempo stesso: stavano per volare.
Il nonno spinse indietro la sedia, si alzò con un allegro oplà e partì in direzione del frigorifero, tenendo ben saldi i due giocattoli in mano e facendogli compiere spericolate acrobazie. Il tutto con uno strano rumore in sottofondo, come a voler inspiegabilmente imitare quello di un elicottero.
«Forza, ragazzi! Dobbiamo raggiungere il Regno dei Ghiacci! Tu-tu-tu-tu-tu…»
Il frigorifero era un monolite grigio dall’altra parte della stanza: Giraffa fissava la meta concentrata, Fante stava per vomitare grazie alle tortuose acrobazie del nonno, ma non lo avrebbe mai ammesso. Alla meglio riuscirono a raggiungere la maniglia del frigo. Il nonno, un attimo prima di aprirlo, si voltò repentino verso la bambina.
«Parola d’ordine!» ordinò puntandole un dito contro.
«Ga!» urlò la bimba con gli occhi sgranati, incuriosita da tutto quello che stava accadendo intorno a lei.
Il frigo si aprì per incanto e il freddo ruzzolò fuori in un ricciolo di gelo.
La gemma si trovava in un contenitore rotondo, incastrata insieme ad altre gemme argentate. Fante e Giraffa si addentrarono in quel luogo ostile e sconosciuto, lottarono per strappare via la gemma alle sue sorelle e trionfanti uscirono.
Quando principessa li rivide batté le mani entusiasta.
Il nonno cambiò sedia e usò quella vicino al piatto di minestra. Giraffa fu lasciata libera di pascolare sul prato di petunie. Al nonno toccava adesso un’impresa più che epica, quasi impossibile: sbucciare il formaggino dal suo involucro argentato.
«Maremma impestata, ladra e cane!» imprecò dopo i primi cinque secondi persi nella vana ricerca di un fantomatico pezzo di plastica rosso.
«Dai a me, che questo più che un pranzo sta diventando una cena» s’intromise la nonna, che in un attimo scartò il formaggino facendolo sparire nella minestrina.
«Adesso è perfetta, mia principessa!» e si allontanò con un inchino.
«Orsù, presto!» comandò il nonno «Dobbiamo portare a termine la missione!» prese la giraffa, con addosso il fante che reggeva un cucchiaio, prelevò un po' di Minestra che fa Diventare Grandi e si avvicinò alla bambina elencandole tutti i benefici che avrebbe subito provato nel gustare quella delizia. La bambina spalancò la bocca, deglutì e la spalancò di nuovo: in pochi minuti il piatto fu svuotato.
La porta si aprì.
«Ciao mamma, ciao papà. Scusate il ritardo!»
«Mamma!» strillò la bambina tendendo le mani «Affa! Atto! Tu-tu-tu!» riassunse sputacchiando.
«Oh, tesoro! Hai fatto la brava? Ha fatto la brava?» domandò in sequenza prima alla figlia poi a genitori.
«È un angelo!»
«No, scusatemi davvero, ma quel seminario sul racconto odeporico non finiva più! Interessante, per carità, ma luuungo! Quel relatore, poi. Bravo eh, però…»
«Il professor Finoro, mi sembra» azzardò il padre.
«Sì, lui. Bravo, preparato, ma ha una lingua che taglia e cuce: impossibile farlo stare zitto e impossibile smettere di ascoltarlo.»
Nel mentre che parlava aveva chiuso la bambina nel cappottino e le aveva calcato in testa il cappellino rosa.
«Ma non pranzi con noi?»
«No, mamma, devo scappare. Mi dispiace avervi disturbato. Magari torniamo sabato o domenica, con più calma.» Aveva preso la bimba in collo e stava raggiungendo la porta.
«Ciao. Non vi bacio perché sono raffreddata. Fai ciao ai nonni Ari.»
La piccola sventolò la manina, lanciando uno sguardo triste alla stanza, ai nonni e alla cesta dei giochi.
«Ciao, Arianna» disse la nonna e le baciò una manina.
Un attimo dopo non c’erano più.
Il nonno rimase alla finestra guardando la macchina andar via, fino a che rimasero solo i fanalini rossi degli stop. Poi sparirono anche quelli.
«Ti aiuto?» chiese.
«No, son solo due piatti.»
Il vecchio sprofondò nella poltrona, inforcò gli occhiali e aprì la Settimana Enigmistica.
La nonna ripose il fante e la giraffa nella cesta dei giochi, sparecchiò e raccolse la tovaglia: insieme a quelle del pane le sembrò di scuotere via anche qualche briciola di felicità e si sentì triste all’improvviso.
Poi si accorse che i lembi della tovaglia che teneva tra le mani raffiguravano le petunie viola. Si voltò con le lacrime agli occhi: il nonno la vide, capì e si alzò per prenderle un pezzettino di pane.

