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1Dove si vede il mare Empty Dove si vede il mare Sab Mag 13, 2023 12:13 pm

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Admin
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Jieun e sua madre Kwan si trasferirono da Seul sull'isola di Jeju nell'estate dell'ottantaquattro, quella passata alla storia coreana per il luglio più caldo del secolo.
Ad aspettarle al porto di Jeju-si c'era un parente della mamma, che lei chiamava affettuosamente zio. Le salutò levandosi il cappello e aiutò Kwan a caricare le valigie nel retro del suo furgone. A Jieun non sfuggirono le occhiate che lo zio lanciava a sua madre. Tutti gli uomini facevano lo stesso, ci aveva fatto il callo, per usare una frase della sua amica Moon - l'ennesima amica da inserire nell’elenco di quelle che non avrebbe visto mai più -, e si limitò a una smorfia di disgusto rituale.
«Avete fatto un buon viaggio, Kwan?» chiese lo zio, mentre già percorrevano la strada che seguiva la linea della costa.
Jieun aveva aperto il finestrino e teneva la testa fuori, i capelli impazziti che l'accecavano. C'era un bel profumo nell'aria, come di zucchero bruciato.
«Un ottimo viaggio» rispose Kwan e regalò allo zio uno dei suoi sorrisi strappacuori.
Jieun le fece il verso, ma i suoi squittii si persero nel vento.
La mamma teneva le gambe distese, c'era tanto spazio nella cabina del furgone, le cosce abbronzate lucide e luminose. Con l'indice si arricciava i capelli che si era tinta di rosso e che teneva scompigliati con gusto, come amava dire. In realtà si era fissata con una nuova cantante americana, Cyndi Lauper, e la imitava in continuazione, vestendo in maniera assurda e laccando i capelli fino a renderli duri come fili di ferro. I miti, nella vita di Kwan, entravano e uscivano a velocità impressionante; Jieun aveva fatto il callo anche a quello, tanto tra non molto sua madre avrebbe trovato qualcun altro a cui ispirarsi. La speranza era che almeno fosse qualcuno di più sobrio.



Lo zio le lasciò davanti alla casa del nonno e le salutò con esagerata enfasi. Kwan continuò ad agitare la manina fino a quando il furgone non sparì dietro gli alberi.
«Stava sbavando» disse Jieun, «che schifo. E tu l'hai lasciato fare.»
Kwan mise le mani sui fianchi e arricciò il naso. Una goccia di sudore le scivolò lungo la tempia.
«Mi sto arrostendo» sbuffò, «entriamo in casa?»
«E tu l'hai lasciato fare» mormorò Jieun.
«Sono quelle situazioni dove si vince tutti» disse Kwan, sollevando le valigie e avviandosi verso casa, «lui è felice perché una giovane e meravigliosa nipote è stata gentile e noi siamo felici perché non abbiamo pagato per il passaggio. Win-Win
A Jieun questa cosa di infilare parole inglesi dappertutto faceva venire il mal di testa, fece finta di infilarsi due dita in bocca e di vomitare, quindi prese le sue valigie e seguì la madre.
La casa era una vecchia costruzione di fine anni cinquanta, con il tetto basso e scuro, tutte le stanze al piano terra e una soffitta con una finestra rotonda.
Si trovava non troppo lontana dal villaggio di pescatori di Aewol, ma era comunque isolata. Era circondata da alberi di ginkgo enormi, che avevano ricoperto il giardino di migliaia di foglie a forma di ventaglio. Il mare era là, non distante, si sentiva, ma non si vedeva.



Dato che i mobili sarebbero arrivati da Seul solo la settimana seguente, Jieun e sua madre si misero al lavoro per rendere vivibile la casa ripulendo quelli del nonno. Spolverarono, sistemarono i letti, lavarono i pavimenti e disinfettarono il bagno. Era tutto lercio e trascurato. Il nonno viveva da solo da diciassette anni e si vedeva.
Quando finirono erano esauste e zuppe di sudore. Kwan andò a farsi un bagno, mentre Jieun aspettò il suo turno esplorando il giardino.
Dietro la casa c'era una rimessa dal tetto sfondato e lì di fianco, seminascosta da alcuni rovi, una pozza d'acqua stagnate piena di rane.
«Queste col cavolo che ci fanno dormire» mormorò.
Rientrò in casa, si lavò e tornò in giardino, portando con sé un vecchio ventilatore.
Trovò Kwan accoccolata in una sdraio scolorita, con il mangiacassette acceso a tutto volume. Si era preparata un bicchiere di limonata e si era messa in bikini.
«In autunno questi alberi diventano tutti gialli. Vedrai, ti piacerà moltissimo» disse, parlando a voce alta per farsi sentire sopra la voce di Cyndi che cantava Time after time.
Jieun si era seduta sui gradini della veranda e cercava di non appisolarsi. Il ventilatore le girava alle spalle, gonfiando la maglietta con la faccia di Robert Smith.
Kwan spense la musica e si stiracchiò, gli occhiali da sole le caddero sulla punta del naso.
«Che dici, scriviamo una cartolina a tuo padre?»
«Quale dei cinque?» borbottò Jieun, buttandosi in bocca una gomma da masticare grande e rosa come il pugno di un neonato.
«Anche tutti e cinque se vuoi» sorrise sua madre, «ma quello che ci ha messo del suo per farti venire al mondo sarebbe il più contento di sapere che stai bene.»
Jieun gonfiò un enorme pallone rosa, lo fece esplodere e riprese a ruminare.
«Hai intenzione di andare a trovare il nonno?» chiese poi, come distratta.
Kwan smise di sorridere e si rabbuiò. Era raro vederla così. Quell’anno avrebbe compiuto trentadue anni, ma sembrava una bambina, sempre ostinatamente felice. Jieun si sentì soddisfatta per averle rovinato la serata.
«Dopotutto siamo venute a vivere a casa sua, sarebbe il caso di andarlo a salutare in ospedale» continuò.
«Non è casa sua» sbottò Kwan, mettendo il broncio, «è la casa della famiglia di mamma. Lui ci stava dentro come… come un parassita.»
Jieun fece un altro gigantesco pallone rosa. Kwan si tirò su gli occhiali da sole e riaccese la musica.



