Piccole occasioni rivoluzionarie
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Re: Piccole occasioni rivoluzionarie
Un altro epistolare in cui le lettere sembrano davvero provenire dalla voce (mano) di una persona reale.
Quasi come fossero vissute, per dir così.
Lo stile è ciò che più mi ha entusiasmato in questo racconto: è concreto, fluente, elegante persino, a parte qualche termine un po' desueto.
Ma soprattutto è uno stile che lascia trasparire tutta l'emotività, il pensiero, della donna che c'è dietro. Intendo il personaggio, non l'autrice. E questo è un pregio che poche scritture hanno.
La vicenda in sé non sfrutta le mie tematiche preferite, ma si è fatta leggere comunque con interesse. Non ho percepito quel che altri commentatori hanno riportato, cioè il fatto che la felicità di Liliana dipende da una "concessione" del marito.
Per carità, è un'espressione della mentalità di quegli anni, ma al tempo stesso è tutto così logico e coerente che è sembrato davvero normale evoluzione di un rapporto di coppia. Ancora attuale, in fondo il rapporto di coppia è basato anche sulla quota economica che ciascuno dei due può versare nella "cassa comune", con conseguente diverso peso.
E questo trovare una direzione dei due protagonisti mi ha davvero rincuorato e reso la lettura ancora più piacevole.
Sai che ti dico? Che devo cominciare anche io a trovare le mie piccole occasioni rivoluzionarie.
STOP al restare appiattiti sulla vita che scorre sempre eguale!
Quasi come fossero vissute, per dir così.
Lo stile è ciò che più mi ha entusiasmato in questo racconto: è concreto, fluente, elegante persino, a parte qualche termine un po' desueto.
Ma soprattutto è uno stile che lascia trasparire tutta l'emotività, il pensiero, della donna che c'è dietro. Intendo il personaggio, non l'autrice. E questo è un pregio che poche scritture hanno.
La vicenda in sé non sfrutta le mie tematiche preferite, ma si è fatta leggere comunque con interesse. Non ho percepito quel che altri commentatori hanno riportato, cioè il fatto che la felicità di Liliana dipende da una "concessione" del marito.
Per carità, è un'espressione della mentalità di quegli anni, ma al tempo stesso è tutto così logico e coerente che è sembrato davvero normale evoluzione di un rapporto di coppia. Ancora attuale, in fondo il rapporto di coppia è basato anche sulla quota economica che ciascuno dei due può versare nella "cassa comune", con conseguente diverso peso.
E questo trovare una direzione dei due protagonisti mi ha davvero rincuorato e reso la lettura ancora più piacevole.
Sai che ti dico? Che devo cominciare anche io a trovare le mie piccole occasioni rivoluzionarie.
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Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Piccole occasioni rivoluzionarie
Be' no, amico mio. Mi scuserà l'autore se rispondo, ma dopotutto si parla esclusivamente del suo racconto, quindi dovrebbe andare bene. Il punto è che questa "cassa comune" è monopolio di Achille, il quale proibisce a Liliana di lavorare e quindi di contribuire alla cassa e acquistare indipendenza.Fante Scelto ha scritto:è sembrato davvero normale evoluzione di un rapporto di coppia. Ancora attuale, in fondo il rapporto di coppia è basato anche sulla quota economica che ciascuno dei due può versare nella "cassa comune", con conseguente diverso peso.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Piccole occasioni rivoluzionarie
Bello il tuo racconto. Sarà perchè la donna che firma le lettere ha il mio nome per cui sono riuscita a immedesimarmi nella protagonista . specie una frase pareva proprio scritta da me:
Io sono il danno collaterale, non riesco a stare serena in nessun luogo. Vorrei trovare una dimensione che mi appartenga, qualcosa che sia solo mio e che non preveda la presenza di altri per essere perfetto.
Qualcosa che mi renda felice, dentro.