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Ah, che bel racconto. Delicato e dolce, scritto in modo impeccabile.
Davvero un peccato che sia,a mio avviso, del tutto assente il genere richiesto. Maremma impestata! 
Ma è una storia davvero bella che mi sono gustata dall’inizio alla fine.
Grazie per averla condivisa e complimenti sinceri.

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Che bel racconto! E io che sono nonna, come mi ci sono ritrovata in quei giochini, quell'essere meravigliosamente infantili davanti a un esserino che chissà cosa pensa di adulti che si comportano così. Davvero un peccato che sia fuori concorso.
Sono arrivata alla fine e mi sentivo bene, serena e in quella cucina, coi giochi in una cesta e un po' di stelline da raccogliere.
E quel nonno che si rilassa con la settimana enigmistica... ne conosco uno.
Grazie per averci fatto questo bel regalo di Natale.

giusto perchè siamo in uno step, concordo con @Petunia che non ci sia il genere, almeno quello, azzeccato, perchè penso che di voti ne sarebbero arrivati.


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Anche a me è piaciuto questo racconto.
Davvero, è molto tenero e il finale fa emozionare.
Spesso i fuori concorso vengono esaltati perché non costa niente, tanto non sono votabili e ci si può sbilanciare con giudizi entusiastici.
In questo caso i complimenti sono meritati, perché il racconto lascia qualcosa.
L'unica pecca è che i generi proposti sono completamente assenti.

A paluca66 garba questo messaggio

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Vero, manca il genere, ma sei di una bravura colossale, autore.
Non so se mi sono commosso per l'esclusione o per la bimba con gli occhi sgranati che somiglia troppo alla mia nipotina.
Abbraccio.

A paluca66 garba questo messaggio

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Uno splendido racconto. Una bellissima favola che non è nemmeno una favola ma potrebbe essere vera vita di quasi (due nonni così son fantastici) tutti giorni. Scritto veramente bene con sfumature di poesia. Quel freddo che ruzzola fuori in un ricciolo di gelo è super. Primo sul podio degli spodestati.

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

questa è una delle storie più belle lette fin qui.
peccato non ci sia nessuno dei generi richiesti, altrimenti sarebbe stato nelle prime posizioni di sicuro.
bellei i dialoghi, belle le descrizioni, magnifico il finale.
insomma, aveva tutto il necessario per combattere fino alla fine.
peccato davvero


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L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Storia d'amore e di strani perché - Fuori Concorso Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

A quello che capisco qui il problema è il genere. Eppure il ritmo incalzante di questa eroica somministrazione di “pappa” se non appartiene all’epica poco ci manca e, modestamente, di queste battaglie me ne intendo, anche se mia nipote ormai ha 14 anni e da un bel po’ la pappa la mangia da sé. Mi sono rivisto in questo racconto fantastico. Quanta solidarietà per quel formaggino da sbucciare!
L’idea è bella e anche se fuori concorso proporrei il brano per un premio straordinario.

A paluca66 garba questo messaggio

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Che dire? In un altro concorso avrebbe gareggiato x il podio.
Delicato, intriso di quell'amore e quella sensibilità che solo i nonni riescono ad avere.
Bello anche il finale: i nipoti ti stancano, ma peena vanno via lasciano il vuoto.
Grazie.

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Trovo che l'idea di questo "epico viaggio" del fante e della giraffa per raggiungere la principessa sia davvero molto carina e originale. Oltretutto si svolge completamente in cucina e i due sono i protagonisti del racconto.
Forse andava studiata meglio la struttura del testo per rientrare nei canoni richiesti e il viaggio dei due doveva avere più rilevanza e peso nella storia, magari rivelando solo alla fine la vera natura dei due giocattoli.