Mentre Kwan preparava la cena, Jieun si buttò sul letto a sudare e riposare un poco. Nella sua stanza, che era stata quella di sua madre da piccola, partiva la scala che conduceva alla soffitta.
C'era un bel silenzio, disturbato solo dal canto delle cicale e da qualche gracidio. Jieun chiuse gli occhi e sentì una risata. Si mise seduta e la sentì ancora, pareva arrivare dalla botola della soffitta. Sì alzò e cominciò a salire i gradini.
Dalla cima delle scale sentì di nuovo la risata, stavolta seguita da un piccolo applauso, come se ci fosse qualcuno in soffitta che stesse assistendo a uno spettacolo.
Aggrottò la fronte e aprì la botola. La cordicella per accendere la luce le colpì il naso. Starnutì e la tirò, illuminando la stanza. C'era polvere ovunque, ciarpame e scatole. Finì di salire gli ultimi gradini. Dovette abbassarsi, ma non troppo, per essere un sottotetto lo spazio era ampio.
Fece un giro, aprì qualche scatola, spostò una botte, una di quelle minuscole che si usano per i liquori. E la sentì lamentarsi.
Si ritrasse, spaventata.
Dalla botte uscirono due zampette e due braccia scheletriche. Una testa venne fuori piano, prima un ciuffo disperato di capelli neri e poi due enormi occhi da rospo. Non si capiva se la botte fosse un guscio, come quello di una tartaruga, oppure semplicemente il vestito dell'essere che la abitava.
«Non aver paura, Kwan, sono io, sono Diogene» disse l’essere dentro la botte, «non mi riconosci?»
Jieun spalancò la bocca e fece un passo indietro, inciampò in un altro esserino raggomitolato in terra e per poco non cadde.
L’esserino strisciò via, raggiunse la botte e si alzò. Era vestito con un lungo abito tradizionale arancione e una maschera di cartapesta, di quelle che si usano per recitare nel talchum, con le guance rosse, il naso paonazzo e le sopracciglia aggrottate.
«Lui è Chwibali, come mai non ci riconosci?» disse ancora l'essere che aveva detto di chiamarsi Diogene con una voce disperata.
Chwibali accennò un passo di danza e mosse le dita con grazia.
«Sei sicuro?» chiese Diogene. Infilò una mano nella botte e tirò fuori un paio di occhiali da vista. Li inforcò e si lasciò sfuggire un’esclamazione di stupore.
«È vero, non è Kwan!» urlò, «avevi ragione, Chwi! Certo però che le assomiglia.»
Chwibali fece una piroetta e aprì i palmi, rivolgendoli verso Jieun.
«Ma non può essere... D'accordo che il tempo è un concetto relativo, ma…»
Chwibali scosse la testa.
«Sei la figlia di Kwan?» chiese Diogene.
Jieun annuì.
«E voi chi siete?»
«Siamo Diogene e Chwibali, siamo, come te lo posso dire? Sai, delle volte mi mancano le parole giuste, anche se sono un famoso e rinomato filosofo, questa cosa delle parole che non trovo mi farà impazzire prima o poi, ecco, ti dicevo, siamo gli amici immaginari di tua madre… di Kwan quando aveva più o meno la tua età… quanti anni hai?»
«Quindici.»
«Ecco, sì, lei era più piccola… siamo un parto della sua fantasia, ecco, più o meno.»
Jieun era più stupita del fatto che sua madre potesse avere avuto delle fantasie che del fatto di averle di fronte in carne e ossa, se di carne e ossa si poteva parlare.
«È in casa, se volete posso chiamarla» disse, facendo un altro passo indietro.
Chwibali scosse la testa e improvvisò dei passi di danza lenti e malinconici.
«Dice che probabilmente sarebbe inutile, non riuscirebbe a vederci, dopotutto siamo stati messi qua in soffitta come il resto della roba vecchia. Siamo stati dimenticati. Forse siamo tornati perché tu ci veda.»
«Io? E per quale motivo?»
«Non lo so, devo pensarci su… piuttosto, la mia memoria fa difetto, ma sono sicuro che Kwan avesse giurato, dopo la morte di sua madre, che qua non ci avrebbe più rimesso piede. Perché siete qua?»
Jieun alzò le spalle. In effetti sua madre non le aveva dato nessuna spiegazione.
«Ha appena divorziato» provò a spiegare, «e non sapevamo dove andare e forse Seul ormai la annoiava e dato che al nonno è venuto un ictus e ora sta in ospedale e questa casa era vuota, be’, eccoci qua.»
Sembrava quantomeno plausibile.
«Quindi forse sei triste e siamo tornati per rallegrarti, siamo dei maestri nel consolare le persone, Chwi fa degli spettacoli di talchum esilaranti e io…»
«Direi di no, non sono triste. Sono abituata a cambiare città. Per mia madre tutto passa veloce: i miti da copiare, le case da abitare o i mariti con cui stare. Panta rei mi dice, deve sempre infilare parole inglesi dappertutto.»
«In realtà è greco, è una frase del mio esimio collega Eraclito e vuol dire tutto scorre.»
«Sarà anche così, ma mi piacerebbe che ogni tanto le cose si fermassero.»
Chwibali si contorse in un bellissimo passo di danza che si concluse disteso in terra.
«Dice che comunque tu non sei mai passata.»
Jieun alzò le spalle.
«È ora di cena. Voi non andrete via, vero?»
«Credo di no.»
«Ma vivete qua su da soli?»
«Certo. Non abbiamo bisogno di nessun altro. Mia cara, bastarsi non è accontentarsi.»
Quella notte Jieun non riuscì a prendere sonno. E non solo per il canto delle rane. Pensava a un filosofo che non trovava le parole, a un mimo che ne avrebbe avute a migliaia ma non poteva pronunciarle e al perché fossero tornati dopo tanti anni.



