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Come degli uccelli, simili agli uccelli

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Messaggio Da Different Staff Lun Lug 22, 2024 12:28 pm

Soltanto gli uccelli si salveranno.”
Lo dice una volta di più, ma io non ho memoria che per le cose più grandi. Lo dice guardando il cielo color ametista, con un vento tiepido, secco, che le agita i capelli, le leviga il volto pallido, glielo riga con granuli finissimi di sabbia d’arenaria.
Ancor più pallida di lei, violacea, la notte è solo un velo che separa la superficie dalla coltre celeste: non è sufficiente a nascondere l’immensa mano, aperta, che incombe dal cielo.


È apparsa tre giorni fa, aprendo le nuvole come in certi sogni di tempi antichi.
Una mano fatta di viticci, tronchi, rampicanti, di nervature vegetali. Una mano spropositata, con cinque dita come quelle umane: è calata sull’intero mondo ed è rimasta lì, sospesa molto in alto, ad attendere.
Ho visto lo stupore e la paura divorare le creature viventi, esseri umani e animali tutti. Li ho guardati affannarsi a cercare un rifugio, un tetto sotto il quale ripararsi. E poi uscire quando la mano si è fermata, senza ragione apparente, ed è rimasta lì, sospesa molto in alto, immota e solenne.
Ho guardato l’umanità farsi domande che non si era mai posta prima, e darsi risposte incapaci di donare conforto. Ho ascoltato la parola Dio ripetuta in migliaia di lingue, nel tentativo di dare un significato al più grande evento della memoria collettiva.
Ho osservato la paura diventare isteria e l’isteria panico scomposto; masse umane in movimento da nord a sud, da ovest a est, e all’opposto, solo per accorgersi che la mano incombe ovunque allo stesso modo.


Soltanto gli uccelli si salveranno.”
Lo dice guardando al cielo color ametista, illuminato dai riflettori, dalle luci di città in tumulto. Se ne scorgono due da questo versante boscoso e silente, buio, irrorato di stelle sinistre.
Gli uccelli.
Quando la mano è apparsa, sono stati gli unici a non scappare. Invece, tutti, poco alla volta, sono volati lassù. Come mossi da un richiamo antico, da un messaggio cifrato e solo per loro leggibile, sono andati a posarsi sopra di essa, appollaiati a milioni, per assistere agli eventi da un palco privilegiato.
Gli uccelli.
Tornano a terra solo per nutrirsi, dormire e morire. Il resto è aria e correnti ascensionali.
Soltanto loro.”
La guardo camminare, con indosso una vestaglia color d’ossa, che poco nasconde del suo corpo femminile dalle curve gentili e le estremità snelle, scalza nell’erba oscura e umida, abbracciata a sé stessa, sola come lo sono tutti gli altri della sua specie.
Quando rivolge infine la sua attenzione alla mia figura, confusa coi tronchi dei cedri in fiore, lo fa con occhi lividi e la bocca piegata dal dolore.
Chi sei tu?” Anche questo lo ha chiesto molte volte, ma io non ho memoria che per le cose più grandi. “Chi sei veramente?”
Attendo, senza rispondere, che mi raggiunga, che s’inginocchi sull’erba, accanto alla mia figura seduta, immobile, quieta. Che si perda ad ammirare, una volta di più, l’intreccio di radici e foglie che nascono alla mia presenza, intorno, proliferando, fiorendo, intrecciandosi in delicati giochi d’arte.
So che non sei umano.”
Non lo sono, anche se ne ho preso l’aspetto.
So che la mano è opera tua.”
La mano è opera mia.
So che tu sei Dio.”
Non sono Dio, non nel modo in cui lo intende la tua elementare razionalità organica.
Poggia le mani sulle mie spalle, intorno al collo; il calore tiepido che la sua pelle rosata trasmette alla mia, bianca come le betulle, non è che una sensazione passeggera.
Perché?”
Perché.
Perché la mano, perché l’orrore, la paura, la fine di tutte le cose.
Per ricominciare da capo, una volta di più. L’ho fatto molte altre, e ne conservo memoria, ricordi vividi, pulsioni ancestrali.
Per cambiare il volto visibile di questo globo e riplasmarlo in una maniera differente, più consona al mio gusto.
Qualsiasi risposta, mormoro e la mia voce ha il suono del ghibli tra le dune, io possa dare non sarebbe, per te, soddisfacente.
È per colpa nostra? Perché abbiamo avvelenato la terra, e l’aria, e le acque?”
Non esistono veleni letali per le mie vene e arterie, o per i miei polmoni.
Perché allora sei qui? Perché nasconderti tra le persone?”
Per serbare un ricordo in più, qualcosa che resti nel passare delle ere.
Perché io?”
Non c’è un motivo. Sei solo chi ho incontrato per caso sul mio breve cammino.
Si abbandona, col fiato corto, sul mio collo.
Non può… quel che è stato, anche se breve! Non può, qualunque cosa tu sia, esserti indifferente!”
Può, per la materia diversa di cui sono fatte le nostre essenze.
Non ricordo neppure il suo nome, perché ho memoria solo delle cose grandi.
Ferma la mano. So che puoi farlo!”
Posso, ma non lo farò.
Ferma la mano, o troverò io il modo.”
Non esiste un modo.
Sfioro la lama da cucina infitta da ore nel mio petto e ormai quasi del tutto coperta d’edera.
Non esiste un modo.
Si abbandona, singhiozzando, le dita strette alla mia carne, e lì rimane a lungo. Le sue lacrime diventano fiori di ciliegio sulla linea delle spalle.