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

A me il racconto è piaciuto molto, nonostante brilli di luccicanza (già descritta in altro commento).
Però, ecco, qui la luccicanza ci sta, cioè è parte integrante del lavoro, della magia dell'immaginazione, è al suo posto naturale.
E' fuori concorso, ma ho qualche personale riserva, nel senso: è un viaggio immaginario, di fantasia, verso luoghi lontani nell'accezione di inesistenti. Un odeporico (perché questo mi sembra il genere cercato dall'autore) può basarsi su un viaggio di pura fantasia?
Secondo me poteva starci, considerando che in altri racconti ho trovato viaggi in luoghi non lontani né esotici. Viaggi reali, certo.
Non so, il dubbio mi resta.

Di certo, autore, dovevi fare uno step in più, cioè dare molta più enfasi al percorso, le tappe, di questa cavalcata gloriosa.
Ho avuto la stessa idea di Caipi: se tu avessi tenuto nascosto fino alla fine che si trattava di un nonno alle prese con la minestra della nipotina, mostrando fante e giraffa come fossero dei veri personaggi vivi e vegeti, forse il viaggio sarebbe stato perfetto. 
Però sarebbe mancata la cucina, probabilmente.
Non è facile, no.

Hai anche speso bene i paletti, secondo me, tenendo buone le allegorie.

Unito allo stile di scrittura e le belle immagini suscitate (ma con minore luccicanza, magari) sarebbe uscito un piccolo capolavoro.
Peccato davvero.

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Credo che avresti vinto lo step, per quanto mi riguarda il primo posto te lo avrei assegnato di sicuro!
Dopo tanti raccioti steampunk, questo tuo racconto è una ventata di freschezza, una gioia leggerlo costantemente con il sorriso sulle labbra salvo, poi, sentire tutta quella tristezza finale, un cambio di registro improvviso che è il valore aggiunto finale.
Siccome siamo in un contest di scrittura non va sottovalutata la bellezza della tua scrittura priva di errori e refusi e così trascinante nel susseguirsi di piccole avventure e grandi metafore.
Forse con un piccolo sforzo (già sento i fulmini degli admin abbattersi sul mio capo...) lo si sarebbe potuto considerare di genere epico...
No eh?


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Storia d'amore e di strani perché - Fuori Concorso Badge-3

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao Aut-

A un certo punto la "Minestra Che Fa Diventare Grandi" diventa "Minestra che fa Diventare Grandi" con "c" e "f" minuscole.
La frase "insieme a quelle del pane le sembrò di scuotere via anche qualche briciola di felicità"; grammaticalmente è corretta, però l'uso contemporaneo di "quelle del pane" plurale e "qualche briciola" singolare (che si riferiscono una all'altra) a me personalmente destabilizza un po'. Un'alternativa potrebbe essere usare "alcune briciole" in modo da usare due plurali; non è obbligatorio e comunque è solo la mia sensibilità.
Scarsa la fruibilità dell'ineffabile professor Finoro fuori dal contest. Certo, se un certo Vivonic (un cantautore omonimo, da non confondere con lo staff) non avesse mandato a  Storia d'amore e di strani perché - Fuori Concorso 1f4a9 Mara Maionchi, magari il professor Finoro sarebbe diventato famoso anche fuori da Differentales, chissà?
Dispiace che questo non sia stato considerato un racconto epico. Il fatto che sia scritto molto bene, anche tecnicamente, avrebbe fatto sperare nella chiusura di un occhio da parte della commissione. Onestamente, anch'io penso che per ammettere il racconto in gara la commissione avrebbe dovuto chiudere entrambi gli occhi. Però davvero peccato, un bel pezzo che meriterebbe per lo meno un premio speciale.
Non dico "soprattutto" per la scena finale, ma dico "anche" per la scena finale. Perché davvero c'è tanto da apprezzare. I colpi di scena sono inseriti in modo davvero magistrale in diversi punti del racconto.
A parte il genere, i paletti ci sono tutti. Una cucina assolutamente fondamentale. Una giraffa e un fante coprotagonisti, le petunie "campo minato" loro malgrado, la gemma tirata dentro un po' a forza ma comunque ininfluente, in quanto tre paletti solidi erano stati piantati.

Grazie e alla prossima.


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Storia d'amore e di strani perché - Fuori Concorso Badge-2

A vivonic garba questo messaggio

https://linktr.ee/Achillu

SuperGric

SuperGric
Padawan
Padawan

Che bello! Fa ridere e piangere insieme. In poche righe! 
Secondo me è epico, ma non sono un esperto.
Brav brav brav!!!