Passarono alcuni giorni e Jieun notò che sua madre, con la scusa di pulire, faceva sparire tutte le cose personali appartenute al nonno. Una sera, mentre cercava un po' di fresco vicino al laghetto delle rane, le vide stipate in una busta pronte per essere gettate via.
Inoltre era cupa e pensierosa, una cosa a dir poco assurda.
Quella sera salì in soffitta e ne parlò con Diogene e Chwibali. I due non parvero sorpresi.
Il resto della serata lo passarono provando a insegnare a Diogene come fare le bolle con la gomma da masticare. Alla fine, riuscì a gonfiare un bel pallone rosa che gli esplose sulla faccia, coprendo gli occhiali e appiccicandosi ai capelli. lanciò un urlo disperato, si mise a correre in cerchio e si rifugiò nella botte, che rotolò in un angolo.
Quando si decise a uscire di nuovo si era fatto tardi, ma afferrò Jieun per un braccio e le disse che dovevano parlare.
«Forse abbiamo capito cos'è il problema» esordì, «se solo trovassi la parola giusta, ecco… credo…»
Chwibali si lanciò in una danza struggente, rimase immobile, pietrificato e infine si sciolse, abbracciandosi.
«Ecco, sì, dice che le cose accadono per un motivo, che è difficile da capire, ma che le ragioni alla fine sono sempre e solo due: paura o amore.»
Chwibali fece un passo di lato e due saltelli in avanti, poi uno indietro e qua si sgonfiò, chiudendosi a riccio.
«Dice che sì, tutto scorre, ma delle volte, perché le cose vadano avanti è necessario fare i conti con il passato, soprattutto se fa male.»
«Ma voi lo sapete cos’è successo col nonno? Perché la mamma lo odia?»
«Tua madre non odia nessuno, non sa odiare, è più forte di lei. Ma non riesce a perdonarlo, questo sì. Vedi, tuo nonno faceva il marinaio, partiva e stava fuori per mesi e quando non era per mare era in giro con gli amici e, non so come dirtelo, be’, andava con altre donne, ecco.»
Chwibali scosse la testa.
«Glielo vuoi raccontare tu? Pensi di essere più bravo?»
«Non litigate…»
Poi Chwibali iniziò a ballare e per la prima volta anche Jieun capì perfettamente cosa stesse nondicendo.
Stava raccontando una storia.



Kwan aveva tredici anni.
Suo padre si era imbarcato da tre mesi ormai. Sua madre stava morendo per un tumore al pancreas, ma nonostante ciò, tutti i giorni, usciva di casa e tornava solo poco prima di cena. Quel giorno invece il sole divenne basso e arancione senza che la madre di Kwan fosse ancora rincasata.
La cercò per ore e infine la trovò in cima alla collina dietro le scuole, in un grande prato. Era magrissima, la malattia la stava consumando, gli occhi erano incavati e spiritati. Si stringeva a una coperta di lana e tremava dal freddo.
"Perché sei qua?" le chiese Kwan. Era distrutta. Aveva lavorato tutto il giorno in casa. Pulito, fatto la spesa, cucinato il gukbap...
Sua madre sorrise e per poco non si strappò la pelle secca attorno alle labbra.
"Perché da qua si vede il mare" disse, "e sto aspettando di vedere tuo padre che torna."
Kwan la raccolse da terra, afferrandola sotto le ascelle. Sembrava senza peso.
Da quel giorno dovette andare a recuperarla tutte le sere da quel prato. Rifiutava di curarsi e di mangiare. Morì che il marito ancora non era tornato, sola, là, dove si vedeva il mare.



«Paura o amore» rifletté a voce alta Jieun, «forse la mamma ha paura, paura di diventare come il nonno.»
«No, non è come pensi, tua madre ha solo una cosa in testa.»
Chwibali si preparò a danzare, ma Diogene lo fermò.
«Questa la so spiegare da solo. Tua madre ha tanto amore da dare, ne ha represso dentro così tanto, non hai idea delle notti che saliva qua su e si addormentava con noi, aspettando che qualcuno salisse a cercarla, che qualcuno la abbracciasse. Forse per questo è tornata a Jeju, per questo noi siamo qua con te: prima che tuo nonno muoia vuole perdonarlo, ma da sola non ci riesce.»