Si è alzata e vaga, scalza sull’erba. La notte è ancora lunga e del colore dell’ametista.
Non ho memoria di cosa significhi averla amata: l’ho fatto imitando i modi del mare sulla battigia.
Amare è la cosa più intensa che esista, questo mi ha detto distesi sulla terra, ma non ho sentito che semplice curiosità e distante impulso d’apprendimento.
Vaga intorno, come preda delle febbri. Resto seduto, conserto, ad ascoltare il mio stesso respiro.
Se vuoi terminare la vita sulla Terra,” lo dice di scatto, puntando come fanno certe creature quando messe all’angolo, con la voce resa più acuta dall’ansia, “allora cosa aspetti?! Allora fallo e poni fine a quest’agonia!”
Gesticola, si sbraccia verso le città illuminate dai riflettori e pervase dal formicolio del caos.
Fallo! Cosa aspetti?!”
Cosa aspetto.
Aspetto una risposta. Un senso a qualcosa che sfugge alla mia comprensione.
Cos’è che ti ferma?!”
Cosa mi ferma.
Allungo un braccio, nodoso, a indicare la grande mano e gli stormi di volatili che, incessanti, continuano a migrare su di essa da ogni parte del cielo, visibili anche nel viola oscuro della notte.
Gli uccelli.
Guarda senza capire, stretta nella vestaglia che le lascia scoperte le gambe.
Non avevo pensato agli uccelli.
Che significa?”
Piccole creature che tornano a terra solo per nutrirsi, dormire e morire. Così lontani da me.
Così lontani da riuscire a sottrarsi alla mia decisione.
Così diversi da tutti gli altri esseri viventi.
Che senso ha?
Che senso ha riplasmare le cose se gli uccelli resteranno invitti? Se sfuggono alla mia stessa mano?
Come posso cambiare il volto del pianeta se non posso più mutare gli uccelli?
Ho speso tre giorni pensando che sarebbero tornati, ma essi continuano a volare lassù, come uno stormo senza fine.
Ti prego.”
S’inginocchia davanti alla mia figura fosca, le mani strette al mio petto che ha sempre più la consistenza del legno.
Se hai anche solo un dubbio, lascia la vita com’è ora.”
Ami questo mondo così com’è?
Lo amo, anche se non è il migliore possibile.”
Qual è il migliore possibile?
Non lo so! Ma so che possiamo costruirlo. Se solo ci darai il tempo.”
Il tempo.
Chiudo e riapro gli occhi.
Fallo per me.”
Non ricordo neppure il suo nome. Ho memoria solo per le cose grandi.
Respiro al suono del mare tra i fiordi.
Rimanderò il mutamento, le cose che ho immaginato. Avrete ancora tempo, un’ultima volta.
Tempo per cambiare, per evolvere, per mutare spontaneamente, per trovare il modo di andare via quando tornerò e la mano comparirà ancora in cielo.
Non m’importa di voi, solo di questo mondo di cui sono espressione comprensibile ai tuoi sensi organici.
L’amore non è organico.”
Forse.
Forse è solo qualcosa che travalica la mia comprensione.
Grazie.”
Singhiozza, sul mio petto che è ormai corteccia come il resto di questa forma fisica che ho scelto, per breve, di indossare. La mano, sulla volta, inizia a ritrarsi con lenti, maestosi moti.
Se volete salvarvi, dovete mutare.
Dovete cambiare.
Dovete saper andare via quando io tornerò.
Troveremo il modo.”
Guardo al firmamento e agli infiniti stormi che lo attraversano. La mia mano, ora di tralci e viticci, identica a quella che sta nel cielo, le si poggia sul ventre ancora magro.
È l’ultimo atto della mia transitiva esistenza organica.
Inizia da ciò che ora porti in grembo.
I suoi occhi brillano allo stesso modo della neve sotto il sole di marzo.


