Parto dal titolo. Bruttino, forse influenzato dal fatto che il racconto non è risolutivo, non conclude nessuna delle storie portate avanti e lascia tanti interrogativi. E alla fine è quello che: sono sette lettere.
Pistola, ribelle, bambina, bambola, Claudia, giudice, destino. Queste sono le sette parole in grassetto. Ho provato a rifletterci sopra, ma non ho trovato una ragione che le renda speciali rispetto alle altre al punto da doverle far saltare fuori dal testo. Chiaro è che mi aspetto che ci sia un'idea dietro e che l'auto ci spieghi il perchè, altrimenti è un altro dettaglio che sottolinea il fatto che il racconto gira un po' a vuoto. Forse un giudizio storico su quegli anni? Sul fatto che abbiano smosso le acque ma senza portare ad alcuna vera soluzione?
Veniamo ai pregi. Innegabile qualità di scrittura che rende la lettura davvero semplice e piacevole. Trovo riuscite soprattutto quelle di lui più che di lei, giudizio forse influenzato dal fatto che il personaggio di Massimo lo trovo comunque più centrato.
In generale quindi un buon lavoro che poteva essere migliore sciogliendo i nodi.
Nota a margine: non è il primo dove i protagonisti scrivono in bagno. Capisco la necessità di trovare un aggancio, ma mi chiedo quanto sia realistico. Io non l'ho mai fatto, ma non vuol dire che non sia una pratica comune per tanti.