Complimenti per aver saputo incastare i paletti in maniera molto semplice e a dare spontaneità al racconto con la scrittura di lettere che raccontano il vissuto.
gemma vitali- Padawan
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Re: Piccole occasioni rivoluzionarie
Akimizu ha scritto:Be' no, amico mio. Mi scuserà l'autore se rispondo, ma dopotutto si parla esclusivamente del suo racconto, quindi dovrebbe andare bene. Il punto è che questa "cassa comune" è monopolio di Achille, il quale proibisce a Liliana di lavorare e quindi di contribuire alla cassa e acquistare indipendenza.Fante Scelto ha scritto:è sembrato davvero normale evoluzione di un rapporto di coppia. Ancora attuale, in fondo il rapporto di coppia è basato anche sulla quota economica che ciascuno dei due può versare nella "cassa comune", con conseguente diverso peso.
Certamente, il senso era quello.
Achille mette nella cassa comune il 100% e di conseguenza ha/vuole il monopolio sulla gestione della famiglia. Liliana vorrebbe lavorare ma, almeno per come ho letto io tra le righe, si tratta di una volontà dettata dalla noia, l'assenza di stimoli, l'avversione alla vita di famiglia (o di quella famiglia) che non sente del tutto sua.
Tutti i riferimenti al lavoro evaporano nelle ultime lettere, quando Liliana inizia ad ottenere ciò che vuole veramente: il suo studio, il bagno fatto come dice lei, la casetta a Pettinengo per star vicina all'amata cugina.
Come dire: è una donna di casa vecchio stile che ancora non sapeva di esserlo, e come tale, più che adatta a incastonarsi nella famiglia impostata di Achille.
Almeno, io l'ho "vissuta" così.
PS - ma perchè Achillu nel finale?
Per un attimo ho addirittura pensato che ci fosse dell'autobiografia selvaggia.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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A Akimizu garba questo messaggio
Re: Piccole occasioni rivoluzionarie
Questo epistolare mi ha convinta.
I personaggi comprimari li vediamo solo attraverso gli occhi di Liliana e quindi dobbiamo anche raccontarci un pezzo di storia da soli, e questo mi intriga.
Lo spirito degli anni sessanta arriva in maniera sobria ma con coerenza, a mio avviso.
Un buon lavoro.
Ele
I personaggi comprimari li vediamo solo attraverso gli occhi di Liliana e quindi dobbiamo anche raccontarci un pezzo di storia da soli, e questo mi intriga.
Lo spirito degli anni sessanta arriva in maniera sobria ma con coerenza, a mio avviso.
Un buon lavoro.
Ele
Hellionor- Admin
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Re: Piccole occasioni rivoluzionarie
Il bagno è la stanza più intima della casa e mi piace il ruolo che l'autore gli ha dato: un cambiamento importante (o forse una presa di coscienza) inizia proprio nella stanza che ha il compito di provvedere al nostro corpo e al suo benessere e mi piace l'idea che in parallelo Liliana inizi a prendersi cura anche della sua anima.
Un'altra mossa azzeccata, a mio avviso, è quel signor marito ripetuto più volte, martellante, distante, quasi l'epitaffio sulla tomba del loro rapporto.
Rapporto che sembra poi evolversi e diventare qualcosa di più umano e soddisfacente.
Credo che Liliana e Achille rispecchino alla perfezione un tipo di coppia vissuto in quegli anni, vittima dell'apparenza e di una sudditanza nemmeno tanto velata: Liliana è così succube che non accenna mai a un moto di ribellione nei confronti del marito, anzi, continua a sentirsi inadatta a fare la moglie e la madre, mentre lui continua la sua vita di puttaniere: che brutta situazione, sembra quasi che non ci sia via di fuga. Invece il racconto cambia inaspettatamente direzione e finisce con un lieto fine.
Che ci può anche stare, anche se sembra qualcosa di miracoloso (oppure che nasconda qualcos'altro da parte di Achille...Insomma, il suo cambiamento non mi convince fino in fondo, ma contenta Liliana contenti tutti).
Mi piace il tono delle lettere e la genuina felicità della donna nel riappropriarsi della propria vita, nel ridarle un senso, nel ritrovarsi.
Uno scambio epistolare davvero ben gestito e ben scritto.
Un'altra mossa azzeccata, a mio avviso, è quel signor marito ripetuto più volte, martellante, distante, quasi l'epitaffio sulla tomba del loro rapporto.
