Si abbandona a un pianto dirotto, chino sul volante, con la testa tra le mani.
«Tutto bene?»
Una voce. Valerio alza lo sguardo e trova davanti a sé un uomo sulla quarantina, leggermente brizzolato, magro, sportivo, abbronzato. Indossa un completo blu, camicia bianca e cravatta. Poco più in là, ferma lungo la strada, la sua auto, una station wagon scura, elegante. A bordo Valerio riesce a intravedere il volto di una donna bionda e due bimbi che guardano incuriositi nella sua direzione.
«Come?»
«Si sente bene? L’abbiamo vista fermo lungo la strada e abbiamo pensato che avesse avuto qualche problema col pick up.»
«Io? No, sto bene grazie. È stato… È stato molto gentile a fermarsi.»
«È mia moglie che l’ha vista con la testa tra le mani e ha pensato che fosse in difficoltà.»
Nella testa di Valerio continua a risuonare quella voce. La sua voce.
Voglio una vita. Voglio la mia vita.
«Io no, sto bene. Grazie. Forse… Forse la macchina ha qualche problema.»
«Posso dare un’occhiata? Sa, ho una concessionaria di automobili qui sulla Nomentana e un po’ me ne intendo.»
«La ringrazio ma...»
Voglio una vita. Voglio una vita.
La voce continua a tempestarlo in maniera incessante.
Rimasi intrappolato dentro una tempesta di fulmini.
Si sente stordito. Barcolla quando prova a scendere dal suo mezzo.
Per un istante si vede riflesso nello specchietto retrovisore. È vestito con una vecchia tuta della Roma, lisa, sporca di briciole e macchiata di crema, vive da solo in un piccolo monolocale con i piatti ancora da lavare e il cartone della pizza abbandonato da due giorni sul tavolo della cucina. Mentre l’uomo che ha di fronte indossa un completo firmato che sarà costato almeno due o tre dei suoi stipendi, forse di più. Quello è un uomo realizzato. Ha una bella famiglia, un’automobile elegante, un lavoro importante.
Voglio una vita. Voglio una vita. Voglio la tua vita.
«Il cofano.»
«Come dice?»
«Se non mi apre il cofano non posso controllare il motore.»
Valerio riapre la portiera e fa scattare la leva. Un rumore metallico segnala che il cofano è aperto. Il suo sguardo finisce su di una grossa chiave inglese abbandonata accanto al sedile del passeggero. L’aveva usata per sistemare il cassone del pick up. La raccoglie e la osserva con attenzione. Basterebbe poco per prendere la vita di quell'uomo. Un colpo solo. Preciso. Basterebbe davvero poco.
Voglio una vita. Voglio la tua vita.
Un colpo secco, ben assestato. L’ha visto fare mille volte in televisione e ha sempre funzionato. Senza nemmeno sporcarsi le mani inizierebbe una nuova vita. La sua nuova vita.
Stringe con forza quella chiave inglese mentre pensa alla faccia che farà Betta quando lo vedrà passare a bordo di quella station wagon scura assieme alla sua nuova famiglia. Allora sì che tornerà in ginocchio da lui a chiedergli di ricominciare, di essere di nuovo la sua donna. Tutta per lui.
Appare un sorriso sul volto di Valerio. Basterebbe davvero poco.
Voglio una vita. Voglio la tua vita.
«Qui sembra tutto a posto. Provi a mettere in moto.»