Jieun organizzò tutto senza dire nulla a Kwan. Quando lo zio arrivò per portarle all'ospedale di Jeju-si si limitò ad alzare le mani e a scusarsi.
Kwan fece qualche capriccio, ma si cambiò e salì sul furgone. Per tutto il viaggio tenne le labbra serrate e lo sguardo fisso alla strada. Non aveva laccato i capelli e li teneva legati in una crocchia bloccata dalla matita che usava per riavvolgere le musicassette. Non si era neppure truccata.
All'ospedale segnarono i loro nomi in un registro e vennero accompagnate all'altimo piano.
Jieun non aveva mai visto il nonno. Sua madre non le aveva mostrato mai neppure una foto, ma non provò nulla quando se lo ritrovò di fronte, forse perché oramai dell'uomo che era stato rimaneva solo l'involucro.
Lo trovarono addormentato. La bocca bloccata in una smorfia di disgusto, la pelle giallastra, le mani scarne abbandonate sui fianchi.
Kwan gli si sedette accanto.
«Appa...» bisbigliò, posò la mano su quella padre, ma non riuscì a dire altro.
Jieun capì che quel corpo immobile ormai non era più nulla per Kwan. Non era suo padre. Non ne era più nemmeno la rappresentazione. Era altro ormai: era il suo passato. Kwan non voleva fare pace col padre, voleva fare pace con chi era stata da bambina. Voleva perdonare se stessa per ciò che non era riuscita a essere. Toccare quella mano inerte era un gesto inutile. Jieun la raggiunse e ci mise sopra la sua.
Kwan scattò in piedi e si lanciò fuori dalla stanza. Jieun la seguì fino alla terrazza.
Era così strano per lei conoscere e capire cose di sua madre che non aveva mai sopportato. Forse era una banalità da pensare, o una giustificazione infantile, ma non ci sarebbe stato nulla di strano se nell'amare così tanti uomini diversi ci fosse stata solo la voglia di cercare il padre che non aveva mai avuto. Però, come Chwibali le aveva detto, anzi, nondetto, l'unico punto fisso nella vita di sua madre era proprio lei. E di questo doveva farsi carico.
«Bastarsi non è accontentarsi» disse.
Kwan smise un attimo di piangere e la guardò perplessa, come se quella frase le ricordasse qualcosa. Dopotutto, Diogene era frutto della sua fantasia e quelle parole erano sue.
Jieun la abbracciò e Kwan riprese a piangere come una bambina.
Dalla terrazza dell'ospedale si vedeva il mare, ma loro non avevano nessuno da aspettare, non sarebbero mai state sole. Jieun strinse più forte, mentre Kwan piangeva e le bagnava la maglia. Non si preoccupò più di tanto, era sicura che Robert Smith sarebbe stato felice di finire zuppo in quel modo così triste e pieno d'amore.



Jieun salì in soffitta, ma si fermò a metà della botola. Cosa ci era andata a fare lassù? Diede un’occhiata: polvere e vecchi scatoloni. Una bicicletta senza una ruota. Pile di riviste gonfiate dall’umido. Una botticella da liquore chiazzata di verde, una maschera in cartapesta del teatro talchum.
Niente, non le veniva proprio in mente il perché la prima cosa che avesse fatto appena tornata a casa fosse stata salire là.
«È pronta la cena!» la chiamò sua madre.
«Arrivo.»
Richiuse la botola e raggiunse Kwan in cucina. La trovò che sculettava al ritmo di una canzone che non aveva mai sentito prima.
«È un album appena uscito, la cantante si chiama Madonna. Ti piace?»
Jieun trattenne una smorfia di disgusto e controllò la copertina sulla custodia della cassetta.
Ma sì, bionda e coi capelli corti sua madre sarebbe stata splendida.
«Mi piace» disse.

2Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Dom Mag 14, 2023 11:18 am

gipoviani


Padawan
Padawan

Questo racconto mi spiazza un po'.
Ha degli aspetti interessanti L'immagine della nonna che, novella Butterfly, guarda il mare aspettando il marito è potente. L'idea dell'amico immaginario filosofo è divertente. Il racconto è ben scritto e si lascia leggere senza opporre resistenza. 
Eppure qualcosa non mi convince del tutto.
Forse la figura del nonno che benché fondamentale per la storia, rimane evanescente? Lo spessore psicologicamente tenue della madre? Un retrogusto eccessivamente infantile?
Non so bene che dirti autore/autrice, alla fine mi sembra un compitino ben fatto ma senza grande pathos.

3Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Dom Mag 14, 2023 4:07 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

stagnate/stagnante e poi questa frase: Una sera, mentre cercava un po' di fresco vicino al laghetto delle rane, le vide stipate in una busta pronte per essere gettate via. Quel "le vide" si riferisce alle rane e non alle cose da personali del nonno della frase precedente. Due imperfezioni che non lasciano gravi impronte nel tuo bel racconto. Ho apprezzato molto la tua fantasia e anche come l'hai strutturato. Piaciuto.

4Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Lun Mag 15, 2023 7:51 pm

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Una bella fantasia autor…
Storia piacevole d leggere. Viene da chiedersi come possa essere la figlia così matura con una madre così immatura e una vita che di sicuro l’ha messa alla prova fin dall’infanzia.
È un racconto strano, tra il serio e il fiabesco, un connubio che, tutto sommato, rende ma non permette di far brillare nessuno dei due lati.
La prima parte l’ho trovata accattivante, proprio una bella atmosfera, descrizioni che mi hanno fatto vivere le scene. Molto buona devo dire.
Poi… con l’inserto fantasioso dei due personaggi immaginari, la storia assume un carattere un po’ cartoonesco anche per l’uso dei vezzeggiativi insomma un po’ Gollum e un po’ draghetto di Mulan
mi hanno strappata dall’atmosfera precedente e catapultata in qualcosa che mi ha un attimo destabilizzata.
La parte della visita al nonno l’ho trovata un po’ sdolcinata pur nella situazione tragica e di potenziale dolore.
Tutto resta in superficie senza una approfondita indagine psicologica (la storia della famiglia di Kwan e della sua adolescenza demandate al narratore la depotenziano.
Il personaggio Kwan è, a mio parere, quello meglio riuscito. La figlia così “saggia” mi ha ricordato il figlio del Perozzi di “amici miei” condannato a vivere con un padre perennemente immaturo e costretto a far da padre al padre.
Il vecchio padre resta una figura appena tratteggiata. Veniamo a conoscenza delle sue “malefatte” per voce di altri (neppure della figlia) mi ha fatto un po’ pena, disteso in quel letto, così fragile e incapace di qualsiasi difesa. Mi sarebbe piaciuto ascoltare la su versione della storia.
La madre di Kwan resta una figura un po’ strappalacrime ma il passaggio relativo alla sua sofferenza e attesa del marito in fronte al mare ( che mi ha ricordata la leggenda abruzzese della Ritorna) è ben riuscito.
Per dirla tutta un lavoro a patchwork tanti tasselli, tanti colori, tanti stili che nell’insieme costituiscono un buon racconto. (Ma il patchwork negli anni 80 mi pare andasse di moda… o era prima? Ah, l’età…)



5Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Mar Mag 16, 2023 7:26 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Una storia che si dipana fra Madama Butterfly, amici immaginari e situazioni interiori irrisolte, in un mélange che non appare molto ben amalgamato.
Anche la scrittura, formalmente precisa (ho notato un solo errore: "posò la mano su quella [del] padre"), rispecchia questo andamento, alternando stili diversi che a volte rallentano la lettura.
Le tre figure femminili risultano piuttosto contraddittorie: Kwan, immatura ed eterna ragazzina ma anche tanto erudita da immaginarsi un amico filosofo (Diogene, come lei stessa, alla ricerca dell'uomo giusto) ed enunciare concetti come "win-win"; Jieun, saggia e razionale ma a suo agio con degli amici immaginari che non sono neppure frutto della sua fantasia; la madre di Kwan, malata di un tumore e di un amore impossibile e poco propensa (a quanto pare) a dare del vero affetto a sua figlia.
Mentre le due figure maschili sembrano incarnare lo stereotipo del marinaio farfallone, sempre con il cervello e gli occhi persi dietro a un bel paio di gambe.
Il tutto concorre a creare un testo dove sentimenti e sensazioni restano un po' in superficie oppure virano verso il sentimentale, lasciando infine in chi legge un senso di delusione e poco altro.
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

6Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Mer Mag 17, 2023 4:18 pm

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Questo racconto non mi ha convinto del tutto. 
La trama, pur essendo lineare e leggermente banale, potrebbe svolgere un ruolo secondario, poiché il vero obiettivo del racconto è l'esplorazione dei sentimenti dei protagonisti, piuttosto che la creazione di una trama avvincente.
Purtroppo, anche dal punto di vista emotivo, ho trovato tutto troppo superficiale e affrettato. Perfino il momento dell'incontro tra padre e figlia, che avrebbe dovuto portare con sé un carico emotivo potentissimo, mi è sembrato improvviso e poco coinvolgente.
Quanto allo stile, la prima parte del racconto mi aveva quasi affascinato, ma ho iniziato a storcere il naso non appena gli spiritelli sono entrati in scena. Sembrano non avere una funzione reale se non quella di esporre le informazioni necessarie, per poi sparire senza lasciare un segno. Sia chiaro, mi sono piaciuti tantissimo come personaggi, ma sento che avrebbero potuto essere sfruttati in modo più originale e coinvolgente.
Ciò che mi ha lasciato maggiormente perplesso è la sensazione che tutto sia raccontato e spiegato, senza veri momenti di vita vissuta. Anche la scena in ospedale, che avrebbe potuto essere il momento chiave del racconto, è stata affrettata e priva di emozioni, quasi un rapido riassunto da parte del narratore.
Per quanto riguarda i paletti, non ho nulla da obiettare; sebbene presenti, non hanno colpito particolarmente.
Una considerazione finale per cercare di non essere troppo duro.
il racconto mi ha ricordato le atmosfere Miyazaki. per tutto il tempo della lettura ho immagino quel mondo lì, purtroppo quello che è mancato maggiormente è la carica emotiva di quei film.

7Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Mer Mag 17, 2023 5:31 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

se c'è una cosa per la quale meriti applausi, di sicuro è la fantasia che ci hai messo.
al secondo posto la stesura, visti i pochissimi refusi trovati.
idea piuttosto originale, quella degli amici immaginari, però mi da l'impressione di far uscire la storia dal binario su cui era partita.
prima parte molto bella, dove crei un'atmosfera che fai rivivere pienamente al lettore, poi l'avvento di Diogene rompe il ritmo.
certo, i due sono funzionali al prosieguo della storia, però mi lasciano perplesso.
la parte finale riprende in parte il ritmo precedente.
nel complesso è un lavoro discreto, a mio parere, ma non eccelso.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Dove si vede il mare Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

8Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Sab Mag 20, 2023 9:52 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto carino e ben scritto dove però i punti più interessanti rimangono nelle intenzioni dell'autore.
Kwan è davvero un personaggio potente che avrebbe potuto diventare indimenticabile, se non fosse che il suo conflitto interiore rimane abbozzato e si risolve troppo velocemente e senza un vero e proprio perchè.
Molto interessante e ben gestita la parte iniziale, l'ammiccamento con lo zio lascia un brivido lungo la schiena: d'altronde quando ha avuto la figlia era una ragazzina, chi l'ha iniziata ai misteri del sesso e dell'amore?
Il rapporto con il padre identifica uno degli archetipi più tradizionali: il conflitto tra padre e figlia che purtroppo non viene indagato in maniera convincente.
Anche Jieun mi è molto piaciuta: una ragazzina cresciuta tra i contrasti e le follie della madre, mi piace la sua ironia e il modo in cui affronta la sua complicata vita.
Noto che il paletto del luogo è stato appena menzionato e non è di nessuna utilità al testo (nel senso che poteva essere qualsiasi altro posto di mare).

9Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Dom Mag 21, 2023 5:56 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

La vera verità? Un racconto bellissimo, che mi ha fatto venire il magone. Una storia così vera, così plausibile, così sentita che sembra scritta apposta per chi nel passato ha dovuto lasciare qualcuno che non voleva essere trattenuto, ma che lo ha cercato in tanti modi. Ma non era mai quello giusto. Però nel momento del ricongiungimento - quando potevano essere dette tante parole per “capire” -  gli anni passati in modo caotico, le delusioni, i sogni che si sgretolano uno dopo l’altro talvolta prevalgono sul pensiero di poter perdonare, che il momento del perdono possa, se non cancellare, almeno attutire il dolore sopportato, darne un senso. Kwan ha lottato tanto, ha cercato tanto quel padre che non ha avuto, ma stringergli la mano era troppo. E anche le lacrime non sono state forse tanto liberatorie ma un momento per se stessa, lacrime per quella che ha dovuto essere e non avrebbe voluto.
Il momento passa e lei torna ad essere la Kwan delle canzoni alla moda, di una cantante di cui chissà copierà pettinature e atteggiamenti: come un’attrice che sul palco porta una figura che non la rappresenta.
Un racconto molto intimista, con personaggi che reggono i momenti attraverso dialoghi che hanno sopperito al tanto raccontato, dando al tutto il giusto spessore.
Molto bella la figura del mimo: il mimo - in generale - racconta tanto senza parole, mentre a volte con tante parole non si dice poi tanto. Grazie : non lo dico mai nei commenti, ma stavolta sì. Anche con il magone che è diventato altro.