Siate come degli uccelli.
Simili agli uccelli.








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Messaggio Da Giammy Mar Lug 23, 2024 2:39 pm

Bello, pare una poesia. C'è soavità e delicatezza, il richiamo alla bibbia è evidente nella contrattazione per evitare la distruzione. È scritto molto bene, alcuni  passaggi, però, necessitano di una successiva lettura. 
L'unico appunto riguarda il paletto uccelli, uccelli tirati dentro a forza per rispettare le regole del concorso. 
Sbaglierò ma il testo è opera di una donna, avverto l'energia e la sensibilità femminile.
Comunque mi piace. Brava autrice o autore.
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Messaggio Da tommybe Mar Lug 23, 2024 3:01 pm

L'unica cosa che non mi è piaciuta di questo racconto e il colore ametista, pure ripetuto almeno almeno tre volte.
Il resto è piacevole e delicato.
Farà la tua fortuna, autore, ti vedo già sul podio colore viola.
Scherzo, sono un vecchio dispettoso, ma amo il tuo racconto.
Perdonami autore, ma su Different spesso ci innamoriamo delle parole, ricordo "resilienza" usata all' infinito, ed ora se tocca ad "ametista" preferirei un colore più fortunato.
Sorrido e ti abbraccio. Forte.
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Messaggio Da Akimizu Mer Lug 24, 2024 11:36 am

Wow, che bomba. Bravo autore, levo il tappo alla penna, hai una scrittura potente ed evocativa, mi hai davvero convinto, perché la usi in modo naturale, si vede che è una dote, oltre che frutto di esercizio. Solo in alcuni punti rischi di diventare un filino lezioso, ma devo dire che nel complesso il tutto si perde nella bellezza di alcuni passaggi, davvero notevoli. Qualche ripetizione di troppo, ad esempio "ho memoria solo delle cose grandi", certo, rinforza il senso di longevità della Terra, ma a lungo andare il concetto si indebolisce, perché pare lo si debba ripetere proprio per non perderlo. Spero di essermi spiegato. Ardita la scelta di far rimanere incinta la donna, insomma, prendere delle simil-sembianze umane è una cosa, altra è acquisirne anche la capacità riproduttiva, cosa resa ancora più difficile da digerire visto come descrivi il feticcio in cui si è trasformato Terra, lontanissimo da una forma umana reale. Ma è l'unico punto che mi ha lasciato perplesso, per il resto complimenti sinceri e a rileggerci!
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Messaggio Da Petunia Mer Lug 24, 2024 8:46 pm