«Parola d’ordine!» ordinò puntandole un dito contro.
«Ga!»

Arianna 2016

Arianna 2016
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ti ringrazio, autore, per avere scritto e condiviso comunque, anche se fuori concorso, questo racconto, perché mi è piaciuto molto, mi hai regalato alcuni minuti di bella lettura.
La tua storia è una piacevole fusione di fantasia, gioia, affetto, delicatezza e malinconia, una storia che insieme fa sorridere e stringe il cuore.
Credo che tu possa spendere bene questo racconto o in una tua raccolta oppure in qualche concorso letterario, perché è davvero buono, anche proprio come forma, come scrittura.
Immagino che il genere che hai tentato sia l’epico e capisco perché – se è questo il motivo del fuori concorso – non sia stato ammesso: alla fine, è sempre il nonno a dare voce agli elementi fantastici, per cui si rimane sostanzialmente nella dimensione della realtà.
Diverso sarebbe stato (e questo forse è un modo in cui avresti potuto giocartela per l’ammissione) se a parlare fossero stati davvero i pupazzi, e in particolare il Fante, se il punto di vista fosse stato sempre quello del Fante, o se comunque gli elementi reali (i nonni, la bambina, il gatto) fossero stati davvero narrati dall’interno di un mondo epico/fantastico rappresentato dai pupazzi “animati”.
In questo caso, il racconto sarebbe stato appunto una commistione di genere, un epico/fantastico.
In questo caso, però, avresti perso l’anima emotivo-malinconica del racconto, e questo sarebbe stato un peccato, perché è bello ed emozionante così.
Poi, arrivo alla fine e scopro che la bambina si chiama Arianna… Smile 

A vivonic garba questo messaggio

vivonic

vivonic
Admin
Admin

A me questo racconto ha commosso di brutto e ci sono rimasto male, ma male davvero, quando abbiamo capito che non avremmo potuto ammetterlo.
Ringrazio l'Autore per aver accettato il fuori concorso, perché era una storia da leggere assolutamente. E aggiungo: il messaggio buca lo schermo, arriva da tutti e sarebbe stata una follia non regalare a questo pezzo una piccola cassa di risonanza. Mi piacerebbe tanto vedere questo racconto pubblicato, da qualche parte.
Ci abbiamo perso con questo fuori concorso; non tu, Autore. E nemmeno il tuo racconto, che vedrà di sicuro altre spiagge dalle quali diffondere quello che intrinsecamente è qui racchiuso.
Grazie di cuore per uno dei due racconti dello step che ricordo meglio, quasi parola per parola. Anche questo qualcosa significherà.
Complimenti!


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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

A paluca66 garba questo messaggio

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

STUPENDO.
Ho poco altro d'aggiungere l'autore deve essere orgoglioso della sua opera.
È veramente tutto perfetto. 
Tutto così ben calibrato che emoziona senza scadere nel tragico o nel drammatico. 
Grazie Grazie Grazie. 

P.S. Tieni al caldo questo racconto perché merita di essere letto.

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Unica nota negativa: la Giraffa con la voce della Littizzetto.

Circa la Giraffa e il fante o il Fante e la giraffa. Ecco, a volte l'Autore usa le maiuscole, a volte no. 

"Rumare" non l'avevo mai sentito. La Treccani, come secondo significato attribuisce quello di "rimescolare". S'impara sempre qualcosa di nuovo.

Mi è proprio piaciuta questa fiaba a cavallo tra realtà e "finzione giocosa", chiamiamola così. Penso sia proprio questo il motivo del fuori concorso. Però, ripeto, è stata una lettura interessante e coinvolgente, l'Autore ha cavalcato (con la Giraffa?) sulla sottile linea che separa realtà e fantasia. 

Grazie

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Eh sì, davvero speciale. Mi ha ricordato le scene iniziali dei vari Toy Story, specie il secondo, quando l'immaginazione di chi gioca si fa talmente reale che diventa un mondo parallelo. Chissà, forse si poteva aggiustare. O forse no: in tanti casi i paletti suggeriscono delle belle storie e bisogna lasciarle andare, anche se abbiamo il dubbio di rientrare in concorso o no. I lettori ci guadagnano comunque e l'autore, o l'autrice, riceve l'affetto che merita.
Se avanzasse un po' spazio in antologia farei una piccola stanza a parte per i migliori fuori concorso. Questo ci sarebbe di sicuro.