Le mie note: piccole. Qualche refuso, e luogo e tempo che potevano essere anche altri, ma succede spesso e se siamo la leggerti, superati i paletti.


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

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10Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Lun Mag 22, 2023 7:52 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

A me questo racconto è piaciuto molto.
Si legge di getto, senza difficoltà e ti fa immergere in una storia semplice eppure piena di fascino.
Sarà per Kwan, proprio un bel personaggio, deliziosamente immaturo, che si affianca a una figlia con la testa sulle spalle.
Oppure per i due stravaganti personaggi della soffitta, che proprio non mi aspettavo e che comunque mi hanno positivamente impressionato.
Non so, è una storia di "banale" realtà impreziosita con un tocco di fantastico, possiamo dire così? E secondo me il tutto regge alla grande.
Io lo trovo un gran bel pezzo.

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11Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Mar Mag 23, 2023 8:12 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto ben scritto, con dialoghi naturali e personaggi ben caratterizzati.
Eppure qualcosa mi disturba e non capisco cosa.
E' scontato? Non troppo, anche se la figlia che deve perdonare il padre, mancante e fedifrago, si è già vista spesso.
E' poco credibile? Forse, soprattutto per quelle creaturine che in soffitta, alla fine, conducono il divenire della storia.
Di sicuro c'è una bella dose di fantasia.
Bello, a metà.

12Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Mer Mag 24, 2023 9:06 am

Hellionor

Hellionor
Admin
Admin

Comincio i commenti dal tuo racconto, autor. Non so se riuscirò a commentare tutto, ci provo, ma su questo devo soffermarmi.
Perché è scritto molto bene, certo. Perché la storia è una storia dal sapore orientale, e sei riuscit a trasmettere questo molto bene, a mio avviso, con questo registro narrativo un po' Banana Yoshimoto, che apprezzo davvero molto (intendo un tono da narrativa orientale, che a mio avviso emerge dal tuo testo, ed è un valore aggiunto).
A me questo racconto è piaciuto dalla prima lettura,  e ho bisogno di commentarlo perché hai saputo rendere davvero benissimo gli squilibri di un'adolescente che deve fare l adulta e che probabilmente è nata già adulta. E penso di doverti riconoscere questo merito subito, adesso, perché è importante, perché il resto si può sistemare, qualche ripetizione da aggiustare, qualche dettaglio da approfondire, qualche scena da sistemare, ma c'è questa corrente emotiva che serpeggia e colpisce.
Magari chi una realtà simile non l'ha passata, sente delle forzature. Comico no? Chi non ha vissuto la sensazione di dover essere madre della propria madre, chi non ha dovuto fare i conti con una maturità insita nell'animo a compensazione delle piccole follie del proprio genitore uno, trova che alcune cose non siano particolarmente credibili. E invece io ci tenevo a dirti che sono credibili, coerenti, perfette. Che mi hai commosso, che mi sono rivista nella tua adolescente anziana dentro, e che brav a rendere questi equilibri davvero difficili da portare sulla carta.
Grazie per la tua storia.
Ele

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13Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Mer Mag 24, 2023 10:18 am

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Attribuisco alla libertà del genere il fatto che in questo step, più che in altri, abbia riscontrato una grande qualità. Anche questo racconto non fa eccezione.
Più di tutto ho apprezzato la tua capacità di descrivere con cura ed efficacia tutti i personaggi in gioco: madre, figlia oltre ai due personaggi della soffitta di cui mi sono dimenticato quasi subito che fossero di fantasia. Li hai fatti diventare in “carne e ossa”. Mi sono venuti in mente i sei personaggi pirandelliani e questo la dice lunga sulla qualità della tua scelta.
La madre è forse quella più interessante e che ha maggiori sfaccettature, molto più viva rispetto alla figlia che, in quanto così responsabile e adulta, appare più piatta.
Soffitta ben presente e questo un valore in più.
Insomma, un bel lavoro.
  

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14Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Ven Mag 26, 2023 3:22 pm

Nellone


Younglings
Younglings

Davvero un bel racconto, malinconico e pieno di sentimenti; anche ingenuo e semplice, proprio come una ragazzina di quindici anni. La trovata degli amici immaginari, utile per mettere nel piatto i due paletti dei personaggi, non mi è dispiaciuta affatto, riannodandosi anzi alla perfezione con il finale. Idea davvero brillante, insomma, che rende interessante e “diversa” una storia che, altrimenti, avrebbe rischiato di essere banale, già letta. Ho apprezzato particolarmente anche le “ispirazioni” sulla moda della madre, così come i rimandi agli anni ’80, per nulla forzati sebbene non caratterizzanti. Scrittura fluida e pulita, forse perfino ingenua, sempre come la ragazzina di quindici anni: perfetta così, quindi. In questo l’autore è stato del tutto coerente. Nel complesso un racconto molto apprezzato, sicuramente presente nella mia classifica provvisoria.