Premetto che il racconto mi è piaciuto molto, ci sono alcune immagini davvero potenti, quindi complimenti sinceri.
Detto ciò ti dico che ho dovuto rileggere più volte un po’ per il gusto di riassaporare il testo, un po’ perché colpita da tante belle frasi, mi sono persa in alcuni passaggi.
Per esempio qui: 
La guardo camminare, con indosso una vestaglia color d’ossa, che poco nasconde del suo corpo femminile dalle curve gentili e le estremità snelle, scalza nell’erba oscura e umida, abbracciata a sé stessa, sola come lo sono tutti gli altri della sua specie.
La morte o una dea o un essere “superiore” che può decidere la fine del mondo appare in cielo sotto forma di una mano gigante, lo ripeti anche all’inizio di questo periodo. Poi parli di curve gentili e corpo femminile.
L’essere scende sulla Terra e la Terra si trasforma in un essere umanizzato 
così tanto da assumersi le responsabilità umane:
È per colpa nostra? Perché abbiamo avvelenato la terra, e l’aria, e le acque?”
È un racconto ben pensato, scritto da una penna talentuosa ed esperta. Grazie per averci offerto questa lettura così intensa, è la dimostrazione che non basta saper scrivere bene…
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Messaggio Da FedericoChiesa Ven Lug 26, 2024 4:30 pm

Troppo sottile, per me che sono un animo grezzo.
L’ho capito poco, o forse c’è da gustarlo senza cercare di capirlo troppo, come molti passi della Bibbia.
Con chi parla la Terra, cos’è questa mano, prima nel cielo poi sul ventre, chi è che porta in grembo?
Ho capito poco, ma non posso dire che non mi sia piaciuto.
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Messaggio Da AurelianoLaLeggera Lun Lug 29, 2024 5:13 pm

Un bell'esercizio di stile. 
Scritto bene, molto bene. 
Termini ricercati, non banali, e qualche ripetizione di troppo, secondo me voluta ma che in alcuni casi ho trovato poco efficace.
Ad ogni modo si vede che è un testo molto curato 

Non ne capisco il senso generale. O forse lo capisco ma non mi convince.
Perché la Terra decide di riplasmare tutto da capo, come cambiare colore ad una stanza?
Perché rinunciare solo dopo essersi resa conto che gli uccelli si salveranno?

Hai lasciato vagare la fantasia, hai scritto qualcosa di bello, ma che non mi ha convinto.
Forse credo di riconoscere l'autore ma, ovviamente, non dico nulla.

Brava o bravo e grazie.
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Messaggio Da Resdei Mar Lug 30, 2024 9:29 pm

Che bel racconto! Per il ritmo potrebbe essere un gran pezzo teatrale. I dialoghi sono intimi e condotti alla grande.
Sveli, ma non tutto, rimane quel velo di mistero che neppure il finale riesce a sollevare. Anche se il tono è pacato, mi hai messo un senso di angoscia, di impotenza, di fragilità. L’unica cosa che ho sentito poco è stata la presenza degli uccelli, spettatori ma non partecipi, osservano ma non intervengono beandosi quasi della loro condizione. Comunque, il messaggio arriva, già preannunciato dal titolo: che leggerezza per l’uomo se imparasse a vivere come loro. 
Ottimo lavoro. Piaciuto.  
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Messaggio Da Susanna Mar Lug 30, 2024 10:53 pm