Rapporto che sembra poi evolversi e diventare qualcosa di più umano e soddisfacente.
Credo che Liliana e Achille rispecchino alla perfezione un tipo di coppia vissuto in quegli anni, vittima dell'apparenza e di una sudditanza nemmeno tanto velata: Liliana è così succube che non accenna mai a un moto di ribellione nei confronti del marito, anzi, continua a sentirsi inadatta a fare la moglie e la madre, mentre lui continua la sua vita di puttaniere: che brutta situazione, sembra quasi che non ci sia via di fuga. Invece il racconto cambia inaspettatamente direzione e finisce con un lieto fine.
Che ci può anche stare, anche se sembra qualcosa di miracoloso (oppure che nasconda qualcos'altro da parte di Achille...Insomma, il suo cambiamento non mi convince fino in fondo, ma contenta Liliana contenti tutti).
Mi piace il tono delle lettere e la genuina felicità della donna nel riappropriarsi della propria vita, nel ridarle un senso, nel ritrovarsi.
Uno scambio epistolare davvero ben gestito e ben scritto.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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A The Raven e vivonic garba questo messaggio
Re: Piccole occasioni rivoluzionarie
Allora, il mio epistolare parte da queste foto di famiglia.
Nella prima ci sono mio nonno Achille e mio zio Federico che pescano.
Nella seconda mia nonna Liliana a destra e accanto a lei Filippo, mia mamma Alessandra e il suo gemello Federico.
Le somiglianze familiari finiscono più o meno qui.
Mi sono resa conto che parlare della storia della mia famiglia in 18.000 mila battute era impossibile.
Per loro la realtà non è stata banale, i miei nonni nel 1972 hanno divorziato, un po' per le scappatelle di mio nonno, un po' per l'insofferenza a sottostare alle regole di mia nonna.
La Liliana delle lettere è un'ucronia applicata alla mia famiglia.
Nonostante il buonissimo piazzamento, che non mi aspettavo, mi preme sottolineare alcune cose.
Il racconto è nato di 22.000 battute, e i tagli hanno reso il personaggio di Liliana meno ironico di quello che era inizialmente. Il signor marito, che aveva appunto intento ironico atto a sottolineare i momenti in cui Liliana lo distanzia da se chiamandolo Signor marito, è stato percepito in maniera diversa proprio a causa de tagli.
Non svelo altri segreti familiari altrimenti mi brucio per le altre storie ehehehhehe.
Ele
Nella prima ci sono mio nonno Achille e mio zio Federico che pescano.
Nella seconda mia nonna Liliana a destra e accanto a lei Filippo, mia mamma Alessandra e il suo gemello Federico.
Le somiglianze familiari finiscono più o meno qui.
Mi sono resa conto che parlare della storia della mia famiglia in 18.000 mila battute era impossibile.
Per loro la realtà non è stata banale, i miei nonni nel 1972 hanno divorziato, un po' per le scappatelle di mio nonno, un po' per l'insofferenza a sottostare alle regole di mia nonna.
La Liliana delle lettere è un'ucronia applicata alla mia famiglia.
Nonostante il buonissimo piazzamento, che non mi aspettavo, mi preme sottolineare alcune cose.
Il racconto è nato di 22.000 battute, e i tagli hanno reso il personaggio di Liliana meno ironico di quello che era inizialmente. Il signor marito, che aveva appunto intento ironico atto a sottolineare i momenti in cui Liliana lo distanzia da se chiamandolo Signor marito, è stato percepito in maniera diversa proprio a causa de tagli.
Non svelo altri segreti familiari altrimenti mi brucio per le altre storie ehehehhehe.
Ele
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A The Raven, vivonic, Arianna 2016, Fante Scelto e ImaGiraffe garba questo messaggio
Re: Piccole occasioni rivoluzionarie
Ancora complimenti, Ele. È un genere molto ostico e quindi era difficile creare una storia seguibile e interessante come la tua. Poi questi retroscena arricchiscono la nostra curiosità! Ai prossimi step, grandissima admina sempre pronta a mettersi in gioco
______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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