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15Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Dom Mag 28, 2023 11:56 pm

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao autore, il tuo racconto mi ha riportato alla mente una quantità esagerata di citazioni, meglio, di riferimenti. Perché no, forse anche Magnolia, quella scena incredibile con Tom Cruise che va a trovare il padre in fin di vita, ma soprattutto animazione giapponese, nel plot, o in alcune opere specifiche come Una lettera per Momo (anche se gli spiriti erano tre me lo ha ricordato soprattutto per via dell'isola) oppure La collina dei papaveri. Il pubblico a cui è indirizzato è quindi quello dei "giovani adulti", diciamo così. Ne è quindi venuto fuori un lavoro leggero, ma al contempo profondo, senza però perdere la facilità di lettura. A me insomma è piaciuto, a rileggerci!


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16Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Mar Mag 30, 2023 10:45 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Piaciuto molto nella sua apparente banalità che penso sia voluta, per rappresentare al meglio il racconto dal punto di vista di una quindicenne.
La storia funziona, niente di nuovo si potrebbe dire, una donna cui è mancata la figura paterna che diventa madre a 17 anni e che passa da un uomo all'altro forse alla ricerca proprio di quella figura maschile assente.
Eppure anche una storia "scontata" sui può scrivere bene e forse per la prima volta i paletti hanno costretto l'aut* a tirare fuori il cilindro dal cappello, ovvero le due figurine simpatuiche che aprono gli occhi alla ragazzina.
A proposito di paletti, tutti ben presenti e naturalmente inseriti nel racconto, complimenti.
Solo alcune sviste frutto di una mancata ultima revisione:
una pozza d'acqua stagnate piena di rane
capelli. lanciò un urlo disperato
manca la maiuscola dopo il punto
vennero accompagnate all'altimo piano
posò la mano su quella padre
Penso quasi sicuramente nella cinquina.


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17Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Mer Mag 31, 2023 11:04 am

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

I commenti degli altri lettori mi hanno aiutato a capire una cosa importante di questo testo: se non hai esperienza diretta della situazione, ovvero conoscere almeno indirettamente il problema dell'immaturità di un genitore e/o il conflitto tra genitore e pro-genitore (insomma, il nonno), è più difficile apprezzarlo.
Mi ci metto in prima persona.
Ho fatto un po' fatica a entrare in empatia con quasi tutte le componenti del racconto, e alcuni dei comportamenti dei personaggi mi sono sembrati poco naturali, poco sentiti e in generale un po' isolati rispetto alle percezioni del lettore.
Gli esempi sono stati fatti già da altri, come la scena del nonno in ospedale, molto veloce mentre dovrebbe essere un po' il fulcro della storia. 
Tutta la costruzione, a dire il vero, sembra affrettarsi da metà in poi, come se il limite dei caratteri avesse iniziato a pesare. Al proposito, la prima parte, pur molto ben fatta e curata, è alleggeribile o addirittura eliminabile per far iniziare la storia già in media res.

L'introduzione dei due personaggi immaginari fa un po' a pugni, per contro, con la grande concretezza e attinenza alla realtà del resto della vicenda. In particolare Diogene, come amico immaginario, mi lascia un po' perplesso, più che altro perché la frivolezza e la leggerezza di Kwan mal si sposano (per la percezione che ne ho avuto, naturalmente) con la profondità di un filosofo della Grecia antica, specie in un contesto culturale come quello coreano o asiatico in generale.

Persino il finale mi lascia un po' così, con la frivolezza di Kwan che ritorna in tutta la sua forza, come se la riappacificazione col padre e con la se stessa ragazzina alla fine non avesse cambiato nulla in lei. Ma ripeto, probabilmente è solo la mia lontananza emotiva dal tipo di personalità descritta a rendermi così dubbioso.

Sicuramente pregevoli le descrizioni e l'attenzione ai dettagli che inquadrano gli anni '80.
I paletti però, nel complesso, non mi paiono parte pregnante della storia (eccezion fatta per la soffitta).

In definitiva, ho apprezzato molto l'idea che sta alla base del testo, e anche parte del suo sviluppo.
L'emotività che doveva esserne il cavallo di battaglia, al contrario, mi ha lasciato spettatore distante.

18Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Ven Giu 02, 2023 11:43 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

ciao Autor
Wow! Che meraviglia di racconto! 
ho letto molti racconti in questo step veramente belli, ma il tuo è di un'altra natura, niente da fare, vola sopra.
Battuta che avranno fatto anche altri commentatori, come Diogene, non trovo le parole!
La storia coinvolge totalmente ed emoziona, la scrittura è superba, l’incastro tra passato e presente è perfetto. 
personaggi talmente reali, compresi quelli immaginari, che ti rimangono fissi nel cuore, perché si lasciano amare.
E niente, che posso dirti, solo complimenti, ma tanti tanti! numero uno, per forza!

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19Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Lun Giu 05, 2023 5:55 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Devo essere sincero: mi è piaciuta tantissimo la storia e ne ho apprezzato tutte le potenzialità. Ma non mi è piaciuto il modo in cui la storia è stata raccontata.
Parto col dire che non è subito chiaro se si tratta del nonno di Jieun o del nonno di Kwan. Anche "c'era un parente della mamma, che lei chiamava affettuosamente zio"... chi lo chiamava zio? Jieun o Kwan? Scritto così sembra che sia "la mamma" a chiamarlo "zio" e questo non aiuta a focalizzare il narratore su Jieun.
La relazione tra Jieun e Kwan mi ha ricordato il rapporto tra Charlotte e Rachel nel film Sirene con Winona Ryder e Cher nei rispettivi ruoli. In realtà mi sarei aspettato delle età diverse: per come la descrivi, Kwan sembra essere più immatura di 32 anni e di conseguenza avevo immaginato Jieun preadolescente e non nel pieno dell'adolescenza (e, ti dirò, secondo me avrebbe anche funzionato con Jieun dieci/undicenne e Kwen venticinque/ventiseienne).
Ti racconto un aneddoto sul modo che hanno i coreani per calcolare l'età: quando si nasce l'infante ha già un anno, poi tutti i coreani aumentano l'età di uno a capodanno; quindi "quell’anno avrebbe compiuto trentadue anni" sarebbe eventualmente da sostituire con "aveva trentatre anni" in quanto li aveva già compiuti il primo gennaio. La formula esatta per l'età coreana è: anno in corso meno anno di nascita più uno.
Il genere è fantastico (non lo definirei un fantasy ma si tratta di sfumature) e lo trovo azzeccato. Il finale con Jieun che si dimentica dei due personaggi è un colpo di scena che non disturba, anzi a me ha aumentato il coinvolgimento nell'azione.
L'isola di Jeju è il paletto più debole. Il 1984 c'è ed è caratterizzato almeno da Cyndi Lauper. Molto bene anche la soffitta. Infine mi è piaciuto molto di più il mimo Chwibali che il filosofo Diogene, comunque è sufficiente che ci sia uno solo dei personaggi e questo c'è ed è pure integrato nella cultura coreana.