Ho letto questo racconto due volte, a distanza di qualche giorno e il mio sentire il testo non è cambiato. Un racconto scritto davvero benissimo, con una scrittura elegante, decisa, senza sbavature. Anche la storia che ci racconti è potente, pur necessitando di una lettura attenta e senza fretta per comprendere al meglio le dinamiche.
Molto belle le descrizioni, soprattutto come di hai portato a immaginare la figura femminile che interagisce con il protagonista narrante. È la Terra che parla, una Terra decisa a riprendersi il corpo e riplasmarlo per cancellare i tanti scempi che l’uomo ha compiuto, vivendo questo momento di decisione con le sembianze du un albero. Questa è forse la complessità del testo, magari ho preso un abbaglio: voler far parte del momento in cui tutto inizierà di nuovo, sperimentando il momento in cui un essere da lei creato muore, ma dopo aver deciso di dare una nuova opportunità agli uomini, con l’inizio di una nuova vita.
L’unico punto debole è la poca presenza del paletto “Uccelli”, che non diventano mai veramente i protagonisti del racconto, al contrario della donna con cui quasi contratta il perdono all’umanità. I dialoghi sono efficaci e rendono molto la drammaticità del momento.
Complimenti, tanti e meritati.

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Messaggio Da ImaGiraffe Gio Ago 01, 2024 9:56 am

È difficile che l'immagine della mano gigante possa non rimanere impressa. Un racconto che si visualizza molto bene, frutto della maestria dell'autore, ma purtroppo, una volta che queste immagini sfumano, non rimane molto altro. Sarà anche il tono così asettico del narratore (cosa di per sé non un difetto), ma il messaggio rimane sullo sfondo. Insomma, un racconto bellissimo da immaginare ma che, alla fine, non mi lascia nulla di nuovo.
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Messaggio Da Byron.RN Sab Ago 03, 2024 10:16 pm

Io credo che l'autore di questo racconto sia un uomo, un autore che a volte mi piace molto e altre, come in questo caso, mi lascia insoddisfatto.
Magari mi sbaglio ed è una donna, comunque spero di non essere accusato di sedizione visto il gradimento generale.
Il fatto è che io sono per le storie più dirette, le atmosfere auliche, più impalpabili e rarefatte, non mi catturano. Preferisco un linguaggio meno elegante e dal mio punto di vista più consistente.
E perché la Terra che pare così risoluta cambia idea? Basta un essere mortale a farla desistere dalla sua decisione? Oppure gli girano i satelliti perché non può spazzare via pure i volatili e allora rinuncia prendendosi del tempo?
I pesci che nuotano nei mari e negli oceani invece verrebbero anche loro stritolati dalla mano gigante?
Non so, gli uccelli sembrano un pò tirati per le piume in questo contesto.
Dal tenore filosofico del racconto sembra che la Terra abbia un conto aperto con gli umani: "dovete cambiare, dovete mutare".
Così come è messa la questione sembra che tutto sia rivolto al cambiamento degli uomini, e se così è allora che cosa c'entrano gli uccelli? E perché decide di sterminare con la manona anche tutti gli altri animali terrestri?
Eppure, perché la Terra dovrebbe avercela così tanto con gli uomini?
O ancor peggio con tutte le creature del creato?
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Messaggio Da Albemasia Dom Ago 04, 2024 10:01 pm

Un racconto molto particolare, che ha necessitato di più di una lettura da parte mia per essere compreso (spero) e apprezzato.
Un brano poetico, colmo di immagini evocative, che mette in scena due figure in una sorta di panismo che conduce a una fusione della natura nell’elemento umano o simil-umano.
In tutto ciò gli uccelli “restano a guardare”, assisi in postazioni privilegiate sopra ogni cosa. Ma, proprio per questo, risultano più spettatori che protagonisti della storia, nonostante il loro richiamo nel titolo.
Dal punto di vista del tema, a mio parere, emerge in maniera più decisa il tema del secondo step, sul salvataggio o distruzione della terra, che non il tema degli uccelli.
Tuttavia ciò nulla toglie alla bellezza di questo racconto, all’alto livello della scrittura e dello stile narrativo.
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Messaggio Da Arunachala Lun Ago 05, 2024 6:48 pm

non sono amante delle storie a sfondo religioso o in cui dio partecipa in prima persona o tramite un suo inviato.
detto ciò, la storia è ben scritta e colma di belle frasi e ottimi spunti.
ne consegue che metto da parte il mio pensiero.
complimenti.