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Storia d'amore e di strani perché - Fuori Concorso Senza_10

Menico

Menico
Padawan
Padawan

Delicata storia d'amore di nonni che amano come solo i nonni sanno fare.
Uno spaccato di vita normale che tutti abbiamo conosciuto, e poi la settimana enigmistica ci sta a pennello. Lettura da gustare teneramente.


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Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Eccomi, ragazzi!
Vi racconto due o tre cose.

L'idea è arrivata subito bella nitida: il racconto doveva essere interamente ambientato in cucina.
Ok...
Cosa, come e perchè sarebbero arrivati.
Lo steampunk è stato subito scartato, gli altri due... E se gli altri due li mescolassi? D'altronde il viaggio e l'epico si sposano bene insieme.
Ok, aggiudicato.
Però... ambientare un viaggio epico in una cucina richiedeva per forza di contaminare il testo con il fantastico.
E vai con il fantastico!
Per fare questo viaggio i protagonisti dovevano essere piccoli per rendere gli ostacoli insormontabili (mica da tutti scalare il monte Tavernello!) quindi... giocattoli! Vai, aggiudicato.
Il viaggio è diventato poi un'estensione del famoso aeroplanino per dare la pappa ai bimbi (un evergreen).
E poi gli intenti: cucina intesa sia come luogo dove si prepara il cibo, ma anche come il cuore della casa, la stanza della condivisione, dove gioie e dolori si annacquano e si moltiplicano.
Perfetto, mi piace.
Vai con la stesura!
Però... avendo seguito tutti i corsi di procrastinatrice (sono al terzo livello, potrei insegnarla alle medie...), ho dedicato poco tempo alla struttura della storia e alla fine è andata com'è andata.
@Achillu ha notato che i nomi di fante e giraffa sono a volte maiuscoli e altre volte no.
Perchè Fante o Giraffa vivono in prima persona le rocambolesche avventure (a un certo punto volano!).
Il fante e la giraffa sono invece i giocattoli mossi dal nonno.
Praticamente volevo intrecciare più punti di vista (di Fante, di Giraffa e del nonno): un progetto che si tira giù in mezz'ora, appunto.

Grazie a tutti!
Mi avete scritto delle cose bellissime!!!

A Achillu garba questo messaggio

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

@caipiroska  c’è poco da dire… questo racconto è un piccolo gioiello
e merita di essere inserito in antologia. Fuori concorso o no! 
Complimenti, grande lavoro Storia d'amore e di strani perché - Fuori Concorso 509334221

A caipiroska, paluca66 e tommybe garba questo messaggio

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

@caipiroska io l'epico in questo racconto l'ho visto e ci ho anche provato in sede di commento a corrompere lo staff...
Per il resto non posso far altro che sottoscrivere in toto quanto scritto qui sopra da @Petunia


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Storia d'amore e di strani perché - Fuori Concorso Badge-3

A caipiroska garba questo messaggio

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Diamo a @Molli Redigano ciò che è di Molli Redigano, in realtà è stato lui a notare la cosa.
Comunque un racconto del genere non me lo sarei aspettato da Caipiroska, la nostra maestra del thriller. Pazzesco. Bravissima.


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Storia d'amore e di strani perché - Fuori Concorso Badge-2

A caipiroska garba questo messaggio

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Arianna 2016

Arianna 2016
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Come ho già scritto, questo è davvero un racconto molto bello. Nemmeno io, sinceramente, riuscivo ad associarlo a Caipi, che nella mia testa scrive cose con un taglio diverso, anche se, a dire il vero, il tema della maternità nei sui scritti salta fuori spesso.
L'unico vero indizio erano i due termini toscani, "ciottolo" (invece che "ciotola") e "rumare" (invece che "mescolare") che sono dovuta andare a cercare sul dizionario. Queste due parole mi portavano a uno dei nostri toscani. Avevo escluso Tony, che secondo me aveva scritto Tenzone culinaria, ma tra gli altri non riuscivo a decidermi.
Se devi presentarlo in altri contesti, Caipi, io cambierei le due parole toscane, perché costringono un lettore non toscano a un'interruzione del ritmo di lettura e quindi dell'immedesimazione, per andare a cercarne il significato.
Ancora complimenti!

A Achillu e caipiroska garba questo messaggio

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