Grazie e alla prossima.


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20Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Lun Giu 05, 2023 10:25 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il racconto è scritto bene e si legge scorrevolmente.

Non è lo stile però a essere preponderante secondo me, bensì la trama. L'Autore ha dato prova di grande fantasia, che secondo me ha il suo culmine nei personaggi immaginari della soffitta. Ho trovato un po' slegato il loro "ritorno" rispetto al "motivo" per cui lo fanno, ma ho preferito non farmi troppe domande poiché la storia mi ha catturato davvero. 

Tutto verosimile, compreso il prodotto fantastico dell'immaginazione di Kwan. Interessante anche la psicologia dei personaggi, soprattutto quella di Jieun: attraverso parole che non si trovano (Diogene) e parole non dette (Chwibali), la giovane cambia il suo modo di "vedere" e "giudicare" la madre venendo a conoscenza di particolari prima sconosciuti circa la storia della sua famiglia. Un percorso, un cerchio che si chiude in soffitta. Quella soffitta.

Grazie

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21Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Gio Giu 08, 2023 10:18 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ho scritto due racconti sugli amici immaginari. In effetti si accordano bene alla soffitta. Li crei dal nulla e un bel giorno li mandi in pensione. Non ti servono più. Hanno esaurito il loro scopo. Ma alla volte ritornano. Sopravvivono alla nostra stessa fantasia. Quella si esaurisce, ma loro no. Bastano a se stessi.
Il fatto che la figlia veda e interagisca con gli amici immaginari della madre è comprensibile ai fini della storia che vuoi raccontare. Hai bisogno che Jieun veda Kwan con occhi diversi, che qualcuno le insegni e vederla come vedrebbe se stessa. Volendo essere rigorosi però un amico immaginario è qualcosa di molto personale, quindi il fatto che siano gli accompagnatori di Jieun in questo viaggio mi convince fino a un certo punto. Sembrano quasi due giocattoli, due personaggi alla Disney, di quelli che di solito servono a far riflettere ma anche a sdrammatizzare. Sono molto riusciti, non fraintendermi, e il fatto che siano sopravvissuti al fatto che Kwan è diventata un donna mi convince, ma che abbiamo sfondato la barriera tra fantasia e realtà al punto da diventare visibili anche Jieun lo trovo una specie di piccolo peccato, come infrangere una regola scritta quando si racconta di amici immaginari.
Al di là di questo la soffitta è un nascondiglio funzionale al tuo racconto, anche se non è una colonna portante della narrazione. C'è e funziona, ma alla fine restano in testa più altre cose, scene che non hanno tanto a che fare con la stanza ma con l'esterno, il mondo fuori, a iniziare dal titolo.
L'anno è ben caratterizzato, con le canzoni e certe mode (la matita per avvolgere le cassette). Forse mi sarei aspettato una società coreana meno occidentalizzata però.
Nel complesso è un racconto molto riuscito, delicato, con delle dinamiche semplici ma ben delineate e uno sviluppo emotivo che scorre su binari abbastanza prestabiliti ma che fa il suo lavoro in modo egregio. La scrittura è pulita, funzionale. Non cerca di stupire il lettore, ma è totalmente a servizio della storia.
Un buon lavoro.


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22Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Ven Giu 09, 2023 10:08 am

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

I personaggi immaginari della soffitta mi hanno ricordato il "piccolo commendatore" dei romanzi di Murakami. Stesse sensazioni. Stessa sorpresa. Forse un pochino più simpatici, sono uno dei punti di forza di un racconto che si fa leggere bene e scorre via senza intoppi. Anche la mamma "vittima" di questi anni 80 è una trovata decisamente interessante e che ambienta bene il tutto. Il resto alterna una storia fluida e leggera a qualche momento delicato e toccante.
Il risultato è un racconto davvero piacevole.
Complimenti.
Grazie.


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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

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23Dove si vede il mare Empty Re: Dove si vede il mare Ven Giu 16, 2023 7:30 pm

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao a tutti e grazie per i commenti! In questo step ho voluto regalarmi questo tipo di racconto, a metà tra un anime della Ghibli e un romanzo di Murakami o Yoshimoto (sono felicissimo che qualcuno li abbia citati) ben conscio che non sarebbe piaciuto a tutti e che i caratteri a disposizione non mi sarebbero mai bastati per rendere il racconto davvero riuscito. Il genere quindi è quel surreale malinconico buffo giapponese che io amo alla follia. L'idea mi è venuta guardando "La collina dei papaveri" dove si parla di Diogene e di un padre disperso in mare che la protagonista si ostina a non voler lasciar andare via e ogni mattina alza le bandiere, sulla collina, per comunicare con lui. I personaggi immaginari sono tipici di questo tipo di letteratura (considero letteratura anche i manga ehehe vedete come sono messo) e possibilmente o sono spaventosi o buffi. Il resto si è scritto un po' da solo, come qualcuno sa mi piace indagare sui rapporti tra figli e genitori e così ecco qua. Un abbraccio e grazie ancora!


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