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Messaggio Da caipiroska Mar Ago 06, 2024 11:40 pm

In questo racconto finalmente si sente la voce della Terra senza inclinazioni umane!
Perchè è così, a mio avviso, che dovrebbe essere: una voce millenaria, senza inflessioni, senza schieramenti, un modo di pensare e di agire quasi alieno, disinteressato, distaccato e poco empatico verso gli abitanti del pianeta.
Sopra le parti, insomma, perchè così deve essere.
Il brivido di emozione che ha lasciato questa lettura mi ha convinta perchè l'ho trovato ben strutturato e credibile.
La trama, purtroppo, legata ai vincoli del contest ha alcune lacune (la più evidente è il ruolo degli uccelli e il motivo per cui un amplesso riesca a far cambiare un'idea così drastica...) mentre altri momenti sono quasi inappropriati (la gravidanza...), ma al netto di questo il racconto rimane potente ed efficace grazie all'intensità e all'intelligente costruzione del personaggio Terra.
Oltre, da non sottovalutare, alla prosa molto incisiva ed evocativa.
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Messaggio Da vivonic Dom Ago 11, 2024 10:30 am

Chiaramente, quando ho letto il titolo, mi sono innamorato del racconto, che cita due capolavori di Franco e lo omaggia veramente, trasformando "Shock in my town" in un racconto in cui si sentono le melodie de "Gli uccelli" e ci regalano la stessa forza e la stessa efficacia.
Una scrittura matura per un racconto non immediato, ma di quelli che si fanno ricordare nel tempo.
Sinceri complimenti da parte mia: non toccherei una virgola.
Bellissimo aver sublimato l'essenza di Dio in qualcosa che non possiamo comprendere, ma che non ci impedisce di "venire a cercare", restando in tema.

______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Messaggio Da paluca66 Dom Ago 11, 2024 5:38 pm

Un altro racconto che non si può non cominciare a commentare dalla splendida scrittura, facile da leggere nonostante la difficoltà del testo, priva di refusi e ricca di eleganza. La Terra si riappropria di sé stessa sfidando gli esseri umani con l'appoggio della "Mano di Dio". Ci sono tanti richiami biblici in questo testo che vede l'uomo chiedere di sospendere la pena che gli stanno infliggendo, ricorrendo a ogni argomento possibile, come nel racconto della distruzione di Sofoma e Gomorra quando Abramo cerca di convincere Dio. Ho solo un dubbio e riguarda gli uccelli... erano il tema dello step...

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Messaggio Da Hellionor Mar Ago 13, 2024 11:16 am

Car autor
Che ti devo dire? Mi hai convinta pienamente.
Un racconto che mi ha conquistata dalla prima parola. Il registro narrativo mi ha coinvolta e mi ha fatto scivolare sul testo senza inciampi né incomprensioni.
Apro una parentesi piccina, se vuoi non leggerla non è importante, ma mi preme specificarlo. Io non sono assolutamente credente, e me ne dispiaccio molto. Ma non sono ignorante, ho seguito le scuole medie in una scuola religiosa (un anno in collegio e due in un altra struttura religiosa), ho letto e riletto la Bibbia. Rispetto chi crede, lo rispetto molto e lo invidio anche un po'. In famiglia ci abbiamo provato con tutto il cuore a credere, ma marca male e non ci riusciamo. Io ho solo il battesimo, e con sincerità confesso che mia mamma ha scelto di farmi battezzare solo ed esclusivamente per i malpensanti (io nata 1980 da una ragazza madre).
Scusate, alla fine come al solito mi sono dilungata tanto.
Il tuo racconto è pieno di una fede anarchica simile a quella di De Andrè nella Buona novella. La Terra feticcio mi ha ricordato il testo de "il sogno di Maria"
(...le loro braccia profili di rami nei gesti immobili di un'altra vita foglie la mani spine le dita...).
Tutto sto pippone senza senso per dirti complimenti, gran bel racconto. Gran bel racconto.
Ele
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Messaggio Da Molli Redigano Mar Ago 13, 2024 11:20 pm

L' Autore sa scrivere e lo dimostra, su questo non c'è dubbio. 

Nel racconto ci sono molte immagini, che appaiono al lettore attraverso questa prosa aulica, che alterna pensieri a dialoghi veri e propri. Insomma, in questo testo ci sono molte cose da vedere, anche se piuttosto sfumate, ovvero sempre preda dell'immaginazione del lettore che poi è soggettiva per ciascuno di noi. Giudico positivamente questa esperienza di lettura che l'Autore ha ben costruito.

Tuttavia, pur ribadendo l'ottima e invidiabile scrittura, ho percepito la storia con distacco. Come se il racconto fosse dentro una stanza e io lo leggessi fuori dalla porta. Non so se mi sono spiegato. Sicuramente questa sensazione è un mio limite, oltre al fatto che non amo particolarmente racconti così al limite del poetico, ma è soltanto una questione di gusto.

Ancora complimenti per l'ottima scrittura.

Grazie e Buone Vacanze!

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Messaggio Da Fante Scelto Gio Ago 15, 2024 12:27 pm

Qui mi è piaciuta la versione aliena, quasi incomprensibile, della Terra, incarnata in questa specie di driade o non so come definirlo. So che l'ho immaginato come certe creature fantasy fatte di legno, e devo dire che ha funzionato.
La storia ha delle atmosfere interessanti, cupe, senza speranza.
Ci sono delle cose che non ho apprezzato appieno, per esempio il cambio di programma salvazione/distruzione che avviene forse troppo repentinamente. O l'eccessiva ricercatezza di alcuni passaggi.

Buona invece la scrittura, forse troppo spezzata in alcuni passaggi.

Un buon lavoro.
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Messaggio Da Achillu Ven Ago 16, 2024 2:22 pm

Ciao, Penna.

Questo è uno dei due i racconti in cui il narratore Terra è declinato al maschile. In questo racconto la scelta non è solo grammaticale ma arriva ad avere una valenza legata anche al genere e al sesso, legandosi alla trama. E la trama non è per niente chiara. L'avatar di Terra ha un coltello piantato nel petto e dice che non toglierà la mano, salvo poi cambiare idea e toglierla lo stesso, ma non si capisce quale sia la dinamica che gli fa cambiare idea. Poi si scopre che ha pure messo incinta la donna (pur essendo di una specie diversa, ma lasciamo perdere, è pur sempre il pianeta Terra e forse può farlo). Ma soprattutto: perché l'avatar ha un coltello piantato nel petto?
In tutta questa confusione, la cosa più interessante del racconto sono gli uccelli che, unici tra tutte le creature viventi, sono riusciti a scoprire un modo per sopravvivere alla mano. Ma questa cosa interessante resta in secondo piano. Ok, ci spiegherai.
Nulla da dire sul registro narrativo, molto gradevole e senza inciampi. Penso che, se avessi capito la trama e la conseguenza dei fatti, avrei anche gradito il racconto. Piaciuta molto la realizzazione del pianeta Terra narratore, con quei corsivi molto, molto significativi.

Grazie e alla prossima.

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Messaggio Da Gimbo Ven Ago 16, 2024 2:57 pm

Il racconto è una vera delizia stilistica, con immagini potenti e una scrittura evocativa che colpisce fin da subito. Una scrittura abile nel creare un'atmosfera intensa, quasi mistica, che richiama un senso di sacralità. Tuttavia, devo ammettere che alcuni passaggi mi sono risultati un po' criptici. La narrazione è sottile e simbolica.

La figura della mano gigante, il personaggio femminile e la terra umanizzata creano un intreccio complesso di significati che si prestano a molteplici interpretazioni. Questo aspetto, se da un lato affascina, dall’altro mi ha disorientato, lasciandomi con più domande che risposte. Nonostante ciò, è innegabile la capacità del racconto di evocare emozioni e sensazioni attraverso una scrittura tanto raffinata.

In sintesi, un racconto che si distingue per la sua profondità e la qualità della scrittura, anche se forse avrebbe giovato un po' più di chiarezza in alcuni punti. Un testo intenso e stimolante.
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Messaggio Da Fante Scelto Gio Ago 22, 2024 4:17 pm

Olà a tutti, e grazie dei molti voti che hanno portato a un ottimo risultato, nonché dei commenti, dai quali ho delineato le criticità principali del racconto.
Racconto che è nato in brevissimo tempo, praticamente l'ho scritto il giorno stesso della scadenza. Io già di solito arrivo all'ultimo momento, stavolta ho battuto ogni record.
Questo fattore è alla base della brevità dello scritto e del cambio di programmi del pianeta, in effetti molto, troppo repentino.

La mia idea era che la salvezza della vita sulla Terra non fosse dettata dalla passione carnale per una creatura umana, ma dal fatto che gli uccelli fossero sfuggiti alla mano, una cosa che Terra non si aspettava succedesse e che lo ha colpito.
Da qui il fatto di suggerire agli esseri umani di fare come gli uccelli e volare via quando sarà di nuovo il momento del giudizio: una sorta di pietà verso una specie che ha i mezzi (a differenza degli altri animali) per sfuggire alla catastrofe.

Perché il pianeta vuole riplasmare la propria vita biologica?
Non c'è un motivo, o non uno comprensibile dalla nostra razionalità. Volevo trasmettere l'idea di un essere superiore, che agisce secondo i propri meccanismi e le proprie idee, fosse anche un mero capriccio. Infatti le preoccupazioni della donna circa le azioni del genere umano sono infondate: alla Terra non importa dei danni che fa l'uomo, perché non esistono danni per essa/o letali.

Il fatto che la donna resti incinta non ho deciso, a dire il vero, se sia davvero opera della Terra o qualcosa di preesistente. 
Inizialmente volevo che la gravidanza fosse qualcosa di più centrale nella storia, poi scrivendo è finito per diventare solo un tocco nel finale.

Il coltello nel petto della creatura ce l'ha piantato la stessa donna, quando ha compreso di avere vicino il responsabile dell'imminente catastrofe. Potevo renderlo più esplicito, questo è sicuro.

La citazione musicale l'ha colta solo Viv, in effetti "Shock in my town" è il secondo brano che mi piace di più di Battiato. "Gli uccelli" non la conoscevo ma, dopo averla ascoltata, non mi ha fatto impazzire.

Alla prossima!
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Messaggio Da tommybe Gio Ago 22, 2024 4:40 pm

Il tuo commento mi ha ricordato la serie televisiva 'Tutto chiede salvezza' con l'ottimo Federico Cesari.
È solo una mia sensazione.
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Messaggio Da Giammy Mar Ago 27, 2024 11:04 am

Caro Fante, davvero complimenti per la capacità di creare atmosfere potenti. La tua scrittura è di ottimo livello anche se non immediatamente comprensibile, una conseguenza che se contenuta ti da la possibilità di creare racconti meravigliosi. Mi sono pentito di non averti votato, ma alla fine la classifica ti ha premiato e ne sono felice.
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Messaggio Da Fante Scelto Mar Ago 27, 2024 12:19 pm

Ti ringrazio molto.
Cerco sempre di limitare l'aspetto onirico o un po' altisonante di quel che scrivo, ma a volte mi scappa sempre la mano.
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